Tutti i generi del sesso

“Mamma ho saputo di una manifestazione di appartenenti alla lega L.G.B.T.Q.I.A.P. che si svolgerà a Roma, ho domandato a papà di cosa si trattasse, mi ha indirizzato a te per la spiegazione.” “Stò fijo..te pareva che…” Fulvio e Valeria erano una coppia di trentacinquenni molto particolare non ne senso che si dà questo aggettivo ma dal fatto che avevano alto il senso dello humour che spesso serviva loro per difendersi dai cretini specie piuttosto comune al giorno d’oggi. Anche nel dare il nome alla figlia avevano dato prova di originalità: Lisindra che vuol dire libera, se fosse nato un maschio Brenno nome del condottiero barbaro che in battaglia umiliò i romani con la famosa frase ‘Vae Victis’. Lisindra aveva avuto una ‘scelta’ obbligata, a qualunque dei due genitori fosse assomigliata avrebbe ereditato oltre che un bell’aspetto anche l’ironia. “Mamma ti vedo in crisi, vuol dire che more solito troverò la risposta al computer!” A quindici anni nella mente dei maschi e delle femmine si creano degli interrogativi su ciò che circonda, Lisindra conosceva quasi tutto sul sesso ma quella sigla l’aveva messa in crisi soprattutto quando ne lesse il significato: L. per lesbiche, G. per gay, B. per bisessuali. T. per transgender, Q. per eccentrici, insoliti, K. Per persone dalle pratiche sessuali inconsuete, A. per asessuati, P. per amanti di tutti mi generi. Aveva sentito qualcosa sulle diversità sessuali ma quelle scoperte al computer l’avevano lasciata basita, non si era mai accorta di personaggi di quel genere tra coloro che aveva conosciuto ma guardandosi intorno fra gli studenti della quarta ginnasiale notò che in fondo Roberto aveva qualcosa di meno maschile e qualcosa di più femminile, Mia era una brunona di stazza notevole mentre la compagna di banco Isabel era la classica biondina stile nordico, occhi azzurri e corpo minuto, talvolta si scambiavano delle affettuosità abbracciandosi ed anche qualche lieve bacio sulle gote, due lesbiche. Fulvio incontrando sua figlia: “Allora mamma ti ha spiegato il significato di quella sigla?” “Non mi ha spiegato un c…o di niente, siete due puritani, penso che debba essere io a dare a voi dei chiarimenti!” Fulvio riversò la reazione della figlia sulla consorte che ribadì: “Sono convinta che debba prendermi qualche licenza sessuale, ha ragione nostra figlia sei…” Più tardi, rimuginando sugli avvenimenti Valeria comprese che la sua era stata una reazione infantile, dovette ammettere a se stessa che non aveva ragione di lamentarsi della vita che conducevano: ambedue insegnanti di informatica nella vicina scuola di via Capodistria, il loro attico ben arredato in via Nomentana era stato un ben accetto regalo di nozze dei loro agiati genitori. Carmela, una cameriera tuttofare brutta ma efficiente era stata il coronamento di una vita facile. Lisindra unica nipote, coccolata dai nonni aveva ricevuto in regalo per il suo quindicesimo compleanno un motorino 50 SR Aprilia con grande invidia da parte dei compagni di classe, non tutti i genitori potevano permettersi di spendere tremilacinquecento Euro. Lisindra si era fatta ugualmente benvolere prestando loro a turno il motorino. Qualcosa aveva smosso la curiosità di papà Fulvio: conoscere qualche ragazzina coetanea di sua figlia a cui propose di organizzare una festa da ballo a casa sua. Un sabato sera furono invitati tutti i compagni e le compagne di classe, finale col botto: premio di un braccialetto d’oro con brillanti alla ragazza eletta miss serata. Lisindra aderì alla proposta, in fondo un padre mandrillo non le dispiaceva, anche Valeria dopo aver assaporato per anni lo stesso ‘pane e companatico’ avrebbe sicuramente apprezzato qualcosa di più giovane, per il mister eletto un orologio d’oro Rolex Daytona platino. Anche Giorgino, il portiere partecipò alla festa (con compenso) regolando il traffico ed il