Paura

Che? Che sono uscito ieri sera apposta per andare a godermi le lucciole. Che mi sono recato in collina in un luogo conosciuto e dove sapevo, se c'erano le condizioni esatte, le avrei certamente incontrate che. Che sono partito appena calate le prime oscurità serie, illuminate dal sorgere di una luna a tre quarti e giunto in loco ed in mezzo ad un gran silenzio, l'acqua del torrente scorreva gorgogliando con garbo e. E subito al di là degli alberi lungo le sue rive era parcheggiato; nascosto al mio sguardo, un discreto e soffuso, gregge di pecore con altri animali domestici al seguito a. Al che ho avuto subito la sensazione avevo proprio scelto la situazione indovinata e pertinente e difatti eccole le prime ad illuminarsi e. Ed è veramente uno spettacolo mozzafiato e stupefacente. Che si cerca la sorgente ed arrivano da ogni parte; che non si capisce dove sia il fuoco generatore, però ci sono faville ovunque e quindi infine è facile dedurre la sorgente non ha un centro imposto ed il fuoco è dentro ognuna di loro ed è quello sacro e superiore della realizzazione individuale e della suprema missione, a sfida di ogni dubbio o timore, di tramandare anche sé stessi, con annessi e connessi, alla razza futura e mi si è concretizzato allora un gran feeling che autorizzava una mia inusuale comunanza verso il lasciarmi andare al naturale schietto e diretto, dato percepivo in cambio un tono fisico e mentale, ammiccante e dolcissimo e. E lucciole dappertutto. A decine. A centinaia. A migliaia. E la loro recita, ripeto, mi era assolutamente magica e coinvolgente. E guizzi di luce di qua e scie di piccola lanterna di là e sono cose codeste in grado d'incanto e di sospendere lo scorrere del tempo e. E di mantenerti a galleggiare in una estasi incredibile e di portarti finalmente fuori da te stesso e di fare scomparire le tue dinamiche esistenziali e pesanti o leggere che siano e. E di farti viaggiare di per cui sopra sintonie decisamente alternative ed idonee all'attirare fra le braccia di una gioia che ti sorge pura pari profumo da un fiore e ci sono pochi eventi che, li per lì, potrebbero distrarti da tutto ciò. Pochi eventi tra i quali, possente e vibrante, il lungo ragliare insistito di un asino che espande versatile e solitario, dentro un ambiente appunto pressoché muto e da. Da brividi gente. Da brividi. Che ha voce forte un ciuco e ti penetra profondo, evocativa e destabilizzante e ti richiama se non proprio alla realtà di tutti i giorni mi. Minimo al porre più attenzione a quello che stai facendo ed a spendere concentrazione doppia dal. Dal momento ora potresti essere come drogato e deviato inconscio dal succedere intorno e. E le lucciole nel frattempo ancora strepitose nel loro colonizzare lo sguardo ed il cuore. Che sembrava avessero capito sei stato distratto ed hai bisogno di essere nuovamente incensato di incantesimo e grazia e. E via ad osservarle con rigenerata energia pertanto e con rinnovata attrattiva e. E con estrema ammirazione però. Però stavolta condite con attenzione ai dettagli e completate allertando la visione periferica. Che sì amico squisita ed invidiabile la loro recita, ma non per tutte. Non per tutte: che ci sono anche i ragni. Che ci sono anche i ragni e devono mantenersi e. Ergo stanno sempre a sputare ragnatele invisibili nel buio. Tra albero ed albero. Fra cespuglio e cespuglio, fra ramo e ramo, fra filo d'erba e filo d'erba e. Ed in ogni microcosmo ove ne ritengano il caso e. E tu purtroppo, fra frotte che sfrecciano leggiadre, noti alcune di loro lucciole che fanno sì fiamma, bensì non si spostano e rimangono ferme. Ferme e sospese nello stesso punto e la stranezza del fatto ti spinge ad indagare sul curioso ed anomalo fenomeno e dunque ne ho avvicinate due tre e. Ed orrore. Erano finite invischiate in una tela di ragno e non riuscivano a liberarsi e. E nemmeno si poteva liberarle. Che ci ho persino provato facendomi luce con la torcia del cellulare e niente. Niente. Niente. Niente. Troppo oramai avvolte da filo appiccicoso ed impossibile toglierlo tutto, che al massimo con una sono riuscito a farla cadere a terra; ma per lasciarla poi lì senza speranza di potere vederla volare via e la tragedia quindi. La tragedia che irrompe costernando ed intristendo l'umore e. E dopo la tragedia la considerazione, la pena un. Un po' d'odio per gli aracnidi, la metafora, il paragone e la paura. Che lo diciamo spesso noi siamo come le lucciole e tale accostamento perfino ci sta. Che in delle fasi sul serio facciamo luce e tale loro voliamo liberi dai pensieri che limitano e dalle insidie che spaventano e siamo allora talmente belli e ci sentiamo talmente bene, che attiriamo pure noi qualcuno a godersi lo spettacolo me. Mentre siamo immersi che ne so o nell'amore o nella buona predisposizione o nella pace sensoriale o nella felicità o nel talento che ci siamo sentiti sbocciare dentro e che. E che invece incontriamo in giro delle tangibili, sebbene virtuali, ragnatele invisibili di notte e di giorno, stese da nostri simili. Delle tangibili ragnatele, estremamente vischiose, in grado di stoppare ed imbavagliare e. E di stroncare qualsiasi ambizione di non riferire ad un centro imposto e di realizzare bonariamente e con spirito positivo, tramite personale fuoco generatore il. Il che mi fa uguale. Mi fa uguale a quelle messe lì dai ragni reali i. Intanto per stroncare qualsiasi velleità ed in seguito per mangiare un insetto. Un insetto. Un insetto. Un insetto e. Ed ho mollato tutto e sono corso in macchina ed a casa e paura. Paura. PAURA.