L'inserzione

Coppia armonicamente originale vuol conoscere collaboratori familiari perfect style and language con alto senso dello humour, alta retribuzione. Casella postale n…ro ‐ Roma Centro. Specificare luogo, data e particolarità vestiario per riconoscimento.’ “Non ti pare di essere stato piuttosto vago, potrebbe presentarsi anche il gobbo di Notre Dame!” “Caro Eduardo, sono stato volutamente ambiguo, ci divertiremo un sacco a leggere le lettere, magari infarcite di sfondoni di persone che sono state attratte dalla alta retribuzione.” Samuele insieme al gemello Eduardo sin da giovane aveva il vizietto (non quello del film) di prendere per i fondelli il prossimo, dote ereditata da papà Nicolò. I fatti gli diedero ragione: alcune lettere erano scritte con un italiano approssimativo (forse stilate persone straniere o da analfabeti), alcune con bella grafia e stile aulico, in alcune buste erano allegate delle foto di giovani con il classico carapace sicuramente pensando che l’estensore dell’inserzione fosse omosessuale, una noia leggerle tutte. In ultimo quello che Samuele considerò un colpo di fortuna; ‘Sono una donna ancora giovane con voglia di lavorare e seria, sottolineo seria, sono vedova con figlia sedicenne, potremo incontrarci sabato ventitré alle diciotto fuori della Stazione Termini all’imbocco di via Cavour, avrò un sciarpa rossa al collo.” Eduardo: “ Avremo finalmente una casa pulita ed un mangiare decente, quelle che cerchi tu ne trovi quante ne vuoi all’Università!” I due gemelli provenivano da una cittadina umbra dove avevano conseguito la licenza di liceo scientifico, il padre Nicolò, vedovo, aveva conosciuto una commessa di negozio decisamente belloccia e l’aveva impalmata. Gli antenati dei suddetti durante la guerra avevano accumulato in maniera non proprio lecita (con la borsa nera) un notevole patrimonio, Eduardo e Samuele a Roma avevano affittato un attico in via Urbana, la stazione Termini era abbastanza vicina, sabato ventitré alle ore diciotto con una botta di fortuna Samuele riuscì a posteggiare la Jaguar X Type vicino al luogo segnalato da chi aveva stilato la missiva. Poco dopo giunse a piedi una donna piuttosto alta, bruna di capelli con al collo una sciarpa rossa, vicino a lei una ragazza, ambedue con una valigia in mano. Samuele si presentò, la signora ancora sospettosa volle vedere un documento di riconoscimento poi: “Sono Amalia, questa è mia figlia Rosa, veniamo da Colleferro, penso che a casa vostra ci sia una camera per noi due.” “Ne avrete anche tre a vostra disposizione, abitiamo in un attico.”Le due si posizionarono nel sedile posteriore, in pochi minuti giunsero in via Urbana, i due fratelli con sacrificio delle finanze paterne avevano affittato un posto macchina nel garage dell’isolato. Eduardo li aveva visti arrivare dal balcone, diede il benvenuto alle due e per rompere il ghiaccio: “Qui non avrete da annoiarvi, di ordine e pulizia io e mio fratello ne mangiamo poco…” Le due colleferrine si diedero subito da fare, la madre stilò su un foglio di carta la nota delle vivande da acquistare, il frigorifero piangeva per dirla alla giocatore di poker, la sera era pronta la cena e l’ordine regnava sovrano, Samuele si esibì con una battuta: “Siete favolose, quasi quasi ne sposo una di voi due ma non so chi scegliere!” Amalia seria: “Ci accontentiamo dello stipendio, a proposito a quanto ammonta?” “Glielo farò sapere dopo aver contattato il nostro consulente del lavoro..” La mattina i due discenti alla Università ‘La Sapienza’, dopo un inusitato per loro pranzo a casa loro (di solito si sfamavano con dei panini) classica pennichella alla romana e poi studio sino all’ora di cena, Rosa frequentava il vicino liceo scientifico Cavour. Il