L'Età Invisibile.

Spalle curve, andatura altalenante, sguardo perso nel vuoto, pelle rinsecchita, età invisibile, latente, inavvertibile, sfuggente, penosa, nel cuore tanta tristezza, questa è ahimè la vecchiaia.
Ti passano vicino giovani sorridenti, dall’andatura elastica abbracciati fra di loro maschietti e femminucce (magari anche maschietti con maschietti e viceversa ma che importa), ti lacrimano gli occhi ricordando la tua gioventù molto meno fortunata di quella di oggi.
Stì giovani hanno tutto e di più non come noi che indossavamo vestiti dei fratelli maggiori e scarpe risuolate con toppe, un vestito per l’inverno ed uno per l’estate anche se crescendo ti andavano  stretti.
Alberto M. (per gli amici Al) erede di una schiatta di nobili decaduti, nato a Grotte di Castro in provincia di Viterbo ma sin da giovane residente a Roma, era il tipico esempio di quanto sopra descritto.
Ora il caro Alberto abita a Messina colà condotto dalla sorte o meglio dal lavoro quale vincitore di un concorso alle Agenzie delle Entrate.
Risiede in via La Farina, strada intestata ad un messinese famoso a lui ignoto.  Alberto è proprietario di una abitazione al quinto e penultimo piano della scala a), un casermone di quattro scale e ottanta alloggi. Casa signorile ben arredata, bel panorama dal porto di Messina sino alla Calabria, suggestivo specialmente di notte, ma appartamento  tristemente vuoto dopo la dipartita traumatica della bella e giovane moglie, Annamaria, il solito male incurabile.
Alberto, dopo i primi attimi di smarrimento, si era organizzato: pulizia casa: un filippino, Edy, bucato e cucina: Pina,la moglie di portiere Salvatore. La pecunia, fortunatamente, non era un problema, oltre ad una buona pensione c’era il lascito di 300.000 euro alla morte della zia Lidia.
Nulla poteva alleviare il dolore dal profondo dell’anima “né più nel cor parlerà lo spirto del dolcissimo amore, unico spirto a’ vita raminga.” Il buon Alfieri aveva ben espresso il dolore di Alberto che ‘adirato a’ patri numi’ dapprima si era rinchiuso in casa e poi, al contrario, aveva preso a girare per Messina a piedi e poi con la fida Jaguar, specialmente di notte.
Il problema erano proprio le ore notturne passate in compagnia del televisore o della lettura di un romanzo sino alle prime ore del mattino quando il buon Edy si presentava a casa sua con lo sguardo rimproveratore di buon amico che si faceva carico delle pene del suo padrone.
Non era certo la religione a poterlo consolare né a fargli sbollire la rabbia “a’ patri numi”. Da sempre miscredente benché ‘allevato’ dai preti ‘della Misericordia’  aveva contestato in toto le dottrine cattoliche tanto di essere cacciato con ignominia dal collegio.
Aveva notato che in tarda serata alcune giovin donzelle, non eccessivamente coperte, passeggiavano sotto casa sua sino alla stazione, talvolta avvicinate da signori con macchine lussuose che, dopo un breve colloquio, se le caricavano con destinazione ignota.
Ovviamente si trattava prostitute provenienti la maggior parte dai paesi dell’est europeo in cerca di fortuna vendendo il proprio corpo, frase che Alberto contestava, al massimo lo prestavano…
Prese a frequentarle: ormai le conosceva quasi tutte: Annabel, Cipriana, Daphne, Ileana, Magda, Viviana, Zinia.  Non voleva invitarle a casa sua, perché, a ottantanni suonati, ormai ‘ciccio’ aveva perduto ‘lo slancio’ anzi dormiva profondamente.
Su internet aveva scovato un medicinale di ultima generazione  che poteva fare al caso suo, nome commerciale ‘Spedra’ , si trattava di scegliere una baby peripatetica sotto la sua abitazione, scartò Annabel il cui nome gli ricordava troppo la consorte, Viviana poteva andar bene. Bruna, lunghi capelli corvini, sorriso accattivante, occhi verdi, bellissimi, seno prorompente altezza 1,75, insomma ne valeva la pena.
L’interessata ben volentieri aderì all’invito di Alberto, l’aveva preso a conoscere conversando talvolta con lui sotto casa e pensava di potersi fidare.
Appena messo piede nell’abitazione  ritenne opportuno far presente la tariffa elencando le varie prestazioni.
“Voglio solo sapere quanto guadagni in una serata.”
“Forse 300 euro.”
“Te ne do 500 per tutta la notte.”
Bidet per entrambi. Bartolo accese solo l’abat jour, non gli piaceva farsi vedere nudo, il suo corpo non era più quello della gioventù e se ne vergognava un po’.
