La favola complottista

Battipaglia, 29/03/2021

Cari colleghi,
un breve inutile riassunto.

In settembre avevo chiesto ad un nostro collega: <<Tu che hai più ascendente, mi organizzi un incontro online dove provo a spiegare ai colleghi ciò che sta accadendo?>>
Rispose: <<Ma che vuoi spiegare!>>
Intesi: <<Ma che vuoi spiegare, che vogliono capire!>>
Probabilmente intendeva invece: <<Ma che vuoi spiegare che sono tutte sciocchezze!>>

In breve, come ha sottolineato un altro collega, non della nostra sede, le mie sono solo prove indiziarie e quindi la frase successiva è al condizionale o, meglio, preciso che è una mia opinione (c’è ancora libertà di opinione in Italia?).

Anzi, no. E’ una favola. Frutto di fantasia. La favola complottista.

La mia opinione è che questa pandemia è stata provocata, ma non dalle scarse condizioni igieniche e da uno sviluppo che ha messo in contatto modernità con tradizioni arcaiche.

Sento da tempo il termine ‘complottismo’.
A mio avviso non bisogna parlare di ‘complotto’. Non è un complotto, come ho precisato al mio avvocato sabato sera in libreria, mentre recuperavo la mia copia de “Il Giallo del Coronavirus”.

È un progetto.

Un progetto aziendale, nato, come tutti i progetti, e come i manuali insegnano, da una opportunità o una criticità.
Un progetto aziendale che, come tutti i progetti, ha un obiettivo o una serie di obiettivi specifici che contribuiscono agli obiettivi di continuità dell’impresa.
Un progetto ha una sua pianificazione in termini di tempi, costi, risorse. 
Un complotto, una volta definito l’obiettivo finale, ha una gestione più improvvisata, anche se vengono definiti, per sommi capi, ruoli, tempi e metodi.

Qual è la criticità.
Siamo troppi. Consumiamo troppe risorse, produciamo troppa CO2, inquiniamo troppo.
Gli ‘imperialisti buoni’, come li chiama un articolo che si riferiva ad un articolo di Nature, hanno deciso che siamo troppi. Il livello di produzione di CO2 che contribuisce fortemente al cambiamento climatico è arrivato a livelli insostenibili ed è opportuno ridurre drasticamente la produzione di CO2.
L’articolo presentava una tesi differente dall’idea portata avanti dagli ‘imperialisti buoni’, secondo i quali chi è ‘di troppo’ sono sempre ‘gli altri’.
Al contrario, l’articolo sottolineava che le risorse ci sono per tutti: sono i modelli di sviluppo ai quali gli ‘imperialisti buoni’ non vogliono rinunciare a consumarle nel modo sbagliato in modo da depauperarle.
Il footprint.
Cos’è il footprint?
Dal nostro fu‐ministero dell’Ambiente leggo:
La carbon footprint è una misura che esprime in CO2 equivalente il totale delle emissioni di gas ad effetto serra associate direttamente o indirettamente ad un prodotto, un’organizzazione o un servizio. (https://www.minambiente.it/pagina/cose‐la‐carbon‐footprint)
Ho appena trovato dove ognuno di noi può calcolare il proprio ‘ecological footprint’: https://www.footprintcalculator.org/
Ora entriamo nel campo delle illazioni, ho dedicato non più di tre ore alla stesura di questa missiva. I dettagli li devo studiare. Sarò semplicistica e approssimativa.
Esempio: William, ricco imprenditore degli Stati Uniti, ha un footprint giornaliero pari a 1000.
Un italiano medio ha un footprint pari a 20.
Dobbiamo ridurre il footprint  globale. Chiediamo a William di rivedere i suoi modelli di consumo? Noooo. Eliminiamo 50 italiani, o europei o quello che siano.
Abbiamo una criticità, abbiamo una possibile soluzione.

