Spazio musicale

Racconto figurato nato dal biologico incrocio di analogie emotive

I fili dipinti nel cielo, sono come lo spartito del mio cuore... senza note, senza tempo, senza melodia...

Osservando i cavi dell'alta tensione ho avuto uno strano sussulto, prima li ho fotografati poi li ho studiati, esaminati, visti come uno spartito, senza note musicali... finché ho notato un merlo o una cornacchia attraversarli e così, in me... solfeggiavo... annotando come il volo dipingesse nel cielo delle note... una melodia...

fa...do...la...mi...

lì ho capito che per suonare una grande opera è importante avere un grande spazio, un grande tabulato... il problema non è scrivere diesis, bemolle, toni e semitoni, crome o semicrome, ma avere lo spartito in cui dipingerle...

Ma poi le note, da dipingere, da scrivere… non c’erano, era tutto vuoto, nulliforme, indipinto, il pentagramma vergine collegava la mia solitudine al silenzio, il deserto al rimbombo metallico delle pareti disadorne, della stanza disabitata e spopolata…

Niente musiche nel cielo, niente nuvole d’amore, tramonti impalliditi, germogli rinsecchiti, terra arida e radici d’argilla, rami fossili, sangue coagulato nelle condotte forzate prive di energia e scintille genetiche…

La prima nota che scriviamo sullo spartito non è altro che un puntino, un cerchiettino tondo, una macchiolina sulle righe che rappresenta il principio, l’inizio di un’opera…

Ecco perché è preziosa una lucina che scrive le prime note, imposta la chiave di basso anziché quella di violino o quella diatonica... penso che qualunque grande progetto sia nato da un grande spazio... per creare un grande spazio occorre tempo, per fare una grande operazione di sgombero... Per una grande opera occorre un grande spartito... le note, le parole, i colori nascono dal cuore. Lo spartito le accoglie, tutto qui…

Ora posso alzare lo sguardo, sorridere alla magica fusione tra fantasia e realtà, tra segni e disegni, aprirmi alla creazione della vita, della storia, del tempo, dell’amore…

Il primo puntino è solamente lo starter, il solista, il principio d’assolo solitario che solitamente chiama a sé il seguito del racconto… è la lettera Maiuscola del caporiga, il primo passo, il primo gradino… il primo fiore nel giardino…

Ora il cielo può danzare… le rondini volare, planare tra l’erba e le schiuse autunnali per comporre la straordinaria sinfonia, la melodia.

Navigatore disperso nelle nebbie oceaniche, tra gli iceberg delle rotte polari, contro scogliere che si frappongono tra le rive diverse di paesi lontani… viandante senza mappe né sentieri, viaggiando verso la Terra di Mezzo, con intorno gli alberi del bosco, cornici di montagne e barche all' orizzonte... Sto divinamente immerso nel desiderio di immergermi...

Dialogo con le nuvole, delirando al cielo nuoto tra le rocce, raccolgo onde di montagna 2.000 metri sopra le acque...

esploro l'universo alla ricerca del baricentro assoluto tra il nulla e il tutto, scogliera sulle nevi, ghiacciaio di sabbia, immerso e sommerso in quei pensieri d'amore riservati solamente a un'aquila dorata, figlia del firmamento...

Pensando, sognando, immaginando, dipingendo... Gabbiani e aquile volano tra nuvole rosa che sorridono, volano e si incontrano, si incontrano e si amano... Acque color china, inchiostro naturale, scritture antiche, scrittori, scrittrici...

Vedo solo quello... un cielo senza nubi... una Terra senza ostacoli... come possono le vipere serpeggiare dubbi, infangare le sorgenti, annidarsi con i portavoce delle tenebre, partorire letame spirituale e concimare il regno dell'amore con questa sporcizia esistenziale...?

Volo oltre... verso un mare lontano, dove ogni onda è uno schizzo dorato, spumante degli angeli, segnali di vita...

Sfuggito al mondo, ai demoni oscuri, ai serpenti a due teste... rifugiato in Paradiso per cercare ponti di luce verso una nuova era geologica... mi collego ai sentimenti del cielo affinché... nella notte delle stelle cadenti... una piccola meteora possa lasciare il firmamento per giungere a me... vieni figlia delle stelle... sono qui

Vedo il ghiaccio sorgivo e tocco cristalli dorati, cime inviolate, vette irraggiungibili... anfiteatri di roccia, abissi di pietra, sono il centro di gravità assoluto in un perfetto sistema di equazioni naturali... vieni a sorgere, sgorgare, scioglierti e saltellare... dove sei sorgente di neve...? le mie labbra... sono assetate....per accoglierti, ospitarti in me... amarti...

Ho chiamato un grande arcobaleno... e i suoi colori si sono dipinti davanti alla mia finestra... ho chiamato una grande magia... e piccole ali d'argento sono volteggiate nel mio cuore... scrivi nel mio cielo, le tue parole d'amore...

Il cielo che ti piange addosso è lo stesso che ti fa schiudere le ali sui suoi colori d'acquarello, che ti offre un ponte di gocce d'acqua da galoppare ... è lo stesso cielo che ti nasconde la luna, luna che io sto rimirando in questo momento, tre quarti di miele da leccare, da tuffarsi dentro e naufragare.

