La vita sbagliata

Ti devi curare.

E per cosa?

Da bambina mi dovevo curare
.
Ed il mio problema era questo:
"Prima di diagnosticarti depressione o bassa autostima, assicurati di non essere semplicemente circondato da stronzi."
William Gibson

Sì, William Gibson è uno scrittore, non un neurologo o un neuropsichiatra pediatrico.
Ed allora? Non sappiamo tutti che il senso comune vale molto di più di tanta millantata scienza?
Cantiamo “Dotti, medici e sapienti” di Edoardo Bennato?

E mi sa che questa era pure la malattia di qualcun altro, accentuata da una ipersensibilità maggiore della mia e da altri fattori

Ipersensibilità.
I "cattivi" lo sapevano.
Una dei capi dei 'cattivi' ha detto: <<Era troppo buono per questo mondo di cattiveria>>.
Ma un 'Mea culpa' mai, eh?
I "cattivi" lo sapevano.
Ed altri, che pur ne conosceva la bontà, cosa diceva? <<E' genetica. E' chimica. Ci vogliono i farmaci>>..

Curati, perché non sei quello che vogliamo noi. Curati, perché non fai quello che vogliamo noi. Curati, perché non sei negli 'standard'. Curati, perché ...
E se si risponde con la parola che molti post indicano come la panacea per tutti i mali (Vaff...), magari rimangono basiti, si scandalizzano.
E la stronza sei tu.

Avevo in mente la stesura di un libro.
Titolo: Biografia di Linda Landi, scritta da lei medesima (l'anti Luciano De Crescenzo).

E questo libro avrebbe mutuato oltre che il titolo anche l'inizio dalla biografia di Luciano De Crescenzo.
La biografia di Luciano De Crescenzo inizia così:
"Una famiglia non si sceglie: nasci e te la trovi intorno che ti sorride. Buoni o cattivi che siano, i parenti non si possono permutare come se fossero auto. Io sono stato fortunato: erano tutte persone di animo gentile. ….”

Invece “Biografia di Linda Landi, scritta da lei medesima”, inizierebbe così:
"Una famiglia non si sceglie: nasci e te la trovi intorno che ti tiranneggia. Buoni o cattivi che siano, i parenti non si possono permutare come se fossero auto. Io sono stata sfortunata: i parenti più prossimi erano quasi tutte persone di animo maligno. ….”

Purtroppo sono cresciuta senza i fratelli di mia madre che erano andati in Brasile. Buon per loro.
Ed ho saputo solo dopo che sono stata così stupida, così idiota da tornare a vivere vicino i parenti di animo maligno come mai mia zia materna fosse sulla spiaggia di Agropoli dove conobbe il suo futuro marito, un agropolese che era andato ad impiantare una fabbrica a S. Paolo del Brasile.

Mia madre arrivò intorno ai 18 anni a Battipaglia con la sua famiglia.
Poche settimane dopo che erano a Battipaglia, la sorella maggiore di mia madre se ne uscì: <<Ma dove mi avete portato? Qui non parlano che di soldi! Io me ne vado dai nonni ad Agropoli.>> E così fece.
Buon per loro, ma male per me.
Non pensando di avere il tempo per un libro, mi limito a questo racconto: "La vita sbagliata".

Due o tre anni fa, zia Iride, stufa di sentirmi lamentare con mia madre, da almeno altri due o tre anni: <<Ma con tante cugine brave che tieni a Battipaglia, proprio in braccio a quella strega mi dovevi mettere appena nata? E come potevi pensare che le cose mi andassero bene?>>, disse: <<Senti, vuoi essere battezzata di nuovo? Ecco qua! Ti battezzo io.>>.
E zia Maria, altra cugina di mia madre, lo scorso febbraio cercava di consolarmi: <<Devi capire che a quei tempi si dava priorità alla famiglia del marito>>.

E perché dico che le cose non mi sono andate bene?
Lo scorso agosto mi sono fermata a riflettere: secondo il parametro dei Battipagliesi, i soldi, considerando la mia situazione, non stavo messa male. [Ma qui è meglio fermarmi. Con tutti i parenti, i vicini che vogliono spolparmi ho già detto troppo. Per non parlare degli amici dai quali ci guardi Iddio.]

Probabilmente per me il 'successo' è un'altra cosa.

