The Japanese monkey

The Japanese monkey
(fuscata macaco)

Nella cucina la colazione era pronta.

«Sandro! Sandro!» udì chiamare a gran voce.

La piccola scimmia osservò l’uomo dal basso. Preoccupata, tentò di avvinghiarlo alla gamba. 

L’uomo, in pigiama a strisce, si alzò dalla sedia.

Cogliendone l’inquietudine piegò il busto per abbracciarla.

Diede un ultimo fugace sguardo al tavolo bianco che lo separava dalla luce; scorgendo nella cornice di legno scuro alla parete il verde del prato.

Oltre la finestra, alcuni conigli selvatici giocavano a rincorrersi.

« Sandro! Sandro! » Tornò a udire e le grida giungevano da fuori.

«Li avrebbe abbandonati?» si domandò la scimmia.

Cogliendo il pensiero l’anello robotizzato avanzò spaventato in direzione della camera da letto andando a nascondersi nello zainetto lasciato in terra accanto allo stipite.

Il giocattolo preferito dall’uomo, un trenino elettrico, si collocò tremante sotto il giaciglio.

I cerchi metallici presenti nel corridoio, ruzzolarono velocemente, finendo a trovare rifugio sotto il tappeto del salone.

«Sandro! Sandro!». Tornò a reclamare la voce.

Di là della soglia, ora spalancata, i suoi occhi incontrarono quelli grandi e grigi di una donna in lacrime.

«Sandro, Sandro!». Continuava a esclamare la voce.

Guardandole il volto che gli parve ingigantito e distorto si ricordò di lei.
Era Stefania; sua moglie!

 Disperata la donna incalzava, quasi non restasse tempo: “Sandro, Sandro, rispondimi.”

 Poi il volto si impietosì e parlò dolcemente: « Amore mio… che cosa accade?»

L’uomo sorrise per un istante al volto di colei aveva amato, mentre in camice bianco i dottori le cingevano delicatamente le spalle allontanandola dalla stanza con le pareti foderate in cui si trovava rinchiuso.

La porta imbottita si serrò dietro a loro, emettendo un suono metallico.

Tornò il silenzio.

La lampada al soffitto continuò a illuminare l’interno di luce fredda.

‐ Avevo le braccia legate al letto… quel mondo non mi apparteneva! Tornai in fretta dalla piccola scimmia che mi attendeva assieme agli anelli e al trenino elettrico. Non li avrei più abbandonati pensai, poi venne la nebbia e mi acquetai. :)