La favola dei giocattoli viventi

C’era una volta una notte di luna piena. Nel negozio di giocattoli, il più grande della città, regnava il silenzio più assoluto. Improvvisamente, si sentirono degli impercettibili rumori di tamburo che provenivano da uno scaffale pieno di orsetti di peluche. Era il segnale che tutti attendevano. Subito, la locomotiva di un trenino iniziò a sbuffare “ciuff ciuff” ma smise subito. Seguì un breve silenzio. Allora, l’orsetto col tamburo riprese a suonare più forte guardando verso l’alto perchè qualcuno stava già volando vicino al soffitto, pericolosamente: erano l’Uomo Ragno e Batman che si sfidavano e quasi si scontravano. Era cominciata la notte più bella. Molte giraffe, molti leoni di pezza spalancarono gli occhi ma il buio era ancora fitto e si poteva vedere poco. “Cosa succede?” chiese una scimmietta senza che nessuno le rispose. Una voce forte arrivò dal fondo del negozio: “Ci vuole un faro che illumini anche in alto, vogliamo vedere lo spettacolo!” Una Ferrari a pedali accese i suoi fari ma la luce restò bassa e svegliò nove bamboline che brontolarono coprendosi gli occhi. Fortunatamente, cento candeline si accesero tutte insieme e quel bagliore rallegrò il negozio intero: ora tutti potevano vedere. I palloni da pallacanestro cominciarono a saltare in ordine sparso e quelli da calcio si divertivano a tuffarsi nella rete. Sembrava una festa della sport ma invece era la notte dei giocattoli viventi. Ci fu anche un momento un po’ pericoloso perché tutti gli archi decisero di scagliare le loro frecce verso l’entrata del negozio. Appena finita quella pioggia di saette le automobili radiocomandate iniziarono la sfilata coi loro clacson e ricevettero molti applausi. Ormai nessuno poteva più dormire, la festa era veramente cominciata. Le chitarre elettriche suonavano le loro canzoni preferite accompagnate dalle batterie. Chi voleva, poteva ballare. Il pirata Barbanera scese dalla nave e si fece una bella passeggiata: “Sono stufo di andare per mare, stanotte cercherò una bella automobile per fare delle corse”. L’Uomo Ragno e Batman, nel frattempo, si era seduti a riposare ed ora era il turno di Peter Pan e Superman. Un drago verde, per scherzare, aveva sputato una fiamma lunga e rossa e la famiglia dei quaderni stava bruciando. Il camion di pompieri accorse subito per spegnere l’incendio mentre il drago piagnucolava per la vergogna: “Era solo uno scherzo…” ripeteva. C’era una grande confusione ma la notte dei giocattoli viventi è sempre così: tutti possono fare tutto. L’ultima volta, però, tutte le rane di plastica erano scappate, due biciclette erano andate distrutte in un incidente e molti palloni erano stati bucati, forse dai morsi, forse dalle frecce. Ma a nessuno dei giocattoli importava niente, l’importante era divertirsi, liberi dai padroni del negozio che li obbligavano a stare sempre fermi, immobili e in silenzio assoluto. Ogni anno, la prima notte di luna piena, tutti i giocattoli diventavano vivi. “Chi sei? Come ti chiami?”, molti di loro non si erano mai conosciuti. Ma bisognava far presto perché, alle prime luci dell’alba, tutto sarebbe tornato come prima e per un lungo anno nessuno avrebbe potuto più muoversi, parlare, cantare e volare. E infatti, dopo quelle ore di gioia divertentissima, i primi raggi di luce entrarono da una serranda. L’orsetto col tamburo suonò la ritirata. “Tutti ai loro posti, in fretta!”. L’Uomo Ragno raccolse una bambolina che era scivolata sull’acqua dei pompieri e le automobili radiocomandate fecero salire tutti gli animali che si erano persi. Sbuffavano le locomotive che tornavano tristi alle loro stazioni: “Che peccato, era così bello correre fuori dai binari!”. La confusione era ancora tanta, molte navi di pirati erano ancora vuote. “Presto, fate presto,” urlava l’orsetto col tamburo e batteva sempre più forte, “ricordatevi di pulire i pavimenti dai coriandoli e dalla cera delle candele!”. Era preoccupato, l’orsetto, perché nessuno doveva accorgersi di niente altrimenti quella festa non poteva più ripetersi. “I leoni in fretta nelle loro gabbie, gli autobus nei garage!”. Dopo dieci minuti quasi tutti erano ai loro posti, ordinati, negli scaffali. Due tricicli stavano ancora chiacchierando mentre guadagnavano lentamente le loro posizioni. L’ordine per tutti era di fare finta di dormire, così, all’apertura, il negozio sarebbe sembrato normale. Era quasi tutto a posto. Quasi. Qualcuno si era divertito a costruire delle gigantesche torri di Lego e aveva dimenticato di smontarle! Servivano mani piccole e veloci per fare quel lavoro in pochi minuti. “Chiamate le scimmiette, subito, non c’è tempo da perdere!” Le scimmiette saltarono sulle torri e le smontarono in un battibaleno. Tutti i mattoncini tornarono nelle loro scatole e il pericolo fu scongiurato. Quella mattina, il negozio aprì come tutte le mattine. Tutto era in ordine. Il proprietario trovò solo il pavimento un po’ bagnato vicino allo scaffale dei draghi ma non si insospettì. Un bambino prese in mano il pirata Barbanera e gli sembrò un po’ spettinato ma lo volle lo stesso. I giocattoli erano tornati giocattoli e i bambini erano tornati a comperarli. Come sempre.