Le 'Signorine' Disoccupate

Che il Covid 19  stia causando guai in tutto il mondo è cosa nota, ‘de quien es la culpa’? Sono state avanzate molte  ipotesi, prime fra tutte i pipistrelli che in passato erano classificati mammiferi benefici in quanto mangiano insetti nocivi per l’uomo, oggi sarebbero trasmettitori del virus alla specie umana. Ci sono altre teorie, quella più accreditata è che il virus sia ‘scappato’ dai laboratori cinesi o addirittura che i cinesi stessi lo abbiano volutamente diffuso nel mondo fatto sta che il questo virus sta mietendo molte vite umane oltre a mandare in tilt l’economia mondiale per la chiusura di molte fabbriche e fine delle import‐ export fra paesi con conseguente  disoccupazione. C’è una categoria particolare colpita dal virus cui pochi hanno pensato: le prostitute. Si quelle gentili ‘signorine’ come erano appellate nelle case di tolleranza, attualmente prestano la loro ‘opera’  per strada nei confronti di persone timide o di mariti insoddisfatti. Prima dell’inizio della crisi Anabela rumena, Analisa russa, Angelica brasiliana, Audrey francese,  Ivana croata e Iolanda romana erano peripatetiche, d’inverno vicino a fuochi accesi per riscaldarsi e d’estate in desabijè. Si avvicinavano alle macchine  dei maschietti in cerca di ‘compagnia’, mercanteggiavano il compenso e,  in caso positivo entravano in auto e  ‘esprimevano’ al meglio la loro professione. Le sei si erano conosciute ‘al lavoro’; spinte dalla comune crisi di clienti avevano deciso di riunirsi in ‘cooperativa’ in casa dell’italiana che era proprietaria di una villetta  in una traversa della via Appia a Roma. Iolanda era la più fortunata, aveva ereditato la villetta da un anziano affezionato cliente che era morto d’infarto mentre…Fra le carte del signore deceduto i Carabinieri, intervenuti sul posto per le indagini di rito avevano rinvenuto un testamento olografo, Iolanda unica erede. Il possesso dell’abitazione con parco e giardino ed una grossa somma in banca erano state rivendicate da una nipote del defunto senza successo: “Quel coglione di mio zio s’è fatto infinocchiare da una troia!” La nipote citata in Tribunale da Iolanda (l’ingiuria era stata effettuata dinanzi alle sue compagne) fu condannata dal giudice al pagamento della somma di €uro cinquemila, oltre al danno anche la beffa! Come inizio tutto bene, Iolanda e le altre cinque signorine si erano installate nelle varie camere, tutte con bagno, i locali sembravano fatte su misura per le loro ‘esigenze’. La mattina seguente Iolanda riunì le colleghe e: “Come potete immaginare ci sarà sempre qualcuno o qualcuna cui ‘prude il popò’ e ci denunzierà per prostituzione, due di voi potrò farle risultare come collaboratrici domestiche alle mie dipendenze, le altre tre…” Le signorine parlavano tutte l’italiano alla meno peggio ma non era la lingua che interessava Iolanda ma il lavoro che ufficialmente  dovevano esplicare Angelica, Audrey e Jovanka. La francese era la figlia di una sarta che operava in un paesino della Bretagna, da piccolina aveva imparato a cucire, era diventata brava nel suo lavoro, a sedici anni sua madre fu uccisa dall’amante per gelosia. La ragazza fu preda di un magnaccia che l’avviò alla prostituzione, il cotale fu incarcerato ma Audrey dovette allontanarsi dal luogo di residenza, tutti la conoscevano come prostituta. Disperata prese il primo treno che gli capitò alla stazione, si ritrovò in Italia, ormai la sua sorte era segnata ma gli era rimasta la propensione per il lavoro di sarta. Fuori della villetta fece appendere un cartello con la scritta ‘Audrey ‐ abbigliamento femminile – haute couture.’ Iolanda con la Mini acquistata di seconda mano condusse Audrey al centro in una libreria dove  acquistarono varie riviste di moda che sarebbero servite ad Audrey per copiare i modelli più in voga. Per curiosità alcune signore si presentarono alla ‘sartoria’, una  di loro ordinò due vestiti uno stile giapponese ed un altro in stile francese. Lasciò il suo nome: Lidia Carboni ed un acconto di cinquecento Euro, buon inizio. Dopo quindici giorni la signora Lidia in seguito ad invito telefonico di Audrey si presentò in sartoria, versò altre cinquecento Euro e: “Gentile signorina ho un problema, sono diciamo vedova, mio marito…lasciamo perdere, sono ricca di famiglia, la mia preoccupazione sono i miei due figli Giulio Cesare e Matilde Adelaide, il loro doppio nome una fisima di mio… del mio ex, marchese di casato ma