Riflessioni su un porto di mare

Ho viaggiato molto in mia vita: spesso con la fantasia ma molto ‐ anche ‐ con i miei piedi (ascoltando, osservando, annusando, meravigliandomi, divertendomi, arrabbiandomi). Ho, però, un cruccio, anzi, ho molto ma molto di più: un rimpianto; e cioé quello di non esser mai stato a Genova...ma mai disperare nella vita; mai "dire mai": chissà, cosa può succedere!
Genova è un "porto di mare" (sul mar Ligure: Mediterraneo), come la mia città (Taranto); essa, però (come tutti i porti di mare e le città sul mare della terra), è un porto di mare assai speciale: d'una città sul mare e del mare, d'una città "bagnata" dal mare!
[Essa] è un porto di "mare" speciale, sì, davvero molto speciale: perché porta, anzi, portava in sud‐America (quando noi italiani eravamo i "migranti"), in Argentina; perché portava ‐ e porta ‐ ancora altrove; perché guardava ‐ e guarda ‐ altrove!

 " A proposito di...bastimenti, Argentina ed emigranti"
Il  bastimento avanza lentamente
Nel grigio del mattino tra la nebbia
Sull'acqua gialla d'un mare fluviale
Appare la città grigia e velata.
Si entra in un porto strano. Gli emigranti
Impazzano e inferocian accalcandosi
Nell'aspra ebbrezza di imminente lotta.
Da un gruppo di italiani ch'é vestito
In un modo ridicolo alla moda
Bonaerense si gettano arance
Ai paesani stralunati e urlanti.
Un ragazzo dal porto leggerissimo
Prole di libertà, pronto allo slancio
Li guarda colle mani nella fascia
Variopinta ed accenna ad un saluto
Ma ringhiano feroci gli italiani.
(Dino Campana, "Buenos Aires")

Taranto, 10 aprile 2016.