operazione acqua pulita

Mi presento

Mi chiamo Elio e l’acqua è il mio mondo.
Sì mi chiamo Elio, come il gas nobile che fa volare in cielo i palloncini in lattice, quelli tutti colorati e dalle forme più bizzarre, che si vedono spesso nelle fiere di paese.
Un giorno ho chiesto a mia madre il motivo della scelta di quel particolare nome, mi ha risposto che era il nome di mio nonno materno e, come per discolparsi, ha aggiunto che non poteva immaginare che il suo unico figlio sarebbe stato appassionato di nuoto, attratto dall’acqua e non dall’aria.
Come spesso accade ho iniziato nuoto da bambino perché ero mingherlino e avevo problemi alla colonna vertebrale, così i miei genitori mi portavano in piscina due o tre volte a settimana. Ho provato anche altri sport, quelli di squadra, ma non riuscivo a essere felice, orgoglioso dei miei risultati come quando sono da solo in acqua, solo contro il tempo, e per vincere devo basarmi soltanto sulle mie forze, senza dipendere da nessun altro.
Per comodità, da molto tempo, tengo i capelli rasati quasi al massimo. I capelli lunghi non li ho mai sopportati, troppo tempo sotto l’asciugacapelli dopo gli allenamenti. Per non far notare troppo la differenza non mi faccio neanche crescere la barba: appena è di tre, quattro giorni e si nota la differenza con la testa mi dirigo in bagno e mi rado, con pennello e rasoio. Sì, potrei anche usare le macchinette elettriche per tagliare tutto, barba e capelli, ma mi piace sentire l’odore del sapone che monta e la sensazione di freschezza della rasatura. E poi me l’ha insegnato mio padre.
Inoltre ho paura che, se non mi sbarbassi, la gente mi griderebbe frasi del tipo: “Hai montato la testa al contrario?”.

Il centro sportivo lo frequento diversi giorni a settimana e conosco la maggior parte delle persone che vanno lì regolarmente.
È un posto molto grande, con piscina, campi da calcetto e da tennis, sauna e palestra.
È il luogo che considero come la mia seconda casa, o almeno lo era fino a poco tempo fa.
Dall’arrivo di quel palestrato di Giorgio, non è più così. Giorgio, detto “Bullone” sia per i suoi modi di fare da spaccone sia per il tatuaggio sul collo.
Lui è il capetto del reparto palestra. Se hai bisogno di qualcosa te la trova subito. Soprattutto sostanze per riuscire a recuperare in poco tempo le forze perse, durante gli allenamenti. Dice che non sono proibite, ci sto facendo un pensiero … 
Ha una gran bella macchina che io non mi potrei mai permettere e sinceramente non capisco neanche come la possa mantenere lui.

Quando entro in piscina sono in armonia con il mondo. Nella mia vita ho imparato a distinguere i problemi in due categorie: o rimanevano fuori dall’acqua o entravano lì con me. I primi non erano importanti, i secondi a fine allenamento, dopo una lunga nuotata, avevano trovato una loro soluzione, o almeno qualcosa di molto simile.
I miei allenatori sono stati pochi e tutti importanti: mi hanno fatto crescere, maturare, sia come atleta, sia soprattutto come uomo.
Quando sono completamente sommerso dall’acqua mi sento libero all’ennesima potenza. I gesti sembrano più lenti, ma è lì che riesco a dare il meglio di me. La virata è il mio pezzo forte, quello dove riesco ad accumulare distacco dagli avversari.
Odio stare sopra il trampolino, invece. È un posto che non sopporto: l’unico pezzo di ferro in un mondo d’acqua! Ho sempre paura di scivolare e farmi male, non riesco a dare il meglio di me. Non mi mai è mai passato per la testa di scegliere i tuffi come specialità!
La doccia è la degna conclusione degli allenamenti. Quando sento l’acqua calda scorrere addosso ai muscoli intorpiditi, sento un gran sollievo. È in quel momento che penso al mio domani, al mio futuro. Il rumore dell’acqua che scorre via sulle mattonelle lucide del pavimento per finire dentro lo scarico è una specie di musica.

