Litanie, scongiuri, esorcismi delle streghe
Litanie, riti e scongiuri dell'antica tradizione popolare del beneventano e della Campania.
Premessa.
Tanti anni fa, ero solo una bambina, mio fratello, personaggio abbastanza originale, frequentò una ragazza di un paese molto tetro del beneventano, Ponte. La famiglia non era certo benestante, all’epoca contadini che emigravano in Germania per trovare lavoro. La madre di questa ragazza, che io ancora ricordo vagamente, era una signora sulla 60ina, non brutta, una classica contadinotta un po’ in carne. La donna per me, all’epoca, era una vecchia e basta, però ricordo ancora i suoi occhi chiarissimi, come l’acqua del mare. Quando andai una volta a casa di questa famiglia restai impressionato dalla invasiva varietà di piante e piantine, di ogni genere che “possedevano” ogni spazio possibile, principalmente del giardino.
In quella casa per la prima volta, e senza alcun interesse, sentii parlare di fatture, malefici e scongiuri.
Molti anni dopo, ritornando a quei giorni e parlandone con mio fratello, compresi che la signora era in grado di operare magie e sortilegi, insomma quella che per noi, genericamente, verrebbe definita strega o fattucchiera. o forse era una specie di guaritrice, visto che pare operasse più per il bene che per il male… non saprei proprio.
Quello che è certo e che, da questa ed altre esperienze, ricavai una raccolta di foglietti, con varie formule e opere.
Giovanna
Esorcismo (apocrifo)
Quello che segue non è l’Esorcismo Solenne che può farsi solo con l’autorizzazione di un vescovo; è quello semplice, composto da papa Leone XIII (1810 – 1903), che può recitare fruttuosamente ogni fedele.
L’esistenza del demonio non è una favola; la sacra scrittura ce ne parla con abbondanza ammonendoci che il diavolo è sempre occupato a danneggiare il genere umano, sia sul piano fisico che in quello spirituale: persecuzioni, tentazioni, discordie, scandali e anche offese fisiche provengono spesso dal maligno. Solo la potenza di Dio ci può liberare dalla persecuzione nefasta.
Nota: quando la persona che legge l’esorcismo trova scritto il segno ‘più’ si deve segnare con la croce e lo stesso devono fare i presenti, senza pronunciare alcuna parola.
Formula
Nel nome del padre e del figlio e dello spirito Santo. Invocazione a San Michele Arcangelo:
Gloriosissimo principe della milizia celeste, Arcangelo San Michele, difendici nella battaglia contro tutte le potenze delle tenebre e la loro spirituale malizia. Vieni in aiuto degli uomini creati da Dio a sua immagine somiglianza e riscattati a gran prezzo dalla tirannia del demonio.
Tu sei venerato dalla Chiesa quale suo custode e patrono, e a te il signore ha affidato le anime che un giorno occuperanno le sedi celesti. Prega dunque, il Dio della pace a tenere schiacciato Satana, affinché non possa continuare a tenere schiavi gli uomini e danneggiare la Chiesa. Presenta all’altissimo con le tue le nostre preghiere, perché scendano presto su di lui le sue divine misericordie, e tu possa incatenare il dragone, il serpente antico, Satana, e incatenato ricacciando negli abissi, donde non possa più sedurre le anime.
Amen
Esorcismo.
In nome di Gesù Cristo, nostro Dio e Signore, e per intercessione della immacolata vergine Maria, madre di Dio, di San Michele Arcangelo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e di tutti i santi, fiduciosi intraprendiamo la battaglia contro gli attacchi e le insidie del demonio.
Salmo: sorga Dio, i suoi nemici si disperdano e fuggono davanti a lui quelli che lo odiano. Come si disperse il fumo, tu li disperdi; come fonde la cera di fronte al fuoco periscano gli empi davanti a Dio.
‐Ecco la croce del Signore. Fuggite potenze nemiche.
‐Vinse il Leone della tribù di Giuda (Gesù Cristo), il discendente di David.
‐ Sia sempre con noi la tua misericordia.
‐In te abbiamo sperato.
Lui ti imponiamo di fuggire, spirito immondo, potenza satanica, invasione del nemico infernale, con tutte le sue legioni, riunioni e sette diaboliche, in nome potere del nostro Signore Gesù Cristo: sii sradicato dalla Chiesa di Dio, allontanate dalle anime riscattate dal prezioso sangue del divino agnello.
