L'Inquilino Del Piano Di Sotto .

 “Questa è la triste istoria” così cominciava una canzone che i menestrelli di strada cantavano a Roma negli anni 50 accompagnandosi con una pianola e chiedendo qualche spicciolo ai signori affacciati alle finestre di via Taranto dove abitavo io, Alberto M.; allora non c’era ancora la televisione e ci si accontentava di poco.
Quel triste ritornello era ritornato alle orecchie di Alberto ai funerali di sua moglie Maria Quattrone, lui era al primo banco della chiesta di Grotte a Messina, frastornato dalla  forte musica di un organo.Tutto gli sembrava paradossale: il posto che non frequentava (era ateo), la compagnia di gente che in maggior parte non conosceva e veniva ad abbracciarlo e baciarlo, l’invito a recarsi in sacrestia per sottoscrivere un ‘fiore che non marcisce’ (tanto per cambiare soldi per la chiesa), la bara dove probabilmente , anzi sicuramente,  giaceva la sua Memi (vezzeggiativo che gli aveva dato lui), fine della funzione, sciamare della gente fuori dalla chiesa, invito a sedersi su una macchina che seguiva quella del feretro, arrivo nella cappella di famiglia, operazioni di muratura dentro il loculo, rientro a casa in via Consolare Pompea 488 tutto come circondato da una nuvola di irrealtà.
“Se hai bisogno di qualsiai cosa, siamo a disposizione.”“Puoi venire a casa nostra, ti prepariamo qualcosa.”“Ti facciamo compagnia per non farti restare solo a casa tua.”
“Ecco: voglio restare solo e che nessuno mi rompa più i coglioni” pensiero non espresso ma messo in atto, finalmente!
Il divano, panorama della Calabria a fargli compagnia in perfetta solitudine e silenzio, un silenzio lenitivo di tanto dolore.Il funerale era stato il riepilogo finale di una bella storia:colonia marina della Guardia di Finanza di Mortelle;Alberto M. maresciallo trentenne del Corpo, Maria  figlia diciottenne dell’appuntato Quattrone;conoscenza dei due;innamoramento intenso, tenace, smisurato soprattutto da parte della baby;contrarietà da parte dei genitori di lei (dodici anni di differenza, sei troppo giovane) cedimento infine e matrimonio con rinfresco a Villa S.Andrea, albergo sul mare di Taormina.
Cosa aveva attratto il bell’Alberto, ‘conoscitore’ di donne, dall’innamorarsi della deliziosa Maria?  Dare una spiegazione di cosa ci attrae di un’altra persona non è cosa facile, ci hanno provato in tanti: poeti, psicologi, scrittori, filosofi. Memi  non era una bellezza nel senso classico: alta 1,65, poco seno, gambe muscolose, corpo da ballerina classica; peculiarità: un sorriso accattivante ed un carattere disponibile che riusciva a compensare quello talvolta ombroso del bell’Alberto: 1,80, viso da guerriero atzeco (come mai sarà un viso atzeco io non lo so …), fisico da atleta e soprattutto collazionatore di femminucce disponibili (scartate quelle troppe serie che non davano risultati), mai un rapporto duraturo, si era meravigliato lui stesso della decisione del passo fatale.
Rientro dal viaggio di nozze nelle isole Eolie che conosceva bene per aver comandato i vari reparti di Salina, Panarea e Stromboli.Un'abitazione di centoventi metri quadrati in via Consolare Pompea proprietà della consorte che l’aveva avuta in dono da sua nonna unitamente ad una casa sul mare a Torre Faro.
Prima del matrimonio il maresciallo M. dimorava in caserma, vitto e alloggio. L’unica sua proprietà una Jaguar X type che aveva acquistato con un lascito di uno zio australiano, si australiano,  non sempre gli zii sono americani, questo era australiano parente di un nonno emigrato in cerca di fortuna nel nuovo continente. Ovviamente aveva dovuto dimostrare la provenienza di quel denaro per non essere incolpato di diciamo ‘scorrettezza’ in servizio.Altra peculiarità di Memi era il suo comportamento ‘a letto’. Giunta vergine al matrimonio, presto era diventata brava a seguire le indicazioni sessuali del marito ed anche a sopravansarlo, insomma era una scopatrice nata! La ferale notizia di un tumore all’utero era giunta dopo sei mesi dal matrimonio.
