Il tempo che fu

Stavo stendendo i panni quando, all’improvviso, ho sentito passare una macchina nella mia strada: aveva lo stereo a tutto volume e la musica si diffondeva nell’aria. Ho pensato: “Ma chi è questo pazzo?”
Poi, però, mi sono tornati in mente i tempi in cui, da ogni finestra aperta, al mattino si sentiva la musica. Un tempo in cui, mentre si facevano le faccende di casa, si ascoltava la radio: era l’epoca delle radio private, delle dediche, delle canzoni trasmesse a tutto volume che ti aiutavano, ti motivavano, ti mettevano allegria. Cantavi e pulivi, cucinavi e cantavi.

Era il tempo in cui tutti cantavano: i muratori avevano il loro repertorio, i fruttivendoli le loro compilation, e perfino il pescivendolo ambulante, nel proporre il suo pescato, lo faceva cantando.

E adesso?

Adesso mi sono affacciata al terrazzo: non si sente più nulla, solo il rumore delle macchine che sfrecciano veloci. Niente musica. Oggi la ascoltiamo con gli auricolari, dal telefonino, senza farci sentire da nessuno.

Erano tempi difficili, forse, ma oggi lo sono ancora di più.