La Medaglia Di Cartone

Per chi vuol primeggiare la 'Medaglia di
Cartone' (quarto posto) è la peggior disgrazia
che gli possa capitare. Eugenio Principe aveva
vinto il concorso per l'Ammissione al 73°
Corso Allievi Sottufficiali della Guardia di
Finanza dell'Aquila. Superati brillantemente
gli esami del 1° e del 2° anno aveva indossato
la striscia di Maresciallo. Era stato sempre il
primo del corso ma, con sua grande
sconforto, superati gli esami si trovò relegato
al 4° posto della classifica finale del
Battaglione. Per i suoi colleghi sarebbe stato
un motivo di orgoglio ma non per Eugenio cui
sin da piccolo era stata inculcata l'idea di
essere sempre il primo in ogni campo. Papà
Armando lo consolò 'equipaggiandolo' di una
carta di credito dal budget però limitato.
Altro cadeau l'ultima Alfa Romeo Stelvio
grigio argento metallizzato dallo 'sguardo
corrusco'. "Figlio mio se fosse viva tua povera
madre..." "Papà lasciamo da parte le
tristezze, la mamma sta meglio dove sta, con
tutte quelle corna che le hai piantato!" "Non
essere cattivo col genitore, ecco il libretto di
circolazione della macchina, dentro vi sono
quarantasette cambiali per portare a
termine l'acquisto." Eugenio si immaginava
quella soluzione, suo padre era quello della
filosofia: 'I soldi te li devi guadagnare
altrimenti sono maledetti', con questa
motivazione dimostrava tutta la sua spiccata
spilorceria. Era stata mamma Mecuccia a
'rifornire' l'amato figliolo di grana in banca e
la proprietà di terreni di uve pregiate in quel
di Grotte di Castro in provincia di Viterbo. Da
Roma, casa del genitore a Rimini in vacanza
di per ritemprare 'ciccio' e poi convocazione
al Lido di Ostia per conoscere la destinazione
definitiva: 'Nucleo di Polizia Economico‐
Finanziaria di Ancona', poteva andare peggio,
Eugenio non amava essere trasferito al sud.
Niente addii col padre: con camicetta,
pantaloni corti e scarpe di corda (mese di
agosto) Roma ‐ Ancona erano quattro ore di
auto con le gallerie recentemente in
funzione. Con l'ausilio del GPS satellitare
Eugenio si trovò dinanzi al portone della
caserma in via Paolo Borsellino. Il piantone
della caserma lo guardò dallo spioncino:"Ndò
credi d'annà cò sto siluro?" I Romani sono
peggio dei napoletani, li trovi dappertutto
(pensiero di Eugenio). "A coso datte nà
smossa a rapri sto portone." "Sei puro tu
romano?" "Romano de San Giovanni e
maresciallo puro." "Dù volte benvenuto. Sto
smontando, t'accompagno in foresteria, c'è
, 'n posto libero, te porto la valigia, er baule lo
portamo dopo 'n due." "Mo che me so
sistemato raccontarne 'n po' de pettegolezzi
soprattutto de corna e cose der genere.""C'è
solo da sceje" Giovanni Proietti cominciò dal
comandante maggiore Salvatore Montuori:
statura media, baffi folti, voce rauca dovuta
agli anni di permanenza in istituti di
.istruzione, si scopava Liliana la moglie del
brigadiere Ignazio Ferilli detto 'gnazio la
sventola' per le dimensioni del suo 'dolio'. A
sua volta il brigadiere si 'ripassava' Rosetta la
consorte del maggiore piccola di statura
brutta, ricchissima con una caratteristica
particolare: data la dimensione del naso, in
spiaggia, al Lido del Finanziere, sfoggiava una
'nasca' protetta da carta stagnola per evitare
spiacevoli bruciature, una macchietta! Data
l'assenza sessuale del marito come detto la
dama se la 'faceva 'nfilare' da 'gnazio la
sventola' 'suo magno gusto'. In spiaggia le
due signore ufficialmente ignoravano le loro
reciproche corna e si cercavano a viva voce:
"Liliana‐Rosetta, Rosetta‐Liliana, il duetto era
diventato un mantra per i presenti. La storia
di Isabella Ferilli, la figlia di Ignazio, era
venuta a conoscenza di Giovanni Proietti per
essere lui fidanzato di un'amica di Isabella. La
Isa riceveva istruzioni sessuali da suo padre
per come comportarsi senza problemi col
ricco spasimante erede di una nobile
famiglia. Vincenzo Calabro era osteggiato dai
suoi genitori senza risultato, era innamorato
cotto della fanciulla. Esempio di istruzione
paterna: "non fartelo mettere fra le cosce, è
pericoloso, stai pure attenta se gli fai una
sega, quando lo prendi in bocca attenzione
dove sputi lo sperma. Se vuole ad ogni costo
scoparti ricorda la poesia di Tommaso
Marinetti: 'Noi siam le vergini dai candidi
manti siam rotte di dietro ma sane davanti."