“Non ti preoccupare, sei giovane, con le cure ce la farai!” Non ce l’aveva fatta e dopo due mesi era nel mondo dei più, questa la triste realtà che aveva prostrato Alberto sino alla depressione.Classica di questa malattia era la mancanza di interesse per le cose della vita, nemmeno la fotografia (era capo laboratorio in caserma) riusciva ad attrarlo.Il Colonnello Comandante: “M.si prenda una vacanza, magari in montagna, il freddo potrà funzionare contro la depressione, e soprattutto si cerci una buona compagnia!” Destinazione prescelta Madonna di Campiglio. L’hotel Splendid era situato vicino alle piste e ad un laghetto, il centro benessere era ben attrezzato, buono il ristorante e la camera riscaldata giorno e notte, tutto perfetto. Aveva preso in affitto l’attrezzatura, la mattina con l’ovovia si recava in alto a duemila cinquecento metri, il pomeriggio riposo sino all’ora del the, cena, passeggiata digestiva, rientro e rifugio in camera, non aveva voglia di fare amicizia con nessuno ma…“Signore posso sedermi al suo tavolo, sul mio arriva un raggio di sole che mi dà fastidio.” In altri tempi si sarebbe alzato, finto baciamani all’interessata bionda, occhi verdi, corporatura da modella in somma un pezzo di f… ma ora:“Si accomodi.” Niente più e soprattutto niente conversazione. La cotale, forse abituata ad altro comportamento da parte dei maschietti:“Signore se le do fastidio posso anche andarmene”, il tono era piuttosto risentito.
“Le chiedo scusa ma non mi sento molto bene ed ho problemi personali, mi scusi di nuovo.”La signora si dimostrò ottimista: “I problemi si risolvono, cameriere ci porti dello spumante. Io sono nazionalista, niente champagne.”“Che ne dice di una passeggiata al fresco della notte, rinvigorisce e rende più ottimisti.”
“Non è facile, mia moglie è venuta a mancare quindici giorni fa.” Come cavolo gli era venuto in testa di usare il termine venuta a mancare al posto di’è morta’, bah.“Inutile dire che mi dispiace, se non le fastidio se la prendo sotto braccio” e alla parole aveva fatto seguito l’azione, Insomma un assalto vero e proprio, più di così, in altri tempi… già in altri tempi…“Io sto allo Splendid, lei…”Con un file di voce Alberto: “Anch’io”“La  mia stanza è la 114, la sua?“115”“Ma guarda che combinazione, facciamo così, andiamo nella mia, c’è un bel panorama.”
“Uffa che caldo, tengono i termosifoni troppo alti, mi devo spogliare, ma anche lei non faccia complimenti.”
Alberto senza accorgersene si trovò in slip, la signora ancora meno, aveva in dosso solo una vestaglia molto trasparente e molto invitante.
“Che sbadata non le ho chiesto il suo nome, io sono Marianne, parigina,e lei?” “Alberto romano.”“Nome da guerriero anche se adesso è un guerriero un po’ abbattuto, posso aiutarla?” e mise in atto l’aiuto sfilando gli slip ad Alberto.“Ah ah siamo un po’ moscietti, vediamo se…” nel frattempo aveva preso un bocca l’augello di Alberto decisamente poco collaborativo.
Dopo circa dieci minuti:Madame:“Mi arrendo, non è il caso di seguitare.”Come un automa il bel maresciallo si vestì a metà e prese la via dell’uscita, una figura di c…o, non gli era mai accaduto.I giorni seguenti Alberto cercò di evitare la compagnia di Marianna che si era presto consolata con un bel maschione.
Al rientro a Messina ed in caserma Alberto cercò un collega e amico del cuore, Franco.“Vieni qua un abbraccio, raccontami quello che ti è successo a Madonna di Campiglio.”
“Sono andato in bianco.”“Nel senso che…”“Che una bella parigina ma l’ha sbattuta in faccia e ‘L’INQUILINO DEL PIANO DI SOTTO’ non si alzato si un millimetro."
“L’inquilino…” “Ciccio.”“Ho capito nella vita può capitare…”“A me mai, è stata la prima volta.”“Non ne fare una tragedia, è comprensibile quello che ti è successo, ti invito a pranzo, telefono ad Arianna.” “Sto venendo con Alberto, preparaci cose buone.”