problema sorse imprevisto quando i due vollero invitare qualche amica ‘intima’ a casa loro, fecero presente la situazione ad Amalia. “Nessun problema, io e mia figlia la sera dopo cena andiamo a passeggio oppure, se siamo stanche a letto, amiamo la nostra privacy.” Amalia aveva dimostrato una certa cultura, chissà come si era ridotta a fare la cameriera…Una sera Zoe un amica di Eduardo che aveva dato un po’ troppo retta ai consigli del dio Diòniso, completamente nuda lasciò improvvisamente la camera che divideva con Eduardo e, cantando e ballando si girò tutta casa ovviamente svegliando Amalia e Rosa che già erano nel mondo dei sogni. La situazione fu rappresentata a pranzo da Amalia ai due giovani con preghiera di evitare in futuro tali spettacoli. Eduardo a Samuele da parte: “Ma noi siamo a casa nostra, non ci possiamo farci condizionare da un cameriera!” “Che vogliamo fare, le licenziamo ed andiamo alla ricerca di un’altra colf con il pericolo di incontrane una sballata…”La situazione si evolse in maniera imprevista ed improvvisa, Amalia dovette recarsi al paese dalla madre gravemente ammalata, Rosa oltre che frequentare le lezioni doveva darsi da fare sia per la pulizia dell’abitazione, cucinare e lavare i piatti, troppo per una sola persona. Samuele già dal primo incontro ne aveva apprezzato le doti fisiche, era una gran bella ragazza anche se un po’ troppo riservata. Un sera, vedendo che Rosa era al limite della stanchezza decisero di andare tutti a mangiare presso un vicino ristorante, Rosa era abbigliata in maniera elegante, faceva la sua bella figura. D’un tratto per strada si mise sottobraccio a Samuele che provò una scossa sessuale mai provata con altre ragazze, fu l’inizio di una liaison anche fisica che divenne serotina. “Eduardo, Rosa era vergine…” “Perché oggi ci sono in giro delle vergini?”Eduardo aveva sparato una battuta delle sue ma la situazione aveva messo in crisi i due fratelli, altro ben più grave problema sorse allorché non giunsero a Rosa le mestruazioni, situazione fu riportata alla madre nel frattempo rientrata a Roma. “Egregi fratelli, vi offendete se vi domando i nomi dei vostri genitori?” Samuele: “Vorremmo parlare della situazione con nostro padre, siamo sempre stati con lui in confidenza, capirà e se ci dovesse essere un matrimonio vorrebbe parteciparvi.” Matrimonio ci fu, Nicolò insieme alla giovane moglie Esmeralda fece da testimone dinanzi al Delegato Municipale, la sposa fece una figura splendida vestita di bianco, mamma Amalia sembrava la sorella della sposa, inondò il locale di lacrime di gioia, forse pensava al suo matrimonio finito male. I neo coniugi decisero di andare in viaggio di nozze a Colleferro dove furono ospiti di parenti che li circondarono di coccole e di premure. Eduardo ed Amalia rimasti soli si incontravano solo all’orario dei pasti, dopo cena dinanzi alla televisione e poi ognuno nella propria camera presi dal sonno solo che il sonno di Eduardo una sera era agitato, si rivoltava nel letto senza potersi addormentare, spinto da una improvviso irrefrenabile desiderio sessuale aprì la porta della camera da letto di Amalia che giaceva supina sul giaciglio nuda sia per il caldo, si era in agosto, che forse per sua abitudine. Eduardo non ci pensò due volte, ‘armato’ di tutto punto si posizionò sul corpo di Amalia che a gambe aperte mostrava il suo ‘gioiello’. Penetrazione lenta ma inesorabile, Amalia ancora addormentata non si era ben resa conto della situazione, quando finalmente capì era troppo tardi, Eduardo stava avendo un orgasmo dentro il suo fiorellino, il giovane non si fermò, da tempo a digiuno seguitò sempre più sino a quando anche Amalia provò anch’ella un orgasmo. Finita la ‘pugna’ Eduardo rimase ‘in