L'Affascinante Eleonora

Alberto, da quando una signora era venuta ad abitare nel suo palazzo ne era rimasto affascinato in modo assolutamente fuori del normale. Ventiseienne, appena laureato in psicologia con studio a pian terreno della sua abitazione cercava di analizzare se stesso, cosa non prevista dai testi della sua materia ma non aveva alcuna voglia di confidare i suoi problemi intimi ad un collega. Per lui  sin da giovanissimo il sesso non era stato mai un problema: di bell’aspetto, palestrato, sempre allegro e sorridente (anche perché era ricco di famiglia) spesso veniva ‘avvicinato’ soprattutto da signore non più giovanissime  scontente delle prestazioni sessuali dei legittimi consorti. Le sue coetanee erano in ‘seconda linea’ in quanto la loro precipua aspirazione era quella di formarsi una famiglia con tanti baby, situazione da lui aborrita, niente legami fissi. Eleonora Messineo, questo il suo nome, quarantenne, divorziata senza prole insegnava lingue al liceo classico Maurolico in Corso Cavour a Messina piuttosto vicino alla loro abitazione in via della Zecca. Per sua abitudine Alberto, allorché sorgeva per lui un problema lo riportava su un foglio di carta cercandone le cause e progettando le soluzioni. Stavolta questo sistema aveva portato l’interessato a conclusioni fuori del normale, si stava incazzando con se stesso. Talvolta incontrava  Eleonora all’ingresso o sulle scale,  un semplice saluto senza attaccar bottone, non era da lui  ma una volta fu la dama: “Mi pare che lei si chiami Alberto Massaccesi, abita al piano sopra il mio, mi sono accorta che ogni volta che mi incontra mi saluta a malapena, ho io qualcosa che non va o lei non ama …i fiorellini’” “Punto sull’orgoglio di maschio: “Gentile signora, immodestamente e per dirla  alla francese, lei mi capirà perché insegna lingue, sono stato e penso di essere ancora un tombeur de femmes!” “Caro il mio tombeur allora sono io che ho qualcosa che non va, non vorrei che mi venissero dei complessi che non mai avuto in questo campo…” “Se ha del tempo vorrei avere un colloquio con lei, di fronte c’è un bar, la bella giornata ci permette di stare fuori.  Dalla targa apposta fuori del mio studio avrà compreso che sono uno psicologo. Recentemente mi è accaduto di qualcosa di anomalo, nel cervello umano c’è un’area che si attiva in risposta a stimoli estetici: una musica gradevole, un paesaggio che incanta, un effluvio particolarmente piacevole, lei lo emana in maniera notevole, è penetrato nel mio cervello e la sua immagine nel mio cuore. Per natura sono estremamente razionale, la situazione non mi piace,  propendo per  una cotta da adolescente qual io non sono più, mi piace essere padrone di me stesso e dei miei sentimenti.” “Le propongo qualcosa di inusuale: andiamo in riva al mare, camminiamo sulla battigia a piedi scalzi tenendoci per mano, penso questa situazione possa potenziare l’empatia fra di noi e regalarci piacere.” I due con la Fiat 124 Abarth spider di Alberto goderono dell’aria che gli scompigliava i loro capelli sino all’arrivo sulla spiaggia di via Marina a Torre Faro, il mare era una tavola, distensivo. Alberto ed Eleonora si trovarono abbracciati e poi si baciarono a lungo, il profumo della donna era sempre più penetrante, profumo di una donna appassionata, piena di amore. Finalmente Alberto si rilassò, si sedettero sulla sabbia, dei pescatori passarono alle loro spalle, erano anziani e portavano a fatica le reti ed il pescato. “Cara questo è quello che mi preoccupa, la vecchiaia, è prematuro pensarci alla mia età ma ricordando mio nonno con l’Alzheimer…” Scaccia i cattivi pensieri, ritorniamo  casa, sono brava in culinaria.” “Si l’avevo notato hai un bel popò!” “E tu sei uno zozzone…a me piacciono gli zozzoni!” Dopo un pranzo che ebbe le lodi di Alberto, i due si sedettero sul divano ed Eleonora all’improvviso abbracciò forte il suo compagno e: “Di solito sono molto riservata, ma con te…d’altronde sei uno psicologo, ti voglio raccontare la mia storia pregressa, niente di piacevole.  I miei sono originari di Grotte di Castro un paesino in provincia di Viterbo, mio padre esercitava la professione di fattore ossia controllava l’operato dei contadini di un signore ricchissimo. Tutto bene sin quando il mio genitore si ammalò, non poteva più lavorare, il suo posto venne preso da un suo collega. Naturalmente niente stipendio per mia madre, io frequentavo il terzo liceo classico a Viterbo, feci appena in tempo a diplomarmi che fui costretta per mandare avanti la famiglia (mia madre era casalinga) ad impiegarmi in uno studio notarile, lo stipendio non era sufficiente per il menage familiare e così  presi una decisione che mi cambiò la vita. Il figlio del proprietario terriero di cui in passato mio padre era impiegato come fattore, (non voglio nemmeno nominare quel cotale), mi faceva una corte serrata, non mi piaceva ma dietro insistenze di mia madre lo sposai. La nostra situazione finanziaria era notevolmente migliorata, abitavamo a Roma, mi sono iscritta all’Università in lingue. Sessualmente mio marito era poco dotato, avevamo rapporti saltuari senza nessuna soddisfazione da parte mia ma ero costretta a sopportare la situazione. Riuscii a laurearmi, ben poche persone alla cerimonia solo il futuro marito ed i colleghi di corso ma ebbi la fortuna di essere assunta al Maurolico. Tutto cambiò quando dovetti recarmi a Grotte di Castro, mio padre era deceduto e mia madre ricoverata in ospedale. Il giorno successivo fu dimessa, le trovai una badante e rientrai a casa nostra a Roma senza avvisare mio marito, male me ne incolse: aprendo la porta della camera da letto uno spettacolo  orripilante: mio marito legato ad una sedia con catene e tre uomini con la testa coperta con un casco di cuoio che lo frustavano a sangue, mio marito un masochista in mano a tre sadici! Mi rifugiai nella camera degli ospiti, dire che ero frastornata era un eufemismo, mi buttai sul letto senza poter dormire, la mattina mio marito era sparito da casa.  