Suor Candida

Vi siete mai domandati con quale criterio le ragazze che vogliono prendere il velo scelgono il loro nome da monaca? Non ve ne frega nulla?  Ve lo spiego io: le interessate seguono la loro natura unendo anche la ammirazione verso un determinato personaggio religioso. Viola, ventenne, aveva deciso di farsi monaca per un motivo grave, la morte per tumore del suo adorato padre conduttore di un fondo agricolo a  Frattocchie vicino Roma, la madre da sola non era in grado di sopportare  le fatiche di quel pesante lavoro ed era andata ad aiutare la sorella Enza contadina  anche lei e così Viola, molto timida di natura aveva abbandonato gli studi per rifugiarsi in un convento ed indossare gli abiti monacali per non affrontare le difficoltà della vita. In passato c’era stato Manlio, il figlio del padrone del fondo che le aveva fatto una corte assillante, lei era ancora troppo giovane e non l’apprezzò, il ragazzo malvolentieri non si fece più vivo ma Viola le era rimasta nel cuore. Nel primo anno di convento nessun problema, la vita monastica era rilassante anche se piena di sacrifici, per lei, neofita, erano destinati i lavori più pesanti ma li sopportava pensando a quelli ben più faticosi cui sarebbe andata incontro nel fare la contadina. Al suono del mattutino, alle quattro di mattina, un giorno provò un dolore acuto al ventre, quasi non riusciva a camminare, chiamò suor Benedetta la sostituta di suor Assunta madre superiora e le espose la situazione. In quel periodo la Badessa aveva altri problemi riguardanti l’interno della Chiesa Cattolica, lei faceva parte dell’ala tradizionalista che il Papa stava contestando anche per ‘cacciar fuori’ pedofili e omosessuali religiosi che in tutto il mondo stavano minando la fede dei credenti. Questi ‘classicisti’ venivano accusati dai progressisti di immobilismo eccessivo, venivano coinvolti anche personaggi di alto rango come un cardinale ed il Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, insomma questi alti prelati rifiutavano di metter in atto le teorie di Bergoglio perché consideravano le disposizioni papali contrari alla dottrina ed alla tradizione. Con questi pensieri in testa suor Assunta ritenne il problema di suor Candida assolutamente  secondario, invitò suor Benedetta di prendere contatti con una ginecologa dell’Ospedale S.Giovanni per esporle la situazione. La dottoressa Palma, quel giorno era di servizio al reparto di ginecologia,  prese sul serio la segnalazione e consigliò la suora di portare l’interessata in ospedale per gli esami del caso. Alla notizia del ricovero in nosocomio suor Candida si rifiutò decisamente di ubbidire, si vergognava profondamente di mostrare le sue ‘cose’ intime ad una estranea anche se donna. La madre superiora sempre arrabbiata per fatti personali con voce alterata le ordinò di ubbidire senza fare storie. Suor Candida con l’utilitaria del convento guidata da suor Benedetta giunse al reparto ginecologia dell’ospedale dove la dottoressa Palma l’aspettava col sorriso sulle labbra. “Sorella stia tranquilla, da quello che mi ha detto la sua collega può trattarsi di questione senza grandi conseguenze, in ogni caso dobbiamo eseguire delle analisi, alloggerà in una camera singola. Sparita suor Benedetta Viola si trovò sola, per passare il tempo accese la televisione ma male gliene incolse: un suo predecessore in quella camera quando aveva spento l’apparecchio si stava vedendo un film porno. Lì per lì Viola non capì bene di che cosa si trattasse, quando inquadrò la situazione cercò in tutti i modi di spegnere quell’infernale apparecchio che intanto seguitava ad inviare immagini lubriche, la giovane intanto aveva preso conoscenza di cosa fosse un membro maschile in erezione e provò un senso di paura, come facevano le donne ad infilarselo dentro la…”Mia cara domattina le faremo un prelievo di sangue e delle analisi strumentali come la ecografia transvaginale, non è dolorosa, solo un po’ fastidiosa.” “Che vuol dire che mi infilerete uno strumento dentro…” “Saremo presenti io e l’anestesista per evitare di farle provare alcun dolore, si tratta di pochi minuti poi avremo la diagnosi.” “Io non intendo che un uomo veda le mia parti intime!” “Parliamo chiaro suor Candida, potrebbe trattarsi anche di un tumore, volente o nolente quella è la procedura.” “Allora voglio essere addormentata tutta, mi coprirò il viso all’arrivo del dottore.” Il caso volle che anestesista di servizio fosse un amico ‘intimo’ di Palma tale Corrado un  simpaticone, alto e sempre di buon umore. Al bussare nella porta d’ingresso, Viola come promesso alzò il lenzuolo e coprì il viso, ormai si era convinta a far vedere, per motivi medici il suo ‘fiorellino’ e dintorni. Un’iniezione al braccio la inviò nel mondo dei sogni, le parti intime apparvero alla vista dei due medici e Corrado: “Cacchio questa sul pube ha una foresta vergine, mai visti  tanti peli,  le arrivano  all’ombelico, quasi quasi le faccio una foto col telefonino, non fare quella faccia, si vedrà solo  una parte, non sarà riconoscibile la monaca.” Mentre Palma preparava l’attrezzatura per l’esame: “Guarda un po’ che clitoride grande che ha, poi con i capelli corti…” Corrado d’impulso prese in bocca il clitoride della suora che, dopo un po’ di tempo si esibì in un orgasmo non previsto. I due dottori rimasero basiti, non era mai accaduto che un persona