Senza ricordare

Ultimamente mi capita di non ricordare, al risveglio, i sogni. Di solito vado a letto tardissimo, non senza aver letto qualcosa e fumato l’ultima sigaretta della giornata. Ieri sera, dopo aver guardato un film e letto il racconto di Edgar Allan Poe “Il crollo della casa Usher”, una lettura alquanto inquietante, sono andata a letto, era circa l’una, sperando di addormentarmi subito, cosa che non succede quasi mai. Dopo essermi girata e rigirata nel letto, non so più quante volte, mi addormento e comincia così il mio ingresso nel mondo dei sogni, credo sia stata la fase REM: mi trovo in un posto che conosco, in compagnia di una persona cara che mi abbraccia e mi bacia con un trasporto fuori da ogni probabile logica, lasciandomi addosso una sensazione difficile da spiegare ( in questo momento non riesco a trovare le parole giuste per esprimerla); in effetti, come si può rendere materiale la sostanza di cui sono fatti i sogni se non è palpabile? La cosa strana è che di colpo mi sono trovata proiettata in un altro luogo, se fossi stata sveglia avrei pensato a un déjà‐vu, in compagnia di un amico, a sua volta accompagnato da un suo conoscente, di quella persona a me cara. Cominciamo a parlare di questo strano rapporto che ci lega a quella determinata conoscenza, dopo un po’ l’amico comune chiede di farsi un selfie con me come ricordo. La cosa strana è che le foto appaiono con delle ombre anomale, un bagliore rende i visi pallidi, paragonabili all’aspetto di fantasmi,forse sono rimasta impressionata dal contenuto del racconto letto. Mi sono svegliata tutta sudata e stranamente con il ricordo nitido del sogno e un sapore dolce sulle labbra. Devo dedurre di essere folle anche in quel mondo; la mente è capace di assimilare elementi ed elaborarli alterando la realtà, in fondo i sogni abitano in un luogo protetto e non si possono spiegare.