Eugenio istallatosi nel suo ufficio volle come
scrivano il paesano Giovanni Proietti ben
contento di 'togliersi' dal servizio di piantone.
Primo incarico: eseguire una verifica fiscale
ad una ditta di frigoriferi la "Pieralisi' S.p.A.'
corrente a Falconara Superiore. La titolare
Amalia Furlan biondona veneta, vedova,
messa al corrente della presenza in ditta
della Guardia di Finanza quasi svenne,
"Signora se vuole veniamo un'altra volta,
venga al bar così potremo fare conoscenza."
Eugenio ci aveva fatto già un pensierino. La
dama conquistata anche dal fascino romano
si riprese, Eugenio rimandò al pomeriggio
l'inizio della verifica per mettere in grado il
consulente della ditta di coprire eventuali
'magagne' tributarie. In tre a pranzo nel
vicino ristorante 'Berni', tutto a base di
pesce, finale: gelato al caffè specialità della
ditta, conto a carico del proprietario del
ristorante. Ritornati nell'ufficio della ditta
una sorpresa, il consulente della società
Eugenio Dottori introvabile, era stato
sostituito dal giovane dello studio che in
materia tributaria ne 'mangiava' poco.
"Signora, soluzione trovata, inizierò ora la
verifica con l'impostare il 'verbale delle
operazioni compiute', domani è domenica,
per lunedì cerchi di rintracciare il
consulente." "Maresciallo mi farebbe piacere
se lei restasse a casa mia, si trova sopra la
fabbrica..." Come rinunziare ad un chiaro
invito? "Giovanni tu torna in caserma con
l'autobus, lasciami la macchina della
Amministrazione, ci vedremo lunedì mattina,
vieni con la moto targata G. di F., buon week
end." "Buon weekend un cazzo!" bofonchiò
lo scontento finanziere, come dargli torto!
Nel pomeriggio chiacchiere di circostanza ed
ascolto di musica soft, cena al solito
ristorante con conto (molto alleggerito dal
proprietario) a carico del maresciallo. Finale
previsto: Amalia, ormai su di giri in bagno per
'sistemare' la cosina, rientro in camera nuda
(era bionda naturale) e poi mentre il Principe
Eugenio stava a sua volta entrando nella
. : toilette un fracasso proveniente dai
sottostanti locali della fabbrica. La padrona
ed il maresciallo sul ballatoio per rendersi
conto della situazione: uno spettacolo non
previsto: il consulente tributario nell'ufficio
della ditta sommerso dalle carte e tre
dipendenti Valerio Cinti, Ugo Civerchia e
Fabio Fazio (detto coccodè per le sue
propensioni sessuali) a caricare merce su un
grosso camion. "Non è un mezzo della ditta,
stanno rubando la merce stì mascalzoni."
