Un Nome Ben Augurale

‘Nomina sunt omnia’, tradotto:‘Nel proprio nome c’è scritto il destino di ognuno di noi’ e così fu per Alberto Tànfilo Diotallevi , secondo appellativo ereditato da un nonno paterno.In passato le persone anziane tenevano molto a che il loro nome fosse tramandato alle generazioni successive e così il povero Albertone si trovò nei documenti anche il suo secondo appellativo perché all’anagrafe era stato trascritto senza virgola. Direte che nella vita ci sono guai ben peggiori ma se voi abitaste a Messina non la pensereste così: facendo scivolare l’accento sulla i il significato cambia profondamente… Alberto si era documentato ed era venuto fuori che esisteva veramente un certo Bèbio Tànfilo console romano ma c’era da domandarsi chi cacchio di str…zo parente era andato a scovarlo! Inutile dire che a scuola i compagni ci ricamavano sopra ma sino ad un certo punto perché Alberto, dal fisico robusto,  frequentava una palestra di pugilato.Parlando di fortuna il nostro eroe non la poteva dichiarare negativa perché i genitori, erano deceduti in un incidente stradale lasciandogli però un buon patrimonio, aveva appena compiuto 27 anni di età, si era laureato in lettere moderne ed aveva ereditato due appartamenti nello stesso piano lungo la‘Panoramica’  in un isolato con giardino e posteggio interno. Dopo lo smarrimento iniziale Alberto cominciò a guardarsi intorno in campo femminile. A scuola le colleghe facevano pazzie per lui sia perché un bell’uomo ma soprattutto perché era conosciuta la sua posizione finanziaria.(Pecunia non olet sed adiuvat!). Alberto sapeva bene che se avesse intrecciato con una di loro una relazione, ovviamente anche fisica, andava a finire in chiesa o meglio in Municipio perché era ateo e quindi…niente colleghe. Per far sollazzare 'ciccio'  preferiva delle professioniste le quali, al termine del…colloquio, intascavano i soldi e si levavano dalle balle. Il via vai era ovviamente stato  notato dal portiere Rosario che abitava nell’interrato e, da buon portiere, non si facevai fatti suoi. Incontrandolo con la mig..tta di turno: “Dottore ma questa non è la fidanzata dell’altra settimana, quella era piccola e bruna, questa alta e bionda, io come portiere…” “Ti devi fare i cazzarelli tuoi. La qui presente è la stessa della settimana passata solo che si è tinta i capelli ed è cresciuta di statura.” “Dottore vede…” “Non chiamarmi dottore, mi pare che mi prendi per il culo, io sono Alberto per tutti, pensa piuttosto ai cinque figli che hai,non sai proprio scopare.” “Mia moglie è cattolica praticante, non vuole usare né il preservativo nè la pillola, talvolta non ingrano bene la marcia indietro…”“Vai a scuola guida e adesso levati dai cabasisi.” In fondo gli voleva bene,era un povero disgraziato soprattutto in campo finanziario,  talvolta gli mollava qualche bigliettone, in ogni caso gli serviva per conoscere i fatti di tutto il palazzo e questa sua caratteristica gli fece comodo quando al piano superiore al suo venne adabitare una giovane sposa brasiliana che un coglione di uomo, più anziano di venticinque anni, aveva impalmato per le sue caratteristiche fisiche: longilinea, alta, seno e popò notevoli, viso sempre sorridente, un invito permanente ai maschietti che incontrava. Un escamotage per fermarla? Il cocu si recava presto al lavoro, aveva una piccola fabbrica di mobili e la dama, che siera fatta regalare una Twingo Renault, usciva con comodo a far la spesa. Una mattina Alberto bloccò l’ascensore al suo piano, la bella Gloria , questo il suo nome: “Dovrei scendere…” Alberto riportò l’ascensore al piano superiore: “A sua disposizione madame, sono Alberto, abito al piano sottostante.” Un lungo sguardo fece capire alla bella che ‘c’era trippa per gatti’ e, sculettando entrò in cabina. “Son piaciuto.”pensò Alberto ricordando una frase di Buscaglione. Arrivati a terra si diressero in garage, Alberto accompagnò Gloria sino alla sua auto poi attese che mettesse in moto. Niente da fare, la macchina non ne voleva proprio sapere di partire e così Gloria: “Mi vedo costretta a chiederle un passaggio.” Alberto si era accorto che la bella voleva