in anestesia provasse un orgasmo. “Sei un talent scout, il tuo nome sarà trascritto nei libri di medicina, il primo orgasmo sotto anestesia!” “Mi raccomando alla tua discrezione, immagina se la notizia fosse divulgata, finirei sui giornali di gossip e mi cancellerebbero dall’ordine dei medici!” “Il mio silenzio vale un regalo dal  gioielliere Bulgari!” “Ricattatrice, in compenso mi concederai quello che sinora…” “Lascia perdere, fai rinvenire stà disgraziata, per sua fortuna non ha niente di grave, guarda ha cambiato anche l’espressione del volto, sembra un’altra, è diventata pure più bella.” “A te non fa lo stesso effetto!” “Seguita a sparare spiritosaggini e vedi come ti finisce.” “Suor Candida tutto bene, le darò da ingerire delle pillole per curare il suo ovaio policistico, di solito le assumono le signore per non avere figli, per lei sono una cura.” Tutto sembrava cambiato nella mente per Viola, non aveva più alcun problema nel farsi vedere nuda, si sentiva diversa. “Dottore non riesco a capire questa mia trasformazione, che sia stata l’anestesia?” “Domandiamo alla dottoressa, è lei l’esperta.” ‘Brutto figlio di puttana (pensiero di  Palma). “Vede suor Candida, talvolta l’anestesia produce degli effetti imprevisti, nel suo caso positivi.” Viola si sentiva come da studentessa, non pensava più alla religione anzi dopo aver mangiato tutto il pranzo con gusto, chiuse la porta a chiave e riaccese la TV, trovò lo spettacolo eccitante, anche la sua ‘patatina’si faceva sentire come mai era successo in passato, provò a toccarsi ed ebbe un orgasmo piacevolmente prolungato. Venne il giorno della dimissione dall’ospedale, suor Benedetta, avvisata per telefono si presentò puntuale in auto per ricondurre ‘la pecora nell’ovile’. Anche lei si accorse del cambiamento totale della consorella, non ci fece caso, aveva ben altri problemi per la testa. Da quel momento però la situazione cambiò nel convento: al suonar della campanella del mattutino suor Candida non volle alzarsi, “Sono in convalescenza ordinata dai medici!” In mattinata: “Suor Benedetta non ritengo giusto addossar a me tutti i lavori più pesanti come lavare i pavimenti ed i piatti in cucina, mettere in ordine la cappella ed il giardino, diamoci da fare un po’ tutte!” “Lei è una novizia, è prescritto dalle regole del convento, non faccia storie.” “Voglio conferire con la madre superiora.” Avvisata della situazione la badessa, per evitare problemi invitò in ufficio suor Candida che più candida non si stava dimostrando. “Da quando è ritornata dall’ospedale non la riconosco più, sembra che il diavolo si sia impossessato della sua anima!” “Il diavolo non centra per nulla, sono stanca di lavorare e vedere delle colleghe in panciolle!” “Lo sa che questo suo atteggiamento la può portare alla dismissione della qualità di suora e farle togliere l’abito?” “Allora le dico che fra le sorelle circola la voce di una sua amicizia particolare con suor Benedetta… stando in ospedale ho visto in TV un servizio in cui due suore Federica ed Isabel che, toltesi l’abito si sono sposate fra di loro e sono andate a vivere in Africa, la vita di clausura per i nostri tempi è diventata un non senso, sono apprezzabili preti e monache che si sacrificano aiutando i poveri ed i malati  non a passare la vita pregando, una incongruenza, una assurdità, una sciocchezza  in  contrasto con i santi principi della chiesa. Gesù ha condannato l’ipocrisia non l’omosessualità. Ho finalmente capito che castità, povertà ed obbedienza sono contro natura, il Papa stesso ha detto ‘Chi sono io per giudicare!’  Dentro di me c’è tanta voglia di vivere e non essere seppellita fra quattro mura in compagnia di altre suore che, in attesa di una vita migliore sprecano quella terrena, forse anche lei dentro di sé …, il Padreterno ha tante spose, se ne sparisce una non se ne accorgerà nemmeno, ad ogni modo non intendo più restare in convento, la prego di darmi un elenco telefonico, voglio contattare un mio zio che verrà a trarmi fuori da quest’inferno!” La superiore era basita, non aveva argomenti validi da contrapporre e poi quella minaccia di rendere pubblici i suoi rapporti con suor Benedetta… passò l’agenda telefonica a suor Candida che rintracciò casa del vecchio datore di lavoro di suo padre: “Signor Francesco sono Viola, mio padre, purtroppo deceduto era il contadino che a Frattocchie coltivava un suo terreno, le chiedo un favore, venga a prendermi nel convento di suore vicino a S.Giovanni, vorrei parlare con suo figlio Manlio…” “Viola sto piangendo, non ti ho mai dimenticato, eri troppo giovane quando ci siamo incontrati, ora penso tutto potrà cambiare, verremo il prima possibile.” “Grazie Manlio pensa a  portarmi del vestiario, non mi va ancora di andare in giro  vestita da monaca.” Il pomeriggio padre e figlio posteggiarono la loro Golf dinanzi al convento, andarono in parlatorio dove li aspettava Viola, le diedero il vestiario che avevano portato con loro, uscirono dalla sala quando la ragazza iniziò a cambiarsi. Al “Venite pure” di Viola l’abbracciarono calorosamente e, senza salutare nessuno uscirono all’aperto. Ultima ‘chicca’: Manlio aveva acquistato degli abiti non proprio castigati: una minigonna a fiori ed una camicetta rosa molto scollata in cui sobbalzavano due tettine ‘impertinenti’, il giovane aveva dimenticato di acquistate anche un reggiseno!