La Semivergine

Il giorno precedente il dottor Virginio Pillitteri, ginecologo con studio in via del Fante a Roma aveva ricevuto una telefonata da parte di una signora, nulla al di fuori dell’ordinario data la sua professione solo che la dama si era dimostrata reticente. “Signora io sono a disposizione delle clienti, se non vuole incontrare nessuno in sala d’aspetto venga domani alle tredici. Alle tredici in punto una signora bruna, alta, elegante era entrata nello studio, con fare disinvolto aveva allungato una mano per salutare ed iniziare a colloquiare col medico. “Dottore si tratta di questione delicata per questo…” “Signora le faccio presente che non eseguo aborti…” “Nulla di tutto questo, mia figlia ha bisogno di una ricucitina…” “Il buon Virginio la buttò sulla battuta umoristica. “Madame non sono un sarto…seguiti pure.” “Leonarda non è più vergine…” “Signora ai giorni d’oggi i ragazzi iniziano a fare sesso sin da giovanissimi….” “Vorrei che mia figlia tornasse vergine.” “È possibile sempre che sia maggiorenne.” “Ho qui la sua carta di identità ed una fotocopia, tutto  regolare, faccio entrare la ragazza…Leonarda. ” La mamma preferì ritornare nella sala d’aspetto. Il medico si aspettava una giovane disinibita invece si presentò una spilungona dal fisico atletico niente trucco, grandi occhi scuri, espressione del viso infantile.” Dottore io non volevo venire, mia madre…” “Lascia stare tua madre, dimmi se sei d’accordo con questo intervento, psicologicamente è impegnativo.” La ragazza aveva preso a piangere, quando si rassettò: “Per me è stata una tragedia, volevo riservare il mio fiorellino all’uomo che amerò invece sono stata venduta da mia madre ad un vecchio zozzone per tanti, tantissimi soldi …” “Sediamoci e cerchiamo di capire i tuoi desiderata, insomma cosa hai deciso.” “Mamma è una prostituta di alto bordo, vorrebbe che anchi’io…ma io voglio studiare lingue all’Università.” Lungo silenzio poi “Vuoi che convinca tua madre ad evitarti …” “No, ho deciso che lei dica a mia madre di aver effettuato l’intervento senza eseguirlo, in fondo la verginità era un mito anni addietro. Senza problemi seguiterò a giocare a pallacanestro in una squadra femminile  “Farò finta di praticarti una anestesia locale, chiudi gli occhi, per rendere più credibile la situazione ti raserò il pube, posso chiederti perché non vuoi essere ‘ricucita?” “Mi è stata inculcata a scuola l’importanza della lealtà, ricordo un aforisma: ‘La mancanza di lealtà è la causa del fallimento in ogni ambito della vita’, voglio essere sincera col mio futuro marito. Le faccio una richiesta cui lei può non aderire, non ho mai provato un orgasmo, ti sarei grata se mi baciassi il fiorellino ed anche  penetrarmi, sarai  il primo mio fidanzato.” “Professionalmente era una cosa scorretta ma Virginio preso dall’atmosfera erotica  assecondò il desiderata di Leo: “Vieni pure dentro, prendo la pillola.” Finita ‘l’operazione’ Virginio chiamò la signora D’Angelo che preoccupatissima: “Dottore problemi? Mia figlia ha passato molto tempo nello studio.” “Tutto a posto, faccia venire da me Leonarda fra una settimana per un controllo,, niente compenso.” Adriana: “Se lei ha bisogno…”Virginio fece segno con una mano di non accettare la proposta, bastava la figlia che dopo sette giorni si ripresentò alle tredici allo studio del medico, ci ’scappò un altro rapporto sessuale.