Ora sono a un punto di svolta della mia carriera di sportivo, un punto di non ritorno. È anche per questo che sto scrivendo queste pagine. Anche se non so se le farò mai leggere a qualcuno, alla mia famiglia, alla mia ragazza, al mio allenatore.  
Devo capire se voglio diventare un professionista e quindi trasferirmi in un'altra città oppure rimanere qui in provincia, dove ho già vinto tutto e posso solo migliorarmi contro il cronometro e vedere passare il tempo e le generazioni future, invecchiando senza troppi patemi d’animo.
Siamo in pochi ad avere questa possibilità e credo che alcuni miei compagni di squadra, abbiano iniziato a “barare”, aiutati da Bullone. Non mi piace fare la spia, ma il sospetto ce l’ho...

Aprile

Mi chiedo perché continuo a scrivere questo diario. Forse è un modo per non sentirmi in colpa su ciò che credo di sapere e non voglio scoprire? O forse vorrei anch’io diventare cliente di Bullone e fregarmene di tutto? 
Non so di chi fidarmi... ho dei sospetti anche sul mio allenatore, Carlo: credo che sia d’accordo con lui, con Giorgio.
I miei genitori? Hanno già tanti problemi, non posso aggiungere loro questo macigno, non lo sopporterebbero.
La mia ragazza? Ci frequentiamo da troppo poco tempo. Se sapesse temo che scapperebbe via e non voglio rischiare la nostra relazione.
Non so se andare a denunciare la cosa dai Carabinieri o alla Polizia, ma non ho prove, solo supposizioni. Magari mi chiederebbero di diventare una spia, di fare l’infiltrato, entrare in contatto con quelli di cui sospetto, cercando di farli ammettere e non so se ne sarei capace.
Intanto i risultati in vasca iniziano a peggiorare. Il problema è che in poche settimane alcuni miei compagni mi hanno surclassato. Tengono delle capsule nei loro armadietti, mi hanno detto che sono energizzanti, integratori naturali tipo ginseng,erba mate, maca, germe di grano, guaranà, spirulina, la crema di Budwing e altre cose simili... Io personalmente conosco poco queste sostanze... ci sarà da fidarsi?
Non so se andare dal dottore da cui vanno gli altri a farmele prescrivere: mi hanno dato il suo biglietto da visita e io non l’ho gettato via, l’ho riposto nello scompartimento più nascosto del portafoglio, senza pensarci troppo.
Da quel giorno c’è un’immagine che ricorre spesso nella mia mente, il nome e il numero stampato sul biglietto: prendono vita e mi si avvicinano. Sta diventando un incubo...

Maggio

Eccomi qui, seduto nella sala d’attesa del dottore, non ci sono molte persone sedute. Ho preso appuntamento, voglio fare una visita, almeno voglio provarci.
La segretaria mi ha fatto cenno di entrare. Il dottore non è come me lo sono immaginato, davanti a me c’è un bell’uomo, chissà perché me lo immaginavo grasso, con una vistosa pelata. Dopo essermi presentato e avergli fatto il nome del centro sportivo, come se fosse una parola magica, è diventato più gentile, ma anche più pacato nei modi, tranquillo, rilassato.
Tra i vari discorsi, allora, ho voluto inserire anche il nome di Giorgio e del mio allenatore Carlo. Ma lui mi ha guardato in modo enigmatico, quasi di rimprovero, come se quei nomi non si dovessero mai pronunciare, come da bambino, quando dicevi una parolaccia davanti a tutta la famiglia.
Mi ha visitato in quattro e quattr’otto e mi ha lasciato una ricetta bianca, direi quasi anonima se non fosse per il timbro e la firma, se vogliamo chiamare così questo scarabocchio. Mi ha anche raccomandato di non esagerare con le pillole... No, niente ricevuta né fattura...
Il dottore non era nel mio quartiere, quindi ho chiesto alla segretaria dove trovare una farmacia nelle vicinanze. Me ne ha indicata una a pochi metri dallo studio. Sono entrato come se dovessi rapinarla: testa bassa, bavero della giacca rialzato, mi sono diretto al bancone cercando di non incontrare lo sguardo di nessuno. Qui non mi conoscono ma non voglio correre rischi, un conoscente può sempre sbucare all’improvviso da dietro l’angolo. La dottoressa dietro al bancone mi ha chiesto se avevo la tessera sanitaria per scaricare lo scontrino dalle tasse, ma le ho risposto di no, volevo solo sbrigarmi!
Tornato a casa ho subito cercato su internet le sostanze contenute nelle pillole dentro al flaconcino. Non contento, ho letto anche le “istruzioni per l’uso”, quei foglietti scritti in caratteri piccolissimi, che una volta aperti ti passa la voglia di prendere la medicina e che nessuno riesce a ripiegare in modo corretto e riporre nella custodia.
Come mi sento, ora? Non lo so. Non so se fidarmi e iniziare a prenderle oppure buttarle nel gabinetto, come accade nei film quando il tossico viene sorpreso dalla polizia in casa con la droga.
Domani le nasconderò nell’armadietto della palestra, le metterò in fondo, dietro al beautycase uso dove tengo le cose per la doccia.