loco’ a lungo ambedue spossati sin quando ‘ciccio’ si ritirò in buon ordine ed il suo’padrone sì decise di rientrare a fare il post ludio nel suo letto. Saltata la prima colazione i crampi della fame svegliarono il giovane che, indossati i pantaloni del pigiama si recò in cucina. Solo guardando l’orologio si rese conto che erano le tredici, sul tavolo un piatto di spaghetti olio e parmigiano, una bistecca ed una pesca, di Amalia nessuna traccia. Pian piano la realtà dei fatti riemerse nella mente del giovane, confusione totale, decisione di uscire di casa e girare per la Roma antica mamma di tutti i romani. Una strana impressione della gente che incontrava come se tutti parlassero una lingua sconosciuta. I mille pensieri nella mente di Eduardo si scontravano fra di loro. Sul cammino una farmacia di proprietà di Annamaria una amica di vecchia data. “Chi ti porta da queste parti in ogni caso è un piacere ricederti, ti serve qualcosa?” Eduardo riacquistò un certo raziocinio, collegò la farmacia con i rapporti sessuali con Amalia, non aveva preso alcuna precauzione, sperava che non gli fosse finita come suo fratello. “Cara vedi se hai un anticoncezionale, una scatola di condom e del lubrificante.” “Vedo che vai alla grande, per il contraccettivo debbo sapere l’età della signora.” “Sui quaranta.” “Le mature sono le più pericolose, niente una botta e via, ti si attaccano come mignatte, è un mio omaggio, aspetta ecco lo scontrino.” “Non ho pagato nulla a cosa serve lo scontrino?” “L’ho saputo a spese mie, anche per i prodotti gratis che escono dalla farmacia occorre stampare lo scontrino con la cifra zero, auguri.” Di quanto affermato da Annamaria Eduardo ne ebbe conferma poco più lontano quando fu fermato da una pattuglia di Finanzieri: “Sono il maresciallo ….questo è l’appuntato…. ci favorisca lo scontrino della merce che ha acquistato. Vedo che si tratta di farmaci e che l’interessata ha seguito la disposizione di emettere uno scontrino anche a costo zero, conosco la titolare, vada pure.” Nella mente di Eduardo si insinuò uno strano pensiero: ‘dove ti porta il cuore’ , era il titolo di un libro che trattava i soggetti down…strano collegamento, nei pressi c’era l’Università ‘La Sapienza’ il cui custode Omero era in buoni rapporti con Eduardo che suonò il campanello. “Ti sei dimenticato che oggi è domenica ad ogni modo entra.” “Un po’ di compagnia fa sempre piacere, sono solo con mio figlio Emilio, non so se lo sai, è down.” Ecco cosa era successo nel cervello di Eduardo, aveva collegato il titolo del libro ‘dove ti porta il cuore’ che tratta di quelle sfortunate persone. “A detta di uno specialista mio figlio, se normale, sarebbe stato di intelligenza superiore alla media, te lo faccio conoscere: “Emilio vieni qui.” “Eduardo tira fuori un biglietto di venti Euro ed uno da cinquanta, Emilio scegli quello che vale di più.” Il ragazzo strappò di mano di Eduardo quello da cinquanta. “Te l’avevo detto!” Eduardo accomiatandosi pensò: “Brutto figlio di puttana cò stò scherzetto mi hai fottuto cinquanta Euro!” Più tardi si accorse di aver riacquistato l’equilibrio mentale, prese un autobus urbano e rientrò a casa. Silenzio assoluto, aprì la porta della camera di Amalia, buio assoluto, aprì gli scuri, madama era a letto vestita. “Mi sembra di essere entrato in un cimitero, tante storie per un scopata, alza le chiappe e facciamo quello che vuoi tu, possiamo anche uscire.” Amalia era piagnucolosa: “Tu la fai facile, per i maschietti…io sono entrata in piena crisi!” “Fattela passare, vestiti elegante ed usciamo.” In strada Amalia sembrava essersi ripresa ma fino ad un certo punto: “Mi sembra che tutti mi guardino…” “E pensano: chi è quella mignotta a passeggio con un giovane che potrebbe