Su e giù

Giù. Giù in laboratorio ho ottenuto uno sperma umano. Uno sperma sintetico ovviamente. Uno sperma sintetico però uguale, nella formula, nell'aspetto e negli abitanti a qualsivoglia sperma d'uomo al mondo. Certo per farlo ho mescolato sostanze, naturalmente top secret, che in natura non s'incontrerebbero mai. Le ho poi sottoposte a bombardamenti di raggi ed onde e radiazioni d'ogni genere. Le ho fatte reagire, centrifugare e ghiacciare e le ho mescolate fra loro senza badare a situazioni finora ritenute impossibili, anzi talvolta cercando apposta anarchica orgia casuale che spesso ha portato ad enorme risultato come. Come in effetti è stato. Su. Su in ospedale ne ho allora impiantato una parte nell'utero d'una volontaria prezzolata al che, buon segno, ella ha avuto modo d'ingravidarsi al primo tentativo ed ovviamente, previo i canonici nove mesi, di partorire il frutto. Uno. Uno spugnoso bebè dal verso di gufo. Senza orecchie e con due denti enormi che spuntavano da sotto il mento col. Col pelo delle ascelle lungo fino alla cintola e con una mano destra munita di sette dita a quattro unghie ciascuna e con un'altra mano destra con le altre tre, stavolta a due unghie. Più in giù scusate ma non ho voluto guardare, anche se proprio non ho potuto non notate un quarantadue abbondante di piede sinistro ed i suoi allucinanti dodici alluci leopardati. Porca troia. Sono scappato via inorridito e sconvolto e di corsa, dalla sala parto ripetendomi in testa non è possibile. Non è possibile. Non è possibile dopo una vita di ricerche, dopo lunghi e duri studi e dopo pericolosi esperimenti e dopo pesanti notti insonni in nome della scienza e dopo avere pregustato fama personale e successo di portafoglio non. Non è possibile. Non è possibile capitare giusto s'una donna difettata. Non è possibile!