Era la prima volta che una donna posava la sue membra sul letto che era stato di Annamaria; lo ‘Spedra’, assunto mezz’ora prima, alle sollecitazioni di Viviana, miracolosamente prese a far risorgere ‘Ciccio’ che, indossato un previdenziale cappuccio, fu preso in bocca dalla damigella che poi si mise cavalcioni a mo’ di amazzone e, col sorriso sulle labbra, seguitò a dimenarsi voluttuosamente sin quando capì che il ‘ciccio’ di Bartolo aveva svolto il suo compito.
Viviana scese dal letto e cominciò a vestirsi.
“Cara di prego di passare la notte abbracciato con me.”
Quell’amplesso fu una panacea alla tristezza del padrone di casa il quale, al mattino, si trovò ancora stretto alla baby molto disteso spiritualmente. Diede a Viviana 1.000 euro la quale apprezzò moltissimo e chiese se poteva effettuare un’altra prestazione; al diniego del padrone di casa con un sorriso ed un lieve bacio sulle labbra dell’amante uscì di casa.
Qualcosa era cambiato nel cervello di Alberto: la notte prese a frequentare Taormina, posteggiata la Jaguar passeggiava lungo il corso molto frequentato specialmente da stranieri, seduto al bar della piazzetta sorbiva una bibita dinanzi al panorama stupendo del golfo.
La vita lo aveva ripreso anche se qualcosa ancora mancava.
Una sera vicina di tavolo, all’aperto, nella solita piazzetta una bellezza di schianto : cascata di capelli biondi, occhi di un profondo azzurro, corpo da modella, minigonna,  camicetta ampiamente aperta lasciava intravedere un seno prorompente, un minuscolo cagnolino spuntato dalla sua capiente borsa: uno spettacolo. La baby aveva poggiato sul tavolo due pubblicazioni nella lingua di Albione: la Sicilia e Taormina, evidentemente un’appassionata di arte.
Quale approccio? Alberto penso bene con’inglese che aveva studiato al classico ma non  era in grado di parlarlo correttamente. Ripiegò sulla scrittura:
“Cameriere per favore mi porti un blocco notes ed una penna.”
Scrisse: “Madam i would like toh ave the pleasure of making them known Taormina.”
“Signorina vorrei avere il piacere di farle conoscere Taormina.”
Si congratulò con se stesso, il suo inglese non si era arrugginito.
Poggiato,lo scritto sul tavolino della baby, vide l’interessata darvi uno sguardo e poi restituirlo dopo aver trascritto sullo stesso:
“€. 500 for a blowjob, 1.000 for a shag, 5.000  for anal  intercorse and 10.000 for the night.”
Bartolo non credeva ai suoi occhi, la traduzione, ad un dipresso, era la seguente:
“€. 500 per un pompino, 1.000 per una scopata, 5.000 per un rapporto anale e 10.000 per la notte intera.”
Bartolo si girò a guardare stupito la dama mignotta la quale seguitava a giocare col cagnolino facendo finta di nulla.
Non era un problema di soldi che a lui non mancavano, restava il fatto che lui sperava in un’avventura quando invece…
Alberto scrisse ‘ok’ sul taccuino che, strappato lo scritto, fu restituito al cameriere.
Madam si alzò con aria annoiata, guardò in faccia Alberto e gli fece cenno di seguirla; era alloggiata al S.Domenico, uno degli alberghi più lussuoso di Taormina ecco svelato il perché dei prezzi praticati per le sue prestazioni erotiche.
Giunti incamera la signorina disse di chiamarsi Ingrid, era svedese. Bartolo mise sul tavolo 10.000 €. che sparirono ben presto nella capiente borsa delle dama. (la cagnolina si era rifugiata sotto il letto, sicuramente era stata ammaestrata dalla padrona durante il suo ‘lavoro’.)
Ambedue sotto la doccia,beh in fondo ne valeva la pena, Ingrid prese a massaggiare il corpo di Bartolo con una spugna profumata e poi a baciarlo voluttuosamente in bocca, cosa strana per una del mestiere.
Ingrid si guadagnò il suo compenso, si lavorò Alberto in tutti i modi, Alberto che si addormentò svegliandosi solo verso le sette del mattino al bussare della porta della sua camera. Era il cameriere che chiedeva se dovesse servire la colazione. Alberto approvò, mancia al cameriere e rientro a Messina con la fida Jaguar recuperata dal posteggio.
Una strana forma di rilassamento invase Alberto, sensazione che non provava da molto tempo:  allora qual era la sua futura scelta di vita? Andando a mignotte, cosa piuttosto costosa oppure avere un legame affettivo fisso, optò per quest’ultima soluzione e allora con chi fidanzarsi?
Nel frattempo divenne l’unico ‘frequentatore’ di Viviana, ucraina,  che, lasciata la strada, ben presto divenne la padrona di casa  dimostrando nascoste doti di casalinga e di affettuosità nei confronti del suo ‘vecchietto’ , come apostrofava affettuosamente Alberto che non ebbe più bisogno dei servigi di Edy il filippino e di Pina, la moglie del portiere.
Conclusione come nelle favole, la bella Viviana divenne la signora M!