Non hai niente da fare?

giulfiurio landri
Fri, Aug 23, 10:13 PM
to liliana landri

Ma non hai proprio niente da fare?
Ma non avresti dei figli da crescere?

liliana landri
Sat, Aug 24, 8:37 AM (3 days ago)
to doc, giulfurio

Noi persone ipersensibili siamo iperefficienti mentali.

Per quanto riguarda i figli da crescere fatti i 'beep' tuoi.

I miei bambini ti hanno già inquadrato.

Speriamo che si riprendano dal danno di avere delle 'beep' di parenti come voi.

I miei bambini faranno quello che vorranno fottendose altamente del vostro giudizio e dei vostri pettegolezzi maligni. Anche i xxxxxxx se vorranno, tanto ce ne sono già tanti nella famiglia Landri, anche se dietro la maschera del perbenismo e dell'ipocrisia.

A proposito, chiacchiere, il vostro stare sempre a giudicare ed a spettegolare malignamente, la vostra (ed ad un certo punto la mia apparente) anaffettività sono quello che hanno ucciso mio fratello e me.

Metto il dottore in Cc, anche se lo metterò in imbarazzo, per mettere le carte in tavola una volta per sempre.
Il signor Giulfurio se ne è andato per costruirsi la sua vita.
Ed è giusto così.
Ma se ne è anche andato per non subire i giudizi e le chiacchiere del paese.
E, pensai, per non essere soffocato da mia madre.

Eppure è stato capace di distruggere le nostre vite con le sue visite sporadiche (ed interessate da quando la moglie ha apprezzato la possibilità di fare le vacanze al mare).
Ed i miei genitori si sono lasciati suggestionare dal suo atteggiamento impositivo e dal suo essere il primogenito. Maschio per giunta.

Quindici anni fa mio padre si salvò perché ringraziando il cielo Giulfurio non mosse il 'beep' dalla sedia del suo ufficio.
E pure quando arrivò, di sabato, fu capace di annientarmi.
Cinque anni fa mi decisi per la prima volta ad andare da uno psicologo.
I miei racconti partivano sempre da quello che Giulfurio fece in quel fine settimana.
Io non sapevo se mio padre si sarebbe salvato facendolo trasferire da Eboli a Battipaglia. Non sapevo nemmeno quale delle due diagnosi (quella dei chirurghi di Eburum o quella del primario di chirurgia di Baptipalla) fosse quella corretta. Però mi assunsi le mie responsabilità e optai per quello che mi sembrò il meno peggio.
Ero convinta che mio padre sarebbe morto sotto i ferri se quelli gli avessero tagliato l'addome per levargli il duodeno.

Un anno dopo invece Giulfurio era qui. Era il ponte del 2 giugno. Era bel tempo ed era qui per farsi i bagni.
E si impicciò nei fatti di nostro fratello solo per farsi bello.
Ed io cedetti e lasciai che quella carogna che avevo affianco ed i nostri ormai anziani genitori gli permettessero di impicciarsi.

Non so se mio fratello fosse stato seguito dalla dottoressa (che, mi riferirono in seguito, Giulfurio chiamò [parola che assomiglia a sbronza] per telefono) che mi era piaciuta per come aveva gestito una crisi, come sarebbero andate le cose.
Per me era il meno peggio.
Aveva affrontato quel marcantonio di mio fratello, lei minuta, solo con il potere della parola, della logica.
La stessa logica che dopo dieci anni di persecuzioni John Nash, premio Nobel per l'economia, usò per gestire da solo la propria malattia. Se di malattia vogliamo parlare. E John Nash è morto a 83 anni in un incidente d'auto, mi sembra con la moglie.

Quindici giorni prima due dottori, uomini, si erano spicciati con una iniezione.

Buona giornata a tutti
Liliana Landri