La Piú Bella

“Come la immagini la donna più bella con cui potresti far conoscenza, hai un’idea precisa?” Alberto era rimasto sorpreso dalla domanda del suo amico e collega Franco, ambedue marescialli delle Fiamme Gialle, si trovavano ai piedi di una nave da crociera nel porto di Messina con una scaletta poggiata sul molo dalla quale dovevano scendere i passeggeri che andavano a visitare le locali bellezze artistiche o per imbarcarsi su di un pullman per andare a visitare Taormina. “Non so come ti è venuta in testa stá domanda, per puro esercizio di fantasia te la descrivo: altezza circa un metro e settantacinque, capelli castani lunghi sino alla vita, occhi grandi e di color verde chiaro, piccolo naso all’insù, bocca invitante con labbra non eccessivamente grosse, collo alla Modigliani, seno non più della misura tre, vita stretta, pancino piatto, gambe chilometriche, piedi da far impazzire un feticista, ti basta?” “E come personalità?” “Hai ragione, la cosa più  importante: sorridente, sicura di sé, con notevole spirito dello humour.” “Insomma una statua vivente descritta da Prassitele.” “Ecco, bravo ora torniamo con piedi a terra e controlliamo i passeggeri, c’è sempre qualcuno che vuole fare il furbo vendendo provviste di bordo soprattutto stecche di sigarette.” Nessuna faccia sospetta, visi da padri di famiglia con moglie e pargoli al seguito, giovin pulselle non particolarmente avvenenti, vecchie signore che spendevano i soldi della liquidazione sperando di trovare qualche giovane squattrinato a cui riempire le tasche per poi farsi ripagare sessualmente. Per ultimo  un ‘boom’: una ragazza favolosa seguita sulla scaletta da un gruppo di ragazzotti allupati che le facevano da scorta. Alberto non si fece sfuggire l’occasione e mostrando la tessera di appartenente alla G. di F: “Signorina la prego di seguirci in caserma.” Il reparto era abbastanza vicino al porto, i ragazzi non furono fatti entrare, il portone fu loro chiuso in faccia e: “Signorina per favore i suoi documenti.” “Je suis Marianne Montfort, sono francese ma parlo anche italiano come mia madre che era di Roma.” “Bene una mia paesana, “andiamo al nostro bar non è eccezionale ma almeno eviteremo quella moltitudine di ragazzotti che la stavano importunando, io sono Alberto Sassoli e questo è il mio collega Franco Iannello, le consiglierei un Campari soda che io amo ma se lei preferisce un’altra bevanda…” “Va bien le Campari soda, anch’io l’amo.” A Paolo, l’appuntato barista gli occhi erano usciti dalle orbite, sbagliando aveva preso dal frigo tre Aperol.” “Paolo ti sei imbranato, vogliamo tre Campari soda.” “Qu’est il arrivé” “Le barman était confus par votre beauté.” “Maresciallo che le ha detto alla signorina?” “Che sei ricchione, il conto è spese tue bello di papà!” Finito l’aperitivo Albertone ne pensò una delle sue: rimorchiare la baby, farle interrompere la crociera e portarla…dove la ragazza preferiva. A questa proposta  Marianne all’inizio rimase perplessa poi: “Mi fido perché so che sei della Polizia o cosa del genere, andiamo a prendere i miei bagagli. Alberto andò nell’autorimessa dove sostava la sua Jaguar X type acquistata con i quattrini avuti in eredità dalla defunta zia Giovanna, fece salire a bordo la ragazza e suonò il clacson per farsi aprire la porta carraia dove il piantone Nando, suo paesano romano s’era fatto uscire anche lui gli occhi dalle orbite: “Nando aribbutta dentro l’occhi sennò resti cecato, apri sta porta!” Marianne salì sulla scaletta della nave, chiese ad un addetto di portarle le due sue valige, lasciò ad un ufficiale di bordo il suo biglietto della nave e sorridendo riprese posto sulla Jaguar. “Dove siamo diretti a