Riflessioni di un agnostico

In questi giorni dai media apprendiamo che l’ex Papa Benedetto XVI° ha riscosso il plauso da parte dei Cattolici di tutto il mondo oltre che di molti Capi di Stato e di Governo. Personalmente sono perplesso: cosa ha fatto questo ex Papa di tanto importante? Mi viene in mente che sia un bel furbacchione, perché? Dati i molti impegni faticosi dei Papi, soprattutto all’estero ha preferito ritirarsi nella Cappella Privata in compagnia di due gatti! Penso che abbia avuto ragione a cercare la compagnia di quei due simpatici animali, come avrebbe potuto passare le ventiquattrore finite di recitare le preghiere che conosceva a memoria. Altro dubbio: perché era stato dichiarato emerito, per aver dato le dimissioni? Che tutto il mondo sia in lutto per la sua morte ho i miei fondati dubbi, a parte gli appartenenti ad altre religioni la domanda è ovvia: cosa aveva fatto di importante per essere dichiarato ‘Emerito’, aver dato le dimissioni ‘Ai posteri l’ardua sentenza avrebbe chiosato il Manzoni.’ Andiamo sul pratico: il Vaticano è uno Stato indipendente dall’Italia, ma proviamo un attimo ad immaginare il traffico stradale romano già incasinato di suo con il movimento di tante auto con gli stemmi esteri. A voler essere obiettivi ci sono varie categorie ad avere dei vantaggi relativi ad introiti finanziari che in questi tempi di magra…dagli aeroporti agli autobus, ai distributori di benzina e soprattutto agli esercenti di alberghi e di pensioni. A me pensionato affacciato al balcone a controllare gli avvenimenti sopra descritti poco cale di tutto ciò forse pensando che presto la Parca Atropo può tagliare il filo della mia vita. A parte le varie favole della religione cattolica circa il futuro dei suoi appartenenti post mortem (vedi Maria Vergine in cielo dove non c’è ossigeno) almeno vorrei essere destinato nell’Ade al secondo girone dove ci sono Paolo e Francesca. Al fine del supporto delle sopracitate mie idee riporto un articolo del grande giornalista Giorgio Bocca:
I PESCECANI E IL POPOLO BUE
‘La grande crisi mette a nudo gli uomini più superbi, i più sapienti, dove sono finiti? Sono in televisione o sui giornali o ai summit mondiali per dire che come il più umile degli ignoranti non sa cosa stia accadendo, perché accada, come se ne esca. Sanno soltanto, pensate un po’ che l’unica cosa a fare è quella del pessimismo siculo “chinati giunco, chinati uomo debole , lascia che passi l’onda piena che dopo, se sarai ancora vivo ti alzerai. Li avete ascoltati nei giorni di grande crisi i potenti e i saggi della Terra? Quello che sta in Vaticano ha detto che il denaro non conta, è come la sabbia del deserto, basta un soffio di vento per disperderla. Ma non è che con quella sabbia , con quella polvere che ha fatto della sua sede terrestre il più ricco palazzo del mondo? Non è con quella polvere che sostiene i suoi missionari, le sue opere di carità, la sua propaganda della fede? Nei giorni più travolgenti della crisi i grandi saggi sono saliti sulle loro cattedre per raccomandare agli ignoranti: “Nervi a posto, ragionate, non perdete la testa” Ma si può? È come chiedere ali agnelli di non aver paura del lupo che sta facendo stragi, come raccomandare, noi siamo come ci chiamate, i vostri pescecani, ma adesso seguite i nostri consigli. Gli economisti non per nulla sono chiamati dottori della “triste scienza”. Di professione fanno previsioni sbagliate, predicano l’impotenza o addirittura giustificano i lupi. Quelli della crisi attuale sono già al lavoro: “Non stracciamoci le vesti ‐ dicono – le grandi crisi in fondo sono necessarie, la ricchezza umana a guardar bene nasce dal superamento delle difficoltà. È la filosofia dei superstiti, dei fortunati e l’assoluzione dei colpevoli. I colpevoli a parole vanno puniti, vanno cacciati ma chi è colpevole in un mondo di matti? Così i Ceo delle grandi aziende vadano pure in pensione ai Caraibi con liquidazioni miliardarie. Siamo persone civili non è vero? Siamo democratici contro le pene capitali. In questo i saggi, i maestri toccano un tasto, come dire, popolare. Una di queste sere di crisi alla televisione hanno fatto parlare uno dei lupi, dei pescecani che ha spiegato per filo e per segno come vendeva ai gonzi i titoli “spazzatura” guadagnandoci miliardi e quando gli hanno chiesto come ci sia riuscito ha risposto: “sono bravo” Gli spettatori lo hanno linciato? No è risuonato un grande, sincero applauso. La grande crisi conferma ciò che si sa del popolo bue che, essendo tale viene chiamato dai potenti “il popolo sovrano” Sovrano di che? Di sentire il capo del governo raccomandare ai sudditi spennati ascoltatemi, è ora di comprare le azioni. Un consiglio buono per gli speculatori ribassisti che con la crisi hanno fatto montagne di soldi non per chi dalla crisi è stato spennato. Ha ragione Silvio, la sua popolarità non è stata mai così alta. Da quando predica la sicurezza dei cittadini non c’è mai stata una crescita della malavita organizzata tanto che il ministro Maroni parla di una vera guerra contro lo Stato. Comunque calma non perdete la calma.
’Come commentare le amare considerazioni del giornalista, sono infondate? Andate a chiederlo ai poveracci che fanno la fila per un piatto di minestrone o per una pagnotta i pane!’