Così accadono le magie, così nascono le fiabe, le favole, i sogni che cambiano il corso delle acque rendendo fluido e armonioso il greto dei ruscelli, limpido lo strato atmosferico da oltrepassare per giungere alla terra del sogno, magico schermo su cui abbiamo proiettato a lungo i fotogrammi tridimensionali della nostra vita…

Magiche dita fatate ricamano, scrivono, il pentagramma prende vita e la vita ha una nuova forma, una base orchestrale per eseguire canti, cantici, canzoni, voci modulate, liriche, sinfoniche, odi, poemi, elegie, sonetti e componimenti poetici, sentimentali, magnifici e straordinari…

La danza si compone riga per riga, pagina per pagina, uno, due, tre, tanti, decine di punti, puntini… disegni, puntini dorati, disegni, lucine rosse, disegni, messaggi, messaggini, risposte, tante… tante domande, tante risposte…

Ammiro l’opera di una potente creatura che dispone amore ai miei occhi, al mio cielo, rondine tra le rondini volteggia dolcemente nel nido scaldando le mie cellule cardiache con un battito d’ali, mi immergo tra le sue piume e mi addormento mentre lo spartito suona il tango dell’amore, la marcia nuziale, love story, momenti di gloria, je vais… je viens… entre tes reins…

Spesso mi dimentico di alzare lo sguardo mentre cammino ma quando lo faccio scopro prospettive insospettabili e tocchi di cielo inimmaginabili.

Ora mi sveglio all'alba e vado in cerca di ghiaccioli da sciogliere con i miei raggi... e da domani… camminerò con il nasino all'insù e in punta di piedi, consapevole che sto per imbattermi in un grande sogno… volare immobile, piopeggiare silenzioso tra la quiete del lago e l’illusione di libertà che canta… in un limbo dove tutto pare possibile e al tempo stesso irraggiungibile…

La stessa cosa, vista e ascoltata da occhi e trombe d’Eustachio differenti, acquista una posizione, un’angolazione, una prospettiva, un valore, un significato sempre diverso… dipende dove siamo collocati, in quale piano d’ascolto ci troviamo, in quale piano di pensiero… sono strati sottili che dividono le anime tra loro cercando di amalgamare cavernicoli ad artisti, farfalle con sciacalli, poeti e prostitute, non è facile, non è chiaro, non è semplice, non è immediato…

Un giorno fotografavo un cespuglio e cercando con l’obiettivo macro di cogliere, scoprire dettagli nuovi o nuove angolature, trovai decine di dolci coccinelle che nidificavano sotto le foglie, quasi invisibilmente dimoravano ovunque, nell’attaccatura dei ramoscelli, tra le spire dei bordi, dei piccioli, degli steli, tra le venature e le pieghe vegetali, sfruttavano ogni forma per deporre microscopiche uova, accoppiarsi, accasarsi, annidare, vivere, amarsi… un micromondo armonico popolato di particelle silenziose… un universo a sé… parallelo e impalpabile, impercettibile…

Un contadino si avvicinò incuriosito a me che armeggiavo intorno al cespuglio e io, con gioia, lo resi partecipe della mia straordinaria scoperta… ma quello che per me era un meraviglioso regno dell’amore, per lui era solamente un maledetto parassita da debellare e, con mio estremo disincanto, seppellì rabbiosamente le coccinelle in una pestifera nube bianca di insetticida…

Questo spiega che anche se tutto a noi sembra chiaro, evidente, luminoso, per altre anime che vivono in strati diversi dello stesso universo non è così… tutto è diverso: quello che vedono, quello che pensano, quello che fanno, quello che conoscono, quello che amano…

Scoprire che non siamo i soli a dipingere note del cielo grazie al volo delle rondini è come approdare su un pianeta abitabile dopo aver vagato anni, decenni, nel vuoto più assoluto… sapere che esistono forme di vita compatibile, condivisibile, è un magico premio al nostro istinto di sopravvivenza che ci ha sempre portato oltre, a rialzarci dopo le cadute, a rivestirci dopo che ci hanno spogliato, a risorgere dopo che ci hanno sconfitto…

Ora compaiono sempre più rondini, sempre più note, ora che abbiamo trovato lo spartito e gli interpreti possiamo eseguire, compilare, ascoltare, riprodurre, suonare, cantare, danzare… musica… musica della vita… musica dell’amore…

Le parole a volte escono dal cuore perché qualcuno con una buona luce le ha deposte con amore...

Fili di fuoco, invisibili trame di luce attraversano la notte, scivolano tra le stelle per entrare nel cuore... un cuore... l'unico cuore... ♥

Tu non devi bruciare del tuo stesso fuoco, devi scaldare chi ti ama, chi ama la tua anima anche attraverso la tua arte...

Mi concentro sui sogni, sulle emozioni, sui sensi risvegliati, sarà come prendere tra le mani la mia anima chiusa in una sfera di cristallo e tentare di interpretarla...

Il mio albero era senza foglie, ora verdeggia e carezza il vento, mette gemme anche se arriva l'autunno e scioglierà la neve durante l'inverno…

Certamente possiamo amare nei sogni, sognare di amare, vivere sognando, amando... ... vivendo... desiderando... volando, coltivando, alimentando, accendendo, ascoltando...

 

Va tutto bene, qualunque cosa sia... amore... o pazzia...

Dissonante, ma funziona !

E che poesia sia...

♥ ♥

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