Sodomia dimenticata 2

Psicologico per Adulti. Porno‐ erotico VM 18. Nuovo inedito!

Ritornandoci col pensiero, credo che parlasse a voce abbastanza alta e sono convinto che lo scopo era quello di far partecipe anche il suo uomo di quell’atto di troiaggine così estrema.
Ebbi una lunga serie di brividi prima di tornare a una pseudo normalità. Lei seppe calmarmi e adoperare sul mio corpo tutta la sua dolcezza. Mi baciò in bocca e sentire l’odore della mia marcatura sulle sue labbra mi diede una scossa, mentre il mio cazzo da barzotto tornò a inturgidirsi. Certo a ciò contribuiva la certezza che quella signora, la donna stupenda ma sconosciuta che mi donava il suo corpo senza chiedere, aveva appena bevuto tutta la mia sborra, senza batter ciglio. Lentamente tra abbracci e baci da veri amanti, la maga si distese, come si sentisse, spossata, al centro del ferro di cavallo formato dal divano‐letto. Tolse i sandaletti e posò i piedi ai due lati, protendendo in avanti, oscenamente, i suoi genitali abbastanza dilatati.
‐ Baciami, succhiami, ‐ disse nuovamente roca – fammi godere… ti voglio!
Feci lentamente a risalire le sue cosce, quelle calze sulla carne molle mi davano un’emozione inaspettata, toccarla, carezzarla era sesso allo stato puro, baciai quella vulva invitante, poi imparai a usare la lingua, mentre con le dita le spalancavo i buchetti e lei, ansimava, inarcandosi a ogni tocco un po’ di più.
Intanto in mente mia qualcosa mi diceva che forse sarei riuscito anche a chiavarla, quel pomeriggio di follie… e mentre il mio cazzo si era del tutto ristabilito successe qualcosa che non mi aspettavo: qualcuno, con la mano, si stava insinuando sotto il mio scroto, spingendosi in avanti in maniera serpentina, fino a riuscire a prendermi il cazzo in mano per intero.
Quello era tutto diverso, incredibile e nuovo, venni tranquillizzato a parole, ma forse già il piacere che provavo sarebbe bastato a tenermi buono. Era l’effetto sorpresa a farmi titubante, ma poi come in un vortice la passione mi trascinava, facendomi adulto e perché no anche depravato. Di certo, col marito che mi teneva il cazzo anche io divenni più languido e operoso nel farle la minetta, lo sentivo dai suoi lamenti e dai suoi sussulti.
Slappavo il culo come un cane fedele quando, a mia volta, qualcosa di umido e veloce si dedicò al fiorellino del mio culetto… un brivido mi percorse tutto, avrei voluto ribellarmi ma la libidine non mi concesse alcuna scappatoia.
‐ Sollevati un po’ col culetto, gioia mia, vedrai che non ti fa niente…
Non capii ma obbedii, forse scioccamente, mi misi a 90 gradi con la testa tra i suoi capezzoli e il cazzo spiaggiato sul suo pelo bagnato.
Fu allora che lei mi tenne le mani e lui i fianchi, mi abbracciarono con tenerezza ma anche con fermezza… solo allora sentii quella strana protuberanza, qualcosa di liscio e rotondo che si poggiava decisamente sul mio ano. Sapevo che esistevano le inculate ma , nella mia testolina, facevano quasi parte del mondo della fantasia, eppoi: a chi si riferiva l’inculata? alle donne ovviamente oppure… oppure, sì, lo avevo sentito, anche ai froci.
E io cosa c’entravo, com’era possibile? Era la testa di un cazzo quella che mi veniva poggiata tra le chiappe?
La serpentessa sgusciò veloce verso il basso, di nuovo col cazzo in bocca, certo per mantenermi su di giri… io ero bloccato, un po’ dal piacere un po’ dalla loro capacità di tenermi buono ma senza costringermi, forse in quell’atto provavano una specie di amore? Non lo saprò mai…
Quello che so e che il mio buco era troppo bagnato e lui troppo esperto. Come capita in quegli istanti in cui ti avvilisci in mare, io non capii più niente, un fastidio (nemmeno un vero dolore) mi riportò in stato di veglia ma era troppo tardi, eravamo tutti e tre bloccati come in una foto: lei discinta, con la lingerie che era stata perfetta, ora indecente, col mio cazzo tutto in bocca come in una trappola di piacere. Io a pecora, come l’ultima delle checche, con mezzo cazzo del marito fissato in culo, fermo come un animale che aspetta la perdita di forze della sua ultima preda.
Quasi incredulo mi passai le dita sotto lo scroto e lo trovai lì, infisso nella carne tenera, un cazzo grosso e nodoso che sembrava unirci come un bastone in comune.
‐ Rilassati, ‐ disse il marito – non ti faccio male, lasciati andare…
Non saprei giustificarmi ma sentivo che, ora che lo avevo preso nel culo ero cambiato, ero loro ed era giusto assecondarli come un automa.