mettere in moto senza girare la chiave d’accensione, un chiaro invito! Era estate ed Alberto fruiva dei due mesi di vacanza. “Io posteggio al Cavallotti e poi…” “Io vado in centro a fare spese, Cornelio mi ha dato la carta di credito.” Non era possibile che il sicuro cocu si chiamasse così, nomen omen. Naturalmente la baby scelse il negozio più alla moda che esponeva vestiti e scarpe dai prezzi decisamente alti. Alberto si pentì di questa sua scelta perché Gloria si provò un numero notevole di vestiti e di scarpe e lui seduto a rompersi le balle. Finalmente la signora si decise sugli acquisti e vennero fuori un numero notevole di pacchi e pacchetti. “Ti dispiace darmi una mano?”Dallo sguardo dei commessi e poi dei passanti capì che era stato classificato…mai più uscire con la baby ma doveva in qualche modo conoscerla, si consolò così. Arrivati nel cortile di casa trovarono Cornelio che aspettava la moglie. “Caro, il signore abita sotto di noi, è stato molto gentile ad accompagnarmi, la mia auto non partiva.” Il cotale borbottò qualcosa e spinse la baby dentro l’ascensore, non sembrava molto contento. Naturalmente comparve Rosario: “Dottò complimenti…” “Complimenti di che, quella è la moglie del signor Cornelio che abita sopra di me, non fare il maligno.” “Son venuti ad abitare qui da pochi giorni ma vedo…” “Rosario non devi vedere niente, fai come le tre scimmie, non vedo, non sento, non parlo.” “Sarò un pesce dottò.” Si beccò un cinquantino che lo portò ad abbracciare Alberto. “A coso sta bono sennò ce prendono per ricchioni!” Alberto ricordava ancora il romanesco di quando aveva frequentato l’università nella Capitale, pensò al povero Cornelio, al suo volto scavato ed alle sue mani da lavoratore che, come tanti italiani, si era ubriacato della bellezza esotica ed erotica di una brasiliana…fatti suoi. Alberto studiò i vari orari in cui il sovrastante inquilino abbandonava il tetto coniugale, un’avventura va bene ma non voleva guai, i vecchietti cornuti  sono pericolosi! L’occasione si presentò quando Cornelio ebbe un incidente sul lavoro: nel segare del legno dei pezzi gli erano penetrati negli occhi ed i medici si erano preoccupati per la sua vista. Gloria stavolta riuscì a far partire la Twingo, andò a far visita al  marito portandogli della biancheria di ricambio, a detta dei sanitari Cornelio all’Ospedale Papardo ci sarebbe rimasto un bel po’ ma la consorte non se la prese particolarmente. Tutto il giorno ascoltava a volume alto musica brasiliana  sinché il vicino dello stesso piano la richiamò all’ordine e allora la baby smise ma si sentiva sola e quale migliore compagnia se non Alberto? Non conoscendo il numero del suo telefonino gli bussò alla porta: “ Mi sento molto sola posso entrare? Sono una brava cuoca vorrei mangiare insieme” e vedendo lo sguardo arrapato del sottostante capì tutto e simise a ridere. “Che ne dici se mi faccio una doccia?” “Che ne dici se ce la facciamo insieme?”  Musica brasiliana questa volta a basso volume  spinse Gloria ad esibirsi in un ballo in cui il popò era il protagonista. Ovviamente tutto tutto finì in gloria nel senso che avete capito,all’inizio la bella signora,nel vedere ciccio in erezione: “Pensavo che gli italiani ce l’avessero più piccolo dei brasiliani ma tu sei un mostro!” Alberto non le domandò perché gli italiani dovessero averlo piccolo, assaporò  varie posizioni sin quando la baby: “Mi hai distrutto, torno a casa mia.” Uscita Gloria Alberto pensò che in fondo quel poveraccio al’ospedale non meritava quella sorte, un velo di tristezza, la sua coscienza si era risvegliata, misteri della natura! Rosario capì quello che era successo e nel vedere passare Alberto fece un segno con le dita sulle labbra come per dire: non ho visto, non ho sentito non parlerò. Alberto non se la sentiva di stare a casa sua, per sfuggire all’Erinni arrapata  traslocò nel vicino appartamento che era stato dei genitori. Telefonò ad un collega con cui era in confidenza: “Franco sono Alberto vorrei sparire per un po’ da Messina, tu hai qualche programma?” “Pare fatto apposta, dopodomani vado in gita a Mosca, aereo e poi giro dei monumenti in pullman.” Alberto accettò l’invito anche se non era un appassionato di arte ma per ora era l’unica soluzione. A bordo della sua Jaguar X Type giunsero all’aeroporto di Catania, arrivo a Mosca dopo quattro ore e poi all’albergo ‘the Ritz‐Carlton’ molto ben tenuto.  