Giugno

Adesso che si sa che sono andato da quel medico, gli atteggiamenti da parte dei miei compagni nei miei confronti sono migliorati. Io ancora non ho provato quelle pillole, ma glielo sto facendo credere. Alcuni discorsi mi fanno paura, qualcuno ha parlato delle mie “medicine”, dicendo che anche lui aveva “iniziato così”...
“Iniziato? Ma io non ho cominciato nulla, io le prendo solo come energizzanti, per riprendermi dalla fatica, rimettermi in forze velocemente”.
“Sì, lo pensavo anch’io in principio! Poi mi hanno convinto a prendere qualcosa di più potente... Stai cominciando a salire su una scala mobile, ma non vedi la fine, e soprattutto, come tutte le scale mobili, non puoi fermarti né tornare indietro, e neanche scendere, puoi solo andare avanti!”.
Anche Bullone ora mi considera suo “amico”, ma ho paura che se le mie prestazioni non migliorano capiranno che li sto ingannando. È qualche mese ormai che questa storia va avanti, ancora non ho deciso se tentare il passaggio a professionista, ma il tempo sta per scadere.
Ieri notte ho anche dormito male, tra me e me ho dato la colpa a quello che avevo mangiato. Mi sono alzato dal letto e ho aperto la finestra per far entrare un po’ di aria fresca. Per fortuna è estate e il tempo lo permette. Davanti al panorama il tempo passava, ma io ero sempre in balia dei miei dolori. E dei miei pensieri.
Le ferie si stanno avvicinando, ma io non ho programmi per quest’anno né voglio pensarci!
Fare come fanno tutti? Cercare di capire cosa sta succedendo? Andare a denunciare questo giro? Non lo so, non lo so, non lo so! Comunque non oggi, forse domani.

E voglio anche smettere di scrivere questo diario.

Luglio

Era da quasi un mese che non scrivevo più, ma ho dovuto riprendere!
È successo! Tutti lo conoscevano nel quartiere, tutti pensavano che sarebbe capitato prima o poi… Giorgio è stato arrestato!
I poliziotti l’hanno preso in una retata, l’altra sera, in un pub malfamato. Lui confessa dice di essere innocente, ma le accuse a suo carico pare siano molte. Sembra che la Polizia lo consideri un pesce piccolo, comunque.
Sicuramente Bullone aveva dei capi a cui doveva dar conto, lui si occupava della nostra zona e la sua specialità era trovare “carne fresca”, atleti giovani, come me. Non si sa chi lo abbia tradito, si fanno due ipotesi: uno dei suoi collaboratori o uno che si riforniva tramite lui, come me.
Ora lo interrogherà e probabilmente inizierà a parlare, a dire quello che sa. Ho paura! L’angoscia mi soffoca.
Ho seguito il telegiornale regionale con molta attenzione, è stato uno dei primi servizi mandati in onda.
Il capo della squadra mobile ha spiegato che avevano già molte prove e che hanno voluto chiudere l’operazione in fretta, prima di una prossima gara sportiva molto importante. L’hanno chiamata operazione “acqua pulita” e hanno detto che sicuramente “ci saranno altri sviluppi”.
Ho paura che queste novità riguarderanno anche me, che magari mi vengano a prendere a casa!