Taormina?” Alberto se la pensò, a Taormina avrebbe trovato la solita confusione di turisti che lui non amava, pensò ad un’altra soluzione: “C’è il padre di un mio amico defunto che ha una villetta a Scaletta Zanclea vicino al mare, sicuramente gli farebbe piacere avere la nostra compagnia.” “Vada per questa Sca…insomma dove vuoi tu.” Marianne curiosa stava giocando con i tasti del cruscotto, ad un certo punto apparve un programma televisivo: “Accidenti a bordo hai anche la TV, sei tutta una sorpresa!” La situazione si faceva interessante, Alberto imboccò la litoranea sino a giungere a Scaletta Zanclea, seconda strada  a sinistra  dove erano ubicate varie ville, quella del dottor Antonelli era la più vicina al mare. Due cani doberman erano fermi dinanzi al cancello, non abbaiavano sono il loro sguardo era poco rassicurante. Alberto suonò al video citofono, non aveva avvertito il dottore della sua venuta, ebbe un’accoglienza festosa: “Chi l’avrebbe mai immaginato, scendo subito.” Il dottor Antonelli richiamò l’attenzione dei due doberman: “Questi due sono amici miei, andate a cuccia!” I due cani sparirono dalla circolazione, Alberto posteggiò dinanzi all’ingresso della villa, abbracci col dottore: “Complimenti per la signorina, hai sempre avuto buon gusto in fatto di donne!” “Marianne è italo‐francese, era a bordo di una nave di crociera, dietro mia richiesta ha preferito visitare la terra italica!” “Sei il solito furbacchione, entra, sistematevi nella camera degli ospiti.” Tutto di gran lusso e di buon gusto, si vedeva la mano di una donna. Marianne sistemò nei cassetti di un armoir parte della sua biancheria e in un armadio i suoi vestiti, si sentiva come a casa sua tanto è vero che uscì dalla doccia col solo accappatoio che aveva trovato, color nero, asciugatasi lo fece cadere a terra rimanendo nuda, per lei una situazione normale, per Alberto decisamente meno. “Per fortuna non ho problemi al cuore…” “Sei fidanzato?” “No intendevo in altro senso.” Marianne o faceva la tonta o veramente pensava che presentarsi nuda fosse una cosa naturale non pensando che effetti poteva suscitare su un uomo…”Mai vista una donna nuda?” “Dì la verità mi prendi per il culo?” “Non capisco questa frase in italiano, traducila in francese.” “Est‐ce que tu me pisse,  moquer.” “Mais non, je te ne pisse pas, sono stanca di uomini che mi girano intorno li trovo infantili, sciocchi, sprovveduti. Il problema è un altro, mia madre Adrienne è fuggita da casa con un ragazzo portando con sé un bel po’ di denaro…Ora bando alle tristezze, andiamo a trovare il padrone di casa.” “Ragazzi ho chiesto ala cuoca Rosaria di prepararci una cena speciale per festeggiare il vostro arrivo, il marito, tutto fare ha portato a tavola i più bei fiori colti dal mio giardino, un pò di allegria, vi vedo col muso lungo…” La cena era deliziosa, tutto a base di pesce locale, freschissimo, la cuoca fu chiamata per ricevere i complimenti dei tre, si era commossa. Durante la cena Gaetano volle fare un esperimento: “Prendete una porzione di pesce e buttatela a terra vicino ai due cani, guardate quello che succede. Argo e Dingo non accettarono il dono, guardavano il padrone, dopo che Gaetano li autorizzò presero a mangiare. “Ho addestrato i miei cani a non abbaiare e soprattutto a non accettare cibo da estranei, nelle ville vicine ci sono stati molti furti ed i proprietari oltre a subire un danno economico sono stati pure picchiati, Argo e Dingo sono sempre di guardia.” Una passeggiata digestiva per le vie del paese, ad ogni piè sospinto il signor Antonelli riceveva i saluti rispettosi dei paesani. “Commendatore i nostri ossequi!” “Vedo che lei è benvoluto.” “Quando posso aiuto