I due amici scelsero ognuno una camera singola (non si sa mai…), ambedue avevano la veduta sulla piazza Rossa, una buona sistemazione.  La sera al ristorante fu loro presentato un menu scritto in italiano, evidentemente molti di casa nostra si ‘appoggiavano’ a quell’albergo, cucina niente di particolare ma non erano a Mosca per mangiare, si sarebbero rifatti al rientro in Italia. Le cameriere erano molto graziose, in minigonna e ampia scollatura, ciò face drizzare le orecchie ad due amici che domandarono notizie al portiere:  dietro lauta mancia risposta secca: “Le signorine dopo mezzanotte sono libere,  la tariffa era di circa 14.000  rubli ma volendo qualche prestazione particolare il prezzo sale. Poco dopo la mezzanotte Alberto sentì bussare alla porta, l’aprì  e, dopo un finto baciamano apprezzato dalla baby, a gesti riuscirono a capirsi di farsi una doccia insieme. ’Albertone andando ‘contro natura’ ma raddoppiando il prezzo si godè a lungo un popò alla brasiliana. Alle dieci del giorno successivo incontrò Franco al bar e gli disse della sua impresa, Franco si fece una grossa risata, anche lui…Cominciò lo strazio della visita ai musei, al terzo Alberto si sedette su una poltrona nella hall, occhi chiusi sognando il ritorno in Italia quando  Franco lo svegliò, era in compagnia di una hostess bionda, alta, stile modella. “Dove l’hai trovata stà gnocca?” Franco gli faceva grandi segni che Alberto non capì, lo capì subito dopo quando la baby:”Che vuol dire gnocca? Non conosco questo termine.” Ecco fatta la frittata, la ragazza era una guida che parlava bene l’italiano. Franco intervenne in aiuto: “Vuol dire bella ragazza.” La bella ragazza poco convinta li riaccompagnò al pullmann facendo presente che il giorno successivo era di riposo e si sarebbero ritrovati fra due giorni. Alberto abbagliato da cotanta beltade si fece audace:“Che ne dice signorina se domani facesse la guida solo per noi due, ma niente musei ma giardini o posti distensivi, ovviamente la tariffa solita.”“Sono Susanna, voglio accettare anche se per noi è proibito  far da guida a persone singole.” “Noi siamo in due, potrebbe indicarci un autonoleggio così evitiamo i mezzi pubblici.”  In un garage Alberto adocchiò una vecchia Fiat 1100‐ 103 che sembrava in buone condizioni, accompagnarono Susanna a casa sua o poi rientro in albergo. Durante il tragitto  . “Che hai da ridere?” “Ci scommetto una cena ma son convinto che ti sei presa una cotta per Susanna.” Lo sguardo dell’amico confermò l’ipotesi di Franco.  Alberto quella notte dormì  poco, effettivamente quella ragazza era una favola: viso delicato sempre sorridente,corpo longilineo, altezza con i tacchi a livello di Alberto, mani lunghe da pianista seno e sedere non eccessivi come la brasiliana ma soprattutto un fascino che non aveva riscontrato in altre ragazze, cacchio che scuffia! L’ultimo giorno di permanenza a Mosca Franco li lasciò soli nella hall dell’albergo, i due stettero un po’ in silenzio quando Susanna: “Squadrandoti bene ho notato che sei una brava persona, fisicamente piacevole e…” “Seguito io, non ho mai trovato una ragazza che mi piacesse tanto, mi hai abbagliato subito, non so se essere felice o meno, in fatto di donne vado molto cauto e sto combattendo con me stesso, fra l’altro l'essere di nazionalità diverse comporta dei problemi ma…” “Andiamo in camera tua per parlare, non pensare al sesso!” Mancia al portiere per non chiedere i documenti a Susanna. “Se me lo permetti vorrei abbracciarti da dietro e con te rimirare il panorama…è la penultima notte di permanenza a Mosca, vorrei riportare in Italia un buon ricordo.” Dopo un po’ Alberto si accorse che Susanna stava piangendo, le lacrime delle femminucce lo mettevano in crisi e non riusciva a spiegarsi il perché. Susanna andò in bagno, prese un rotolo di carta e si asciugò le lacrime. “A questo punto voglio raccontarti la