Quel che è

Un povero mendicante camminava per la strada guardando mesto le vetrine a festa, di lì a pochi giorni sarebbe arrivato il Natale, occasione di festa e gaudio per tutti, ma per lui uomo solo e stanco, era il periodo più triste dell’anno, quello in cui la solitudine diventava una punta affilata pronta a trafiggergli il cuore.
Non desiderava ormai più niente dalla vita, se non il tanto che gli permettesse di sopravvivere, un tozzo di pane gli era più che sufficiente, e mentre cercava l’elemosina come tutti i santi giorni per poter soddisfare la sua fame, un uomo dai lineamenti perfetti, elegante nel porsi e curatissimo nel vestiario lo avvicinò dicendo: “Vieni con me vorrei mostrarti qualcosa”.
Il mendicante aveva a malapena la forza di sollevarsi da quell’angolo di strada, ma era talmente affamato che sarebbe andato ovunque, anche in capo al mondo, pur di mettere qualcosa sotto ai denti.
Seguì lentamente quell’uomo ben vestito, sino ad una enorme carrozza, dove fu invitato a salire, e non appena il bel signore si fu accomodato al suo fianco la carrozza partì.
Il mendicante sentiva i morsi della fame confondergli la mente, e con occhi annebbiati osservava l’uomo artefice di quella strana proposta.
E fu allora che gli disse: “Gentiluomo non chiedo niente di più che un tozzo di pane, per calmare i crampi che mi percuotono lo stomaco”.
Ma l’uomo l’osservava senza proferir parola.
E il mendicante continuò: “Dove mi conduce codesta lussuosa carrozza?”
Non ebbe neppure finito di parlare che la carrozza frenò bruscamente, i cavalli nitrirono all’unisono, colpa delle briglie che erano state tirate con molta forza, l’uomo elegante scese per primo e nel mantenere lo sportello aperto, fece segno al mendicante di scendere.
L’uomo scese a fatica da quel veicolo e quando ebbe messo entrambi i piedi in terra, vide che non si era spostato di un passo dal luogo in cui era stato raccolto. Confuso più che mai, guardò il gentiluomo dicendo: “Non capisco, è lo stesso posto da dove siamo partiti eppure ho sentito nitidamente la carrozza partire, i cavalli correre e fermarsi, eppure siamo di nuovo qui, nello stesso identico luogo”.
“No buon uomo” ‐ rispose il bel signore – “non siamo nello stesso identico luogo, siamo nel presente, e tu eri fermo nel passato. Vedi la vita è quel cammino fatto tra “quel che è stato” e “quel che sarà”, ma troppo spesso ci dimentichiamo di guardare a “quel che è”.
Questo luogo è “quel che è”.
Restare legato a quel che eri ti ha reso insopportabile vivere il tuo presente, non immagini invece quanto tu sia prossimo al tuo divenire di luce”.
Il povero mendicate… guardava l’uomo con comprensione, era elegante, intelligente, colto, danaroso, forse voleva solo provare un emozione diversa, quella di prendere in giro un poveraccio. Ebbene se quello era stato il suo intento gli era riuscito pienamente, e pieno di sconforto disse: “Buon uomo, chiedevo solo un pezzo di pane… non un sermone filosofico, vi ringrazio comunque, complimenti per la carrozza, la vostra eleganza e l’evidente ricchezza”.
Detto ciò fece per andare via.
“Mendicante, io sono te!” ‐ disse il bel signore. Il mendicante si fermò di scatto a quelle parole, e girandosi indietro prese ad osservare meglio il volto dell’uomo, e come se la vista gli fosse ritornata improvvisamente nitida, vi scorse i suoi lineamenti..
“Come può essere!”‐ disse pieno di meraviglia – “che tu sia me, guardami come sono ridotto, mi manca tutto, anche il necessario, mentre tu sei…”
“Non ti manca il necessario, ma ti è mancato, oggi non sei quel che eri… sono venuto a prenderti per portarti nel tuo presente, il passato era la tua prigione”.
Il mendicante era stranito, tornò al suo angolo di strada, dove era solito chiedere la carità, le persone erano intente negli ultimi acquisti di Natale, ma nonostante la frenesia del momento tutti nel passare lo ossequiavano in segno di grande rispetto.
Il mendicante, fece per guardarsi riflesso in una delle tante vetrine e si vide vestito in modo impeccabile, con bombetta, guanti bianchi e bastone in vernice nera.
Una voce lo chiamò: “Signore la carrozza è pronta”.
E l’uomo con passo spedito si diresse sino alla sua carrozza.
“Partiamo?” ‐disse il cocchiere.
E l’uomo che ormai viveva il suo presente disse sorridente: “Sì, avanti, destinazione paradiso, ops… futuro”.
La vita è quel cammino fatto tra “quel che è stato” e “quel che sarà”, ma troppo spesso ci dimentichiamo di guardare a “quel che è”.