[S]fortuna

La fortuna arriva una volta; poi se la ritenti, scordatelo pure.
Ma poi davvero si parla di fortuna? Sembra quasi un paradosso. Non è che forse si ha fortuna solo quando i pianeti, le stelle, le persone, la mente e l’anima si allineano? Potrebbe trattarsi di un fatto astrofisico quello della fortuna e potrebbe essere un ipotesi molto romantica del tema in questione ma, se proprio devo dirlo, sembra un po’ tutta una presa per il culo. Quando sembra che la vita prende una piega diversa e positiva, quel periodo dura ben poco e quando dici alle persone che incontri “No vabbè ma io sono felice, sto bene”, cazzo (penso) non dovevo dirlo. Ecco che ti svanisce tutto magicamente e, a volte, anche drasticamente.
Che strana cosa questa della fortuna; non so mai se crederci fino in fondo o no, se fermarmi a pensare all’essenza vera del concetto di fortuna o meno, vivermela così come va come tutte le cose. Però, quando mi fermo, penso “Che gran rottura di palle”, ed è quello che dico tutt’ora.
Non ci sono molte domande che uno si può porre per avere altrettante risposte in merito e quindi arrivare ad un punto in cui il filo e la logica si uniscono all’unisono; non ci sono dati certi ne studi abbastanza veritieri che ci portano a capire perché, su questa terra, molte cose vanno così e basta. Ma almeno una cosa risaputa da anni ce l’abbiamo e, come disse un vecchio saggio una volta “La felicità è un attimo”; se fosse realmente così, allora, non posso che pensare “Il mio attimo è arrivato e già passato, aspetteremo il prossimo”. Si, ma se deve essere in eterno, Dio mi aiuti se nel corso delle cose posso rischiare di perdermi.
Adelaide era stata un punto saliente per la mia andata fortuna, nonostante fosse una persona innamorata della sua malattia (un caso clinico per eccellenza, mi verrebbe da dire). Eppure era stata decisiva ed importante al fine che la mia fortuna si compiesse (magia che ha, poi, abilmente storpiato e rotto data la sua mente malata). Dal bene del pensiero era passata a quello cattivo che si è maturato nel corso del tempo nell’altro emisfero della mia anima.
Perché le persone devono sempre ingannarci con la “finta falsità” del cuore senza veli ne accortezza? Dio, che rabbia! E non tanto per le cose che ho vissuto in quanto, per l’amor del cielo, era anche normale che andasse tutto male data la brevità del tempo felice, ma proprio dall’inguaribile romantico che sono nel dedicare così tanto tempo, pazienza ecce cc a qualcuno che, inconsciamente, già so che ferirò o che mi ferirà senza pensarci due volte.
Ho pietà di me stesso ma, almeno, non mi biasimo né mi giudico.
Se scontrandomi con realtà cattive posso fare cinque passi in più dentro me stesso, allora accetto tutto e vado avanti; almeno posso vivere il restante dei miei giorni con consapevolezze in più su come la gente vive nel mondo.

Sono incantato.