D’ora innanzi non ardire, perfido serpente, di ingannare il genere umano, di perseguitare la Chiesa di Dio, e di scuotere e crivellare, come frumento, gli eletti di Dio.
Te lo comanda l’altissimo Dio, al quale, nella tua grande superbia, presumi essere simile.
Te lo comanda Dio padre ; te lo comanda di un figlio
; te lo comanda Dio spirito Santo
Te lo comanda il Cristo, verbo eterno di Dio fatto carne che, per la salvezza della nostra razza perduta dalla tua gelosia, si è umiliato e fatto obbediente fino alla morte; che edificò la sua Chiesa sulla ferma pietra, di Pietro, assicurando che le forze dell’inferno non avrebbero mai prevalso contro di essa e che sarebbe con essa restato per sempre fino alla consumazione dei secoli.
Te lo comanda il segno sacro della croce e il potere di tutti i misteri di nostra fede cristiana.
Te lo comanda l’eccelsa madre di Dio, la vergine Maria , che dal primo istante della sua Immacolata concezione, per sua umiltà, ha schiacciato la tua testa orgogliosa.
Te lo comanda la fede dei santi Pietro e Paolo e degli altri apostoli.
Te lo comanda il sangue dei martiri e la potente intercessione di tutti i santi e le sante
Dunque dragone maledetto, e tutta la legione diabolica, lui ti scongiuriamo per il Dio vivo, per il Dio vero, per il Dio santo; per il Dio che tanto ha amato il mondo da sacrificare per esso il suo unigenito figlio, affinché, chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Cessa di ingannare le umane creature e di propinare loro il veleno della dannazione eterna; cessa di nuocere alla chiesa e di mettere lacci alla sua libertà.
Vattene, Satana, inventore e maestro di ogni inganno, nemico della salvezza dell’uomo. Cede il posto a Cristo, sul quale nessun potere hanno avuto le tue arti; cede il posto alla chiesa: una, Santa, cattolica apostolica, che lo stesso Cristo conquistò col suo sangue.
Umiliati sotto con la potente mano di Dio, trema e fuggi all’invocazione che noi facciamo del Santo e terribile nome di quel Gesù che fa tremare l’inferno, a cui le virtù dei civili, le potenze e le dominazioni sono sottomesse, che i cherubini e serafini lodano incessantemente, dicendo:
Santo, santo, santo è il signore Dio dell’universo.
‐Ho Signore ascolta la mia preghiera.
‐E il mio grido giunga te.
Orazione.
O Dio del cielo, Dio della terra, Dio degli angeli, dio degli arcangeli, dio dei patriarchi, dio dei profeti, dio degli apostoli, dio dei martiri, dio dei confessori, dio delle vergini, Dio che ha il potere di donare la vita dopo la morte e il riposo dopo la fatica, giacché non vi è altro Dio fuori di te, né ve ne può essere se non tu.
Creatore eterno di tutte le cose visibili e invisibili, il cui regno non avrà fine; umilmente supplichiamo la tua gloriosa maestà a volerci liberare da ogni tirannia, laccio, inganno e infestazione degli spiriti infernali, e a mantenerci sempre incolumi. Per Gesù Cristo nostro Signore. Amen.
‐ Liberaci, o Signore, dalle insidie del demonio.
Noi ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.
‐ Affinché la tua chiesa sia libera nel tuo servizio.
Noi ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.
‐affinché ti degni di umiliare i nemici della Santa Chiesa.
Noi ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.
… questa preghiera va recitata in stato di grazia.
L’era dei computer, la tecnologia, il moderno WattsApp, non ci salvano da un male antico e inestirpabile: l’invidia. Purtroppo ci sono persone che proprio non sopportano il successo, ma anche la semplice felicità dell’altro, ci soffrono, ci rimuginano sopra con malizia, fino ad indirizzare uno sguardo pieno di cattiveria verso un amico, un conoscente e, a volte, contro la sua famiglia, i suoi cari.
