La Ricchezza e la Fama - 2° parte

INIZIO SECONDA PARTE ‐ PER LEGGERE LA PRIMA PARTE RECARSI SULLA PAGINA PERSONALE DI APHORISM DELL'AUTORE E SELEZIONARLA TRA I VARI RACCONTI DISPONIBILI PER LA LETTURA.

Non passava giorno che Chanel non ricevesse in chat o tramite commenti sui social dei ringraziamenti da parte delle tante “amiche” alle quali aveva definitivamente cambiato la vita. “Pensavo di non avere chance con gli uomini, che mi hanno sempre utilizzata e presa in giro, ma da quando ho utilizzato il metodo di Chanel sono riuscita a essere io quella che li prendeva in giro e li utilizzava, e ho finalmente coronato il mio sogno di non lavorare più e farmi mantenere da un uomo ricco!”, “Prima stavo notte e giorno a studiare per la laurea. Non mi si cagava nessun ragazzo...ero una secchiona e sfigata senza nemmeno un migliaio di follower su IG....ero disperata! Poi però grazie a Chanel ho riscoperto la mia femminilità e sono diventata una vera bambola in grado di far perdere la testa a qualsiasi ragazzo, anche a quelli fidanzati, che ora mi riempiono di regali e attenzioni!” e tanti altri commenti di questo tipo erano all’ordine del giorno sui social network della signorina Cazzaniga. Finchè però un bel giorno accadde qualcosa che ella non si sarebbe mai immaginata potesse accadere: il suo account Instagram fu hackerato da un team di hacker denominato “Fronte di liberazione dalle donne stronze e spendaccione” che utilizzarono l’account della signorina Cazzaniga per postare e diffondere messaggi altamente misogini, maschilisti, patriarcali e offensivi nei confronti delle donne, del tipo “Le donne dovrebbero stare a casa a cucinare e a scopare. E la seconda cosa in entrambi i sensi”, “Voi ragazze pensate di essere tutte bellissime e che tutti gli uomini vi vogliono. Anche se uno vi dice ciao pensate subito che ci voglia provare con voi...vi accimentate da sole”, “Meglio una scimmia che una donna al volante” e via dicendo, il che portò inevitabilmente a un vasto numero di critiche da parte di queste ultime, nonchè a una conseguente ingente perdita di follower. Chanel riuscì tuttavia a riconquistare il suo account dopo qualche giorno e come prima cosa pubblicò una storia in cui evidenziava che il suo account era stato hackerato e che pertanto non era da ritenere responsabile per i messaggi di odio precedentemente postati. Si era però risparmiata di ammettere di essere responsabile di altri messaggi, che molto prima di diventare famosa aveva diffuso in delle storie, e in cui definiva gli uomini come “Esseri un po’ tutti gay che amano prenderlo in quel posto, e che proprio perchè più o meno gay non sanno più corteggiare le donne”; e come se non bastasse aggiungeva anche che: “Di casi umani ce ne sono tanti...ma gli uomini che vanno a trans perchè insoddisfatti delle donne battono tutti!!! Avanti gente, il circo è servito! Come se una donna fosse insoddisfatta dalle dimensioni di un uomo e allora se la facesse con un mulo!”. Queste storie, presenti nel relativo archivio del suo account, erano state però scaricate dagli hacker a seguito dell’hackeraggio dello stesso, ed erano poi state diffuse online al fine di screditare l’immagine pubblica della signorina Cazzaniga. Quest’ultima, dal canto suo, cercò di tenere a bada il polverone mediatico che si era intanto creato tentando di minimizzare la questione e definendole delle “semplici battute di spirito che non volevano e non vogliono offendere nessuno/a”. Ma purtroppo per lei lo scandalo che si era creato era troppo grave, poichè la comunità LGBTQIA+ – che evidentemente riteneva di essere stata paragonata a una sorta di circo e/o a degli equini – si era dichiarata pubblicamente parte lesa per