Saga spazio-temporale: viaggio nell'antica Roma

La macchina del tempo era pronta: due cilindri enormi di materia superdensa in rotazione continua dentro un sistema tecnologico davvero stupefacente!
Un piccolo tunnel segnava l’ingresso che portava al varco spaziotemporale oltre il quale....non sapevamo cosa avremmo potuto trovare.
La macchina era stata testata innumerevoli volte con oggetti senza alcun incidente degno di
rilievo ma noi saremmo stati i primi esseri umani ad usarla: volevamo compiere un viaggio nel passato, un balzo verso la Roma Imperiale!
Quel giorno, dunque, ci trovavamo in piedi davanti al tunnel, emozionati e, perché no, un tantino preoccupati per le incognite del viaggio.
I cilindri ruotavano già da parecchio tempo e il tessuto spaziotemporale nelle loro vicinanze era stranamente perturbato: il tunnel,in particolare,era percorso da strani bagliori azzurri e sembrava a tratti sciogliersi davanti ai nostri occhi!
Salimmo la piccola rampa ed entrammo: sentii il corpo contrarsi e decontrarsi ritmicamente e il cuore prese a battere forte!
"Ci siamo" dissi ad Irwen che stava accanto a me con un’aria intimorita "Che Dio ce la mandi buona!"
"Puoi dirlo forte, ho una fifa boia!" rispose lei e io la presi tra le braccia per rassicurarla.
L’intercom comunicò l’ultima parte del conto alla rovescia e all’improvviso fummo avvolti da una specie di vortice luminoso che ci portò via in un volo interminabile...
Non provammo neanche a parlare perché l’esperienza era troppo coinvolgente e nuova, rapendo ognuno di noi in un mare di emozioni, sensazioni e pensieri!
Finalmente, dopo attimi che ci parvero secoli, ci ritrovammo in piena antica campagna romana a una certa distanza dalla città.
Per fortuna non c’era anima viva e la nostra avventura poteva cominciare quindi nel migliore dei modi!
"Bene ragazzi" esclamò Gemini "ora dobbiamo registrare queste coordinate per poterle ritrovare alla chiusura della finestra temporale"
"Si" sottolineai "regoliamo gli scudi temporali personali e poi andiamo in città"
Dopo qualche minuto, camminavamo spediti verso l’Urbe vestiti come antichi romani ma con i fedeli microfulminatori Norton ben nascosti
sotto la stoffa!
Un paio d’ore dopo, passeggiavamo in mezzo a un traffico infernale di uomini, donne, vecchi e bambini, venditori , commercianti, piccoli e grandi carri, cavalli e altri animali domestici: un aroma indefinibile di umanità, spezie, fumo, vino!
"Cavolo,che casino"sottolineò Warp con un sorriso
"Certo,ma quant’è interessante!" esclamò Irwen con un saltello di gioia "vuoi mettere
con il centro di Milano?!"
Passammo davanti ad ogni genere di negozi, botteghe e laboratori artigianali, curiosando e registrando tutto quanto con le micro camere nascoste.
La nostra meta era il Circo Massimo dove si sarebbe disputata una delle gare più appassionanti mai viste a Roma(una cronaca fedele dell’epoca ce l’aveva rivelato!)
Camminavamo lungo strade strette e affollate, tra nugoli di persone indaffarate e vocianti, divertiti e affascinati come non mai finché arrivammo in vista della colossale costruzione.
Gli echi delle urla che arrivavano fino a noi, testimoniavano l’inizio della manifestazione, così accelerammo il passo e, in pochi minuti, giungemmo ad una delle entrate del Circo.
Passando abilmente per scale e gradini, riuscimmo ad entrare sulle gradinate proprio nel momento in cui iniziava la corsa delle bighe.
Ci facemmo largo tra la folla per poter vedere bene lo spettacolo: sulla pista polverosa,
tra nugoli di polvere rossastra,sfrecciavano veloci alcune bighe guidate da abili
quanto impietosi auriga che frustavano cavalli e avversari con la stessa ferocia!
Dopo un paio di giri con fasi alterne di comando,uno dei mezzi sbandò paurosamente andando a cozzare contro altri due.
Il rumore fu tremendo e i poveri auriga furono letteralmente gettati per aria
per poi andare a cadere proprio nel bel mezzo della pista.
Uno di loro riuscì ad alzarsi e a mettersi in salvo ma, per gli altri due, non ci fu via di salvezza: le bighe rimaste piombarono su di loro con la violenza di un ciclone facendoli a pezzi!