essere suo figlio? Prova a sorridere, ti prometto…che stasera si replica alla grande, ho comprato un arsenale…” “Mi hai preso per una fortezza, te lo puoi dimenticare.” “Vuoi vedere che ti convinco, se mi dici di no comincio a baciarti qui in strada ed ad alzarti la gonna, che ne dici?” “Sei un bastardo, sono stata proprio sfortunata ancora una volta.” “Sediamoci su questa banchina e raccontami la tua triste historia dal principio alla fine senza tralasciare alcun particolare così potremo piangere insieme.” “Non ti racconto un bel niente.” “Ed allora suprema vendetta, per primo ti alzerò la gonna sino allo slip…” “Non fare lo scemo, si tratta del mio matrimonio, mio marito è andato a lavorare in Germania, all’inizio mi mandava dei soldi poi ha smesso, tramite una mia paesana ho saputo che si era messo con una giovane tedesca, fine della storia.” Eduardo baciò in bocca Amalia che corrispose, la gente passava vicino fregandosi altamente dei due ‘in love’. “Hai visto? Andiamo a casa, con le tue manine delicate prepara una cena coi fiocchi ma non ti stancare troppo, voglio una moglie pimpante.” Il tempo di un inizio di digestione e poi ambedue sul divano. “Ti faccio vedere quello che ho comprato in farmacia per te, che ne dici?” “Dico che vuoi fare il furbastro e poi con la vasellina che vuoi fare?” “Tu girati di spalle e chiudi gli occhi.” “Si e allarga il culo, te lo puoi…” “Mettere in mente sarò delicatissimo!” Amalia aveva compreso che avrebbe ceduto su tutta la linea e così ci fu un’entrata trionfale nel favoloso popò della signora che riuscì pure ad avere un orgasmo.“ “Andrò all’Inferno per colpa tua.” “E anche li seguiteremo a divertirci, se sei stanca dormi, starò vicino a te come un angelo protettore.” “Si un angelo zozzone, buona notte.” La gravidanza di Rosa andava avanti senza problemi, il piccolo già denominato Nicolò qualche volta faceva il monello dando dei calci alla pancia della mamma dall’interno dell’utero, rimproverato dolcemente dalla genitrice sembrava comprendesse le sue parole e smetteva subito. “Mamma di vedo ringiovanita!” “No è il nuovo taglio di capelli‐“ “Se la vogliamo mettere sul volgare ti dico è la cura del cazzo!” I due gemelli erano degli studiosi, papà Nicolò seguitava a foraggiarli ma fece presente che i fondi non erano infiniti, lui stesso aveva aperto al paese una rosticceria che fortunatamente andava bene, consigliò ai figli di trovarsi un lavoro anche par time. Fu obbedito, una Panda sostituì la Jaguar, i due gemelli i sabato pomeriggio lavoravano come camerieri in due diverse pizzerie, Amalia sempre più splendente alla cassa di una di queste, aveva un bel po’ di mosconi che le giravano attorno, Eduardo nello stesso locale aveva imparato a confezionare bene le pizze ma cominciò a diventare geloso: “Che vuole quello che compra tante pizze da sfamare un reggimento?” “Vorrebbe scoparmi, gli ho chiesto mille Euro, sono pochi?” “Almeno diecimila, fatti furba!” La fase di Eduardo era una battuta solo che il cotale era benestante con villa in periferia e Bentley come macchina, accettò la sfida. Messo al corrente della situazione dubbio amletico di Eduardo: accompagnare Amalia o proibirgli di andare da Alessio, tempi addietro aveva sempre deriso i gelosi irridendoli alla grande, ora…”Caro, Alessio mi ha chiesto quale auto io preferisco una Mini Cooper o vogliamo essere patriottici con una A.R. Stelvio? Te ne sarai accorto, è quel tale che spesso parla con me alla cassa, lui ha una Bentley ma è troppo vistosa.” Stavolta le parti si erano invertite, l’anticonformista era diventata Amalia che col suo comportamento aveva messo in crisi Eduardo il quale, pensandoci bene ritenne che un’altra auto in famiglia avrebbe fatto comodo soprattutto