Quella strana notte (raccontino)

 Quella notte sulla baia brillava una intensa luce di fuoco mentre l'ultima nave era partita alle ventitré, come al solito, dal molo "antico", quello delle barche di pietra e delle sirene impazzite, verso terre lontane. Io, dopo aver letto l'ultima pagina de "Il rosso e il nero", dopo aver consumato voluttuosamente soddisfatto l'ultima cicca di un meharis alla menta e dopo strenua lotta con rognose mosche e zanzare letali, mi ero adagiato sul duro letto riuscendo finalmente a chiudere gli occhi. Vana illusione: infatti, dopo qualche godurioso minuto di sonno, un boato, secco ed intenso, mi svegliò. Feci per andare alla finestra, che era semichiusa, la aprii e mi affacciai sul balcone che dà sulla baia: non riuscendo, ahimé, a scorgere nulla! Allora decisi di restare affacciato ancora un po', per godermi l'insolita atmosfera di quella notte; così restando, lanciai casualmente uno sguardo al cielo e mi balenò in testa un vecchio pensiero, anzi, un vecchio ricordo: tornai indietro nel tempo, cioè a quando ero bambino, e rividi la baia tormentata dai bombardamenti degli SS20 alleati, all'epoca della guerra trent'anni prima. Ebbene, ricordai che quei bombardamenti erano sì orrendamente spaventosi e spaventavano me come tutti gli altri bambini, ma al tempo stesso illuminavano la baia a giorno, proprio come in questa strana notte di adesso. Allora, tra me e me pensai questo: ‐ è scritto nel destino oppure nelle stelle, o forse da qualche altra parte, che il tempo, in qualche modo ed a suo modo, torni indietro e si ripeta, facendoci rivivere strane sensazioni, e strani ed impensabili deja‐vu, ponendoci di fronte a inconsueti refrain, sorprendendoci con bellissimi ed emozionanti flash‐backs, con certosina dovizia mixati tra vita vissuta (passata) e presente?
‐ Il tempo ‐ pensai ancora ‐ é proprio un furbo ed abile, infallibile architetto: infallibile ed assai furbo, non c' è dubbio! Ma è anche, ahimé (ahinoi), un irriverente alquanto manipolatore di ricordi, sentimenti e sensazioni. Dopo tutto ciò, quasi senza accorgermene, eran venute prime luci dell'alba: a quel punto decisi di rientrare in casa dal "viaggio" di pensieri nel balcone; quindi mi adagiai sul letto, lo stesso duro letto di prima, e così finalmente riuscii a riaddormentarmi.