Le Avventure Di Alberto Il Re Dei Libertini.

Dover fare un riepilogo degli avvenimenti della propria vita all'età di ottanta anni è triste e patetico, guardare indietro con rimpianti su vicende che avrebbero potuto avere altre soluzioni è del tutto inutile, è preferibile guardarsi intorno sull'attuale per non avere inutili nostalgie e per valorizzare quello che si ha, questa è la ricetta vincente.
Inventario:
la casa di proprietà al quinto piano di un edificio con distensiva veduta sul porto di Messina e sulla costa calabra, soprattutto di notte, abitazione di sei stanze più servizi arredata con gusto,
la adorata e deliziosa consorte Anna di circa ...sei anni più giovane ed anche giovanile perchè, dimostrando la baby meno anni della sua età, invecchiava inesorabilmente il povero Alberto M., romano di nascita, suo marito fortunato, fortunato si ma sino ad un certo punto: una cosa impaurisce il consorte, tutti i sabato mattina gli occhi della beneamata da marrone cambiano colore in verde, semaforo di via libera a spese più o meno elevate.
Ritorno a casa della deliziosa con sorriso smaliante.
Domanda solita di Alberto: "Hai usato la carta di credito o i contanti?" Domanda non oziosa in quanto il contanti era sintomo di spesa minima , la carta di credito? Immaginate voi.
Le fusa erano maggiori con la carta di credito. Abbracci prolungati, più prolungati se... "Lo sai che sei il mio grande amore, sei la mia unica fiamma perenne."
"La fiamma perenne mi porta a pensare al loculo di un cimitero...va bene mangiamoci sopra, il cibo attenuerà la mia ansietà, è come assumere un'aspirina a stomaco pieno."
Dopo pranzo dallo studio: "Cazzo!"
Dalla cucina Susanna: "Adesso ti dai al turpiloquio?"
"Ce n'è ben donde, mille e duecento euro!"
"Giovanna mi ha fatto lo sconto."
"E senza sconto...lasciamo perdere."
"Gli acquisti con la carta di credito vengono addebitati il mese successivo, lo sai?"
"So tutto, in ogni caso ti faccio presente che sul conto corrente ci sono solo cento euro."
"Ci guadagni sempre tu, stasera penso a qualcosa di piacevole."
"Quanto mi costa stà scopata!"
"Non accetto volgarità, non mi fare arrabbiare, potrei ritirare la proposta!"
"Mmmmmmmm..."
Per i due coniugi quel dialogo era routine e tutto finiva in...gloria.
Quel che preoccupa Alberto era ben altro: gli ottanta anni che avevano portato con sè gli acciacchi propri della senilità soprattutto in campo ortopedico, ben quattro interventi ed un futuro incerto per altre patologie per non parlare dei ' fiori della vecchiaia' quelle antiestetiche macchie brune che comparivano in pò su tutto il corpo!
"Pensi troppo alle malattie, te ne fai una malattia, t'è piaciuto il sillogismo? Vieni qua, un massaggio alla francese cambierà tutto."
Anna cambiava sempre l'aggettivo del massaggio, talvolta alla brasiliana, alla turca, alla spagnola, in pratica Alberto ci guadagnava, quando ci si metteva la consorte era deliziosa e soprattutto brava.
"Consolati con i tuoi colleghi che stanno peggio di te, domattina vai in caserma, ti svagherai."
Allberto era stato un maresciallo della Guardia di Finanza, in caserma c'era una stanza a disposizione degli ex che si riunivano per giocare a carte, progettare visite a siti archeologici ed alle chiese (che Alberto non amava) e cose del genere. C'era anche la possibilità di sedersi sul divano della barbieria col titolare che scodellava le ultime novità.
"Lo sa maresciallo che un suo collega, si quello...è ai domiciliari, quell'altro suo collega, quello con i capelli rossi ha trovato sua moglie a letto con un suo parigrado..,. e poi...sa quello..."
"Pietro sono tutt'orecchi anche perchè da pensionato non ho un c..o da fare e devo passare il tempo, vai avanti."
Il barbiere in caserma era come i portieri degli edifici: sapeva tutto di tutti come poi faceva era un mistero.
Tornando a casa Alberto riferiva alla moglie le avventure e le disavventure degli ex colleghi che Anna conosceva.
"Chi l'avrebbe detto, Francesca che fa le corna al marito, tu non le avrai mai!"
"Ci mancherebbe che l'Andronico di turno appendesse un paio di corna di cervo sulla mia porta di casa!"
"Non ho capito, di che si tratta?"
Alberto spiegava che Andronico, imperatore di Bisanzio, soleva appendere delle corna di cervo sul portone di casa dove alloggiavano la sua amante di turno ed il relativo consorte.
"Ma quanto sei istruito, e non solo istruito, quando tu ho conosciuto eri un fusto, facevi sballare le femminucce, io per prima."
"Adesso,lo sballato sono io o meglio il mio conto corrente."
"È volgare parlare di soldi!"
Sarà pure volgare ma Alberto era lui che teneva i conti che non quadravano mai, in compenso Anna, oltre che a letto, ci sapeva fare pure in cucina e guidava con perizia sia la sua Fiat 500 sia la Jaguar che suo marito aveva acquistato con un lascito della defunta zia Giovanna con commenti pieni di acredine da parte dei colleghi di ufficio di Anna.
La baby aveva ragione, Alberto da giovane era stato aitante e distinto, sempre vestito impeccabilmente sia casual che elegante, un metro e ottanta di statura, sempre sorridente ad amabile soprattutto con le femminucce.