Dopo cena:“Alberto inutile dire che siano come fratelli e quindi mi permetto di farmi i fatti tuoi: penso che tu possa uscire dalla tua situazione con l’aiuto di uno psichiatra, insomma con uno strizza cervelli come si dice in gergo, poi fai tu.”
Il maresciallo R. nel caseggiato, dopo la morte della moglie, si era presa la briga di fare l’amministratore, otto famiglie:primo piano a sinistra : Giovanni P. impiegato comunale, moglie Giuditta S. sfornatrice di pargoli a getto continuo;primo piano a destra: Ann F., svizzera, impiegata presso una ditta import – export, bionda, capelli corti, 1,78, in fatto di sesso: gusti particolari; secondo piano a sinistra: Franco G. e Catena B. pensionati, sempre  disponibili;secondo piano a destra: Susanna M. pediatra e Giovanni S. psicoterapeuta;terzo piano a sinistra: Franca Li. e Giovanni G.:casalinga lei, imbarcato su navi mercantili lui;terzo piano a destra: Emma P. e Ermanno O.: impiegata in una ditta privata lei, colonnello dell’Esercito lui;quarto piano a sinistra: Antonella e Speranza C.: vedova la prima, zitella la seconda, ricche , proprietarie di appartamenti compreso quello dove abitavano, non particolarmente avvenenti;quarto piano a destra: Gaetano F. e Domenica M., proprietario terriero lui, handicappata lei (ictus cerebrale). Piano attico: Alberto R..
Alberto focalizzò la sua attenzione sulla professione del signore del secondo piano: psicoterapeuta, gli venne in mente quanto suggeritogli dall’amico Franco, forse quella era la soluzione, il colloquio con una strizzacervelli.
Un sabato mattina, fattosi coraggio, Alberto suonò alla porta del dr.S. Venne ad aprire la moglie in accappatoio.
“Signor amministratore, si accomodi, scusi  il mio abbigliamento, sto uscendo dalla doccia.”
“Ho sbagliato momento, vengo un’altra volta.”
“Giammai, è un piacere vederla, sono una fanatica delle Fiamme Gialle che fanno pagare le imposte a tanti evasori, io, essendo lavoratrice dipendente, non posso evadere, va bene non parliamo di tasse, Giovanni c’è l’amministratore.”
“Dottore ho già chiesto scusa a sua moglie, sono inopportuno.” “No assolutamente, sono a sua disposizione.” “Si tratta di cosa delicata come direbbe un testimone al commissario Montalbano, la mia situazione personale, lei sa che recentemente è morta mia moglie…ho molti problemi psicologici, in particolare uno…” nel frattempo era giunta la signora Susanna.
“Signor R., la presenza di mia moglie non le deve dare problemi, siano ambedue anticonformisti e una coppia aperta come si dice in gergo, parli pure.”
“Dottore dopo la morte di Maria ho provato una volta ad avere un contatto sessuale con una signora, niente da fare, sono bloccato ed anche depresso…”
“I blocchi psicologici sono i più difficili da rimuovere, potremmo fare varie sedute e le potrei prescrivere medicinali tipo Valdoxan come ho provato con altri pazienti ma con scarsi risultati, se lei è anticonformista  e  disponibile potremmo provare una terapia portata avanti da uno psicoterapeuta svedese, tale Gustav Holmberg, terapia decisamente anticonvenzionale che il cotale ha affermato di aver provato insieme alla sua infermiera con risultati soddisfacenti ma, come le dicevo, è molto anticonformista.”
“Dottore dirle che prima del…insomma in passato ero decisamente molto prestante in campo sessuale, immagini la mia attuale situazione, dormo male, ho spesso dolori addominali, mi richiudo in me stesso, qualsiasi tepapia pur di…” “Bene si tratta di avere rapporti sessuali fra lei e due persone di sesso diverso, in parole povere lei con una donna e con un uomo.”
“Lei ha un’infermiera?”
“Si ma ha quasi sessantanni!”
“E allora?”
“Susanna penso si presterebbe volentieri, in passato mi ha detto che non le sarebbe dispiaciuto conoscerla meglio ma il problema è il rapporto omo, non è facile da digerire, io sono bisex ma lei?”
“Dottore ci penserò, quando sarò convinto busserò alla sua porta, grazie di tutto e…a presto.!”