Il pomeriggio mi contattò telefonicamente un avvocato delegato dal consorte, venne a casa mia e mi offrì una somma irrisoria per il divorzio consenziente senza addebito. Gli risi in faccia, capii che avevo tutte le carte in mano mia, uno scandalo non era quello  che lui voleva, chiesi metà delle proprietà della famiglia, ci accordammo per un terzo, da quel momento sono venuta ad abitare nel tuo palazzo ed avere la sfortuna di incontrarti.” “A parte il fatto che mi hai abbordato tu…” “Ovviamente scherzavo, all’inizio di un legame, soprattutto con la mia esperienza ci sono  delle perplessità se sia una decisione giusta quella di mettersi insieme con un uomo, non sono ancora decisa…” “Pensaci poco perché in giro ci sono tante tue  concorrenti!” Sul letto grandi baci ed effusioni varie,. “Ti ho detto che hai un bel culo, scusa la volgarità!” ”Si ma da quelle parti non c’è mai entrato nessuno e, sinceramente non sono molto entusiasta di…” “Ti chiederò solo una volta un’informazione personale: sessualmente che facevi con tuo marito?” “Era molto sbrigativo con la gatta, ad entrare nel popò ci ha provato una volta, mi ha fatto un male tremendo, non ha combinato nulla e non ci ha più riprovato.” “Allora sarò il primo!” “Te le puoi dimenticare!” Alberto preferì non insistere, pensò che col tempo la baby avrebbe ceduto, intanto si diede ad un cunnilingus delicato, ci volle del tempo ma quando fece effetto portò la signora ad un orgasmo fortissimo e molto prolungato, forse in vita sua non l’aveva mai provato. Alberto insistette e questa vota l’effetto fu maggiore, Eleonora sussultava con tutto il corpo, Alberto pensò che si sentisse male e smise. Ele si addormentò, il sonno non del giusto ma della spossata, la conquista era fatta! Il giorno successivo era domenica, nessun impegno da parte dei due e così Alberto lasciò riposare la sua ‘fidanzata’ sino a mezzanotte quando si svegliò. Durante il sonno Ele parlava, si agitava talvolta tremava, quando aprì gli occhi, una volta compresa  la situazione,  abbracciò  Alberto: “Sei un mascalzone, mi hai distrutta, in vita mia…” Era piacevole quell’abbraccio, l’abbraccio di una donna favolosa e sicuramente innamorata,  Alberto capì di aver finalmente trovato la compagna della sua vita. Alle dieci un vassoio con una colazione completa, Eleonora aprì gli occhi, se li strofinò: “Mi farai ingrassare!” ma non diede seguito alla sua affermazione e fece piazza pulita di tutto. “Che ne dice di alzare il tuo delizioso popò e di andare a fare la doccia!” “Quello non lo nominare, non te lo do!” Alberto in farmacia aveva acquistato un tubetto di Proctolyn adatto allo scopo, ci sperava tanto…” La vita dei due era cambiata totalmente; dopo il lavoro grandi passeggiate, talvolta in pizzeria o al ristorante, qualche film, insomma due novelli sposi che ancora non avevano programmato il viaggio di nozze. A luglio, finite le scuole, chiuso lo studio i due si recarono con la fida 124 spyder nella costiera amalfitana: Amalfi, Positano, Ravello, posti da sogno, abbracciati per le vie dei borghi i due spesso si baciavano in pubblico, la gente  abituata a ben altro non ci faceva caso. Una notte Ele toccò il viso di Alberto, ovviamente svegliandolo e: “Cosa faresti senza di me?” “Riuscirei a dormire!” Era una battuta, Eleonora lo capì e per ricompensa gratificò il fidanzato di  un blowjob, era diventata molto brava in quel campo! Il 3 settembre, compleanno di Alberto: “Sono indecisa che regalo farti, tu che vorresti?” “Una cosa che non mi hai mai concesso.” La richiesta mise in crisi Ele che solo dietro assicurazione di Alberto di usare il Proctolyn si convinse. Era un mercoledì, giorno di Mercurio protettore di Alberto, il dio pagano dall’Olimpo si mise a fare il guardone. Alberto prima baciò il buchino per ringraziamento e poi, lubrificatolo sino in fondo pian piano riuscì nell’intento toccando con le dita anche il fiorellino procurandoall’interessata un doppio gusto assolutamente inaspettato. La giovin signora da quel momento non fece più resistenza anzi… Ciliegina sopra la torta? I due decisero di sposarsi  non a Roma ma a Grotte di Castro dove viveva la madre di lei la quale, benché sulla sedia a rotelle, fu contentissima che la cerimonia di svolgesse al suo paese anche se al Comune e non in chiesa. Purtroppo dopo la cerimonia un evento luttuoso, la madre di Eleonora, forse per le troppe emozioni fu colpita da un infarto, morì col sorriso sulle labbra, aveva coronato il sogno della sua vita  vedere sistemata sua figlia!