Leo si iscrisse all’Università, seguitò a giocare nella formazione di pallacanestro ‘Ginnastica Bertuccelli’. il nome era quello di un signore che sovvenzionava la squadra in ricordo della consorte deceduta in un incidente stradale. Virginio era rimasto colpito dal  modo particolare della conoscenza di madre e  figlia, ‘fra le mani’ aveva tante donne ma quelle….. Adriana dopo una settimana si presentò alle tredici senza la ragazza: “Leonarda è fuori Roma con la squadra.” “Signora mi dica qualcosa della sua vita.”  “Il mio passato è stato tragico, mio marito impresario edile è caduto da un edificio in costruzione, morto sul colpo. Il socio era un imbroglione, fece risultare la società in perdita, io e mia figlia restammo senza una fonte di reddito. Abituata ad un vita lussuosa non accettai i vari impieghi propostimi, unica strada….non la ritengo una giustificazione ma ho preso questa decisione anche per mia figlia, che, come le dicevo attualmente è in tourné con la squadra sulla costa adriatica. Ieri mi ha telefonato da Pesaro è stata protagonista con le compagne di un avvenimento particolare, incontrare in campo la ‘Scavolini’ una squadra maschile di serie A). Grande curiosità del pubblico presente sugli spalti per quell’avvenimento particolare, i giocatori della Scavolini facevano molti falli sulle avversarie…Mia figlia mi ha riferito di aver conosciuto un veneto, tale Brenno Galli che l’ha fatta salire sulla sua Roll Roys e le sta insegnando come guidarla dato che l’auto ha le marce automatiche, ambedue sono alloggiati all’hotel Excelsior spiaggia privata e piscina tutto pagato dal giovin signore. Le do il numero di cellulare di mia figlia, Brenno mi dice Leonarda fa onore al suo nome è alto uno e novanta, biondo, occhi azzurri il classico tipico nordico, il padre è un costruttore di macchine agricole molto conosciuto nella zona, questo il numero del cellulare di mia figlia, non la chiami prima delle undici perché la notte si ritirano tardi.” La vecchia baldracca aveva seminato quella ‘malanova’ che poteva rovinare sia il rapporto Brenno‐Leonarda sia suscitare la gelosia di Virginio. Dinanzi ad un fusto da uno e novanta perdipiù ricco un giovane medico non aveva molte chances ma Virginio non era il tipo di mollare. Con la Mini Verde, pochi bagagli ed anche portafoglio non molto gonfio per sostenere vitto e alloggio in quell’albergo. Il giovin signore arrivò all’ora di pranzo a Pesaro, si presentò  all’hotel chiedendo al concierge una stanza piccola e non molto costosa. Il cotale mostrò un’espressione meravigliata: “Signore si trova nel miglior albergo di Pesaro, data la sua richiesta posso farle uno sconto (praticamente gli aveva mollato del morto di fame.) Al telefonino una voce assonnata: “Brenno ho ancora gli occhi chiusi, mi avevi detto che andavi fuori Pesaro per affari…” “Invece sono il tuo vicino di camera, che ne dici di aprire gli occhi belli e venirmi a trovare.” Un lungo silenzio poi: “Quella mignotta di mia madre, lo dovevo immaginare…ora scoppia il casino!”  “Lascia stare i casini chiusi da anni, dimmi dove possiamo vederci fuori dell’hotel per mangiare insieme sempre che tu lo voglia altrimenti sparisco per sempre.” Altro silenzio, buon segno: ”Lasciami sistemare poi ti raggiungerò.” Leo si presentò con tutt’altro volto, ben truccata dalla estetista dell’albergo faceva un figurone, Virginio al suo apparire spalancò gli occhi poi si riprese: “Volevo comprare una Roll ma mi mancavano pochi centesimi.” “Non mi far sentire una puttana come mia madre, ho voluto provare per qualche giorno la vita da ricca, andremo al ristorante Uldergo che non ho mai frequentato, anche se non prevista la tua venuta mi ha fatto molto piacere, oh che bello delle aragoste.” “Lo sai che sono afrodisiache.” “Non ne ho bisogno ma le gradisco. A fine pasto durante la passeggiata digestiva ti metterò al corrente della mia storia con Brenno. Dopo il caffè niente ammazza caffè, perché ucciderlo è così buono!” Leonarda si lasciò andare alle