mia storia: sono stata fidanzata da anni con un mio collega farfallone in fatto di donne, recentemente mi ha confidato che una sua amica è rimasta incinta e quindi la deve sposare, per me un colpo bruttissimo, ho pianto per una notte ma poi ho pensato al film ‘Via col vento, domani è un altro giorno’ ma non è facile dimenticare anni di convivenza.” “Tagliamo il nodo di Gordio (poi vi dico il significato), se hai il passaporto vai dai tuoi e raccontagli che sei stata inviata in Sicilia per accompagnare dei turisti.” “Sarà un grosso dolore specialmente per mia madre ma, anche se la ritengo una pazzia ti seguirò, come faremo per mantenerci?” “Non avere problemi, io insegno e poi sono benestante." Franco non sorrideva più, capì che la questione era diventata importante. A Catania andarono a riprendere la Jaguar. “L’hai presa a noleggio?” “No è di mia proprietà.” “Allora ho fatto un affare, pensavo che il mio fosse un salto nel buio”. Alberto accompagnò Franco a casa sua e poi verso il suo appartamento, era sera, il paesaggio gli sembrava più bello, le luci della Calabria più brillanti, tutto era cambiato. Entrati a casa Susanna ebbe una espressione di meraviglia, evidentemente in Russia non aveva visto nulla di così bello ed elegante. Istintivamente abbracciò il padrone di casa il quale apprezzò pensando…”Non sono un grande cuoco mi arrangerò con quello che ho lasciato nel freezer e poi ritengo che gli spaghetti saranno conosciuti anche in Russia.” Susanna aprì la valigia, a parte un vestito e la camicia da notte ben poche cose aveva con se. “Domani andremo ad infoltire il tuo guardaroba.” “ Che vuol dire infoltire?” “Comprare vestiti e scarpe.” “Ti ringrazio,vorrei dirti che non mi sento di dormire con te, mi arrangerò sul divano, non ti offendere …” Alberto mascherò la delusione con un sorriso. “Nello stesso piano ho un appartamento dove abitavano i miei genitori, c’è un’entrata interna,queste sono le lenzuola la federa e due coperte.”  Susanna ‘ispezionò’ la nuova abitazione, fu colpita soprattutto dall’idromassaggio della vasca da bagno e poi: “Buonanotte caro,sogni d’oro.” “Sogni d’oro un bel …” Ciccio giustamente reclamava ma poi capì che ‘non c’era trippa per gatti.’ Il giorno successivo posteggiata la Jaguar al ‘Cavallotti’ i due entrarono nella boutique dove Alberto aveva accompagnato Gloria, la commessa, evidentemente di buona memoria, guardò il pigmalione con occhi tipo “beato te che sei un conquistatore di donne a getto continuo” (Petrolini docet). Susanna negli acquisti fu molto più parca di colei che l’aveva preceduta, all’uscita del negozio un bacio veloce sulla labbra come ringraziamento. Tutto andava a gonfie vele tranne che… la baby russa si dimostrò brava anche in cucina …Un giorno Susanna ricevette una telefonata da Mosca, Alberto ovviamente non comprese il senso della conversazione che Susanna gli tradusse prima di chiudere il telefono: “Una mia buona amica e collega, Irina, ha espresso il desiderio di venire in Italia, ho risposto che debbo chiederlo al padrone di casa, che debbo fare?” Alberto, nel dubbio approvò con un segno della testa anche se malvolentieri, non voleva scontentare Susanna ma nello stesso tempo pensò che la situazione si sarebbe complicata. Andarono all’aeroporto di Catania ed incontrarono Irina, una bellezza ben diversa da quella della sua amica: bruna,capelli corti, fisico da atleta, viso piuttosto mascolino con occhi verdi, un tipo particolare, anche lei parlava l’italiano.  Dopo cena, passata un’ora davanti ad un programma televisivo, le due amiche si ritirarono nel vicino appartamento. Al mattino, dopo colazione, “Anche Irina ha bisogno di acquistare qualche abito e delle scarpe, ha messo da parte qualche rublo quindi pagherà lei, bisogna però cambiare i rubli in €uro. “Ci penso io.”Alberto capì subito che la spesa sarebbe stata a suo carico. La solita commessa questa volta sbarrò gli occhi, chi cavolo era quel signore per accompagnarsicon tante dame, forse un macrò, bah! Anche Irina fu parca negli acquisti e ringraziò l’anfitrione con una stretta di mano. Alberto riprese ad insegnare,  le due amiche in viale della Libertà entrarono in una agenzia di navigazione che aveva bisogno di personale, ebbero un posto par time, solo la mattina.  