Lentamente lui si ritrasse, e poi riprese a spingere… e poi ancora e ancora, finché me lo mise dietro fino ai coglioni. Ora la maga pur continuando la pompa, lei stessa toccava e godeva di quella penetrazione. Non so come fece, pur avendo delle lunghe e possenti unghie, riuscì a ficcarmi anche un paio di dita nello sfintere, vinto dal cazzone.
Le sollecitazioni e la dolorosa goduria di quella lenta e tragica pantomima sessuale mi fecero sborrare ancora una volta, senza quasi che me ne rendessi conto, infatti lei si ritrasse sorpresa e se la prese tutta in faccia a sul petto. Ancora raggelati in quel blocco plastico, suo maritò lasciò sbollire la mia goduria ma non accennò a concedermi alcuna tregua. Il suo bastone, rigido e nerboruto, non cedette di un millimetro.
Ora, lei usava il mio sperma per ungersi la figa ma anche per favorire la penetrazione del mio culo, fatto sta che tutto era cambiato nel mio corpo, non passò molto che dovetti constatare che ormai averlo nel culo era diventato un piacere, strano ma godurioso, in più la pazienza con cui ero stato dilatato dava adesso i suoi frutti: infatti il porco poteva avermi come voleva, ci giocava persino; mi stantuffò con tutta la sua forza, ci giocò tirandolo tutto fuori e poi ricominciando a poco poco, dalla capocchia alla radice, tutto completamente nel culo. A me oramai non faceva niente, se non un lieve rossore delle guance e una libidinosa sensazione di abbandono femminile, più che inculato mi sentivo “posseduto”. Ero suo (o forse dovrei dire “ero sua) e il mio senso del piacere si era spostato verso una condizione nella quale il piacere era donarsi e lasciarsi prendere, come il “padrone” di quel cazzo desiderava.
Passata l’eccitazione forzata la mia situazione di sottomissione peggiorò… come maschio non provavo più nulla, desideravo solo che finisse quel continuo senso di dilatazione innaturale, alle spalle e nel mio sedere. Ma non mi ribellai in alcun modo, anzi sopportai con condiscendenza il suo orgasmo, ottenuto nella profondità del mio viscere.
Il tempo allora accelerò, come un burattino che non è più utile dopo lo spettacolo, venni fatto rivestire in fretta e, con rapida cortesia accompagnato alla porta.
Ero intontito: lei nello stringermi la mano vi pose 50 mila lire, poi mi baciò sulla guancia come un bambino.
‐ Sei stato bravo, tesoro, forse ci vediamo l’anno prossimo. Grazie.
E lui da dentro, mentre si puliva il cazzo con uno straccio…
‐ Andiamo che si è fatto tardi, dobbiamo andare… ‐ nemmeno mi salutò, dopo che ero stato suo.
Tornai a casa come un automa, mia madre capì subito che non mi sentivo bene e infatti, dopo avermi squadrato, me lo chiese.
‐ Vado in bagno, ‐ arrivai a dire. Poco dopo seduto sul water sentii scorrere il liquame che si era formato della mia pancia… un composto dall’odore nuovo, fatti di sperma, lubrificanti e diarrea.
Restai la per un’ora, inebetito e poi mamma mi scortò nel mio lettino. Una febbre nervosa mi tenne impotente per 3 giorni, incollato al mio lettino, senza quasi assumere cibo, e dopo quando mi sveglia al quarto giorno, avevo vagamente il ricordo di tutto, finché dopo qualche mese (come dite voi) avevo rimosso completamente l’episodio.
Però, amica mia, per tutti questi anni la mia sessualità ne ha risentito sempre, la mia zona anale era sempre eccitabile e non poche pratiche, effettuate con le mie fidanzate e poi con mia moglie, includevano baci, carezze e piccole penetrazioni del mio ano. Da solo poi in segreto, occasionalmente mi prendeva la smania di avere qualcosa infisso in culo, e così pur senza mai confessarlo, mi sono ficcato dietro un sacco di oggetti, anche melenzane e banane, grossi wurstel… e, da qualche anno persino un lungo cazzo di gomma che devo sempre tenere occultato, affinché non venga scoperto da qualcuno in famiglia.
In questo momento, Giovanna, ti ringrazio comunque… non so se è un bene o un male aver ricordato ma sicuramente conoscersi meglio aiuta a liberarsi da mille perplessità, indecisioni e timori.
Ripenso oggi a qual passato e, dopo tutti questi anni, ammetto di aver ritrovato qualcosa di bello, in realtà, solo che era successo tutto troppo in fretta, non ero preparato e loro due, ammettiamolo, mi avevano stuprato e sverginato con violenza… ma questo non riesce a fermare il senso di amore che lei mi ispirò e la gratitudine verso di lui per quella sborrata, così intima e profonda, che ci unì, tutti e tre, per sempre.