Un’altra criticità nasce dalla necessità, per gli imperialisti buoni, di vedere l’indice delle loro azioni di borsa puntare sempre in alto. Non vogliamo mica arrivare al giovedì nero di Wall Street del 1929 quando, dopo anni di economia della finanza slegata dall’economia reale, la bolla esplose e fece scendere in picchiata gli indici di borsa con la conseguente caduta in picchiata di ex‐plutocrati dagli ultimi piani dei grattacieli di New York, vero?
Anche se, a mio avviso, gli imperialisti buoni adesso non correrebbero questo rischio. Hanno accumulato tanto di quella ricchezza che possono continuare con il loro tenore di vita per altre sette generazioni almeno. Senza fare niente.
Ma anche la stasi del patrimonio per loro è inconcepibile. La loro ricchezza deve sempre aumentare. Per loro è una legge di natura. Inoltre tutti i mega‐dirigenti, ed anche meno mega, alle loro dipendenze ne risentirebbero ed è una cosa inconcepibile ed intollerabile.
No, l’economia della finanza, che ora sta completando la sua transizione (altra parola magivca ultimamente) alla economia delle piattaforme, deve continuare a prosperare. A scapito dell’economia reale, dell’economia del lavoro, economia che diventerà sempre meno reale, anzi diverrà inesistente. Non per niente da qualche anno vediamo iniziative di corsi di economia finanziaria nelle scuole.
Meglio sacrificare il 99% della popolazione mondiale piuttosto che l’1% di mega‐miliardiari.
Va be’, qualcosa di meno del 99% salviamo un altro 4% di servitori fedeli e ben compensati dai mega‐miliardari.
Troppe criticità. Ci vuole una soluzione. Eliminiamo un po’ di persone che consumano risorse, CO2 o stipendi o pensioni. OK, dei pensionati possiamo fare a meno, oramai consumano solo risorse che potremmo mangiare noi, ma non abbiamo bisogno dei lavoratori per prosperare? Chi lavorerà per noi? Chi produrrà? Chi consumerà?
Signori, e volete insegnare a noi? Tanti lavoratori sono diventati inutili. Di alcuni lavori proprio non ne abbiamo più bisogno, altri possono essere fatti dalle macchine, come è successo da secoli nel corso del progresso tecnologico.
Automatico, che si muove da solo.
Prima i lavori manuali e pesanti. Poi il lavoro mentale e ripetitivo.
Informatica. Info(rmazione) (auto)matica, elaborazione automatica delle informazioni.
Le buste paga può farle una macchina.
Intelligenza Artificiale.
Agricoltura2.0. Una macchina è in grado di valutare se il frutto, l’ortaggio è al giusto punto di maturazione per essere raccolto.
Industria4.0. La Volkswagen in Germania, ma non solo, ha già pronti i robot (tra parentesi prodotti anche in Umbria) che sostituiranno i prossimi pensionati. Amazon pare che li utilizzi in Cina già da tre anni, ma non ho trovato le immagini.
Tante belle macchine collegate grazie al 5G che consente di collegare un milione di dispositivi per chilometro quadrato. L’Internet delle Cose, l’IoT.
E’ a questo che serve il 5G e l’IoT: all’industria4.0.
Credevate davvero che facessero tutti questi investimenti in antenne collocate a poche decine di metri le une dalle altre a coprire il 99% del territorio e collegamenti vari per farci scaricare i video sul telefonino più velocemente? Ma noi di questa aumentata velocità probabilmente non ce ne accorgeremo nemmeno! Noi gonzi comprando i dispositivi 5G dobbiamo solo contribuire a recuperare parte dell’investimento.
Prima del 5G in realtà c’è anche l’Nb‐IoT (qualcuno potrebbe trovare questa sigla sugli Smart‐Meter del gas) che però consente di collegare ‘solo’ 50000 dispositivi per chilometro quadrato.
E perché non usare la fibra ottica? Costerebbe di più, ha detto un elemento di spicco sia dell’Agenzia Digitale Italiana sia Europea. Mi aspettavo che avesse parlato anche di problemi di mobilità, invece no. In effetti al momento parliamo di macchine che si muovono su guide prestabilite.
Ma nel 2031 i robot cammineranno per le strade, ha sentito mia madre un paio di mesi fa nel programma ‘A mia immagine’, prima della Santa Messa delle 11:00 di domenica.
I cobot (robot collaborativi), oltre che muoversi lungo delle guide come adesso, saranno colleghi e capi degli uomini [Andrew Smith, EU‐OSHA, Matera, 25 ottobre 2019]. Non solo nelle fabbriche, ma anche negli uffici.
Del primo robot‐giornalista in Cina forse ne parlò il TG nel 2008, se non prima.
Perché continuare a pagare profumatamente anchor‐man che oramai fa solo da grancassa ai diktat dei potenti?
Nel 2017 da un suo blog Beppe Grillo ci ha informato dell’Avatar in Nuova Zelanda che insegna ‘Energia’, dicendo che potevano essere utilizzati in territori come l’India dove gli insegnanti sono pochi. E comunque costano meno di insegnanti in carne e ossa. Potremo averli in Italia già dal 2027. Certo bisogna risolvere il problema dell’empatia, ma anche quello sarà risolto, concludeva l’articolo di Orizzonte Scuola che riprese il blog di Beppe Grillo.
L’argomento di un evento disponibile in rete il 3 marzo era "La frontiera dell'Intelligenza Artificiale: assistenti virtuali, empatia, Artificial Human".
Perché pagare insegnanti che abbiamo ridotto a ripetitori di filastrocche (e di filastrocche che vogliamo noi) ai quali abbiamo imposto metodi di valutazione a ‘griglia’, a punteggi che può applicare anche una macchina?
Basta insegnanti che educano al pensiero autonomo. Non ci fanno comodo.
Ed i medici di base che si stanno limitando ad alzare il telefono o a rispondere a dei messaggi WhatsApp non possono essere sostituiti dall’Intelligenza Artificiale? Sì, secondo Sonia Savioli, autrice de “Il Giallo del Coronavirus”, settembre 2020, nella parte di cui dà lettura Enrico Montesano: https://www.youtube.com/watch?v=qali5ZrwGgY&t=3s minuto 1:58
L’ho riascoltato tutto adesso, andando oltre la parte dove parla dei medici. Nel caso lo ascoltaste fino alla fine, quello che avevo intenzione di descrivere nel seguito è già detto. Credo che il finale sia troppo ottimistico. A settembre, a novembre il risveglio non era ancora massiccio. Non lo è neanche ora. Non c’è il risveglio. E la maggioranza ha più paura di smettere di respirare, di perdere la vita fisica, piuttosto che smettere di avere una vita degna di questo nome.
L’autrice Sonia Savioli, come altri articoli in passato, afferma in un’intervista di avere scaricato i documenti pdf del World Economic Forum.
Cosa dicono questi documenti? Bisogna accelerare la quarta rivoluzione industriale. Il WEF ha decretato il licenziamento di 800000000 di lavoratori. La fine delle Piccole e Medio Imprese (anche in agricoltura) a vantaggio delle multinazionali.
Industria4.0, Agricoltura2.0, Educazione2.0, Medicina2.0.