queste sue esternazioni e conseguentemente aveva messo su una vera e propria macchina del fango nei suoi confronti, che la portò a perdere tutto il prestigio (e i follower) di cui godeva in precedenza. Di conseguenza le ricadute si verificarono anche sul piano finanziario poichè dopo essere stata sputtanata pubblicamente non aveva più tutta quella clientela su cui poteva contare prima. Come extrema ratio mise in atto pure un tentativo televisivo per salvarsi la faccia, e quindi, come ospite in una nota trasmissione televisiva, tentava di spiegare al pubblico e a Barbarella la conduttrice di non avere colpa alcuna, che quanto da lei affermato fosse stato travisato e che in ogni caso ci sono influencer che dicono cose ben più gravi delle sue. Ma Barbarella le rispose: “Certo, Chanel, è vero che ci sono influencer che sbagliano...d’altra parte noi influencer siamo esseri umani e possiamo commettere errori come tutti gli altri! Ci sono influencer che si vantano di non pagare le tasse, di tradire la partner, oppure che bestemmiano e che dicono cose del tipo la Madonna fa i...puntini, puntini..”. “Ah, quindi si limitano a dire che fa i puntini, puntini” ribattè Chanel, “Io pensavo dicessero che facesse i po...”, “Sì, sì, anche quello...oltre, ovviamente, ai puntini!” la interruppe Barbarella, la quale, dopo aver diligentemente illustrato ai telespettatori e agli spettatori in studio, senza entrare nel dettaglio, cosa questi influencer sostenessero facesse la Madonna, sentenziò che in definitiva non era comunque “Nulla di così grave e riprovevole come offendere la comunità LGBTQIA+!”. E con questa frase, detta peraltro con tono enfatico da una influencer più influencer di lei, il destino mediatico della signorina Cazzaniga fu segnato. Se infatti una personalità di spicco dello show business come Barbarella la conduttrice aveva condannato pubblicamente la signorina Cazzaniga, allora tale sentenza non poteva che essere accettata e rispettata, al pari di una emessa dalle sezioni unite della Cassazione. Chanel, oramai ridotta e essere una reietta della società in quanto accusata di omofobia, andò presto nel panico. Addirittura dovette chiudere i suoi account social, che erano intanto stati presi di mira dalla comunità LGBTQIA+, che pertanto le scrivevano messaggi del tipo: “Per cose molto meno gravi c’è gente che sta in galera...mentre tu ancora in libertà! Una sola parola: VERGOGNA!!!”, “Fai schifo come influencer e fai schifo come persona! Non dovresti nemmeno uscire di casa dopo quello che hai detto!”, eccetera, eccetera. Chanel chiamò dunque il diavolo, accusandolo di non aver rispettato i patti, perchè sul contratto di cessione di anima era scritto che lui si sarebbe impegnato a farla diventare ricca e famosa, ma ora si ritrovava senza clienti e senza follower. Il diavolo però le rispose: “Ma infatti io ho fatto ciò che era scritto sul contratto: ti ho fatta diventare ricca e famosa”. “Ma ora non lo sono più, cazzo!” ribattè la signorina Cazzaniga, irata. “Ma sul contratto per caso c’era scritto che saresti rimasta per sempre ricca e famosa? Mi pare di no...”. Chanel, rendendosi conto di essere stata raggirata dal diavolo, e non sapendo nello specifico cos’altro fare o dire, lo minacciò con un inflazionato: “Ti denuncio!”