Sono passati un po’ di giorni, io ho scelto di non andare più in piscina, voglio che si calmino un po’ le acque.
Che bello il silenzio: nessuno parla, nessuno può criticare, nessuno può insinuare, nessuno può accusare...

Non c’erano novità sulle indagini, eppure oggi il primo servizio al telegiornale era dedicato proprio all’operazione “acqua pulita”.
Carlo è stato trovato impiccato nel suo ufficio vicino alla piscina. Lo ha scoperto la mattina presto la donna delle pulizie, entrando nella sede della polisportiva.
Ha lasciato un biglietto d’addio: “Non posso andare in prigione. Chiedo scusa a tutti, ma non posso continuare a vivere così. Chiedo scusa per il male che ho fatto! Non volevo. È stato qualcosa di più grande di me… Carlo”.
La polizia stava indagando su di lui. Gli agenti hanno trovato alcuni documenti compromettenti nel suo portatile personale,  anche se prima di morire Carlo aveva provato ad eliminare tutto il contenuto dell’hard disk. I tecnici informatici della polizia però sono riusciti a recuperarli. Ci sono tabelle piene di nomi, medicinali e conti.
La piscina rimarrà chiusa fino a quando le indagini non saranno terminate.
Ho pianto in camera mia, da solo, come quando ero piccolo, giocavo con gli amici, cadevo e mi sbucciavo il ginocchio. Allora, però, cercavo con gli occhi mia mamma per gettarle le braccia al collo e farmi consolare.

E’ arrivata, è tra le mie mani, tremo.
Una lettera da parte della polizia. La apro con il batticuore. Mi hanno invitato a presentarmi al commissariato domani mattina, alle ore 9.00. Mi dico che non può essere una situazione così preoccupante: tra le righe leggo la frase “come persona informata sui fatti”. Ho tirato un sospiro di sollievo così forte che forse i vicini di casa l’ hanno sentito! Porterò con me il flacone delle pillole, la ricetta e questo diario, mi darà forza.

Ottobre

Il giudice ha deciso di non procedere contro di me! Ho trattenuto le lacrime a forza quando l’ho saputo! Ha detto che è stata importante la mia disponibilità a chiarire da subito la mia posizione. Il fatto di non aver mai preso le pillole che il medico mi aveva prescritto, poi, mi ha salvato: la vita e il futuro. Inoltre nel computer di Carlo non è stato trovato nessun indizio a mio carico. Il mio nome e cognome non comparivano, era venuto fuori solo da alcune dichiarazioni di Bullone.
Non so chi o cosa devo ringraziare, la fortuna, forse la mia paura. O è stata la forza di volontà che non mi ha fatto cedere alla tentazione? Adesso devo rimboccarmi le maniche e dare il meglio di me.

In questi giorni, in piscina campeggia questo cartello:

Apertura del centro polisportivo
Nuova gestione

Corsi di:
nuoto
acquagym
pallanuoto 

campi di:
calcio a cinque
calcio a sette
tennise tanto altro!!!!

Accorrete tutti!!!!
Che cosa aspettate?

Per info rivolgersi in segreteria nei seguenti orari:
Lunedì ‐ venerdì: 10‐13 17‐20
Sabato: 10‐13.

E in fondo all’avviso queste parole:
Istruttore di nuoto: Elio Vitale.

La nuova società mi ha contattato proponendomi questo lavoro! Quando me lo hanno detto non ci volevo credere: dopo essere stato a un passo dalla prigione … Ho detto subito di sì, senza pensarci un attimo …
Dovrò studiare, seguire un corso e prendere un brevetto di “Docente istruttore di nuoto”.
Ho deciso. Rinuncio ai miei sogni agonistici, alla carriera, farò l’insegnante.
Istruttore di nuoto: ai miei allievi spiegherò che l’importante è divertirsi e dare il meglio di sé, onestamente, senza imbrogliare.
Mi viene da piangere, ma questa volta di gioia!