Identità Digitale, con un click sparisci. Burocraticamente, s’intende. Ma se sparisci burocraticamente, se non risulta nemmeno che tu sia mai nato, se i tuoi dati sono spariti, puoi lavorare? Puoi ricevere uno stipendio? Una pensione?  Bloom County, una striscia di fumetti di 30 e più anni fa https://www.diversetechgeek.com/minorities‐in‐cartoons‐oliver‐wendell‐jones/

Denaro Digitale, con un click sparisce? Non necessariamente. Possiamo sulla base dei tuoi dati, magari di salute, semplicemente impedirti di avervi accesso. Di seguito il link ad un brevetto della Microsoft registrato il 26 marzo 2020.
WO/2020/060606 ‐ CRYPTOCURRENCY SYSTEM USING BODY ACTIVITY DATA https://patentscope.wipo.int/search/en/detail.jsf?docId=WO2020060606
In breve l’operazione che tu ordini è autorizzata o meno sulla base dei tuoi dati di attività corporea. Non mi sembra si tratti solo di riconoscimento grazie ai tuoi dati corporei, già abbastanza perniciosa secondo me. L’errore software esiste. L’errore software può essere introdotto. Un hacker clandestino o meno può causare il malfunzionamento del sistema.
Giugno 2020.
Una delle conclusioni degli Stati Generali in Italia (ma dopo uno degli ultimi Stati Generali non ci fu la Rivoluzione Francese?): usate la moneta digitale, ricchi premi e cotillons per chi la usa. Il mio consiglio è continuate ad usare la carta moneta il più possibile e non chiedete ai negozianti di attivarsi per i bonus premio spesa. 
Gran Bretagna. La legislazione comincia a rendere più fruibile l’utilizzo delle criptovalute. 

Luglio 2020.
Yen digitale (moneta giapponese digitale)
Obbligo di SPID in Italia (prodromo dell’ID2020 tanto propugnato dalla Microsoft? Perché il presidente dell’INPS si è raddoppiato lo stipendio a luglio?)Novembre 2020. Christine Lagarde parla di euro digitale
Ieri ho letto: Digital Yuan, the new currency was issued with the support of the central bank
Achieve your dreams with Digital Yuan. (E l’immagine mostra un indice di borsa che sale).
Digital Yuan  (moneta cinese digitale):  la nuova moneta è stata emessa con il supporto della banca centrale. Consegui i tuoi sogni con lo Yuan digitale.
Se qualcuno vuole approfittarne e investire …

