Memorie olimpiche: il nuoto a Monaco 1972

 Quelle di Monaco furono le mie prime "vere" olimpiadi: quelle, cioé, che io seguii con occhi diversi, da bambino cresciuto. Avevo soltanto nove anni, è vero (a fine estate sarei tornato sui banchi di scuola per frequentare la quinta elementare: scuola "Cesare Giulio Viola", a Taranto in via Zara...è ancora lì!) ma le seguii, appunto, con occhi diversi. La mattina, insieme ad altri ragazzini, le seguivo spesso guardando la tivù dietro le vetrine di un negozio di elettrodomestici (furono quelle tedesche le prime olimpiadi trasmesse col sistema PAL a colori, in tutto il mondo), sempre in via Zara, a Taranto; durante le altre ore del giorno le guardavo in tivù a casa. Quattro anni prima avevo visto qualcosa in tivù delle olimpiadi messicane (quelle tristemente famose per la strage degli studenti a piazza delle "Tre culture", oltre che per i record stellari in atletica di Tommie Smith, Lee Evans e Bob Beamon!): ma sono, i miei, ricordi poco nitidi quasi sfumati. Quattro anni prima, però, ero soltanto un bambino, non ancora un bambino cresciuto!
Quelle di Monaco furono le olimpiadi macchiate dalle note e sanguinose vicende (strage degli atleti israeliani al villaggio olimpico), ma anche ‐ e soprattutto ‐ quelle di Mark Spitz. L'atleta americano (era nato a Modesto, in California, il 10 febbraio 1950) sbalordì la storia vincendo sette medaglie d'oro (quattro in prove individuali, tre in staffetta) e battendo altrettanti record mondiali. Egli veniva dalle olimpiadi quasi fallimentari di quattro anni prima: in Messico, infatti, sebbene fosse qualificato in sei gare (egli stesso predisse che avrebbe vinto sei ori!), non riuscì a vincerne nessuna individualmente (prese l'argento nei 100 farfalla e il bronzo nei 100 stile libero), ma soltanto le due staffette dello stile libero (4x100 e 4x200); nei 200 farfalla, invece, fu 8° mentre nei 200 stile libero non entrò neanche in finale!
Con la sua impresa (il connazionale Michael Phelps riuscirà a fare meglio, vincendo otto ori a Pechino, nel 2008!) Spitz offuscò le maiuscole prove del tedesco‐est Roland Matthes (doppietta nel dorso come quattro anni prima; nella sua bacheca figurano ben otto medaglie olimpiche e tre titoli mondiali nel 1973 e 1975), di Gunnar Larsson (doppietta nei misti), il quale rinverdì i trionfi che la Svezia natatoria aveva avuto con Hakan Malmrot (100, 200 rana ad Anversa) ed Arne Borg (1500 sl nel 1928 ad Amsterdam) e della magnifica australiana Shane Gould (cinque medaglie, di cui tre tra crawl e misti). L'atleta "aussie" fu una delle assolute dominatrici della scena natatoria nella decade settanta, nonostante la sua carriera agonistica durò solo due stagioni (si ritirò, infatti, nel 1973, all'età di sedici anni e nove mesi!), insieme alla tedesca‐est Kornelia Ender e alla statunitense Shirley Babashoff. Nel suo palmares, tra l'altro, figura una eccezionale impresa: tra luglio del 1971 e gennaio 1972 riuscì a battere il record mondiale in tutte le cinque distanze dello stile libero, dai cento ai millecinquecento metri! Gli atleti "stars&stripes" dominarono la scena, come al solito, vincendo la metà delle medaglie in palio (quarantatrè su ottantasette), senza, però, ripetere l'exploit di quattro anni prima: ventuno vittorie su ventinove (dieci su quindici tra gli uomini, undici su quattordici tra le donne). Tra gli uomini colsero lo stesso numero di vittorie (una "triple" nei 200 farfalla con Spitz, Hall, Backhaus nell'ordine sul podio), ma nei 100 rana il nipponico Nobutaka Taguchi, rinverdendo i fasti passati di atleti del sol levante sulla distanza doppia (Yoshiyuki Tsuruta, oro nel 1928 e nel 1932; Tetsuo Hamuro nel 1936, Masari Furukawa nel 1956) battè lo stra favorito John Hencken (uno dei più grandi ranisti d'ogni epoca) provocando la più grossa sorpresa dei giochi bavaresi. Il nuotatore di Culver City, California, classe 1954, laureato in ingegneria elettronica alla Stanford University, si rifece vincendo i 200. Quattro anni dopo fece doppietta (fu oro anche nella staffetta mista) e nel corso della sua carriera, straordinaria, batté dodici record mondiali (sette sui 100, cinque sulla distanza doppia), fu campione del mondo a Belgrado (1973) sui 100, vinse titoli nazionali (diciotto in totale) NCAA e AAU, sia indoor che outdoor. Diventarono leggenda del nuoto i suoi duelli con un altro grandissimo della specialità: il britannico David Wilkie. 