Il malocchio è il più diffuso degli antichi riti a sfavore e contrari alle altre persone. Il malocchio, spesso, viene lanciato oggi anche in maniera inconsapevole; le nostre nonne, i nostri avi, ben conoscevano la potenza “magnetica” dello sguardo che viene dall’anima e, a seconda dei casi, se ne servivano per tentare di colpire oppure si difendevano da tale iattura, con formule e riti. Antichissime manifestazioni di spiritualità che spesso si perdono nel passato più remoto, superando la storia e spesso la stessa religione.
La propiziazione, il malocchio, le fatture, l’astrologia, eccetera, sono tutte manifestazioni di quella parte Spirituale ed eterna che accompagna l’uomo dalle origini, contrariamente alle religioni, che sono manifestazioni prettamente sociali e indissolubilmente legate alla storia politica del periodo cui sono collegate.
A volte siamo colpiti da una forma subdola e ovattata di mal di testa, inspiegabile da un punto di vista clinico, eppur fastidioso. In passato e, perché no, anche oggi ci sono persone che credono nel malocchio e tentano di combatterlo con degli antichi rituali. Eccovi una formula antica e funzionale contro questo fastidioso malanno:
Il praticante segnerà per tre volte con la croce e si porrà alle spalle del consultante; successivamente inizierà a recitare una “formuletta” a bassa voce, mentre con il dito pollice minima dei segni di croce sulla fronte e sulle tempie della persona che sta aiutando.
Lunedì Santo
martedì Santo
mercoledì Santo
giovedì Santo
venerdì Santo
sabato santo
domenica di Pasqua:
in nome della Santissima Trinità
se è malocchio deve passa!
Ripetere l’operazione almeno per tre volte. Mentre si procede, sia il consultante che il praticante potrebbero avvertire stanchezza, confusione mentale e lacrimare o sbadigliare ripetutamente. Questi sono segnali fisici che avvalorano la presenza effettiva di un artificio.
Simbolicamente, si procederà a fingere di tirare dei ciuffetti di capelli del consultante e di fare il gesto di lanciarli verso il pavimento: questo simbolismo sciamanico è legato al tentativo di estirpare ed allontanare il male. La pratica si può ripetere dopo un paio di ore, se necessario.
Rituale per liberare dai vermi i bambini.
Questa formula è funzionale anche per i classici mal di pancia dell’infanzia. I “vermi” si incantano e vengono espulsi rapidamente con le feci e il bambino guarisce.
Anche questa formula va recitata per tre volte di seguito, toccando il pancino del piccolo e, alla fine di ogni sequenza, si esegue il solito gesto di passare la mano sull’addome, raccogliendo i vermi tra le dita e lanciandoli verso il pavimento.
Lunedì Santo
martedì Santo
mercoledì Santo
giovedì Santo
venerdì Santo
sabato santo
domenica di Pasqua:
ogni verme in terra casca.
(Poi si recede, forma magica assai diffusa ed efficace)
sabato santo,
venerdì Santo,
giovedì Santo,
mercoledì Santo,
martedì Santo,
lunedì Santo,
domenica di Pasqua: ogni verme in terra casca.
Procedere, intanto, con la raccolta ideale dei vermi e lanciandoli verso il pavimento.
Questa formula è adatta e adoperata per molti malanni di dubbia patologia ma che, nella realtà, infastidiscono e fiaccano la nostra salute e la nostra pace.
Si reciterà allo stesso modo l’orazione, percorrendo per tre volte i giorni della settimana, in andata e il ritorno, aggiungendo alla fine: domeniche Pasqua ogni malanno in terra casca, e imporre le mani per estirpare e allontanare il male.
Ecco alcune delle filastrocche rituali recitate dalle “vecchiette” del passato e tramandate dalle mamme di tutti i tempi. Misteriosamente, sono cambiati gli dei, i santi e interi sistemi religiosi ma, dalla notte dei tempi queste formulette, recitate con devozione, con apprensione e col desiderio effettivo di ottenere la guarigione, restano patrimonio ancestrale, a volte segreto, della cultura viva di ogni paese, generazione, colore della pelle. Probabilmente, come dimostra nei fatti, l’uomo crede fermamente e rimette tutte le sue speranze in uno strumento potentissimo che noi chiamiamo Fede. La vera Fede nasce nello Spirito dell’uomo e si rivolge direttamente allo Spirito dell’Universo, è un’esigenza primaria, inspiegabile ma viva. Sono le religioni ad essersi impadronite di questa forza spirituale per tentare di ottenere a volte il meglio e a volte il peggio dall’umanità.