Quando inizia la mia vita sbagliata?
Quando il professore Davide, professore di educazione artistica alle medie, dice a me ed alla mia compagna che siamo brave a recitare e sarebbe bene che continuassimo in quel settore, peccato che intorno a noi non ci fossero scuole qualificate?
Il professore Davide, di cui Daniele F. nel 1987 avrebbe detto: <<Un professore che la scuola italiana di oggi non merita>>.
A me piaceva tutto ciò che fosse recitazione, tranne il teatro d’avanguardia (all'epoca), però pensai: “Probabilmente lo starà dicendo per Antonietta e coinvolge pure me per non mortificarmi”. Pensai di andargli a chiedere in disparte se lo pensasse veramente, ma non lo feci.
Carrellata veloce su tutti i vari step della mia vita sbagliata, qualcuno lo salterò.
18 anni. Confermo che il mio obiettivo è l’indipendenza economica al più presto possibile e non voglio fare l’università.
No. Con un diploma di liceo scientifico devi fare l’università, sentenzia mio padre.
Mi laureo, 110 e lode. "Vuoi rimanere all’università?" mi chiede il mio professore. Ci penso, ci perdo un po’ di tempo, ma è una strada incerta che implica anni di precariato e vedrò l’approdo? E poi non mi sono mai sentita portata per la fisica, per quanto il professore avesse voluto assolutamente mettermi la lode all’esame di campi elettromagnetici, apprezzando le mie capacità logiche e di intuito e nonostante ancora diciott’anni fa il mio professore abbia sostenuto che la mia tesi sul sistema Virgo per la rivelazione delle onde gravitazionali fosse ancora la migliore tra le tesi che avesse seguito in quel dipartimento.
Vita sbagliata. Quel tizio che mi si è attaccato addosso e non mi ha mollato, non si accontentò della frase che avevo detto già ad altri due compagni di università che si erano eclissati immediatamente: <<So come sono fatta ed è meglio che rimanga da sola>>.
Frase che più o meno nello stesso periodo non ebbi bisogno di dire a due o tre di Battipaglia con i quali sono rimasta amica.
Saltiamo gli altri step ed arriviamo al semi‐disastro definitivo.
L’approdo in via V. n.x, approdo effettuato perché, da vera cretina, per me la cosa più importante era la famiglia di origine. Volevo regalare a mio padre il mantenimento in famiglia della palazzina fatta fare dal padre, cosa che era sembrata possibile poter realizzare almeno in parte con l’arrivo a via V. n.0 di una persona per bene, al di sopra di ogni sospetto: un ricercatore del CNR, nonché professore universitario a contratto.
E perché dei parenti era rimasta solo la cornacchia lì in alto, sembrava (a me, ingenua) reso nell’impossibilità di agire dall’arrivo di estranei.
Ma poi inaspettatamente un appartenente della famiglia che temevo di più torna anche lui.
Avrei dovuto tirarmi indietro e non l’ho fatto. Per tranquillizzarmi, pensai: "Va be', a me hanno fatto vedere i sorci verdi perché non dovevo stare sopra Gisella, con Pietro non c'è mai stato alcun confronto.”
Ma che, per realizzare il desiderio di mio padre, mi ero messa i prosciutti davanti agli occhi ed avevo mandato il cervello all’ammasso?
Per chi ama Battipaglia e la sua storia, come la amavo io, volevo tenere intatti lo stato dei luoghi.

La vita, mia e di mio fratello, era più importante.

E non mi accorgo subito che accanto, invece di avere un altro alleato, come sembrava, attento al benessere psico‐fisico di mio fratello, avevo un altro stronzo.
Può sembrare ingiusto. Chi avevo accanto ha fatto tanto. Sembrava essere il fratello ed il figlio che l’altro fratello e figlio non era mai stato. E’ stato ingiuriato e vessato da carogne patentate.

E dopo quell’enorme errore (errore? no vigliaccata) del 3 giugno 2005, dopo che la cornacchia dell'ultimo piano e sua figlia aggrediscono per telefono mio padre nel Natale 2005, i continui attacchi dei parenti e vicini mi esasperano ed in poco tempo divento imprudente. E non controllo, anzi subisco, le successive azioni difensive e di attacco del tizio che tenevo accanto.

Battipaglia, 24/03/2019