L'altra donna

“Sperando di averLa ancora nostro gradito ospite, Le inviamo i nostri più calorosi …” Black‐out.
La brochure rovinò a terra insieme alle chiavi di casa e agli occhiali da sole che reggevo insieme. Perla abbaiava supplicandomi di uscire per la consueta passeggiata, ma ormai i miei pensieri si erano sospinti al largo, lasciandomi in balia di una burrasca implacabile. Anche la vista si era offuscata. Ero ancora incredula: come poteva esserci in mezzo alla posta, la brochure di un hotel del Lido di Camaiore che ringraziava Luca per un soggiorno? Ma quando? E soprattutto con chi?
“Non siamo mai stati in Versilia, imbecille, ridicola che sono” –ripetevo all’infinito tra me e me, mentre un angolo della mia mente ancora si ribellava all’idea del tradimento.
Per pochi infiniti istanti i ricordi di una vita insieme attraversarono il mio corpo da parte a parte come una violenta tempesta di grandine e mi rivedevo ancora lì in Piazza Ariostea in quel gelido pomeriggio di gennaio, con quelle calze di pizzo e i tacchi a spillo, avvolta come una mummia dentro quella finta pelliccia bianca ad aspettare lui…
Lui poi era arrivato, timido e impacciato, così imbranato da farmi subito notare l’assurdo accostamento tra i miei capi di abbigliamento in un pomeriggio dalle temperature polari.
Eccomi ora lì tra le sue braccia lungo l’argine del Po a fare le riprese delle nozze, con lo strascico dell’abito che si ergeva sotto le nostre esili figure come una spumosa nuvola bianca. Eravamo ebbri d’amore e di illusioni.
E ora eccoci al Lido di Jesolo e in tanti altri suggestivi scorci marini della Riviera Adriatica, con le nostre immancabili Adidas e con 5 o 6 rullini di scorta per la Nikon.
“Ma al Lido di Camaiore MAI, MAI E POI MAI, lurido schifoso, che non sei altro” –ripetevo dentro me, come un cd che salta.
Perla continuava ad abbaiare. Decisi allora di uscire immediatamente, per sbollire l’ira che si era impossessata di me.
“E se la brochure fosse un errore? O un semplice invito? Ma allora perché ringraziare per il soggiorno? Esitai a lungo prima di valutare il da farsi: far finta di niente e cestinare il messaggio pubblicitario? Oppure sbatterglielo sotto il muso con disgusto? Oppure?
Quella sera lasciai sgattaiolare sotto il letto la brochure, che fino all’ultimo avevo trattenuto in mezzo al libro che stavo leggendo, ancora combattuta sulla strategia da adottare.
Non chiusi occhio e mi girai e rigirai nel letto per tutta la notte, come se ci fosse stata una vedova nera a insidiare il mio sonno.
“La notte porta consiglio” – mi convinsi.
L’indomani mi resi conto solo dopo aver fatto filtrare la luce dalla finestra che quel maledetto ringraziamento era sparito…