La Fama e la Ricchezza - 2° parte

INIZIO SECONDA PARTE ‐ PER LEGGERE LA PRIMA PARTE RECARSI SULLA PAGINA PERSONALE DI APHORISM DELL'AUTORE E SELEZIONARLA TRA I VARI RACCONTI DISPONIBILI PER LA LETTURA.

Un lunedì, mentre era intento a fare compere con Beatriz in un centro commerciale, Gennaro incontrò anche un suo vecchio amico, Pasquale, il quale lo salutò e invito lui e la sua gentile “signora” a sedersi al bar del centro commerciale per prendere un caffè tutti insieme. “Gennà, è da ‘na vita che nun ci siamo visti chiù! Ma che cazz’ di fine i’fatt?”. “Pasquà, bè che nun l’ì vista a’ mia storia n’coppa a’ Instagràmm?”. “E no, Gennà, io guardo e’ femmine n’coppa a’ Instagràmm, mica a te...con tutto o’ rispetto, ma è chiù bello a vedè na’ bella figliola ch’a’ faccia tua!”. “Allora te l’agg’ a dice...Pasquà, tu devi sapè na’ cosa: io, Gennaro Esposito, ‘AGG DIVENTATO RICCO!!!!!!!!!”. E dopo questa esclamazione, Beatriz, che si tratteneva a malapena dallo scoppiare a ridere, con la scusa di andare in bagno si dileguò dal bar allo scopo di evitare una brutta figura a Gennaro. Intanto Pasquale gli rispose: “Agg’ capito, Gennà, ma allora adesso che si’ ricco, ti si’ preso questa bella figliola! Però l’agg’ capito che è na’ figliola che tè la sorpresa ammiezz’ e’ gambe!”. A quel punto Gennaro inventò una storia secondo cui, dopo essere diventato ricco, aveva avuto così tante donne, ma così tante, che a un certo punto se ne era pure stufato e quindi si era messo insieme a Beatriz proprio per il desiderio di provare qualcosa di nuovo. Tralasciò però, nello specifico, cosa fosse questo “qualcosa di nuovo”. Dopo questa doverosa premessa mostrò a Pasquale tutte le foto e i video che avallavano la storia di questa sua presunta ricchezza, che era altresì desumibile da altri dettagli quali l’ultimo modello di iPhone in suo possesso, gli abiti firmati che indossava, l’orologio nuovo al polso e così via. Pasquale, oramai convinto che Gennaro fosse veramente diventato un asso degli investimenti in cryptoasset, salutò lui e Beatriz – che intanto era tornata al tavolo – e se ne tornò ai suoi impegni personali. La sig.na Do Nascimento Da Silva, però, non riuscì a trattenersi dal confessare a Gennaro che stava proprio per scoppiare a ridere fragorosamente quand’egli aveva iniziato a raccontare all’amico di come era riuscito a DIVENTARE RICCO!!!!! Gennaro, alla stregua di un bambino colto con le mani nel vasetto della marmellata, ammise sconsolatamente che raccontava questa storiella in giro poichè voleva che gli altri sapessero che egli avesse finalmente coronato il suo sogno di DIVENTARE RICCO!!!!! E non voleva invece ammettere che chi aveva i soldi era in realtà lei, poichè si vergognava di dire di stare insieme a una “donna” che guadagnava più di lui e che lo manteneva pure. In risposta a queste sue parole Beatriz gli disse: “Ma Gennariño meu, non ti devi preocupare se tu hai veramente soldi ou no, l’importante è che le altre persone pensano che tu li hai. Se vedi i richi, loro spendono proprio per far vedere di esere richi, perchè altrimenti non ha senso esere così e non farlo sapere a li altri”. Dopo aver udito queste parole di una saggezza seconda solamente alle parabole di Un miracolo al giorno con S. Ciro da Decentraland, Gennaro si capacitò che effettivamente nella sua vita si era concentrato così tanto a inseguire la ricchezza, che non aveva capito che il mero esserne considerati in possesso bastasse per ottenere rispetto ed ammirazione e risultare pertanto accettati dall’odierna società dell’apparenza. E una volta interiorizzata tale credenza riuscì finalmente a vivere con più serenità, continuando a far credere di essere un riccone intento a godersi la bella vita. Tuttavia Gennaro aveva ancora una ferita aperta nel suo cuore, costituita dal dover essere campato da una “donna”, che tra l’altro faceva anche il mestiere più antico del mondo e che dunque doveva condividere con altri uomini e con cui poteva avere un’intimità limitata alla sola giornata del lunedì. Di fatto, durante tutti gli altri giorni Beatriz era sempre, a seconda dei casi, o troppo impegnata o troppo stanca per poterlo fare con Gennaro. Non a caso egli, con il passare dei giorni, diventava via via più insofferente nei suoi confronti, e sempre meno accettava il suo “lavoro” poichè, di fatto, la sua fama di cornuto stava diventando