“Punto della situazione, Giovanni è bisex e quindi per lui un rapporto omo non gli pone problemi, Susanna…Susanna mi si ‘facerebbe’ volentieri ma io che dovrei fare con Giovanni, prenderglielo in mano, in bocca, farmi inchiappettare o infilargliela a lui, sempre che ci riesca… che casino!”
Al telefono: “Dottore sono Alberto, cominciamo a darci del tu e poi vorrei che scrivesti su un foglio di carta come dovrebbe avvenire l’incontro così mi preparo psicologicamente, metti, per favore, il biglietto nella cassetta della posta, grazie.”
Con trepidazione apertura del biglietto:‘Io e Susanna nudi sul letto, lei a sinistra, io al centro tu ovviamente a destra cominci a prendermelo in mano, anche i testicoli, baciarli entrambi, mettertelo in bocca e , quando è duro, girati, metterò della vasellina per infilartelo nell’ano, a quel punto anche a te dovrebbe diventare duro e potrai infilarlo a Susanna"
Alberto rilesse il biglietto varie volte sino ad impararlo a memoria ma…metterlo in atto soprattutto sentirsi un coso duro di dietro, mah, come si dice, chi vivrà vedrà!
Al telefono:“Domani è sabato, se non avete impegni dopo mangiato verrò a farvi visita…” “D’accordo, alle quindici a casa mia, ciaooooo.”
Che voleva dire quel ciao allungato, Alberto non ti porre tanti problemi, il dado è tratto!
La camera da letto aveva le serrande abbassate, la luce proveniva da due abat jour con sopra del velo trasparente rosa, sottofondo musica da piano bar, tutto a puntino. Alberto si fece coraggio, prese in mano il coso di Giovanni che, pian piano, aumentava di volume, cominciò con una sega poi, ricordando quanto scritto nel foglietto, con la fellatio, che strana sensazione, cominciò a leccargli i testicoli poi di nuovo lo prese in bocca,  il pene di Giovanni sempre più duro e grosso mentre Il suo ciccio ancora non dava segni di vita, pensò che la teoria dello svedese fosse inefficace o che Giovanni avesse fatto il furbo per avere un rapporto con lui. 
Si trovò girato di spalle, con del morbido nel buco del suo sedere, la vasellina, e poi pian piano qualcosa penetrò nel suo deretano, quel qualcosa  prese a muoversi avanti ed indietro, insomma Giovanni se lo stava bellamente inculando sin quando, meraviglia, il suo ciccio prese a  diventare duro, sempre più duro,  passò allora al piano b) e fu accolto da una calda ed accogliente gatta la cui proprietaria mostrava di gradire molto quell’intrusione.
'Risiedette’ dentro  piuttosto a lungo, la signora stava dando con gioia ospitalità ad un ‘ciccio’ decisamente più duro, mostrando sempre più segni di un godimento prolungato. Alla fine Alberto se ne fregò altamente e inondò la ’chatte’ della dama di un caldo e inarrestabile fiume di sperma.
Rientro a casa, tutto gli sembrava più allegro, il panorama, i mobili, i quadri, i lampadari, prese a ballare, finito l’incubo, si poteva dare alla pazza gioia, almeno lo sperava dopo quella prestazione.
In caserma i colleghi si accorsero del suo mutamento, qualche battuta, una pacca sulle spalle, erano tutti amici.
Franco: “Ho capito tutto, auguri.”Alberto si prese una settimana di ferie, fece qualche telefonata a Susanna ringraziandola di cuore, in fondo anche lei ci aveva guadagnato da quello che ricordava.Si mise al lavoro per il condominio: per primo si recò a casa di Giuditta S. in P., forse non era il giorno migliore, la trovò in lacrime.“Signora verrò un’altra volta, vedo che non è il momento giusto.”
“A casa mia non è mai il momento giusto, lo sa che ho due coppie di gemelli ebbene. sono di nuovo incinta, maledizione a mio marito, alla sua famiglia, a tutti i parenti, sono cattolici del cazzo, non devo usare il preservativo perchè  è peccato ed io di nuovo…li ammazzerei tutti con la loro religione.Siccome con lo stipendio di mio marito non  si va avanti, loro ci ‘foraggiano’ così dicono in gergo ma pretendono che seguiamo i dettagli della chiesa ed ora potrei sfornare altri due gemelli, una squadra di calcio!”
“Signora per i soldi non si preoccupi, le lascio la ricevuta, ripasserò.”
