Il rapporto uomo-manzo

Ho visto, letto, ascoltato almeno duecento modi diversi di parlare della stessa cosa: la potenza, il potere del maschio, forse sì, leggermente appannato dalla liberazione della donna, ma pur sempre cazzuto.
Il senso del dominio maschile è nella cura che si deve all'animale da sgozzare: cibarlo, attestarne e sostenerne la salute, ingrassarlo e poi farlo a fette; pezzo dopo pezzo renderlo inscatolabile, acquistabile, cucinabile, commestibile.
L'allevamento‐sgozzamento, il rapporto uomo‐vacca o uomo‐manzo è una delle chiavi interpretative più precise nel raccontarci lo sfracelo antropologico di molte società umane.
Il paté di manzo è il sublimarsi del dominio, il punto d'approdo della barbarie del potere.
La salsiccia, la grigliata, la fiorentina, la Manzotin e la gelatina, i pezzetti tra i denti sono una patologia che ci tiene vivi, ci sfama, noi, affama altri, ma non si deve generalizzare. Mi annoia conversare di generalizzazioni, figuriamoci scriverne.
Come si fa, insomma, a parlare del potere, della cultura, addirittura dell’uomo senza infangarsi nel generale ? Per questo io preferisco parlare di salsicce, di insaccati, di metodologie di scomposizione della materia, di mercificazione del dominio dell'uomo sulla bestia, ma nemmeno… è un discorso da vegetariani, odio anche i discorsi sull'esserlo, vegetariani. Quello che cerco è una parola pronunciata su qualcosa fuori da me di cui mi fotta qualcosa. Io mi ascolto parlare, non do possibilità di dialogo, mi annoia persino di sentire le risposte alle mie stesse domande. In fondo vorrei solo trovare qualcuno disposto ad ascoltare il mio pensiero sul rapporto uomo‐manzo perché  anch’io sono un maschio, come tanti.