. Ma il diavolo, che dal canto suo evidentemente non provava tanto timore nei confronti della legge (peraltro italiana), le rispose: “Questo è un tuo diritto e se vuoi puoi benissimo farlo, ma a prescindere dal fatto che sicuramente non potrai vincere una causa contro il diavolo – considerato anche che nessuno c’è mai riuscito – e pur nell’ipotesi, che non si verificherà mai, che tu la possa vincere, con i tempi che ci sono in Italia per arrivare a sentenza, in primo, secondo e terzo grado, ci vorranno non meno di 10 anni per ottenere giustizia. Di conseguenza, anche nella fantomatica ipotesi che tu la ottenessi, potresti (ri)diventare ricca e famosa solo quando oramai sarai diventata una milf con le rughe, la cellulite e pure le tette calate”. In seguito a parole così dotte e sagge, la signorina Cazzaniga non potè che rispondergli con altrettante dotte e sagge parole: “Sei uno stronzo! Sei un grandissimo bastardo pervertito come tutti gli altri! Non ti permettere più di chiamarmi o di scrivermi! Da oggi è finita...non mi vedrai, nè sentirai mai più!”, dunque chiuse la chiamata e, non soddisfatta, lo bloccò pure. A quel punto la povera Chanel, oramai priva sia della ricchezza sia della fama, si sentiva come una bambina orfana sia del padre sia della madre. “Ridotta come sono, solo un miracolo mi può salvare!” esclamò esasperata. Tale sfogo, però, era stato comunque sentito da Alexa, che dunque propose nei successivi Google ads diretti allo smartphone di Chanel delle pubblicità relative ai miracoli, tra cui figurava anche quella del canale YouTube Un miracolo al giorno con S. Ciro da Decentraland, in cui ella si imbattè avendone conquistata la curiosità. Ed ecco che s. Ciro da Decentraland le appariva in tutta la sua incommensurabile santità, intento a compiere i miracoli della moltiplicazione dei disabili e dei minori a carico negli isee e della trasformazione delle fidelity card in carte del reddito di cittadinanza precaricate di 1000 € l’una. Folgorata da sì tanta santità, la signorina Cazzaniga non esitò a visitare il sito di S. Ciro e a compilare il form denominato “Richiedi il tuo miracolo personalizzato a S. Ciro!”. Una volta provveduto a inserire i suoi dati anagrafici e di contatto, nonchè una descrizione dettagliata dello stato di disagio in cui si trovava e la conseguente richiesta di miracolo ad personam, Chanel attese pazientemente di essere ricontattata. Le arrivò dunque una mail in cui le veniva fissato un appuntamento con S. Ciro presso il suo ufficio di Napoli, città in cui ella conseguentemente si trasferì sia al fine di potersi recare a colloquio con il santo, sia poichè oramai le risultava difficile pagare l’affitto in una città come Milano. S. Ciro, una volta incontrata Chanel, le disse che però la sua situazione era proprio disperata, e che in ogni caso se le poteva anche scordare cose come la ricchezza e la fama, a maggior ragione in quanto, dopo tutto il polverone che si era sollevato, risultava tecnicamente impossibile poterne riabilitare l’immagine pubblica. E ciò per lui non era nemmeno conveniente, in quanto: “S’i’ facessi ‘na cosa talmente pazza, ma talmente pazza, da difenderti pubblicamente e cercarti di farti tornare a essere apprezzata dalla gente, rischierei di finire accusato anch’io di essere omofobo, dato che va difendendo un’omofoba come te! E per me sarebbe la fine!” le spiegò s. Ciro. E siccome Chanel non demordeva nella sua pretesa che questi le riabilitasse la fama e la ricchezza di cui godeva in precedenza, S. Ciro le spiegò che però si doveva pur accontentare. D’altra parte, anche se si diventa ricchi e famosi, le spiegò, non si può pretendere di esserlo per sempre. E per avallare la sua tesi, le fece l’esempio di tutti gli innumerevoli concorrenti di reality o tronisti che si erano succeduti in TV, i quali dopo aver cavalcato la cresta dell’onda erano però caduti nel dimenticatoio. “Quanti followèrs pò tenè o’ scornacchiato di concorrente d’o’ Grande Fratello 2008? Quanta gente è accosì fisionomista da arcunoscerlo pe’ strada e fermarlo pe’ farcisi na’ foto? E quanti soldi po’ fa nà celebrità se nun ci sta