"Sono solo e disarmato, fammi prendere in
mano la situazione." Al telefonino Eugenio
raggiunse Giovanni: "Finalmente ci vuole
tanto a rispondere!" "Ero occupato." Una
voce femminile vicino a lui: "Chi è sto
rompicazzi?" "Il mio capo... che c'è di tanto
urgente!" "Stanno rubando nella fabbrica di
Amalia, sono disarmato, loro sono in quattro,
vestiti in divisa, porta la pistola, la paletta e il
Mab e raggiungimi, ti indicherò la strada col
telefonino." "Il Mab non lo abbiamo da
tempo in dotazione..." "Maledizione, sveglia
l'armiere, fatti consegnare il primo fucile che
ti potrà dare, uno qualsiasi anche una Berta."
"Signor rompicazzi o come diavolo ti chiami
perché non provi a...stavo facendo un
blowjob al tuo collega..." "Senti inglesina, il
pompino glielo farai un'altra volta.." Amalia
nel frattempo aveva indossato una vestaglia,
uscito Eugenio si barricò in casa. Il
maresciallo aveva preso posto sull'auto
deH'Amministrazione e stava seguendo a
debita distanza il camion carico di frigoriferi
per non farsi 'sgamare'. Ci pensò il finanziere
Proietti con la sirena della moto a tutto
volume. Eugenio si fece affiancare da
Giovanni e: "Sparagli alle gomme posteriori,
sarà meno pericoloso per un eventuale
sbandamento."L'ordine ebbe l'effetto voluto,
l'autocarro si fermò al margine destro della
strada, l'autista Valerio Cinti aprì lo sportello
di destra e sparì nella campagna circostante
insieme a 'coccodè' quanto mai impaurito,
Ugo Civerchia non potè fare altrettanto
bloccato dal maresciallo Principe. Due giorni
dopo su un giornale locale apparve l'articolo:
'Brillante Operazione della Guardia di Finanza
‐ Bloccato un automezzo carico di frigoriferi
rubati, indagato anche il consulente
tributario della ditta." Il merito
dell'operazione fu attribuito al maggiore
Montuori che 'aveva pianificato l'intervento'
ed al colonnello comandante che 'aveva dato
le direttive per le operazioni.' (solita
appropriazione indebita di onori.) Cos'è la
'Berta'? Niente di attuale, era un cannone a
lunga gittata con cui i tedeschi bersagliavano
obiettivi francesi ed inglesi durante la prima
guerra mondiale. Nel frattempo erano
accaduti dei fatti che avevano cambiato I vita
delle famiglie Ferilli e Calabro quella del
fidanzato di Isabella. Il 'pater familias' di
quest'ultima via telefono pregò Gnazio di
raggiungerlo nel suo ufficio di import‐export
per un colloquio riservato. "Signor Ferilli,
grazie per aver accettato il mio invito.
Sicuramente conosce il legame fra mio figlio
e sua figlia, nel frattempo si è creata una
nuova situazione fra me ed un lontano
parente da tempo residente a Vancouver in
Canada dove ha fatto fortuna. Louis non
vuole lasciare i suoi beni ai parenti della
moglie canadese con cui non è in buoni
rapporti, mi ha chiesto se sono favorevole al
matrimonio di sua figlia Isabella con il suo
Vincenzo, ci sono di mezzo molti soldi." "lo
ce ci guadagno?" "Un sei zeri con davanti un
uno che ne dice?" Gnazio si fece più audace:
"E se davanti ci mettiamo un due?" "Non le
pare di esagerare? Facciamo uno virgola
cinque, se lei è d'accordo farò imbarcare mia
moglie e mio figlio sul primo aereo per
Vancouver, mia dia l'IBAN della sua banca,
good luck agli sposi!" A casa: "Liliana ed
Isabella novità, Sergio Calaabrò manderà il
figlio Vicncenzo in Canada per sposare una
lontana parente molto ricca, a noi
giungeranno nelle tasche un milione e mezzo
di Curo, domani darò le dimissioni dalla
Guardia di Finanza, brindiamo col pro‐secco
della signora veneta Amalia Furlan,
acquisterò una DS rosso fuoco per far invidia
a quei quattro morti di fame dei nostri
parenti in Puglia." Commenti dei paesani:
"Questo stronzo con la divisa della Finanza
ha fatto i soldi sicuramente rubando..." proprio...