Contro i malanni: orazione uno
San Martino da Roma veniva
tutto bagnato che forte pioveva,
andava dicendo l’Ave Maria.
Arrivò a una casa nuova,
il marito voleva e la moglie non voleva:
pesce cotto si mangiò
sotto l’acqua e sopra sarmenti
fa passare questo dolore di…
Contro i malanni: orazione due
Quando Cristo camminava
12 apostoli portava,
un uomo dabbene,
una donna cattiva.
Acqua sotto e sopra sarmenti
passa tutto il male…
Contro i malanni: orazione tre
Gesù Cristo a Roma veniva
e dalla taverna alloggiava
spina di pesce deve mangiare,
fuoco spento per riscaldare:
che questo male di…
Ti possa passare!
Rituale contro le Narcature e le Fatture.
(Probabilmente il vocabolo ha origine dal greco narcos, da cui derivano anche, narcosi, narcolessia, significa: assolvimento intorpidimento della sensibilità, sonnolenza, a volte ittero).
Procurarsi un’accetta di ferro, col manico di legno, abbastanza piccola. Fare tre volte il segno della croce con la destra, impugnando l’accetta per la parte alta del manico, toccando con il pollice anche il ferro. Sempre tenendola con la destra, segnare delicatamente tre croci sull’addome, tre croci sul petto e tre croci sulla fronte del consultante.
Mentre il ferro sfiora il corpo della persona recitare la formula:
Ferro che da Venezia venisti
passasti dentro l’acqua
e non ti bagnasti;
passasti dentro al fuoco
e non ti bruciasti.
In nome della Santissima Trinità,
intendo incantare e spezzare:
fatture, punture e specialmente le narcature.
L’orazione contro la narcatura deve essere preceduta e accompagnata dal segno della croce, da farsi per tre volte; la stessa formula va completamente ripetuta per tre volte.
Questa operazione si può ripetere dopo tre giorni.
Rituale “del piattino” contro il malocchio, versione integrale.
Procurarsi un piatto fondo completamente bianco, tipo quelli dei ristoranti, e tenere a portata di mano:
una bottiglia d’acqua, una tazzina d’olio d’oliva, vari stracci puliti.
Eseguire questo rito sempre all’esterno della casa, o in campagna, presso uno scarico d’acqua, che va da disperdersi, o sul terrazzo presso lo scarico. L’acqua, dopo l’operazione va gettata nello sciacquone, oppure raccolta in un bacile e poi gettata dopo: mai nella campagna coltivata o sul pavimento di un appartamento.
Gli stracci serviranno a pulire le mani e il piatto perfettamente; dopo vanno gettati nella spazzatura o bruciati.
Il consultante è seduto, l’operatore si porrà in piedi alle sue spalle. Entrambi iniziano il rito facendosi tre volte il segno della croce.
Versare un poco d’acqua, a temperatura ambiente, nel piatto pulito, segnare tre croci con il dito pollice, sul piatto.
Portare il piatto sopra la testa del consultante, usare la mano destra e, delicatamente, formare tre croci al di sopra della testa.
Posare il piatto su un tavolo. Bagnare l’indice della mano destra nell’olio, poi, ponendo il dito a breve distanza, lasciar cadere non meno di tre gocce d’olio ma nemmeno più di sette, sulla superficie dell’acqua. Quindi osservare attentamente la reazione che l’olio procurerà sull’acqua.
Mentre si lasciano cadere le gocce d’olio recitare questa formula a voce molto bassa:
“Uocchie ‘e maluocchie ‘e curnicelle all’uocchie:
schiatta l’invidia e crepa all’uocchie.
In nome della Sanissima Trinità,
si è ‘un maluocchio, fallo squaglià!”
Se il consultante non è sotto l’influsso del malocchio, le gocce d’olio resteranno compatte e isolate, come appena cadute. Se, al contrario, le gocce si espandono e tendono ad allargarsi, come a formare un “panno”sulla superficie dell’acqua, il malocchio è in atto; più velocemente si allargano le gocce più il malocchio è potente ed è stato formulato da persone assai vicine, compresi i parenti più stretti.