nisciuno che manco lo arcunosce?” le chiese, retoricamente, S. Ciro, il quale riuscì quantomeno a far accettare a Chanel che non vi sarebbe stato modo alcuno di farle rivivere i fasti di un tempo. Ciononostante la signorina Cazzaniga reclamava comunque il suo miracolo a S. Ciro, il quale, per prima cosa, le chiese a quanto ammontava il suo isee, senza sapere, però, che quella sciagurata di Chanel l’isee non ce l’aveva nemmeno e mai l’aveva avuto. A quel punto, il povero S. Ciro si mise le mani nei capelli e si lamentò che: “’sti cazz’ di milanesi so’ accosì sciagurati da non tene’ manco o’ isee! Maronna! Ma come facìt’ a campa’ n’coppa e’ spalle d’o’ stato senza isee?!”. S. Ciro aveva proprio perso la pazienza, e addirittura era giunto al punto di voler cacciare Chanel imprecando cose del tipo “Mannaggia a quella chiavica di Garibaldi! Se ci stava ancora o’ re a Napul’ ‘sti milanesi non venivano ca’ a farci perde o’ tiempo!”, ma la signorina Cazzaniga, che di uomini si intendeva, recitò la parte della ragazza bella e scema, che non capiva quello che faceva, tentando di suscitare tenerezza ed empatia nei confronti di S. Ciro, il quale alla fine si calmò e decise di venirle incontro concedendole un miracolo per cui non era richiesta la presentazione dell’isee. Fece dunque apparire una carrozzella nella stanza e invitò la signorina Cazzaniga a eseguire quanto le avrebbe detto, dal momento che stava per effettuare il miracolo del giorno proprio per lei. Di conseguenza pronunziò le seguenti solenni parole: “Tu che cammini, orsù, siediti n’coppa a’ carruzziella. E ora che sei lì seduta...MIRACOLO! Non ti alzerai più dalla carruzziella! Tu che prima camminavi, ora nun cammini chiu’! E così otterrai e’ privilegi contenuti inn’ e’ leggi cientoquattro e cinquecientotto, compresa a’ pensione d’invalidità e indennità varie!”. Dopodichè illustrò a Chanel le modalità e la burocrazia necessarie affinchè le fosse possibile ottenere tali sussidi a cui aveva accennato prima. La signorina Cazzaniga fu molto contenta e grata verso il santo per quanto le aveva fatto e si adoperò fin da subito per seguire le indicazioni di S. Ciro e iniziare la sua nuova vita partenopea, fatta non di lavoro, non di fama e successo, bensì di trovate per campare a spese dello stato. D’altra parte le sembrava giusto che non avendo trovato un uomo che la campasse, le fosse dovuto quantomeno che la campasse lo stato. Perchè in fin dei conti qualcuno o qualcosa la doveva pur sempre campare. E dopo aver effettuato tutto l’iter burocratico richiesto per ottenere i sussidi, gli incentivi e quant’altro lo stato le potesse offrire, tornò da S. Ciro dicendogli che arrivata a quel punto non le occorreva più essere disabile, dal momento che tutti i diritti collegati a tale stato civile li aveva già richiesti e li avrebbe ottenuti dato che le relative pratiche le aveva portate a termine; pertanto gli chiedeva testualmente di effettuare un successivo miracolo che la facesse tornare a camminare. S. Ciro, però, le spiegò che poteva portare a termine al massimo un miracolo al giorno, e che per ragioni di giustizia e di equità sociale non poteva fare due miracoli alla stessa persona in così poco tempo, data tra l’altro tutta la moltitudine di richieste di miracoli che ancora doveva soddisfare. Le chiese pertanto di attendere e di pazientare, aggiungendo poi che a ogni modo la sua condizione di disabile le poteva ancora risultare d’aiuto al fine di trovare un lavoro più facilmente in quanto il suo nominativo poteva ora essere compreso tra le categorie protette. “Un lavoro?! Ma non ci penso nemmeno!” esclamò Chanel, la quale si era così abituata, durante il periodo di fama e ricchezza che aveva vissuto, a non fare nulla di veramente pesante al punto che di un lavoro vero non ne voleva assolutamente sentir parlare. E aggiunse anche che: “Io sono sprecata per lavorare in una città come Napoli! Se volevo lavorare allora rimanevo a Milano! E poi ho delle difficoltà a lavorare qui...non conosco ancora bene la lingua!”