L'ultimo dei sognatori

Alla Mia Luna Gitana
Al mio amico Patrick Edera

"Mi disegno leggera
come dolce chimera
su lembi di cielo
a seguire un veliero
tra le braccia del mare
nel suo eterno viaggiare.
Getto il mio mondo
in un sonno profondo
di fate di elfi
di luoghi dispersi
e mi corono di stelle
mie uniche ancelle
governate una ad una
perché son io
sua Maestà la Luna."

Hai annusato mai profumo di stelle, mia Amica Amante Madre che posi fissa nell’oscurità senza veli ogni volta che il mondo approda alle rive del sonno, del suo disperdere chimere perché la vita sia più leggera di un petalo sfilato via dal vento?
O pianto casomai, d’un pianto che non ha ragioni. Gettata in pasto a malinconie vaghe di senso radicate in quel vuoto che l’uomo si porta dietro da secoli come abitudine dell’anima fragile?
Dimmi, tu che sai, quante Fate popolano ancora i sogni e se ve ne sono poi ad ingannare di magia i domani, padroni del mio vivere ribelle. Oh, abbraccerei l’avvenire più incerto se promettesse almeno un luogo ai margini del tempo che per natura fosse immobile nel miraggio di sere come questa.
Così, altrettanto, dovessi smarrire la via di casa oggi afferrerei il primo pensiero che conservi un po’ di sapore d’Africa per non tornare. Per librarmi in voli seguiti solo da quaggiù, vaneggiando… Scelsi la follia di chi siede a un passo da te un giorno. Di chi nel consumarti di sguardi al rapimento si concede inerme quando sospira un desiderio appena nato. E dimmi luna dunque, sarò io l’ultimo dei sognatori a delirare al cielo?

04/03/2006