Un nuovo amore per Dorina

Quell’affollatissimo piazzale della città di Bucarest nell’immediato post rivoluzione da cui partivano ogni giorno centinaia di persone in cerca di fortuna. Un autobus affollato, diretto in Italia, che per molti significava intraprendere un viaggio della speranza, verso quel benessere economico che non avevano mai conosciuto. Erano tutti figli di quella Romania in cui apparivano evidenti gli strascichi del regime comunista di Nicolae Ceausescu, che aveva ridotto quel paese in una povertà raccapricciante. In quella piazza, gli abbracci e le lacrime di commozione si sprecavano e tutto aveva il sapore di un amaro addio.
Proprio tra queste persone, costrette a emigrare in Italia, vi era Dorina, una giovane donna di circa trent’anni che fin da piccola aveva conosciuto la povertà estrema. Era l’ultima di cinque figli e la sua famiglia aveva dovuto sempre affrontare degli enormi sacrifici per poterli sfamare. Era sposata già da alcuni anni e dal suo matrimonio, erano nati due splendidi bambini: Florentin e Dumitru che considerava il suo orgoglio. Nonostante le modeste condizioni economiche, la famigliola riusciva a vivere serenamente, accontentandosi delle poche cose che la vita offriva loro. Molte volte la coppia amava portare i bambini al parco per una salutare passeggiata nel verde; Florentin e Dumitru adoravano giocare con i loro amichetti e stare all’aria aperta.
Un giorno, proprio durante uno di quegli allegri pomeriggi di svago e di gioco dei bimbi accadde l’impensabile: Dorina era impegnata nel sorvegliare i piccoli mentre andavano sullo scivolo quando improvvisamente si udirono dei fragorosi colpi di pistola.
Dorina si voltò immediatamente e vide suo marito che giaceva per terra esanime a pochi metri dallo scivolo con cui i bambini stavano giocando. Le urla di aiuto di della giovane fecero rapidamente il giro di tutto il parco, mentre alcuni passanti cercavano di proteggere i bambini dalla vista di quell’orribile spettacolo.
Il marito della giovane Dorina era caduto sotto i colpi di fucile sparati da alcuni sostenitori dell’ex dittatore Ceausescu, avevano riconosciuto l’uomo tra i manifestanti della rivoluzione avvenuta l’anno precedente.
Per la ragazza si prospettava quindi una vita tutta nuova, irta di problemi e difficoltà. Non era per nulla semplice vivere in un paese che, seppur stesse tentando una disperata rinascita, era distrutto dalla povertà. Per un primo periodo, la giovane dovette adattarsi a fare qualche sporadico lavoretto, che spesso non riusciva a portare a termine viste le sue condizioni emotive. Una parte di lei era andata via insieme a suo marito e ogni giorno, si recava a lavoro con la morte nel cuore. La paga che riusciva ad ottenere era irrisoria e, in maniera molto stentata, riusciva a sfamare le bocche dei suoi due bambini. Dorina quindi stava meditando una decisione drastica, era molto combattuta, ma il suo primo pensiero era il benessere dei suoi figli. Decise quindi di mettersi in contatto con una sua amica di vecchia data che da qualche tempo lavorava in Italia come collaboratrice domestica. Tramite lei, Dorina venne a sapere che in Italia c’erano diverse persone che avrebbero potuto darle un lavoro e contribuire quindi alla crescita dei suoi amati figlioletti. Per alcuni giorni la giovane ebbe modo di riflettere sul da farsi, sarebbe stata felice di partire e lavorare in Italia, ma pensava anche che il suo allontanamento sarebbe stato traumatico per i suoi bambini e per lei stessa. Prima di allora non era mai stata lontana da Florentin e Dumitru e quell’eventualità le provocava un’enorme tristezza nel cuore.
Dopo essere stata per quasi una settimana in profonda riflessione, Dorina decise di partire alla volta di Roma dove ad attenderla c’era una famiglia disposta a farla lavorare come badante e collaboratrice domestica. Preparò in fretta le sue valigie mentre i bimbi dormivano, in modo che non sospettassero di nulla. L’indomani, giorno della partenza, Dorina comunicò la triste notizia ai suoi bambini: “Cuccioli miei, la mamma deve partire” disse Dorina con voce rotta dal pianto. “Deve lavorare per darvi un futuro migliore, ma non preoccupatevi, tornerò presto e non ci lasceremo mai più”. A quelle parole i piccoli rimasero increduli,  per un attimo avevano creduto che la loro mamma li stesse abbandonando per sempre. Dopo un lungo e commosso saluto ai suoi genitori e ai suoi bambini, presso il piazzale di partenza degli autobus, la giovane Dorina partì finalmente per Roma. Durante il viaggio, ebbe modo di riflettere sulla scelta che aveva appena fatto ponendosi mille domande. La sua principale preoccupazione erano proprio i suoi bambini e  temeva di non aver optato per la scelta giusta. Dopo quasi due giorni di viaggio Dorina arrivò finalmente a Roma. Ad attenderla c’era Guido, un uomo di circa trentacinque anni che altri non era che colui che le aveva procurato il nuovo lavoro. Dorina ebbe subito un’ottima impressione di quell’uomo si mostrò subito gentile e distinto e sembrava aver preso subito a ben volere la giovane. Dorina doveva badare a Giuseppina, l’anziana madre di Guido, una donna di circa settantacinque anni, malata di Alzheimer. L’anziana donna era quasi totalmente sopraffatta dalla sua malattia e l’unico modo che aveva per comunicare era il sorriso e qualche piccolo gesto. Viveva con loro anche Davide, fratello di Guido di qualche anno più giovane, anche lui come suo fratello si mostrò subito gentile con Dorina. Erano trascorse alcune settimane dall’arrivo di Dorina in quella casa; l’anziana Giuseppina sembrava aver legato con la sua nuova badante ed erano continui i suoi cenni d’intesa con gli occhi o con il sorriso. Dorina era diventata ormai una persona di famiglia, oltre a badare all’anziana mamma di Guido e Davide, spesso cucinava per tutti preparando degli squisiti pranzetti secondo alcune ricette del suo paese. Malgrado si fosse ben adattata all’interno di questa nuova realtà, la nostalgia di Dorina per i suoi figli era tanta. La giovane scriveva loro molte lettere e ogni volta, aveva gli occhi pieni di lacrime nel pensare a loro.