i più poveri ed anche gli ammalati, la vita dei pescatori è veramente dura. Proseguite voi la passeggiata, vi lascio soli…beata Juventus, non la squadra!” Alberto e Marianne andarono sulla spiaggia illuminata dalla luna, un paesaggio romantico che portò la ragazza ad abbracciare il suo pigmalione. “Che succede ti sei convertita ai maschietti?” “Quando me la sentirò ti dirò quello che mi è successo, per ora accontentati di un abbraccio.” Nella stanza degli ospiti i due unirono i due letti, ambedue in pigiama, di seta lei di cotone lui, vicini ma non tanto da….”Beaux rêves…” Sogni d’oro un par di balle…ciccio sentendo odore di…non voleva andare a ciuccia ovviamente impedendo ad Alberto di addormentarsi fin quando capì che ‘non c’era trippa pè gatti’. Alberto era ancora ad occhi chiusi quando un bacio delicato sulle labbra lo fece ritornare su questo mondo. “Ben sveglio amore mio.” Alberto annuì, la speme è l’ultima dea, il Foscolo non era stato ottimista…Colazione abbondante,  Gaetano pensava che i due avessero bisogno di rifocillarsi dopo una notte…quando mai bianca che più bianca non si può nemmeno col candeggio, vecchia battuta di Carosello. Dopo colazione il commendatore in giro per i fatti suoi, i due sulla spiaggia, Alberto supino, Marianne prona vicino a lui. “ “Avevo giurato eterno odio ai maschi, ho cambiato idea quando ti ho visto per la prima volta anche se non volevo…” “Va bene sono un conquistatore di donne a getto continuo come scriveva Trilussa un poeta romano.” “Voglio raccontarti quello che mi è accaduto, sono insegnante elementare a Parisi, ero diciamo in buoni rapporti con un mio collega che non ho voglia nemmeno di nominare. Una mattina ho voluto fare una sorpresa al mio fidanzato che si era dato ammalato per non andare a scuola; sono entrata a casa sua  non facendo rumore, aperta la porta della camera da letto…uno spettacolo degno di Sodoma e Gomorra, il mio…si faceva inculare da un altro uomo…Ho richiuso la porta, sul corridoio ho vomitato pure l’anima, sono scesa in strada, mi sono seduta su una panchina, non riuscivo a camminare. Una signora in macchina  mi ha notato, è scesa dall’auto mi ha chiesto l’indirizzo di casa mia e mi ha accompagnato sino al portone dove il portiere mi ha accolto portandomi sino al mio appartamento. I miei erano fuori. Ritornando a casa furono informati dal portiere del mio stato, fu chiamato un medico che mi diede un calmante, dormii sino al mattino successivo ma ancora ho negli occhi…da quel momento…” “Mi sono scoperto consolatore di donne in crisi, metterò su un’agenzia…” Marianne sorrise, Alberto era riuscito nel suo intento. “Prendo la Jaguar ed andiamo a Taormina, ho bisogno di un bagno di folla…ed anche di qualcos’altro.” Quel qualcos’altro te lo devi guadagnare!” Eccellente granita al limone con brioches al bar sulla piazzetta, lunga passeggiata sino all’ora di pranzo. I due scovarono una ‘taverna’ modesta ma accogliente, il padrone: “Sono Alfio, catanese, vedo che siete affamati, aspettatevi qualcosa di molto sfizioso.” E così fu, a tavola Marianne si accorse dell’alzata di ‘ciccio’ e si fece una gran risata, buon segno! Ritornati a Scaletta Zanclea Alberto prese congedo da Gaetano per rientrare a casa sua a Messina, voleva che la prima notte…E così fu, Marianne si abbandonò completamente al suo novello amante il quale non si risparmiò tanto che la mattina dopo: “Cavolo ho la cosina tutta arrossata!” “Forse per la vergogna!” “Quale vergogna, me l’hai distrutta, bel maialone…” Marianne rimase per sempre a Messina, in un scuola privata ebbe l’incarico di insegnante di francese e dopo qualche mese sfornò un italo‐francese con tanto di pisellone, tutto suo padre!