dopo il ritorno a Roma di Samuele e di Rosa col pupo. Eduardo stesso non si riconosceva più, riuscì orgogliosamente a conseguire la laurea in architettura ma lavorando nello studio di un vecchio architetto lo stipendio non era molto elevato ed il lavoro notevole. Una mattina di sabato suono del citofono, rispose Eduardo alla romana: “Dicaaa.” “Devo consegnare una Stelvio alla signora Amalia, per favore le dica di scendere per prenderla in consegna.” Amalia non se lo fece ripetere due volte, mezza vestita scese in strada, rimase impressionata da quella macchina rossa, ritirò le chiavi ed un bigliettino in cui oltre all’indirizzo del donatore c’erano scritte nel retro delle frasi galanti al suo indirizzo, comprese subito cosa le sarebbe costato. “Caro mi trucco e vado a ringraziare Alessio, nella macchina è istallato il navigatore satellitare quindi non avrò problemi a trovare il posto, se vuoi accompagnarmi ma datti una rassettata.” Eduardo dalla finestra diede uno sguardo all’auto, rimase senza fiato, un gioiello, pensò a degli aforismi, uno latino: ‘Ognuno è artefice della propria fortuna’ un altro in italiano. ‘Il denaro è più eccitante del sesso’, molto probabilmente era stato quest’ultimo che aveva invogliato Alessio a fare quel dono munifico, come dargli torto, potendo…Guidava Eduardo, dopo mezz’ora “Non vorrei che il satellitare ci porti fuori rotta, ho letto in un giornale di un signore finito dentro un burrone…” “Cara guarda l’insegna, siamo arrivati, Alessio ti aspetterà a braccia aperte, tu sistema le tue gioie!” Dall’interno della villa qualcuno doveva aver notato l’arrivo dell’auto sicuramente in precedenza segnalata, il cancello si aprì senza far rumore, quattro cani si avvicinarono scodinzolanti alla macchina. Eduardo ed Amalia per prudenza non scesero dall’auto sin quando giunse un signore dall’interno della villa che: “Potete accomodarvi, nessun problema con i cani.” Il cotale non fece una grinza alla vista di un’Amalia in minigonna, con tacchi dodici e camicetta che lasciava intravedere dei seni ancora in forma, i lunghi capelli castani a crocchia, una modella! Si presentò per primo Alessio, il solito finto baciamano e tutta l’attenzione rivolta ad Amalia che con i tacchi lo superava di qualche centimetro. Poco dopo si presentò una signora:”Sono Apollonia curiosa di conoscere la nuova conquista di mio marito.” Girando intorno al corpo di Amalia: “Non è male rispetto a qualche altra vista in passato e il signore?” “Sono Samuele consorte della conquista di suo marito, un complimento per i bei Welsh Corgi cani della Regina d’Inghilterra.” “Il signore è un raffinato, cosa le posso mostrare della nostra villa, quando l’abbiamo acquistata c’era già installata da classica fontana con pesciolini rossi ed una statua dell’enfant qui pisse di ispirazione belga, non abbiamo avuto il coraggio di farle sparire in compenso abbiamo un addetto che cura il prato all’inglese e le siepi che impediscono la vista della villa dall’esterno, in primavera gli uccellini fanno il nido sugli alberi qui intorno, un piacere essere svegliati la mattina dal loro canto.” La padrona di casa si era infervorata nel descrivere l’esterno della villa, lo fu di più nel descrivere l’interno: “All’acquisto della casa abbiamo trovato mobili antichi, più che antichi vecchi e pieni di tarli, in due mesi una squadra di operai specializzata ha creato questo splendore moderno dal sottotante garage ai vari piani dove abbiamo fatto istallare le ultime novità in fatto di arredi, la maggior parte italiani. Abbiamo riservato una piccola stanza per i Welsh Cogi, tutti maschi, in cima una bigattiera dove…” “Vengono allevati dei bachi da seta, io sono architetto e mi è capitato di trovarne una in un edificio