puttaniere incallito…” La signora si era messa a piangere, intervenne Iolanda: “Signora anche se non ho figli posso comprendere il suo stato d’animo, se vuole resti con noi a pranzo, saremo in cinque, con noi abitano anche altre due mie amiche cuoche e camerieri Anabela rumena e Analisa russa, il menù sarà vario, penso che la compagnia le servirà per rinfrancarsi.” “Telefono al mio maggiordomo penserà lui a sistemare Giulio Cesare ed Matilde Adelaide.” Iolanda in vena di confidenze, a fine del pasto mise al corrente Lidia della loro storia pregressa, Lidia non solo non fece commenti ma fece degli apprezzamenti favorevoli per le sei ex prostitute che avevano scelto un loro lavoro dignitoso. Quale era il guaio cui aveva accennato Lidia? “I miei due figli gemelli si …si sono scambiati di sesso, Giulio Cesare è piuttosto femmineo, Matilde Adelaide mascolina, che può essere avvenuto? Io sono una donna diciamo normale, il mio ex un puttaniere incallito, come sarà il futuro dei miei figli?” “Cara Lidia, permettimi di darti del tu, io e le mie amiche siamo o meglio eravamo preparate in…altri campi. Vorrei consultare un medico sessuologo mio amico Clemente Bosio per qualche consiglio in merito, domenica per il pranzo porta a casa mia i tuoi pargoli, saremo in dieci, che ne dici?” “Per risolvere i miei problemi farei di tutto…” Non riuscendo a trovare altro lavoro Angelica e Jovanka si erano fatte assumere da un ditta che effettuava pulizie nei locali  pubblici, in fondo erano felici, avevano un loro stipendio ed una famiglia. Lidia giunse nella villetta di Iolanda alle dodici, al volante della Jaguar X Type  Matilde Adelaide, vicino Lidia, nel sedile posteriore Giulio Cesare. Dopo le presentazioni Iolanda: “Ragazzi con me dimenticatevi del doppio nome, sarete solo Giulio e Matilde.” Poco dopo giunse  il dottor Bosio al volante di una Abarth 695, un bolide da duecento all’ora. “Signore i miei rispetti, sento odore di buon cibo, sono stanco dei pasti della mia trattoria, Iolanda è stata da sempre una raffinata in quel campo, ed anche in altri…” I piatti di portata erano l’espressione culinaria delle varie nazionalità il buon Clemente non si abbuffò, c’era del lavoro per lui. Ricordò che in macchina aveva due bottiglie di Caffè Sport Borghetti, una sciccheria al posto del solito caffè, la bevanda fu molto apprezzata anche dai due fratelli che andarono un pó su di giri. Angelica nostalgica della sua terra d’origine mise sul cd delle musiche brasiliane indiavolate, Clemente abbracciò Matilde si esibì in una danza  seguita da un lento, quello della mattonella. La baby si accorse che  il dottor Bosio si era eccitato, la stava ‘trasportando’ nella camera da letto più vicina, con spogliarello la baby che mostrò un bosco anzi una foresta nerissima e molto folta, in mezzo un clitoride che assomigliava più ad un piccolo pene, molto sensibile che presto la portò prima ad un orgasmo clitorideo e  dopo la ‘penetratio penis’ ed il il rinvenimento del punto G l’interessata cominciò a gridare dal piacere, il tutto giunse alle orecchie delle signorine sedute nel salotto. Giulio Cesare era stato rimorchiato da Angelica  che, dopo averlo condotto in camera sua lo fece stendere sul letto. Pian piano lo spogliò, nudo aveva il fisico di un ragazzino.  Prima di mostrarsi senza veli la brasiliana cominciò a fare il solletico sul corpo del ragazzo, poi a baciarlo con la lingua dai piedi alla testa, Giulio Cesare mostrò i primi segni di gradimento, il suo piccolo ‘coso’ pian piano si allungava fu allora che Angelica  gli mostrò il suo ‘bosco’ e poi  il popò molto gradito al ragazzo, completò l’opera di seduzione, per la prima volta in vita sua Giulio Cesare aveva visto ingigantirsi il suo sino ad allora piccolo pene, riempì di sperma la bocca della sua prima amante che nel frattempo aveva provveduto ad infilarselo in ore. Pazzo di felicità ancora nudo andò a dar la notizia a Lidia: “Mamma sono diventato uomo!” “Sono felice per te, vatti a fare una doccia e soprattutto vestiti, mi fai impressione col tuo coso ancora lungo.” In seguito a quell’incontro’ Giulio Cesare e Matilde Adelaide erano molto cambiati, a scuola migliorarono nello studio, trovarono un partner in due compagni di classe.  Per ultimo, ciliegina sulla torta il padre marchese Piergiorgio Aldovrandi si fece vivo con Lidia, era rimasto a secco di quattrini. Fu cacciato in malo modo, dalla ex consorte: “Vai a farti…sovvenzionare dalle tue puttanelle”!