palese quanto quella di ESSERE RICCO!!!!!! Infatti tra i clienti di Beatriz egli riconobbe pure persone conosciute, amici di amici, che pertanto potevano benissimo spargere la voce che fosse lui a far prostituire la compagna e proprio per questo motivo era DIVENTATO RICCO!!!!!! Tale voce non tardò a diffondersi, e via via che si diffondeva, Gennaro temeva di perdere quell’onorabilità e accettazione sociale che aveva faticosamente ottenuto in precedenza facendo credere di essere DIVENTATO RICCO!!!!!! Uno sciagurato giorno perse così la pazienza, e dopo l’ennesima scenata di gelosia fatta a Beatriz, la colpì con una mazza che teneva da parte nell’eventualità che qualche suo cliente si comportasse male, e la povera brasiliana finì con il cadere battendo malauguratamente la testa contro uno spigolo. Gennaro cercò di rianimarla, ma fu tutto vano poichè purtroppo lei era deceduta sul colpo. Disperato, Gennaro cercò di far sparire il cadavere tagliandolo a pezzi, per poi caricarlo su un trolley che avrebbe dovuto svuotare durante la notte. In auto si diresse dunque sul cavalcavia dell’autostrada, quindi aprì il trolley e buttò lo “spezzatino” di Beatriz parte per parte giù dal cavalcavia. Ma sciaguratamente per lui, in quel momento si trovava a passare in autostrada l’auto blu di un senatore leghista di ritorno da Napoli in seguito a un incontro elettorale, sul cui parabrezza piombarono tutti i 25 kg di deretano di Beatriz, che non a caso venne in un primo momento scambiato dall’autista del senatore per un macigno gettato dal cavalcavia. La vettura, col parabrezza in frantumi, non potè che finire prematuramente la sua corsa verso il nord, e una volta ferma ai margini della carreggiata, dalla stessa emersero il senatore, il suo portaborse, il suo social media manager e l’autista. Dal momento che per l’onorevole non vi erano dubbi sul fatto che sulla sua auto fosse stato gettato un masso per mano di qualche meridionale che voleva attentare alla sua vita, si affrettò a incaricare il portaborse di chiamare i giornalisti e poi la polizia, e il social media manager di avviare una diretta Facebook per denunciare l’attentato alla sua persona. Ovviamente nella diretta il senatore enfatizzava i toni, dicendo che lui e il suo staff erano miracolosamente scampati a un attentato mortale, sicuramente premeditato in quanto ordito nei minimi dettagli, di pressochè certa matrice camorristica. Ciononostante, aggiungeva che confidava nel lodevole lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, che era certo avrebbero consegnato alla giustizia simili criminali. In seguito all’avvento delle telecamere TV, il parlamentare si cimentò così in un comizio on the road commentando: “Quello che ho vissuto questa notte è un atto di una barbarie indescrivibile, ma non perchè è avvenuto il tentativo di attentare alla mia vita, ma per il fatto in sè che è stato ordito un attentato alla vita di un rappresentante del popolo e delle istituzioni! So di aver detto delle cose che sono risultate scomode per tante persone di malaffare che abitano il Mezzogiorno, ma io non mi farò mai intimidire da chi vive nell’illegalità e risponde con la violenza al dibattito pubblico. Non riusciranno mai a tenere cucita la mia bocca! Venendo qui a Napoli sapevo, e la mia famiglia sapeva pure, dei molteplici rischi a cui sarei andato incontro, ma lo voglio dire ad alta voce: IO NON HO PAURA! Continuerò sempre a battermi contro le ingiustizie e a far valere i diritti e i voleri degli onesti cittadini nonostante ci siano persone che me lo vogliono impedire perfino tentando di eliminarmi fisicamente! Anzi, questo è un ulteriore motivo per lavorare ancora di più a fianco dei cittadini, delle imprese, delle famiglie, dei lavoratori [...]” e continuò così per un’ora buona concludendo con l’invito rivolto agli onesti cittadini a riporre di nuovo fiducia in lui e a riconfermare il suo mandato elettorale. Dopo la volta dei giornalisti fu quella degli inquirenti, i quali analizzarono quello che era stato descritto come il “macigno” utilizzato per l’attentato, e di conseguenza capirono che in realtà si trattava di qualcosa di leggermente diverso. Ciò però non impedì certo ai rappresentanti del popolo e delle istituzioni di continuare a fare campagna elettorale. A dare manforte al senatore e al suo vittimismo, si collegò in TV un suo collega e compagno di