Quando si presenta il malocchio, le operazioni effettuate in precedenza vanno ripetute più volte, ricordandosi ogni volta di gettare l’acqua in uno scarico diretto e di pulire accuratamente le mani e il piatto; meglio se lavato con una goccia di sapone e asciugato rapidamente.
Operazione da effettuare con cura e coscienza. Purtroppo la carica malefica degli “occhi”è tanto potente da risultare contagiosa e creare fastidi a chiunque viene in contatto con i residui dell’operazione.
Una volta riscontrato il malocchio, se al secondo tentativo l’olio si espande ancora rapidamente sull’acqua, da quel momento bisognerà intervenire con l’ausilio di una forbice: aprire la forbice, inserire le punte nell’acqua del piattino e tagliare tutte le gocce che si sono allargate, pronunciando ancora la formula sopra riportata.
Ripetere alcune volte l’operazione, sperando e pregando che il malocchio sia scongiurato. Continuare finché non si avverte un piccolo cambiamento nell’atteggiamento del consultante: un sorriso, un po’ di ilarità, anche un minimo di noia per la procedura. A questo punto fermarsi e tentare l’operazione dopo tre giorni.
Nota importante: sebbene risulterà doloroso, è giusto sapere che malocchio e fatture, invidia e cattivi pensieri possono arrivarci spesso dai familiari, persino fratelli e sorelle dello stesso sangue. Quando l’influsso negativo proviene da consanguinei contro natura, genitori (soprattutto la madre) verso un proprio figlio, oppure un figlio contro i genitori, non vi può essere sciagura più grave ed è raro che questi espedienti, di tipo ingenuo e, potremmo dire, caserecci, possano ottenere i risultati sperati.
Rituale della Chiave di san Giovanni
Il rituale della chiave è assai antico, sicuramente precedente al periodo medievale. Serve ad ottenere risposte decise: Si, No oppure Impossibile rispondere. Esso è molto semplice ma va effettuato tramite l’ausilio da una persona estremamente sensibile, dotata e ben disposta verso le credenze spiritiche. Un miscredente non potrà ottenere risultati soddisfacenti. Occludere la mente riguardo all’esistenza e al potere degli Spiriti ovviamente non ci autorizza a chiederne poi l’ausilio.
Procuratevi una grossa chiave di ferro, di quelle antiche dei portoni che si trovano facilmente nei mercatini dell’antiquariato, con l’anello e il dente, alla fine. Ponetevi di fronte al consultante e, tenendo entrambi i vostri indici puntati verso l’alto, appoggiatevi sopra la chiave dalla parte dell’occhiello, in modo che i due lati poggino comodamente sui polpastrelli. Alla chiave, agganciata sul dente, avrete appeso una calzatura, possibilmente femminile.
Prima di iniziare l’operazione farsi tre volte il segno della croce e, una volta che la chiave è ben sistemata sui polpastrelli, direte:
In nome di San Giovanni, aiutaci a conoscere la verità.
Il consultante a questo punto dovrà compiere una domanda precisa alla quale la risposta può essere solamente si o no. Per esempio, “durante l’anno farò un viaggio all’estero”? A questo punto restare immobili e concentrati, in totale silenzio e non sussultare o sobbalzare se, a un certo punto, osserverete la chiave girare su se stessa.
Rimanete immobili e concentrati fino a quando la chiave, gravata dal peso della scarpa, cadrà per terra naturalmente.
Se la chiave, prima di cadere, ha girato in senso orario il responso va interpretato come positivo, cioè SI; se ha ruotato in senso anti‐orario, la risposta è NO, negativa.
La chiave che non compie alcun movimento è insignificante ma se tentenna o trema tra le due dita, tende a spostarsi ma non in maniera tanto decisa da poter determinare, prima il senso del giro e poi la caduta per terra, la risposta sarà: Incertezza. Vuol dire che alla domanda non è ancora possibile dare una risposta definitiva; che gli eventi non sono ancora maturi. È possibile ripetere l’operazione dopo alcuni giorni.
Il momento più propizio per la divinazione è il periodo della Luna nuova, dopo le ore 21, o comunque durante di sera o di notte.
NdR: se l’officiante non ottiene quasi mai risposte decisive o degne di nota… vuol dire che è meglio che si dedichi ad altre attività, magari meno esoteriche.