confidenze: il nuovo amico godeva fama di conquistatore di donne con cui si accompagnava spesso, sotto questa notorietà si nascondeva un grosso problema, la natura lo aveva munito  di un fisico notevole‐ ma di un sesso piccolo quasi da bambino, paga le giovani che frequentava per non farle spettegolare.” In tal senso aveva anche intrapresa la relazione con Leonarda. Brenno al telefonino: “Domani aspettami in spiaggia son sicuro di finire i miei impegni.” Un bikini mini metteva ancor più in risalto le forme da statua greca della ragazza, molti maschietti ci lasciavano gli occhi, Virginio era fra l’orgoglioso e l’infastidito. A tarda mattinata arrivò Brenno che dopo le presentazioni si recò in cabina, ritornò in spiaggia con un bozzo zona pisello. (tutto cotone!) “Caro ho messo al corrente il mio amico ginecologo del tuo problema, mi ha detto che ci sarebbe una soluzione, ne parleremo più tardi.” “Quale più tardi, mi dica anzi dimmi tutto:” “Sono venuto a conoscenza di una clinica a Casablanca in Marocco dove eseguono operazioni chirurgiche sul sesso, nel tuo caso potrebbe giovarti trovare un maschio che desidera diventare donna, quella parte a lui tolta potrebbe esserti impiantata. L’operazione è illegale ma mi risulta che in passato….” “Cavolo non ci avevo pensato, i soldi non sono un problema per me, se volessi accompagnarmi potremo partire anche domani, faccio il pieno di dollari.” “Preferisco partire nei giorni seguenti, prima dobbiamo prenotare un posto in aereo Fiumicino‐Casablanca poi contattare un medico della locale clinica facendogli capire la tua esigenza, non ultimo mi voglio godere stanotte le grazie di Leonarda, ci sentiamo domani, good night!” Che notte quella notte, ( Buscaglione docet) Virginio si ‘inoltro’ anche nel popò della ragazza, “Cara hai due palloni al posto delle chiappe, piatto ricco mi di rificco.” “Il piatto sarà ricco ma come prima volta basta, tu ce l’hai troppo grosso, non si tratta del pisellino di Brenno!” Dopo una settimana partenza dall’aeroporto di Roma per quello di Casablanca. Precedentemente era stato contattato un dottore della clinica Ghandi tale Efisio Antrodòco cui il centralinista marocchino aveva passato la telefonata. “Dottore sono un collega italiano, un mio amico ha bisogno della vostra opera in maniera particolare, a voce le spiegherò  tutto.” “Appena giunti in loco mi faccia avvisare.” L’edificio della clinica era modernissimo e spettacolare, si comprendeva subito che la clientela doveva essere facoltosa. Dal portone principale stava uscendo una signora sculettante, truccatissima che con voce acuta: “Signori belli e brutti vi saluto tutti.!” Il dottor Antrodòco fu informato delle esigenze sessuali di Brenno, lì per lì rimase muto poi: “Sapete che è illegale il trapianto di membro, conto sulla vostra discrezione, il prezzo lo farà il direttore della clinica, la ‘materia prima’ è stata fornita da quel signore o meglio signora che è uscita poco fa.” L’operazione su Brenno durò molte ore ma il dottor Antrodòco uscì soddisfatto dalla sala operatoria. Togliendosi la mascherina chirurgica: “Il suo amico è stato fortunato, il donante era ben dotato.” Ci vollero altri venti giorni di convalescenza prima che Brenno fosse rimesso ‘in libertà’. Ultimo saluto del dottor Antrodòco: “Mi faccia sapere…” La Roll Royis era al suo posto a Fiumicino, troppo vistosa per essere rubata, servì ai due per ritornare a Pesaro trionfanti. “Sono curioso di vedere come Leonarda reagirà nel provare il mio gingillo!” “Te la puoi scordare, noi due ci siamo fidanzati, voglio  farti una proposta,  un scambio di auto, che ne dici della mia Mini verde è molto alla moda, in compenso…” “ Furbacchione, la Roll è tua e da quello che ho compreso servirà a te ed a Leonarda per rientrare a Roma alla grande, ti costerà un pozzo di quattrini per la  tassa di possesso e di assicurazione, come ultimo ringraziamento farò detrarre per sempre i due importi dal  mio conto corrente, sei stato la dea bendata della mia vita, un abbraccio.”