partito lombardo, il quale disse alle TV e alle radio che: “Questo ulteriore episodio di violenza avvenuto al sud è un assoluto scempio che necessita di essere fermato al più presto! Si tratta anche di un’importante questione di decoro pubblico, poichè tali episodi danno un’immagine pessima e denigrante della nostra nazione. E ora, solo per fare un esempio, mi riferisco al danno dal punto di vista turistico‐ricettivo: ditemi quale straniero verrebbe a passare le vacanze in Italia se sapesse che gli può da un momento all’altro precipitare il sederone di qualche extracomunitaria di facili costumi sulla sua auto!? Non si può andare avanti così! Si tratta di una questione di civiltà: in Lombardia chi ammazza le prostitute le getta nei cassonetti dell’umido, avendole prima attentamente private di eventuali monili e altri oggetti di valore per poter così attuare un’adeguata raccolta differenziata...al sud invece si buttano dai cavalcavia diventando così un’arma impropria nelle mani di vandali o malintenzionati! E se anche non dovessero colpire autoveicoli potrebbero pur sempre danneggiare gravemente l’asfalto e creare sempre più buche e lesioni del manto stradale, che poi verranno risanate attingendo alle tasse versate dagli onesti contribuenti del nord! Pertanto ora più che mai bisogna dire NO ai cadaveri delle prostitute gettate dai cavalcavia! Gettateli piuttosto negli appositi cassonetti e cercate di dare un’immagine di decoro e civiltà al nostro grande paese!”. Il giorno seguente gli inquirenti erano stati comunque allertati dai clienti della defunta, i quali non riuscendo più a mettersi in contatto con lei avevano segnalato la sua presunta sparizione alle forze dell’ordine. Per poter però essere certi che il deretano buttato dal cavalcavia fosse proprio quello appartenente alla sig.na Do Nascimento Da Silva (e che quindi la sua scomparsa fosse coincisa con il suo decesso), gli inquirenti lo mostrarono ai suoi clienti chiedendogli se lo identificassero come quello appartenente alla defunta, e questi – in virtù di ricordi molto limpidi relativi a quella parte anatomica della loro escort preferita – ne confermarono dunque l’appartenenza alla (oramai ex) legittima proprietaria. Questa fu la prova schiacciante per Gennaro, che venne quindi condannato “a culo” per omicidio e di conseguenza...DIVENNE FAMOSO!!!!!! Benchè dopotutto i femminicidi fossero all’ordine del giorno e oramai i relativi assassini potessero godere di una notorietà di 3/4 giorni al massimo per poi ricadere subito nel dimenticatoio, al pari di concorrenti dei reality, per Gennaro la questione era leggermente diversa: egli infatti aveva attentato alla vita della sua “donna” in preda a un impeto di rabbia e gelosia, ma la differenza con gli altri femminicidi consisteva nel fatto che la vittima non era una donna vera e propria; dunque, se di fatto chi uccideva la propria moglie o compagna cadeva subito dopo nell’oblio poichè commetteva un atto fin troppo inflazionato, oramai all’ordine del giorno, l’omicidio commesso dal protagonista della nostra storia esulava invece dalla norma a causa di quella “piccola” differenza a carico della vittima. Dopotutto, un uomo innamorato di una transgender che poi la uccideva in preda alla gelosia era una storia nuova da raccontare per le TV e i giornali e di conseguenza la visibilità mediatica di Gennaro fu di gran lunga superiore a quella degli altri uomini che uccidevano la loro partner o ex. In conclusione, Gennaro, benchè fosse finito in carcere, aveva finalmente coronato il suo sogno di ESSERE FAMOSO!!!!!! E questo, dopo essere riuscito anche a far credere di ESSERE RICCO!!!!!! Tra l’altro dopo la condanna, questa sua fama di riccone era stata messa altresì in risalto dai mass media, poichè a seguito della perquisizione dell’appartamento in cui egli viveva venivano rinvenute decine di migliaia di euro in contanti che gli inquirenti – i quali ovviamente raccontarono tutto alla stampa – attribuirono alle operazioni in asset digitali che Gennaro tanto aveva decantato sui social come mezzo attraverso cui era finalmente...DIVENTATO RICCO!!!!!! Il carcere, dopotutto, era solo il prezzo che egli aveva dovuto pagare per poter esibire questi valori così tanto agognati nella società dell’apparenza in cui oggi viviamo.

Dott. Eugenio Flajani Galli
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