La prima esperienza sessuale di Albertoera stata perlomeno inusitata, la madre di un suo compagno di classe. Il giovin signore spesso studiava a casa di un suo collega, Settimio F. che aveva una madre, Francesca, quarant'anni, giovanile e che, separata dal marito, non disdegnava qualche compagnia maschile.
Alberto a sedici anni andava avanti a 'zaganelle' come i suoi coetanei, allora c'erano ancora le case chiuse, i casini a cui si poteva accedere solo a diciotto anni compiuti e quindi case a lui precluse.
Accadde che Settimio andasse a vivere temporaneamente a casa di un suo zio, fratello della madre, ma Alberto non aveva perso l'abitudine, di tanto in tanto, di seguitare a frequentare l'abitazione della signora F.
"In mancanza di Settimio tu sei come un  secondo figlio." Così celiava la dama ma dagli atteggiamenti molto affettuosi verso di lui dimostrava qualcosa di diverso.
Una volta: "Vieni in camera da letto, parliamo e nel frattempo faccio un pò di pulizia."
Ad un certo punto la signora Francesca nel rifare il, letto scivolò e scoprì metà del suo corpo nudo senza riuscire ad alzarsi.
"Ti prego aiutami."
Alberto era rimasto paralizzato da siffatta visione, si mose goffamente e cadde anche lui sul letto.
"Non mi sei molto d'aiuto." Nel frattempo Francesca si era girata rimanendo praticamente nuda, sotto la vestaglia niente!
La  dama si ricompose alzandosi dal letto.
"Vedo che qualcosa è aumentata di volume."
In verità 'Ciccio', abituato alle seghe, aveva provato una sensazione nuova.
"Vieni in bagno, schiocchino, è una cosa naturale, ti lavo il cosino anzi, da quello che vedo, un cosone!"
Alberto non  ricordò quello che successe in seguito, dapprima Francesca glielo prese in bocca e poco dopo 'ciccio' ci sputazzò dentro ma la signora non si contentò e se lo mise in fica da sola.
Questa volta 'ciccio' durò molto più a lungo con gran piacere anche della madama.
"Complimenti funzioni proprio bene e ce l'hai molto grosso per la tua età, quando vuoi puoi venire a trovarmi."
Alberto prese l'invito sul serio ed ogni giorno si recava a...
La cosa non passò inosservata a papà Armando il quale, senza alcuna spiegazione, comunicò laconicamente ad Alberto:
"Domani andrai a Roma da tua zia Armida, ti iscriverà lei a scuola, ti accompagnerà tua madre."
Ad Alberto il seguito sembrò irreale, prendere il treno, arrivare alla stazione Termini, col tram n.6  giungere in via Conegliano n.8, in un breve lasso di tempo la sua vita era cambiata.
La casa della zia Armida e della nonna Maria Sciarra era di quattro stanze, lui avrebbe dormito nel salone con televisione, almeno...
Sicuramente la zia e la nonna erano state messe al corrente della avventura di Alberto, nessun commento da parte delle due signore anzi il fanciullo era il cocco della zia Armida perchè portava il nome ed assomigliava molto al suo defunto marito.
Il giorno seguente sua madre riprese il treno e ritornò a casa sua.
"Comportati bene." le ultime sue parole.
Dire che Alberto era in confusione era dire poco. La nuova scuola in via deli Annibaldi, vicino al Colosseo, i nuovi compagni, tutti maschi. Avvicinare le femminucce era un problema, avevano un'altra entrata.
Alberto aveva provato la 'suprema' e gli mancava, 'le zaganelle' non gli bastavano più, come risolvere il problema?
Il giovane si guardò intorno. Portiere dello stabile era un paesano inurbato a Roma, era di una frazione di Genzano ma, non amando fare il contadino, era riuscito con la raccomandazione di un politico suo paesano a farsi assegnare la portineria dello stabile dove abitava Alberto il quale, occhio lungo, si accorse della differenza di età tra Filottrano (che cazzo di nome) e la consorte Menicuccia (diminutivo di Domenica) molto più giovane, bella e decisamente sfrenata.
Come attirare nella rete la decisamente bella?
La zia Armida era insegnante in una scuola di un paese vicino Roma, partiva alle sei e mezza del mattino per ritornare a casa alle diciotto. La nonna Maria usciva di casa solo per andare in chiesa per conquistarsi il Paradiso alle diciassette per rientrare alle diciotto, orario giusto diciassette ‐ diciotto.
Menicuccia veniva a casa Sciarra per fare le pulizie, Alberto la convinse a cambiare orario in quello a lui più favorevole e la sciagurata obbedì (citazione del Manzoni riguardante la monaca di Monza).
Mammelle dure, cosina stretta, cosce di marmo, una goduria massima, l'unico accorgimento stare attento a non metterla incinta col conseguente acquisto di tanti preservativi nella vicina farmacia, Francesca era un lontano ricordo.
Alberto si era ben integrato,al ritorno dalla scuola, pranzo, studio veloce e poi vai...
Aveva preso a fumare, i soldi? Saltare il cinema la domenica (duecento lire) e comprare le 'Sport' dieci lire a sigaretta.
Come finisce la storia, siete curiosi? Potete acquistare il romanzo scritto da Alberto M. 'Tato il libertino e il sapore di Venere' che dal titolo potete già immaginare una goduria infinita, prenotatelo in libreria che potrà richiederlo direttamente alla casa editrice Albatros, buona lettura e ...fatemi sapere!