“Stavolta mi voglio togliere una soddisfazione alla faccia loro, la prego venga in camera da letto, una volta ero una bella signora, ora…”“Ma anche adesso …”“Fra dieci minuti vedrà un’altra donna, una donna piacevole, mi aspetti vado in bagno.”
Alberto pensò a quando, figlio della lupa, doveva fare una buona azione quotidiana, qui si trattava di far felice una povera … che invece apparve in altra veste: non era più la stessa, capelli tirati su, occhi e bocca truccati, vestaglia trasparente che lasciava intravedere seni e pube niente affatto male.
“Non me ne voglia se approfitto di lei, è una reazione a tanto squallore della mia vita.”
Alberto non si pentì di quell’avventura, anche a letto la signora dimostrò di saperci fare sessualmente, cacchio doveva essere a stecchetto da tanto tempo, una goderecciata dopo l’altra, alla fine:“Non mi dimenticherò mai di lei, oltre ad essere un gentiluomo è…insomma ci sa fare pure a letto, come si chiama, a un mio figlio metterò il suo nome.
”“Alberto.”
“E Alberto sia.”
In caserma Franco fu informato sin nei dettagli dell’avventura dall’amico, non finiva mai di ridire: “Stavolta da bere lo paghi tu, ragazzi tutti al bar.”
Il successivo condomino o meglio la successiva fu Ann Fi.:”Gentile signora sono Alberto R. il nuovo amministrazione del condominio, son qua per ritirare…”
“Ma quale ritirare, tu mi ti vorresti fare, guardami in faccia!”
Alberto fu spiazzato  da quell’irruente bionda svizzerotta, chi l’avrebbe detto.“Vuoi giocare duro, ci sto ma…”
“Niente ma, preciso che amo i fiorellini e non i cosoni e quindi con me vai in bianco ma, siccome mi sembri simpatico, avremo dei buoni rapporti, ti va?”
“Certo che mi va anche se…cambiando discorso, io ho prestato servizio a Piaggio Valmara sul lago Maggiore, alcune volte andavo a ballare a Locarno dove ho conosciuto una bella svizzerotta come te, anzi guardandoti bene gli assomigli, si chiamava o spero si chiami ancora Nelly D.…”
Alberto non aveva finito la frase che un’immensa risata risuonò in tutto l’isolato, Ann non la finiva mai di ridere, Alberto era perplesso.Quando la dama riuscì a controllarsi:
“Era mia madre!”e giù altre risate.
Quando la calma regnò di nuovo nella stanza:
“Dovevo fare 1,500 chilometri per conoscere lo scopatore di mia madre, da piccola me ne aveva accennato, il suo primo amore ma guarda…”Alberto senza motivo apparente abbracciò Ann che lasciò fare, in fondo potevano considerarsi parenti…
“Sediamoci sul divano, raccontami tutto, mia madre era troppo timida e riservata per entrare nei particolari della prima volta.”
“Tua madre era vergine ma a ventidue anni voleva provare finalmente le gioie del sesso ma ne era impaurita: ‘Sii delicato, non è che mi fai male, mettiamo sotto un asciugamano non vorrei sporcare il letto di mamma (i genitori erano assenti per due giorni), non è che resto incinta…’”
“Nelly me lo stai facendo ammosciare, ho i preservativi, prima di bacio il fiore e poi… Tutto andò bene ma poi io fui trasferito a Domodossola, dapprima ci tenevamo in contatto epistolare  poi, dopo circa un anno, Nelly mi comunicò di essersi fidanzata, fine della storia mammesca.”
“Io sono sempre sincera, più ti guardo e più mi piaci sempre relativamente per i motivi che tu sai e poi sono fidanzata con Rebecca, non voglio farle le corna.”
“Proposta indecente da parte mia, passiamo un fine settimana a Torre Faro, ho una casetta in riva al mare o meglio proprio sulla spiaggia, un luogo romantico, sono un discreto cuoco, sarai tu a dirmi se ti avrò conquistata sia come persona che con l’arte culinaria.”
“Ci tenti in tutti i modi ma mi incuriosisci, accetto, sarò io a decidere.”Alberto contattò Edoardo suo fornitore di carni particolari non  apprezzate dai Messinesi che si limitavano a pesce stocco, baccalà ed involtini, uno squallore culinario...
“Edoardo devo fare una bella figura con una gentile donzella, procurami un’anatra, due piccioni e una coscia di tacchino.”“Agli ordini maresciallo, mi precipito.”