posteggio delle auto sotto l’abitazione. Fulvio aveva fatto le cose alla grande: aveva invitato un D.J. famoso tale Gabriele Pucci per rallegrare l’atmosfera con musiche moderne, dolci e bevande a volontà, casa aperta a tutti gli invitati nel caso delle coppie avessero voluto togliersi qualche piacere.La giuria composta dai tre di casa elesse come miss Adriana una ragazza che sovrastava le altre non solo per altezza ma anche per lo sguardo promettente…, mister un sardo Gavino che in profitto a scuola era l’ultimo della classe, la sua nomina era stata caldeggiata da Valeria in quanto il giovane, di corporatura massiccia dimostrava una propensione in assoluto per il sesso. I padroni di casa motivandola col ballo, si impossessarono dei due eletti sotto la sguardo divertito di Lisindra, anche lei aveva adocchiato un compagno di classe, a suo tempo… Verso le due le palpebre dei presenti cominciarono a farsi ‘pesanti’, pian piano tutti presero la via del ritorno, per ultimi in ascensore Fulvio, Adriana e Gavino. In strada Giorgino si ‘scappellò’ senza risultati, le mance le aveva già intascate. Fulvio con la Lancia Aurelia di suo padre accompagnò al proprio alloggio prima Gavino e poi Adriana che fece provare al suo spasimante un assaggio del loro futuro sessuale, un pompino alla grande. Valeria aspettava sdraiata sul letto matrimoniale il ritorno del ‘guerriero’, si accorse subito dell’anticipo ottenuto dal marito, ne fu contenta, anche lei poteva considerarsi libera di provare le prestazioni del sardo. Vacanza per la coppia dei coniugi, Fulvio aveva raggiunto in compagnia di Adriana una casetta di proprietà del suocero situata in mezzo al verde in un bosco, posto ideale per l’astrazione dalla realtà giornaliera. Era stata previdente nel portare con sé lenzuola e prodotti per la pulizia della casa, aveva pensato si al sesso ma ‘cum grano salis.’ Primi giorni di assalti alla baionetta, in seguito preferiti passeggiate rilassanti nel bosco con sottofondo il cinguettio degli uccellini. Gavino non fornito né di auto personale né di alloggio di proprietà si installò nel letto matrimoniale, situazione analoga a quella di Fulvio e di Adriana con la differenza che Gavino era sessualmente instancabile, ogni occasione era favorevole per infilarsi in un buchino dell’amante, ossessionante! Con la Mini scampagnate nei dintorni di Roma, pranzo e cena in trattorie rustiche, il solito finale orale come digestivo. Dopo poco tempo Valeria cominciò a percepire fiorellino e popò irritati. Lisindra diventata maggiorenne si rese conto della situazione materna, Valeria accusò un malore con febbre e si trasferì nella camera da letto della figlia. Gavino non riusciva a comprendere quel contesto, la ragazza gli comunicò esplicitamente che ‘la favola breve era finita’ e che doveva ‘alzare le tende’, anche Fulvio rientrò all’ovile, una lezione per tutti compresa Lisindra che inaspettatamente cominciò a frequentare Roberto. Era diventata sua compagna di classe e di banco al terzo anno del liceo classico, si aiutavano nello svolgere i compiti, frequentavano le rispettive famiglie ma di sesso non se ne parlava proprio. Lisindra un pomeriggio, finiti di svolgere i compiti guardò in faccia il coetaneo e prese a baciarlo in bocca, fu ricambiata. Da quel momento la situazione fra i due mutò completamente, tutto in mano ala ragazza che per prima cosa si improvvisò barbiere, comprò una mantellina di plastica, la fece indossare a Roberto, con forbici e pettinino all’uopo acquistati fece scomparire la chioma del giovane che si ritrovò in testa una ‘spazzola’. L’interessato accettava tutti i cambiamenti con un sorriso, Lisindra gli diventava ogni giorno più cara. Entrata ufficiale dei due in casa di Roberto, papà Onofrio abbracciò Lisindra, mamma Concetta suo figlio con qualche lacrimuccia. Alla fine della cena: “Papà dovresti prestarmi la tua carta di