Quello che rimaneva di loro non costituiva certo un bello spettacolo e noi restammo per un attimo perplessi:
"Accidenti amico mio" mi disse Mauro con una smorfia di disgusto"questa non mi è proprio piaciuta"
"Neanche a me"appprovai "eppure la gente qui sembra apprezzarla e molto!"
In effetti la calca urlante si era alzata in piedi gridando di gioia, ridendo, battendo le mani e sottolineando, con ogni altro possibile mezzo,
la sua soddisfazione!
"Che barbari" mormorò Irwen con sdegno"non hanno alcun rispetto per la vita umana!"
"Si…però...dobbiamo ricordarci una cosa importante: in quest’epoca, la morte aveva un significato eroico e la vita umana veniva vista con altri occhi!"
Le parole sagge di Deimos ci dettero un po’ di conforto, quindi continuammo a guardare la gara.
Le bighe rimaste percorrevano la pista in lungo e in largo, affiancandosi e
superandosi a vicenda, in una lotta mortale senza esclusione di colpi!
L’ ultimo giro fu quello più emozionante e, per fortuna, privo di incidenti: i mezzi, praticamente affiancati, si urtavano gli uni con gli altri per portarsi in testa, sbandando paurosamente di lato e riprendendo poi, subito, la traiettoria migliore.
Noi stavamo proprio sulla linea del traguardo e ci godemmo il finale con la bocca aperta per l’emozione: una delle bighe, scartando di lato, affiancò la prima del gruppo e il suo auriga, con un balzo incredibile, saltò su di essa afferrando l’avversario per poi scaraventarlo sulla pista!
Quindi, afferrate le redini e raddrizzato il mezzo, un attimo dopo tagliò il traguardo vittorioso: la folla impazzì per la gioia e il Circo risuonò di un clamore assordante!
"Che forte quel tizio"disse Acquario emozionato"avete visto che ha fatto?!"
"Certo che deve averne di fegato!" esclamai anmirato e gli altri assentirono commentando in vari modi l’accaduto.
Si stava però purtroppo avvicinando la sera, l’ ora di rientrare era sempre più vicina, così decidemmo di ritornare sui nostri passi godendoci, nel contempo, la Roma notturna!
Le strade presentavano un volto del tutto simile a quello diurno e Klassp commentò acidamente:
"Ma questi romani non dormono mai?!"
"Eh, certo, ,con tutto questo rumore.... come farebbero farlo!?" risposi divertito.
Dopo aver percorso un viale, ci imbattemmo in un piccolo gruppo di soldati che giocavano a dadi: Pod mi guardò con un sorriso:
"Aaah....adesso entro in gioco io!"
"Che hai in mente vecchio imbroglione?"risposi ridendo
"Stai a vedere!"
Si avvicinò al gruppetto e fece loro capire che voleva partecipare al gioco.
Dopo qualche minuto, però, gli uomini incominciavano ad innervosirsi pentendosi di averlo inserito nella competizione!
All’ennesima sua vincita, uno di loro si alzò urlando con in mano la daga e tutta l’intenzione di affettare il nostro amico
Allora, una fiammata giallastra lo avvolse scaraventandolo per aria e mandandolo a cadere a qualche metro di distanza.
Guardai Warp che era stato insolitamente veloce nel colpire col suo microfulminatore, lui sorrise soddisfatto quindi, entrambi ci precipitammo a strappare Pod dalle grinfie degli infuriati quanto esterefatti soldati!
Scappammo a gambe levate lungo le decine di stradine illuminate da una quantità incredibile quanto pericolosa di fuochi fino a che ci fermammo per riprendere fiato.
guardai Pod con un’aria di rimprovero:"Dovevi proprio esagerare... non potevi evitare di barare in quel modo?!"
"Calma, calma ragazzi, volevo solo provare il mio nuovo induttore telecinetico!
Forse mi sono lasciato prendere un po’ la mano ma ne valeva la pena, no?!"
"Oh...come no...quasi quasi ti amazzavano"disse Warp con un’aria di disgusto poi ci
incamminammo verso la periferia e la campagna aperta.
Avevamo ancora due ore e mezzo di tempo per arrivare al punto previsto per il ritorno, non avevamo dunque neanche un minuto da perdere!
La notte era fresca e stellata, spirava una piacevole brezza e tutto sembrava propizio;man mano che il luogo del rendezvous si avvicinava il nostro ottimismo e buon umore aumentavano!
L'esperienza era stata interessante e emozionante, avevamo raccolto anche del buon materiale storico ma, quando il vortice ci prese riportandoci a casa, eravamo oltremodo felici!