I due giorni precedenti al fatidico venerdì Alberto sparì dalla caserma, "sono ammalato", ammalato si ma di una febbre particolare.Prima il disossamento della coscia di tacchino col conseguente ripieno di prosciutto crudo di Parma, salvia, rosmarino e successiva cucitura con l’ago e filo, due piccioni ripieni di carne di maiale e di aromi, papera (anatra) al sugo da usare sia come secondo che come condimento delle pappardelle, Alberto avrebbe superato anche un cuoco professionista.
Alle nove del venerdì Ann, con precisione svizzera era dinanzi alla porta di Alberto.“Sei mai stata su una Jaguar, questa ha i seguenti optional…bla bla, bla…”
“Ho capito, iniziata manovra avvicinamento, vai avanti …”
“Va bene ma non mi devi smontare, se fai così!”“Mi sa che piuttosto che smontarti vedo qualcosa aumentare di volume, uh uh uh!”
“Si parli ancora ti violento!”
“Mal te ne incoglierebbe, sono cintura nera di judo!”
“E che c…o pure una cintura nera mio doveva capitare, mi sa che alla fine sarai tu ad inchiappettarmi.”
“Immagine immaginifica, alla fine del week end mi sa che ti chiederò di sposarmi.”
“A me basterebbe entrare delicatamente in due buchini, scusa l’ardore.”
“Così vorresti anche…”
“Si anche ma siccome certamente andrò in bianco mi piace  sognare un po’.”Alberto ce la stava mettendo tutta, se non ci riusciva non era colpa sua.Cena romantica al chiar di luna sulla spiaggia condita con musiche di Diana Krall,di Joss Stone e di Nora Jones.“Scelte indovinate, sei un maledetto ma prima di cedere…”
“Si dorme in camere separate o mi sbaglio.” “Non ti sbagli, buon notte.”
Alle dieci un raggio di sole sul viso di Alberto ne decise l’allontanamento dal mondo di Morfeo, Ann se la sguazzava beatamente in acqua e lo salutò festosamente.
“Mi stai bagnando tutto, hai fatto colazione?”
"Si hai indovinato i miei gusti, bravo un punto in più a tuo favore. Andiamo a fare una passeggiata lungo la battigia, ti va?”
“Albertone fa rima con pigrone ma se vuoi…”“Voglio.”
“Mi manca solo un collare!”“Bau bau.”
Al rientro pentola sul fuoco e via alle libagioni.
“Il pomeriggio sono abituato ad un riposino con sfregata di mani.”
“Non conosco il significato di sfregata di mani ma pure io vado a riposarmi  in camera mia, e sottolineo in camera mia, compreso il messaggio?"
”La storia andò avanti sino al pomeriggio della domenica.
“Alberto ritorniamo a casa, busserò io alla tua porta quando…
Questo il risultato provvisorio del colloquio con i primi tre condomini, i quarti:
“Signori G. sono…”
“Si accomodi, l’abbiamo visti in divisa, io son un ex carabiniere, siamo cugini.”
“Che mi dice di questo condominio?”
“Vede da vecchi si diventa come invisibili, nessuno che ti guarda, che ti da confidenza, una tristezza, nostro figlio è lontano e non viene mai a trovarci. Con la mia pensione non abbiano una grande disponibilità finanziaria; dopo aver pagato bollette e speso soldi per il cibo ci resta poca disponibilità finanziaria, solo talvolta al cinema e una vecchia Cinquecento, la nostra vita è tutta qui, beato lei che è giovane!”
Terzo piano a sinistra:“Signora G. sono…”
“Entri, so chi è lei, la vedo sempre uscire in divisa sulla sua Jaguar, un’auto che ho sempre ammirato per il suo stile che anche a lei non manca.”
Che sia stato un approccio? Madame Franca, L. da nubile, era come si dice in gergo decisamente giunonica  e, per la legge del contrappasso, suo marito era piuttosto mingherlino, imbarcato otto mesi all’anno su navi mercantili con uno stipendio apprezzabile, unico lato negativo la lontananza che pesava molto sulla povera Franca che invece aveva bisogno di…
Una notte un temporale tipo fine del mondo, lampi, tuoni da far tremare il caseggiato, Alberto si rigirò nel letto, un cuscino sopra la testa ma il temporale non dava segni di voler finire poi un bussare forte alla sua porta.