Un giorno dopo l’altro (come la canzone) ma di novità nisba, Alberto capì di essersi innamorato come uno studentello, una bella sensazione ma a metà per ovvi motivi. Un mattina: “Tornerò a casa nel tardo pomeriggio, ha una riunione a scuola.” La riunione non si fece  e cosi Alberto tornò a casa alle dodici e trenta, voleva fare un’improvvisata alla due amiche e male gliene incolse: trovò Susanna ed Irina nude sul letto che si baciavano. Ecco qual’era il problema, altro che fidanzato fedifrago.  Alberto fece dietro front, ritornò nel soggiorno di casa sua ed accese la televisione. Dopo una mezz’ora comparve Susanna, occhi fissi nel vuoto, si sedette vicino ad Alberto. “Abbiamo messo da  parte qualche  €uro, ti prego diaccompagnarci all’aeroporto di Catania.” “Ancora non ci conosciamo a fondo, io non sono puritano né baciapile ma anticonformista e quindi, anche se meravigliato, ho accetto la situazione, lasciamo decantare gli avvenimenti, sono innamorato di te e non voglio perderti sempre che tu…” “Anch’io penso di essermi innamorata di te, sei il solo uomo che ammiro in tutti i sensi, la mia storia è presto detta: io ed Irina dormivano nella stessa stanza in collegio,un giorno un po’ brille abbiamo preso a baciarci ed a toccarci da allora è nata la nostra relazione ma mentre Irina ama solo le femmine io no e, anche se non ho mai avuto un’esperienza in tal senso, mi piacciono i maschi ma sinora non ne ho conosciuto a fondo nessuno che mi piacesse, le cose stanno così.” “’Res cum ita sint’ (talvolta ricorro al latino per esprimermi meglio), voi resterete a dormire in casa dei miei genitori sin quando tu non ti sentirai pronta ad avere un rapporto con me, d’accordo?” “Accetto e lo comunicherò ad Irina,niente più rapporti con lei, può rimanere se vuole?” Alberto pensò che forse…”Va bene.”La notte successiva Alberto, dopo tante emozioni, dormiva profondamente quando sentì qualcosa sulle labbra, pensò ad un sogno ma era pura realtà alla quale si adeguò subito ciccio che era sensibile al profumo di donna. Susanna guardò con stupore quel coso grosso,lungo e duro e si spaventò. “Non sono mai stata con un uomo, ti dico sinceramente che ho paura, non sono vergine perché con Irina usavo dei vibratori, per ora solo dei baci al tuo…poi  pian piano mi abituerò.” “Guarda che il mio coso, a riposo da molto tempo,  godrà alla grande con lo sperma che ti penetrerà in bocca, prendo un tovagliolino e poi vedi tu…”  E così fu, Susanna non abituata a quel sapore strinse i denti nel senso che accettò lo sperma in bocca  ed in parte lo ingoiò, pulitasi il viso abbracciò forte Alberto, una prova d’amore a metà ma già un passo avanti. Da quel momento Susanna traslocò definitivamente nel lettone di Alberto, la mattina tutti a lavoro per ritrovarsi ad un frugale pasto a mezzogiorno ed una sostanziosa cena la sera. I recenti avvenimenti parevano non aver cambiato nulla nei rapporti dei tre, Alberto con vasellina e molto garbo riuscì a penetrare la deliziosa gatta della fidanzata senza troppi lamenti da parte dell’interessata. La mattina tutti al lavoro, il pomeriggio passeggiate a piedi al centro oppure visite in Jaguar sui monti Peloritani o nella vicina Milazzo, una bella famigliola in apparenza. Irina, autorizzata a rimanere a casa di Alberto, si sentiva esclusa e meditava qualcosa che confidò all’amica, a sua volta Rossana si confidò con Alberto che non aspettava altro:a letto in tre! Per festeggiare il padrone di casa prenotò un tavolo in un famoso ristorante sul lago di Ganzirri. Al loro ingresso furono accolti da  Salvatore vecchio cameriere ma praticamente padrone del locale di cui il proprietario,anche per l’età avanzata, se ne interessava poco. “Mon ami (Salvo aveva lavorato in Francia) ti trovo in gran forma e poi…” “Niente poi queste sono due care amiche russe che hanno deciso di stabilirsi a Messina ed io offro loro alloggio e…” “Come se non ti conoscessi, sei fortunato io…” “Tu mon ami hai una moglie e tre figli e quindi, quando hai fame, mangi in famiglia, nes