credito, Lisindra è come i cani da tartufo conosce i migliori negozi di Roma, vuole farmi cambiare il vestiario scarpe comprese. Altro che cambio, rivoluzione! Sempre dietro imput della ragazza Roby si trovò ad indossare pantaloni jeans strappati, camicia color nero e rosso, pantaloni grigi con linea nera da tight abbinate con camicie spagnole a sbuffo ed altre ‘amenità’ che davano all’occhio per non parlare delle scarpe di tutti i tipi e colori comprese quelle da cowboy. Roberto seguiva pedissequamente le indicazioni di Lisindra anche se i quattro genitori erano piuttosto perplessi. Erano prossimi gli esami di maturità, Roby in criccato come non mai stava per entrare nel’edificio scolastico quando Gigi lo spiritosone della classe: “ ’a regà oggi c’iavemo puro ‘l circo equestre cor claune Roberto, ‘n’applauso!” Anche stavolta nessuno applaudì. Lisindra si avvicinò a Gigi: “Facciamo un selfie insieme?” “Peccè no accussì non avrai ’no scorfano vicino.” Una nuvola maligna…Un passo indietro quando Lisindra era andata dal concessionario a ritirare il dono dei nonni, una Mini Cooper, percorrendo la via Appia Nuova da una via laterale era sbucata una vecchia Cinquecento che non aveva osservato lo stop ed aveva colpito in pieno la portiera della Mini. Ripresasi dalla choc Lisindra era scesa dall’auto come pure aveva fatto il conducente della Cinquecento. Senza rendersi conto del perché, forse notando l’aspetto poco rassicurante dell’investitore tutto vestito di nero con camicia bianca e coppola alla siciliana: “Non si preoccupi, compilo io il CID, mi assumerò la colpa del’incidente, la mia macchina è appena uscita dal concessionario, mi pagheranno tutti i danni.” “‘Coppola nera’ era sconcertato, favorevolmente colpito da quella ragazza che voleva addossarsi la colpa dell’incidente, la polizza assicurativa della sua auto era scaduta, i danni non erano di poco conto. “Signora sugno Domenico, se vossia ave bisogno de mia mi trova a questo nummero telefonico, ne prendesse nota, sarò sempre a sua addisposizione!” una levata di cappello ed ognuno per la sua strada. In occasione dello scontro di Gigi con Roberto Lisindra si ricordò di Domenico e gli telefonò, rispose una voce femminile: “Per favore dica a Mimmo che ha telefonato quella signorina dell’incidente.” “Mimmo…Mimmo…” “Signora sugno addispizione, se a vossia serve qualcosa ci possiamo incontrare a San Giovanni sotto la statua di San Francesco, fra dieci minuti sugno là.” Mimmo fu informato dell’episodio spiacevole accaduto a Roberto, avuta la foto del colpevole e l’indirizzo di casa sua Domenico si allontanò con la solita levata di coppola. Il giorno successivo Gigi non si presentò agli esami, il padre interpellato per telefono aveva chiarito che suo figlio era caduto, si era rotto un braccio e stranamente aveva pure un occhio nero. Un alunno di origini siciliane presente al precedente scontro fra Gigi e Roberto fornì la vera ragione dell’assenza del compagno di studio agli esami, la considerazione di Roberto e di Lisindra da parte degli altri alunni aumentò notevolmente. La ragazza si stava innamorando ogni giorno di più del compagno di banco, si documentò a mezzo computer de vari tipi di sessualità, gradatamente cercò in tutti i modi di fare emergere la parte maschile di Roberto, gli consigliò di radersi la peluria che aveva sul viso sino a farla diventare una vera e propria barba, gli suggerì anche un’andatura più mascolina oltre che farlo rendere pratico ogni giorno di più sul sesso. Lo invitò per la prima volta a baciarle il fiorellino soprattutto in alto, ci volle del tempo ma finalmente provò un orgasmo, più impervia fu la via del’innalzamento del pisello di Roberto, la ‘vittoria’ avvenne dopo vari tentativi, Lisindra si era ‘costruita’ un fidanzato. Quando finalmente la ragazza divenne donna: “Mamma presto diventerai nonna, anzi bisnonna, aspetto due gemelle!”