Non Sempre Il Covid...

Il Covid è diventato per tutto il mondo sinonimo di guai ed anche di morte, un po’ i cittadini di tutti gli stati ne sono stati colpiti, la nonna di Alberto gli aveva raccontato come due dei suoi figli erano deceduti causa la ‘spagnola’ altra epidemia purtroppo famosa all’inizio del novecento. Il mondo anche in passato era stato colpito di analoghe calamità, il Manzoni ne ‘I Promessi Sposi’ parla di  ‘peste’ che aveva procurato migliaia di decessi, un evento purtroppo ricorrente nei secoli. Attualmente alcuni giornalisti hanno insinuato che sia stata la Cina che volontariamente abbia messo in giro questo virus per motivi politici e far collare l’economia mondiale e diventare la prima potenza del mondo in tutti i campi alla faccia degli americani che grazie a quel…simpaticone dell’attuale presidente salito al ‘trono’ grazie soprattutto ai voti degli  industriali,  dei ricconi,  dei  conformisti e degli ingenui e del loro entourage. Le conseguenze purtroppo ricadono anche sugli europei in eterna lotta (sotterranea)  con i russi e dell’astuto  e spregiudicato loro capo Putin. A questo punto inizia la storia: in un piccolo paese in provincia di Enna, Calogero, Lillo per tutti, aveva la conduzione di un  forno del paese in concorrenza con altro collega che però riusciva a vendere i propri prodotti più di lui. Fu soprattutto per questo motivo che accettò volentieri di spostarsi a Roma dove un lontano parente, ormai vecchio, era titolare di  un forno ben avviato e con clientela selezionata. Nel trasferimento nella capitale aveva portato con sé Rosario (Sarino) un paesano timido ma gran lavoratore oltre  alla moglie Isabella  adottata da due contadini del posto che non erano diventati genitori ma con gran voglia di avere una figlia. La ragazza man mano che cresceva era diventata di una bellezza notevole, solare ed anche aristocratica, non se la passava con i gretti paesani ed accettò con gran gioia la proposta di matrimonio di Lillo soprattutto per il loro trasferimento nella capitale. Il vecchio parente lasciò ai due coniugi anche un’abitazione a Roma, in via Marsala, erano stanchi del frastuono della città e preferirono acquistare una casa in campagna, a Pomezia con tanto di pollaio e di un  campo per coltivare verdure per la loro mensa, un paradiso. Garzone del panificio era Gigi detto ‘ciceruacchio’ perché aveva molto in comune con quel famoso personaggio: era cicciottello ma dalla ottima capacità dialettica , carattere vivace, intelligente,  non istruito aveva molto successo  con le clienti non più giovanissime che, in cambio delle sue prestazioni sessuali lo ‘riempivano’ di regali di ogni genere  anche di denaro da lui ben accetto, la paga non era alta ed in ogni caso non adeguata al sacrificio di alzarsi presto la mattina. Oltre ai titolari del forno la non più giovane cassiera si era licenziata, ingenuamente Lillo pensò di sostituirla con sua moglie ma ben presto si accorse che i maschietti si recavano nel suo panificio per corteggiare la consorte piuttosto che fare acquisti. Divenne gelosissimo e sostituì Isabella nel suo incarico con una tale a nome Iole che non riceveva le stesse attenzioni di Isabella, era proprio brutta! Contento di questa situazione non tenne conto del ‘Covid’ che stava infettando molte persone anzi era un negazionista “Sarà come un’influenza!” Male gliene incolse, fu infettato e  la malattia fu confermata da un tampone conseguenza: una quarantena non di quaranta giorni come diceva la parola ma quindici da passare rigorosamente in casa non avvicinando la consorte che indossava sempre la mascherina per ordine del medico di famiglia. Per fortuna l’abitazione era grande, Isabella cucinava per Lillo mettendogli le cibarie su un carrello  lasciandolo vicino ad una porta comunicante. Gioco forza doveva approvvigionarsi di materie prime e quindi lasciare solo il marito per lungo tempo. La signora si sentiva felice non più condizionata alla gelosia di Lillo, non rimpiangeva la forzata lontananza sessuale, in quel campo Lillo si era dimostrato grezzo e poco appagante. Nella sua stessa scala abitava Alberto un trentenne sempre elegante ed anche affascinante padrone del supermercato ‘Aurora’ ubicato non molto lontano. Isabella fu da subito corteggiata signorilmente da Alberto che talvolta le faceva trovare dinanzi alla porta dei fiori, ultimamente delle rose rosse dal chiaro significato amoroso. ‘Gutta cavat lapidem’, la goccia scavò nella mente di Isabella che cominciò ad apprezzare quel corteggiamento delicato e non volgare, guardò con altri occhi Alberto che veniva sempre avvisato da qualche suo dipendente quando Ia dama entrava nel supermercato. “Mi permetta di offrirle quanto ha messo nel carrello per solidarietà ad un coinquilino.” Un pomeriggio di una giornata grigia e piovigginosa Alberto si munì di un ombrello ed accompagnò nel palazzo la signora sino al suo piano, ma sparì subito dalla circolazione per non essere visto dal marito dallo spioncino della porta.  Lillo si mangiava il fegato, non poteva in nessun caso controllare la consorte, le finestre del suo appartamento davano sul lato opposto del portone principale di casa. Isabella parlava con Lillo per telefono, domandava notizie sul suo stato di salute, sull’esito del nuovo tampone che un infermiere veniva ad eseguire a casa sua, purtroppo passati i fatidici quindici giorni il tampone era ancora positivo. Una mattina Alberto si fece trovare dinanzi all’ascensore da cui stava per uscire Isabella: “Gentile signora, che ne dice di visitare il mio appartamento, è triste e solitario senza la presenza di un essere femminile.” “Che ne dice di adottare una gatta, le femminucce si affezionano di più ai maschietti!” Alberto ruppe gli indugi, abbracciò Isabella, la baciò a lungo e riuscì a condurla in camera da letto senza che la signora opponesse resistenza anzi aveva chiuso gli occhi  mentre veniva spogliata  lentamente. Una visione celestiale, un corpo da modella completamente a disposizione di Alberto che mise in atto tutta la sua esperienza sessuale sino a portare Isabella a ripetuti orgasmi per lei materia ignota. Svuotata di ogni energia la signora si ricordò che doveva cucinare e portare il carrello dinanzi alla porta del locale dove risiedeva il marito, lo fece presente ad Alberto che: “Provvedo io, qui sotto c’è una bettola, sora Mara cucina divinamente e poi sa che da me avrà il doppio del prezzo degli altri clienti.” “Hai capito il signorino, porti da lei le tue amichette…” “Non voglio raccontarti balle, quelle che ho conosciuto non avevano lo stile e la bellezza tue, non ci sono aggettivi per definirti, se me lo permetterai ti sarò sempre vicino, potrai anche dormire a casa mia. Il tampone di Lillo, per sua fortuna, ma non per quella di  Isabella fu finalmente riscontrato negativo ed il padrone di casa poté riabbracciare la consorte la quale volle essere sincera. “Caro durante il tuo periodo di quarantena la mia situazione sentimentale è cambiata, ho preso a frequentare Alberto il signore che abita al piano superiore al nostro, è padrone del vicino supermercato ‘Aurora’. Siamo diventati amanti  ma non ti lascerò solo, resteremo amici, ho pensato per te ad una soluzione: Alberto ha assunto alle dipendenze una giovane ragazza di campagna che non  ti porrà troppe domande, devi sgrezzarla ma tu stesso devi imparare molto in campo sessuale, metterò in atto il detto latino: ‘gallina ivit super gallum’” e ti impartirò delle lezioni sessuali specialmente sul corpo delle donne. Lillo pur frastornato era cambiato durante la quarantena, accettò le lezioni e cominciò a corteggiare Concetta che chiese ed ottenne di essere ospite nel suo appartamento, Lillo accettò tutto quello che la consorte gli aveva ‘propinato’, fu perplesso solo sul cunnilingus, Isabella gli fece capire l’importanza dell’orgasmo anche per le donne. Il destino di ognuno di noi è segnato sin dalla nascita come affermato da Eraclito, antico filosofo pensatore presocratico ed infatti Concetta passati i primi momenti di apprendimenti li mise in atto anche con un altro commesso del supermercato tale Lucio, belloccio e soprattutto astuto che circuì e ne divenne l’amante, ma solo l’amante in quanto gli piaceva folleggiare anche con altre femminucce incontrate al supermercato. La parola gelosia, per  forza di cose era stata bandita dal lessico e nella pratica  del quartetto.