In campo femminile, invece, gli Usa vinsero diciassette medaglie (su quarantadue in palio), colsero una tripletta (nei 200 farfalla vinti da Moe su Colella e Daniel) ma subirono pesanti sconfitte ad opera della giapponese Mayumi Aoki, classe 1953, nei 100 farfalla, e dalle australiane che vinsero anche con la diciottenne Beverly Joy Whitfield (200 rana) e la diciassettenne Gail Neall (400 misti). Quella tedesca (bavarese) fu olimpiade "storica" anche per il nuoto azzurro perché con Novella Calligaris, che l'anno dopo a Belgrado trionferà negli 800 sl, vincemmo le prime medaglie in assoluto di questo sport (argento nei 400 sl e due bronzi negli 800 sl e 400 misti). La nuotatrice padovana vanta un palmares incredibile: oltre alle citate medaglie ben settantuno titoli nazionali individuali (quarantadue nello stile libero, venti nei misti), ventuno record europei battuti, due bronzi ai mondiali, un argento e due bronzi agli europei. Se Federica Pellegrini è indubbiamente la più grande nuotatrice azzurra d'ogni tempo, la Calligaris fu la prima grande nuotatrice azzurra al mondo, la prima vera ambasciatrice del movimento natatorio italiano: entrambe, però, sono state (in tempi e modi diversi) le prime grandi donne del nuoto italiano nel mondo!
Ultima quanto doverosa annotazione ‐ di carattere, per così dire storico‐statistico (e non solo) ‐ è d'uopo: sul podio di Monaco salirono le atlete della ex Ddr o Gdr (nell'universo, a volte non proprio comprensibile a tutti, delle sigle e abbreviazioni olimpiche, e sportive in genere, le tre consonanti nascondono la completa dicitura della "vecchia" Deutschland demokratisch republik, in tedesco, o German democratic republic, secondo la più usata nomenclatura anglofona; mentre, al contrario, prima della riunificazione quella dell'altra Germania era Frg, ossia Federal republic of Germany o Rft, che in italiano sta per Repubblica federale tedesca!), cioé Roswitha Beier (classe 1956), argento nei 100 farfalla e nella staffetta mista, Gudrun Wegner (classe 1955), bronzo nei 400 sl e, soprattutto, Kornelia Ender, preannunciando un dominio (spesso macchiato dal "doping di stato"!) che si protrarrà per più di tre lustri. L'atleta di Plauen (cittadina del distretto di Chemnitz che gli diede i natali il 25 ottobre del 1958) è da considerarsi una delle più grandi nuotatrici all‐time. In Germania vinse tre argenti (nei 200 misti e con le due staffette) ma quattro anni dopo, in Canada, sbaraglierà il campo ottenendo addirittura un poker di successi strabiliante: tre ori individuali (100 e 200 sl, 100 farfalla), uno in staffetta mista. In carriera supererà il record dell'australiana Dawn Fraser, vincendo otto medaglie olimpiche (in totale furono ben diciotto in "big‐events"); inoltre, batté ventitré record mondiali individuali (il primo, sui 100 sl, a soli quattordici anni, nel 1973!). Sposò dapprima il dorsista Roland Matthes (la coppia più medagliata del nuoto mondiale di sempre!) e poi il decatleta Steffen Grumt (4°agli europei 1982).

                                              = MEDAGLIERE =
O      A      B      TOTALE
USA                               18     13     12       43
AUS                                 5       3       2       10   
DDR                                 2       5       2         9
JAP                                  2       ‐        1         3
SWE                                2       ‐         ‐         2
URS                                 ‐       2        3         5
GER                                 ‐       1        3         4
HUN                                 ‐       1        2         3 
ITA                                    ‐       1        2         3
GBR                                 ‐        1        ‐          1

fonti bibliografiche:
‐ Olimpic Swimming 1988 (a cura dell'ISSA, International Swimming Statisticians Association);
‐ The Guinness International Who's Who of Sport, Ian Buchanan, Bill Mallon, Stan Matthews;
‐ A Who's Who of American Sport's Champions, Ralph Hicock;
‐ I Giochi sono fatti, Mario Gherarducci;
‐ Il libro d'oro delle Olimpiadi, Erich Kamper&Bill Mallon.