Purtroppo quell’idillio era destinato a spezzarsi. Una notte, mentre Dorina dormiva nella camera a lei riservata, venne svegliata dal rumore della porta che si aprì improvvisamente. La giovane non riusciva a capire chi fosse, avvertì soltanto dei passi, che lentamente la avvicinarono e una mano che si posò sulla sua schiena. Dorina, visibilmente scioccata da quel contatto fisico accese immediatamente la luce del suo comodino per vedere di chi fosse la mano che la toccava. Non appena il lume fu acceso, Dorina fece una tristissima scoperta: la mano che l’aveva toccata, era quella di Guido. L’uomo che l’aveva accolta per primo in quella casa, era in realtà un perverso, un violento. Non appena si vide scoperto Guido diede due schiaffi sul volto di Dorina dicendole: “ Se domani parli ti ammazzo e non ti azzardare a chiedere auto”. Quelle parole fecero piombare Dorina nello spavento più totale, non sapeva come liberarsi da quella morsa. I giorni a seguire furono per Dorina un vero incubo, cercava di stare lontana il più possibile da quell’uomo che aveva tentato di violentarla la notte precedente. Quell’episodio si ripeté purtroppo anche le notti successive, fin quando Guido non riuscì sul serio ad abusare di lei. L’uomo provava per Dorina un’attrazione morbosa e l’avrebbe voluta tutta per sé. “Mettiti in testa che sarai mia per sempre”. Questa era la frase che la giovane si sentiva ripetere spesso da Guido, durante le sue violenze fisiche e psicologiche. Il sorriso di Dorina aveva lasciato il posto alle lacrime, quelle violenze l’avevano ferita nella sua dignità di donna. La sua vita in quella casa era diventata un tormento vero e proprio e questo suo comportamento aveva attirato l’attenzione di Davide che non capiva perché la ragazza fosse sempre triste e impaurita. Il giovane Davide provò più volte a parlarle finché una sera Dorina non si decise a confidargli tutto. “Guido mi ha violentato” disse Dorina tra le lacrime. “L’ha fatto più volte e ora ho tanta paura”. Nel sentire quelle parole, Davide, che nel frattempo si era invaghito di Dorina, provò un fortissimo senso di rabbia. “Stai tranquilla Dorina” rispose guido abbracciando la ragazza. “Non permetterò che ciò avvenga ancora, stasera ti prometto che lo fermerò”. Quella notte Guido cercò di entrare nuovamente nella stanza di Dorina ma questa volta trovò Davide che gli si parò davanti bloccandogli entrambe le mani. “Fermati immediatamente”. Urlò Davide al fratello maggiore. Iniziò tra i due un’accesa colluttazione con Dorina che implorava a entrambi di fermarsi. Guido cadde in terra e Davide riuscì finalmente a strappare la giovane dalle grinfie del fratello. La condusse giù in strada per permetterle di riprendersi da quel brutto spavento. “Grazie Davide per avermi salvato” disse Dorina con voce ancora impaurita. “Te ne sarò grata per sempre”. Anche Dorina nel frattempo si era innamorata del suo salvatore e non esitò a confessargli i suoi sentimenti. “Mi sei entrato nel cuore dal primo momento che ti ho visto e adesso non posso fare ameno di te”. Le parole di Dorina provocarono un sussulto al cuore del giovane Davide che a sua volta rispose: “Anch’io non posso fare a meno di te, sento di appartenerti in tutti i sensi”. Trascorsero alcuni giorni e mentre Guido era stato denunciato per le sue violenze e portato in carcere, l’amore tra Davide e Dorina cresceva ogni giorno di più. Camminavano mano nella mano e sembravano davvero la più felice delle coppie.
La giovane rumena aveva però un ultimo desiderio: quello di portare con sé in Italia i suoi figli e stabilirsi a Roma con loro e il suo nuovo compagno. Davide volle a tutti i costi accontentare la richiesta della sua compagna, fu così che, quella stessa sera Dorina chiamò Florentin e Dumitru in Romania,  per comunicare loro la lieta notizia. “Cuccioli miei” esordì la giovane. “Tra qualche giorno verrò a prendervi e partiremo insieme per l’Italia, dove ci attende una vita tutta nuova”. I due bimbi scoppiarono di felicità, potevano riabbracciare la loro mamma dopo tanto tempo e partire con lei per Roma. Qualche giorno dopo Dorina tornò in Romania accompagnata da Davide, ebbe appena  il tempo di salutare i suoi genitori e alcuni parenti che l’indomani ripartì per Roma insieme al suo compagno e i suoi bimbi. Quell’aereo stava conducendi tutti verso un nuovo avvenire fatto di tanto amore e tantissima serenità familiare. Dorina era finalmente felice, quel nuovo amore le aveva restituito il sorriso e la voglia di vivere che l’avevano sempre contraddistinta, ma soprattutto le aveva fatto dimenticare quel bruttissimo spavento e la vita di stenti che conduceva in Romania,  specie dopo la morte di suo marito.