Abbiamo delle criticità (eccessiva produzione di CO2, consumo risorse da parte di esseri inutili, crisi economica finanziaria) ed una opportunità: l’Intelligenza Artificiale anche guidata dal 5G.
Ma le persone non vogliono il 5G!
https://www.byoblu.com/2020/04/30/lepic‐fail‐di‐vodafone‐italia‐in‐rete‐sul‐5g‐sparisce‐da‐youtube‐il‐numero‐di‐non‐mi‐piace/
https://www.repubblica.it/tecnologia/2020/02/24/news/all_interno_della_grande_resistenza_elettromagnetica_statunitense‐249501826/

È un’altra criticità. A maggior ragione, abbiamo delle criticità ed una opportunità: ci vuole un progetto.
(“Ci hanno chiusi dentro ed intanto continuano ad installare antenne”, diceva qualche post nel marzo 2020. “Ci hanno chiusi dentro ed intanto continuano a tagliare alberi”, rincarava qualcun altro.)
Prima di avviare un progetto bisogna studiare gli obiettivi specifici, la fattibilità e la convenienza.
Obiettivo specifico 1: ridurre produzione CO2 e consumo risorse.
Obiettivo specifico 2: successo finanziario continuo delle multinazionali.
No, almeno il secondo è un obiettivo di continuità.
Fattibilità: riduciamo le cause di produzione CO2 e risorse. Soluzioni: riduciamo il consumo di combustibile fossile? E come? Andiamo sul nucleare e auto elettriche? Non basta, alla base c’è sempre produzione di CO2 e inquinamento. Riduciamo il numero di chi produce CO2 e consuma risorse. E come? Con le malattie. Ma già ne abbiamo procurate tante con inquinamento, farmaci, … Possiamo incrementarle con una pandemia. Ma non è pericoloso anche per noi? No, perché conosciamo il virus, abbiamo le medicine per noi e poi il virus sarà virulento per poco tempo, essendo un virus artificiale poi ridurrà rapidamente la sua virulenza
Hanno studiato e atteso per anni. La SARS, la suina, la MERS, … prove tecniche.
Il progetto è fattibile e conveniente. Bene, ora occorre un piano di progetto: individuare le attività, stabilire la tempistica, fissare le milestone (momenti di verifica dello stato di realizzazione del progetto), …
Dal piano di progetto (approssimato, per scrivere un piano temporale completo, dall’inizio, e con gli obiettivi numerici stabiliti da verificare alle milestone dovrei dedicarvi più tempo):
Settembre 2020. Incrementare il numero di tamponi: con un alto numero di positivi (non importa se asintomatici, i gonzi si bevono tutto), possiamo dire che l’epidemia è ancora in corso. I gonzi si vaccineranno contro l’influenza stagionale, vaccino che rende più vulnerabile alla SARS, ed avremo di nuovo malati seri.
Dicembre‐gennaio 2020 (forse con un anticipo rispetto al piano di progetto originario): parte la campagna di vaccinazione anti‐Covid. Creazione di varianti più pertinaci. L’obiettivo di riduzione della popolazione mondiale continua.

Milestone giugno 2021. Tot numeri di vaccinati. Tot morti per terapie errate, tot morti per mancanza di cure (malati oncologici, ecc.), tot morti per reazioni avverse, …
(Ah, tot morti per terapie errate, tot morti per mancanza di cure (malati oncologici, ecc.) mi sa che erano dei parametri da controllare anche nella milestone del giugno 2020 e di novembre/dicembre.)
[…]
E’ inutile dirlo, quanto raccontato sopra non è tutto reale.
È solo una favola. Frutto di fantasia ricamando sulla realtà. È solo una favola.
La favola complottista.
Sinceramente,
Lilly

P.S. Qual era l’obiettivo di raccontarvi tutto a settembre? Trovare alleati per la Resistenza.
Per dire che c’è ancora l’emergenza avevano pensato di fare tanti tamponi farlocchi (numero di cicli RT‐PCR oltre 35, anche 40, quando, per essere il test affidabile, non bisognerebbe andare oltre 27 cicli di replicazione [uno tra i primi a parlarne https://www.corriere.it/cronache/20_giugno_19/coronavirus‐remuzzi‐nuovi‐positivi‐non‐sono‐contagiosi‐stop‐paura‐bf24c59c‐b199‐11ea‐842e‐6a88f68d3e0a.shtml].
Oltretutto il tampone non è uno strumento diagnostico a se stante, c’è scritto anche sul foglio illustrativo, ed il suo ideatore, morto nell’agosto 2019, non lo aveva ideato per questo.