. S. Ciro allora pensò inizialmente di farla breve e dirle che si sarebbe dovuta mettere l’anima in pace (infatti lei non gli aveva assolutamente accennato al fatto di averla ceduta al diavolo) e decidere tra lo scegliere se campare solo con la pensione d’invalidità o trovarsi un lavoro qualsiasi, punto e basta. Poi, però, ebbe un’illuminazione: se l’avesse convinta a lavorare per lui, ne avrebbe tratto vantaggio, eccome. Infatti avrebbe potuto ottenere dei vantaggi derivanti dal fatto di assumere una persona iscritta alle categorie protette, ci sarebbe poi stato anche un ritorno d’immagine in quanto era di bella presenza, avrebbe fatto chic per un napoletano avere una dipendente milanese, sarebbe stato altresì un bel gesto da un punto di vista sociale (e cioè il fatto in sè di assumere una disabile) e infine, facendole fare la segretaria, avrebbe potuto anche fare una preselezione tra tutti i disperati che gli chiedevano miracoli, poichè molti di questi si recavano proprio direttamente nella sede dell’agenzia di miracoli di S. Ciro al fine di richiederglieli e pretenderli – e S. Ciro, essendo appunto un santo, non poteva nemmeno togliersi la soddisfazione di cacciarli a calci in culo – e dunque il dover interloquire con una segretaria del nord che capiva a stento il napoletano avrebbe potuto indurli a desistere dalla loro insistenza proprio a causa dei suddetti limiti linguistici. Insomma, per farla breve utilizzò con Chanel il bastone e la carota, e se da un lato le fece capire che un lavoro lo doveva pur sempre trovare, dall’altro le disse che avrebbe potuto lavorare per sè come sua segretaria, che l’avrebbe retribuita ben al di sopra di una semplice segretaria “terrona” e che in ogni caso per lei sarebbe stato molto più semplice di quanto credesse, giacchè aveva già avuto modo di fare un lavoro simile, a contatto con il pubblico, in qualità di operatrice di call center. Alla fine la signorina Cazzaniga accettò, ma soprattutto per tenersi buono S. Ciro, il quale le avrebbe dovuto, prima o poi, fare il successivo miracolo. Questo lavoro fu comunque terapeutico per Chanel, la quale, venendo a contatto con un’umanità derelitta quale era quella che chiedeva i miracoli a S. Ciro, giunse alla conclusione che c’era tant(issim)a gente che stava molto peggio di lei. Inoltre, essendo presa dal lavoro e dalla sua condizione di disabilità, si sopì pian piano la sua smania di (RI)DIVENTARE RICCA E FAMOSA!!!!!!!!!! Ma non senza ricadute. Fu così che un bel giorno, facendo leva sulle sue capacità comunicative e le sue conoscenze della psicologia maschile, cercò dunque di convincere S. Ciro a farsi dare un anticipo sul TFR. Ma il santo, facendo leva sulla sua dialettica partenopea e le sue conoscenze di psicologia delle vendite, le rispose: “Chanè, fammi capì nu’ poco, ma quanti miracoli vu’?! T’agg fatt’ diventà disabile, poi t’agg fa diventà e’ gambe sane n’atra vota, e da pù t’agg pure dà l’anticipo n’coppa o’ TFR? Ma pe’ chi m’hai preso? Pe’ nu’ santo o nu’ genio d’a’ lampada, ch’esaudisce e’ tre desideri?!?”