da rimodernare.” Apollonia ‘spiò’ meglio in viso Eduardo, lo prese sottobraccio e poi guardandolo negli occhi:”C’è qualcosa che non mi quadra nella vostra venuta, di solito le signore chiamiamole così sono handicappate mentali o atte solo al sesso, lei fra l’atro ha un buon profumo.” “Non uso mai profumi.” “Parlavo di un effluvio personale piuttosto eccitante, voglio mostrarle il panorama della mia camera da letto, si può scoprire tutta Roma e…” “Madame lei mi sta mettendo in crisi.” “Vai dove ti porta il cuore.” “E se fosse un altro organo?” Nessuna risposta verbale,Apollonia abbassò la zip dei pantaloni di Eduardo prese in mano il suo coso che stava aumentando notevolmente di volume, passaggio in bocca, conseguente risultato finale con commento:”Anche questo ha un buon sapore.” Venne fuori il senso dello humour del giovane: “Posso mettere su una profumeria!” “Dopo colazione voglio stupirti con qualcosa di molto piacevole che spero apprezzerai, questo è un assegno di cinquantamila Euro, prendilo ma te lo devi meritare. Eduardo era diventato nello stesso tempo curioso ma soprattutto impaurito, che qualcuno volesse ‘insidiare’ il suo popò. Il più interessato alla riunione era Alessio che invitò tutti ad una doccia collettiva che avvenne fra le risate soprattutto di Amalia e di Apollonia che facevano paragoni fra le varie ‘misure’dei presenti. Trasloco in un locale dove un letto di grandezza superiore alla media troneggiava al centro. “Vedo del buon gusto nell’acquisto di quel letto di ottone anche se mi sembra che la sua grandezza sia superiore alla media.” “Un’idea di Alessio, qualche volta ha preteso di dileggiarci in quattro il che non è di mio gradimento. M’è venuto in mente che tu hai un fratello gemello, che fine ha fatto?” “Stanno bene Emanuele, la moglie Rosa e l’erede Nicolò, lui laureato in Economia e Commercio, ha avuto la fortuna di impiegarsi in una banca importante, altro colpo di buona sorte quello di aver trovato alloggio in un appartamento di proprietà del direttore generale che, vedovo, è stato attratto dalle grazie di sua moglie Rosa. Visto inutile l’insistente corteggiamento, il commendatore Deodato ha imboccato la via più convincente, quella del denaro: niente affitto per l’appartamento, regali alla signora ed all’erede, invito a pranzo in locali di lusso. Mia cognata ha consultato mio fratello il quale, considerato anche il fatto che in giro c’era aria di licenziamenti ha consigliato a sua moglie di assecondare il direttore, non ci sarebbero stati scandali in quanto tutti abitavano in appartamenti situati allo stesso piano. Allorché la consorte si trova a casa del mister Deodato Samuele dorme nel letto matrimoniale col figlio Nicolò, di solito verso le due di notte Rosa rientra in casa poggiando sul tavolo di cucina quanto guadagnato e non è poco. Mio fratello ha acquistato una Volkswagen Golf con meraviglia e invidia dei colleghi che hanno subodorato qualcosa ma senza prove… Da precisare che mia cognata è una bellissima donna, tutta sua madre da giovane….Ma che fa Alessio ancora nel popò di Amalia…” “Lascialo divertire, ha posizionato tua moglie prona con le gambe aperte, gli piace sentire la morbidezza delle chiappe, lo convincerò a dare a tua moglie altri cinquantamila Euro, che ne dici di andare in camera mia, voglio odorarti e baciarti in tutto il corpo, sei l’unica persona che mi fa eccitare.” Nel frattempo Alessio aveva finito di ‘suonare il violino’ di Amalia e si era introdotto nella camera della moglie: “Vedi che gusti ha la mia consorte…M’è venuta in mente un’idea, vedere le due signore che si baciano i deliziosi fiorelli.” Amalia: “Puoi fischiare.” E se dietro il fischio ci allego un centone…” Sei un baro…come posso dirti di no!”