Oltretutto sapete quale fu il mio primo pensiero quando a fine marzo 2020 vidi questi lunghi cotton‐fioc infilati nel naso degli automobilisti?
<<Ma come, dicono che questo virus sta dappertutto, che non possiamo toccare niente e chi mi dice che questi cotton‐fioc non siano infetti?>>
Purtroppo a settembre venni a sapere che la mia idea non era tanto peregrina: https://www.money.it/Tamponi‐contaminati‐tracce‐di‐coronavirus‐allarme‐in‐Gran‐Bretagna

A settembre lessi anche di un altro allarme relativo ai tamponi: che fosse un esercizio per impiantarci il nanochip nel cervello. Troppo complottista, lasciai perdere. Anche se questa voce mi raggiunse di nuovo ai primi di dicembre. E sembrerebbe che ciò sia necessario affinché si realizzi quanto Vittorio Colao disse in un'intervista del marzo 2020: (minuto 1:04 https://www.youtube.com/watch?v=cEL8WZ8aBNc)
“Con il 5G [...] sarà possibile a distanza iniettare o rilasciare una sostanza utile per la
salute.”
Siamo fortunati, ci inietteranno a distanza solo sostanze utili alla salute, niente di dannoso.

Ultimamente un dato scientifico che mi riporta inquietantemente a questa ipotesi.
I cotton‐fioc sono stati analizzati, non tutti sono morbida ovatta.

https://www.facebook.com/R2020PaginaUfficiale/posts/271169491280812
Attenzione ai tamponi!
"Ci sono dei tamponi che contengono fibre vetrose, rigide, in alcuni casi di silicio. Materiali non testati per la biocompatibilità. Il problema fondamentale è che queste fibre si spezzano rimanendo all'interno della lesione. Lesione che non viene cicatrizzata in caso di tamponi ripetuti. Perché scavare tanto tessuto quando, se c'è un virus, lo si può trovare ovunque? Anche nella saliva?"Dott. Antonietta Gatti, Fisico e bioingegnere, Fondatore di Free Health Academy
"I tamponi possono essere tollerabili in casi esigui, ma ripetuti in questo modo, in lacuni casi si passano i 50 tamponi in qualche mese... questa è tortura". Avv. Nino Moriggia, ComiCost
"Verranno utilizzati tutti gli strumenti dal civile, al penale, all'amministrativo, perché la verità venga a galla e si superi questa scienza fideistica del tampone che dall'inizio di questa storia tiene in piedi questo stato emergenziale". Avv. Linda Corrias, Costituzionalista e Comunitario
Per chi non vuole vedere il video, le immagini ingrandite di questi tamponi a fibre rigide sono disponibili anche qui https://www.facebook.com/rosario.marciano.profilo2/posts/473821830332688

Qual erano alcuni degli atti di Resistenza che volevo proporvi?

Primo atto di Resistenza: a settembre non fare tamponi.
Secondo atto di Resistenza: non vaccinarsi né a ottobre per la tipica influenza stagionale, tranne gli habitué al massimo, suggerì Tarro(?), né dopo.

E come ci difendevamo dal virus? Con un po' di prudenza e con i medici, di base e ospedalieri, che dovevano tornare a fare medici basandosi sulla clinica e sulla loro scienza e coscienza, come tanti medici che non hanno mai smesso tipo il primario della Divisione di Malattie Infettive dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara Pietro Luigi Garavelli
(da https://www.affaritaliani.it/coronavirus/covid‐garavelli‐vaccino‐non‐risolutivo‐il‐lockdown‐cosi‐inutile‐729858.html?refresh_ce):
“Ha contribuito a curare centinaia di persone dal Covid in terapia domiciliare, usando la tanto vituperata idrossiclorochina insieme a eparina e cortisone”
Garavelli, come tanti altri medici, consiglia la cura a casa da mesi. E si apre il solito dibattito sull’idrossiclorochina. “Didier Raoult è forse il più grande infettivologo al mondo. Lo sottolineo, il migliore al mondo. Ora, avrà un peso la sua presa di posizione a favore di idrossiclorochina? –commenta il primario.Qui a Novara la abbiamo usata con successo, una mia collaboratrice aveva come compagno di specializzazione il dottor Savarino di cui ho letto i lavori sull’utilità di idrossiclorochina nel trattamento della Sars. All’inizio la davamo a tutti, poi abbiamo raddrizzato il tiro vedendo che funzionava nelle fasi precoci della malattia. Il mio gruppo di lavoro non attende nemmeno l’esito del tampone, perché si perde tempo prezioso: ai primi sintomi diamo Plaquenil monitorando l’andamento della patologia e la saturazione e proseguiamo per sei, dodici giorni. Poi, aggiungiamo eparina e cortisone. Si può utilizzareanche azitromicina, ma per me è meno rilevante. I risultati? Meno del10% dei ricoveri con le persone trattate precocemente.”

È solo una favola. La favola complottista.