. A quel punto la signorina Cazzaniga passò al piano B e quindi ricontattò il diavolo dicendogli che gli avrebbe potuto cedere un’altra anima in cambio di una cospicua somma di denaro da parte sua, poichè si era stufata di lavorare come segretaria di S. Ciro e avere a che fare con una stuola di pezzenti scappati di casa che ogni giorno piangevano miseria per ottenere una qualche sorta di miracolo. Il diavolo, chiaramente, le chiese a chi potesse appartenere quest’altra anima, e Chanel le rispose: “Tu sai bene che sono una ragazza in età fertile e potrei anche avere un figlio un giorno. Bè, io ti propongo l’anima del mio eventuale figlio in cambio di...allora, per l’anima di mio figlio potrei chiedere veramente tanto, perchè un figlio è sempre un figlio e [bla, bla, bla], MA SOLO PER OGGI TI VENDO L’ANIMA DI MIO FIGLIO PER UN SOLO MILIONE DI EURO! Sì, hai capito bene! Solo un semplice milione e l’anima sarà per sempre e totalmente tua! Nessun’altra donna al mondo offrirebbe l’anima del proprio figlio a un prezzo così conveniente! Cosa aspetti!? Non correre il rischio di perdere questa formidabile offerta a te dedicata, perchè è valida SOLO PER OGGI!!!”. “Ok, allora ci sentiamo domani”. “Ma come...stai rifiutando questa favolosa e imperdibile offerta?!”. “Sì, perchè è ridicolo pagare un intero milione di euro per l’anima di un bambino che tra l’altro nessuno mi assicura se nascerà o meno. Si tratta di un’operazione troppo rischiosa”. “E quanto saresti disposto a rischia...ehm, a spendere?”. “Al massimo 100000 €. Ma più che altro per la soddisfazione di fare dispetto a un santo e fargli perdere la segretaria”. “Ok, allora, vada per questa cifra”. “Allora facciamo 50000”. “Coooosa?!?”. “Se accetti anche una cifra pari a un decimo di quanto chiedevi da principio, allora con molta probabilità ne accetteresti pure un ventesimo”. “Ma lo sai che sei un grandissimo stronzo, bastardo, pe...”. “Sì, sì, lo so, lo so, me l’hai già detto. E mi meraviglio che ti stupisca ancora dato che sai bene che sono il diavolo e mi conosci già a sufficienza”. “Allora facciamo 50000, ma non un euro in meno, intesi??”. “Sì, però come dicevo solo l’anima di un ipotetico bambino è troppo poco. Voglio anche i diritti per poter utilizzare le tue sembianze e la tua identità. Ora che sei diventata un cattivo esempio per la società mi possono fare comodo”. “Va bene, ma tutto ciò lo facciamo con un contratto che fornirò io, così potrò stare tranquilla, perchè con quello dell’altra volta mi hai fregata!”. La signorina Cazzaniga si fece quindi predisporre questo secondo contratto da un avvocato partenopeo – un tale che, si diceva, ne sapesse una più del diavolo – che aveva conosciuto per mezzo del suo nuovo lavoro. Avendogli ben illustrato che il diavolo già l’aveva fregata una volta, a maggior ragione il legale decise di inserire la clausola risolutiva espressa, rassicurando Chanel che laddove il maligno non avesse adempiuto agli obblighi contrattuali, a causa di questa clausola il contratto si sarebbe sciolto di diritto ed ella non avrebbe più avuto alcun obbligo nei suoi confronti. Ciò che però non era stato ben chiarito sul contratto di cessione di anima tramite future o derivati erano le modalità di pagamento, che pertanto erano a completa discrezione del diavolo, il quale pensò bene di accreditare l’importo dovuto a Chanel sotto forma di card del reddito di cittadinanza, con tanto di marchio della bestia sopra impresso. Una volta arrivata per posta tale card al suo nuovo indirizzo, la signorina Cazzaniga era diventata a tutti gli effetti una semplice percettrice di reddito di cittadinanza come tante altre le quali affollavano il pittoresco rione in cui viveva. E al pari di esse, conduceva la stessa anonima vita da persona qualsiasi, una tra tante. Ma ogniqualvolta la sua giornata giungeva al termine, la notte sognava i bei tempi andati, in cui era fatalmente DIVENTATA RICCA E FAMOSA!!!!!!!!!!!!!!!!

Dott. Eugenio Flajani Galli
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