pas?” Presi gli ordini Salvo incaricò due negretti di servire i tre ospiti, si presentò solo alla fine della cena con tre caffè fumanti. “In Russia sono tutte così belle le ragazze?” “Belle e disponibili, se vuoi di do l’indirizzo di alcune interpreti che ti faranno visitare i bellissimi  musei della capitale.russa“ Ho capito ti diverti a prendermi per il culo, scusate signorine la volgarità ma sto zozzone talvoltami fa arrabbiare , e adesso levatevi dalle balle, la cena la offro io.” “Grazie, un giorno ti inviteremo a casa mia, la signorine sono molto brave in arte culinaria…” In macchina le due ragazze avevano voluto sedersi dietro e parlavano fitto fitto in russo facendosi grandi risate, Alberto, curioso come una scimmia, chiedeva spiegazioni senza ricevere risposta. Ormai  Susanna era ospite fissa del lettone del padrone di casa, Irina? La baby si era data da fare e all’agenzia di viaggio,in cui lavorava, aveva agganciato la padrona, anche lei dai gusti particolari ma concomitanti con i suoi e così Violetta, questo il suo nome:  di media altezza, rossa di capelli, occhi marroni, naso leggermente lungo, e tutto il resto tutto sommato piacevole, era diventata la quarta frequentatrice dell’alloggio o meglio degli alloggi di Alberto. Al termine della serata, dopo un bacino reciproco di amicizia,  le due coppie si ritiravano nelle loro stanze e... visto chi s’è visto. La cosa poteva sfuggire a Rosario?  Assolutamente no ma il cotale fu molto prudente, ci teneva molto ai regalini di Alberto e allora si presentò con un sorriso di complicità sulle labbra. “Non fare la faccia da imbecille, la seconda russa si chiama Irina ed è amica di Susanna.” “L’avevo capito.” “Tu non avevi capito un c. sei una brava persona sin quando ti farai i cosetti tuoi.”Una croce sulla bocca del portiere per indicare la sua totalità fedeltà ai principi di riservatezza (pelosa).  I risolini di complicità fra le tre erano giornalieri, le ragazze ora parlavano in francese dato che Violetta non conosceva il russo non sapevano però che il buon Alberto aveva studiato questa lingua a scuola, non capiva tutte le parole ma il senso si: era carnevale e le tre volevano fare una festa nel salone vestite con maschere erotiche tanto da far girare la testa al padrone di casa e con quali conseguenze? Quelle ovvie quando un maschietto eternamente su di giri si trova fra le mani tanto ben di dio. Le tre grazie passarono il pomeriggio a preparare dolci ed a friggere le ‘zeppole’ conosciute anche in Russia, chiesero ad Alberto di vestirsi in smoking e si ritirano nel secondo appartamento per abbigliarsi. Alberto era molto curioso, era passato dinanzi all’ormai famoso negozio dove aveva portato le belle e si era accorto che in vetrina c’erano vestiti di carnevale dove evidentemente le ragazze erano andate con l’auto di Violetta. “Spegni le luci, lascia accesa solo quella sopra il televisore.”Nella semioscurità apparvero tre figure femminili vestite alla brasiliana,vestite per modo di dire, avrebbero fatto concorrenza a Gloria: gran trucco in viso, reggiseno che copriva solo la punta, scarpe dal tacco altissimo e, per finire, uno slip tipo francobollo davanti che copriva appena la cosina senza peli e di dietro era solo un filo! Susanna mise nel giradischi un long playin di musica indiavolata brasiliana, unico spettatore l’Albertone spaparazzato sul divano che cominciava ad andare su di giri. La furba Susanna:“Per ora godiamoci la musica, poi metteremo sotto i denti le nostre fatiche del pomeriggio annaffiate (si dice così?)  da un superbo Champagne! Gli avvenimento presero un’altra direzione, mangiato dolci e zeppole le bottiglie di Champagne vuote divennero prima due poi tre con conseguenze immaginabili, tutti sul lettone in un incrocio di corpi, Alberto non sapeva più con chi faceva l'amore, solo la luce di un lampione illuminava la scena che durò sin quando Susanna trascrinò il padrone di casa nel loro appartamento. Il giorno seguente un pò tutti imbambolati e felici, avevano sfatato tutti i tabù...così vissero felici e contenti come nelle favole. Il Nodo di Gordio? Andatelo a cercare nella enciplopedia, 'gnuranrts!