Un Sorriso D'Amore

Nicola e Sofia, venticinquenni, avevano frequentato a Roma presso la ‘Louis Formazione’ il corso di diciotto mesi ed avevano conseguito la qualifica di Operatore Socio Sanitario, in altri termini di infermiere ed erano in attesa di un posto di lavoro. Purtroppo stavano passando i giorni senza trovare un’occupazione, erano sfiduciati allorché da un amico siciliano ebbero la notizia che la casa di cura ‘Santo Crocifisso’ di Messina era in cerca di due infermieri qualificati per sostituire due monache anziane andate in pensione. Trovato il numero telefonico ebbero la buona notizia dell’effettiva disponibilità di quella occupazione ma dovevano sbrigarsi perché vi erano altri concorrenti. I due, fatti i bagagli in fretta salirono sul primo treno utile, giunsero nella città dello Stretto e con un tassì si presentarono in clinica, l’impiego era ancora libero. Nicola e Sofia, dopo le formalità di rito presero subito servizio indossando le divise di infermiere, ebbero la fortuna di poter occupare una stanza dove poter dormire per il resto non c’era problema: una cucina attrezzata forniva i pasti ad ammalati ed al personale della clinica. A capo del personale certa Lara classica virago: corporatura robusta, profilo mascolino, capelli a spazzola, poche tette, gambe robuste, piedi da  sci acquatico. La signora, pardon signorina prese subito  ben volere Sofia: “Il tuo nome vuol dire saggezza, spero che tu lo sia!” Quando doveva darle degli ordini faceva precedere la richiesta con: “ti prego di…”insomma una immediata ‘simpatia’di cui Angelo e Sofia sorridevano ma faceva a loro comodo. Una mattina: “Sofia e Angelo un favore, qui vicino in una villa abita  una signora cinquantenne molto ricca che però ha un grosso problema, un figlio tetraplegico che le crea molti problemi, gli infermieri che gli ho mandato per curarlo la seconda volta si sono rifiutati di andarci, vediamo se voi…” I due si presentarono in villa, un’abitazione a tre piani ben tenuta con giardino, piscina e boschetto, dava l’idea di opulenza con rampicanti che coprivano buona parte dei muri di casa. Venne ad aprire un cameriere: “Sono Angelo, la signora vi aspetta in salotto.” Madame era allungata su un divano ad occhi chiusi, lontano di sentivano le urla attutite di un uomo, una scene irreale fin quando:”Signora ci sono i due infermieri della clinica ‘Santo Crocifisso.’ “La signora si mise seduta, allungò una mano senza alzarsi: “Sono Eolisa, quello che sentite urlare è mio figlio Giuseppe, il medico gli ha ordinato di fargli delle iniezioni ma lui non vuole saperne, andate voi tre, io non mi sento né di vederlo né di sentirlo! Il ragazzo non parla piuttosto mugugna ma capisce perfettamente quello che uno gli dice.” Angelo:“ Peppe questi due signori sono amici, vogliono conoscerti, sono ospiti non trattarli male!” Per un po’ Peppe li inquadrò smettendo gli ululati, Sofia intelligentemente gli prese una mano e sorridendo: “Sono Sofia, spero che mi tratterai bene, staremo insieme per molto tempo se tu lo vorrai.” Giuseppe stranamente sorrise e baciò la mano di Sofia, era fatta, il ghiaccio era rotto,  il giovane aveva accettato la loro presenza perlomeno quella di Sofia che fece cenno agli altri due di andar via. “Giuseppe il medico ha detto che devi farti fare delle iniezioni, io sono infermiera ed uso un ago sottilissimo, praticamente non lo sentirai.” Peppe sorrideva ancora, fece comprendere che aveva capito e si girò supino, Sofia fu velocissima, Peppe soddisfatto si girò supino ma inaspettatamente mostrò un ‘coso’ agli occhi di lei mostruoso, mai visto nulla di simile, Angelo al suo confronto faceva la figura del…Giuseppe in qualche modo fece capire che voleva che Sofia lo massaggiasse lì…fu accontentato, avvenne che un flusso di sperma arrivò talmente in alto da sembrare una fontanella. La soddisfazione di Giuseppe fu immensa, rideva talmente forte da attirare l’attenzione della madre che entrò in camera da letto del figlio e rimase basita. “Peppe io vado con tua madre, tu stai buono più tardi verrò a trovarti di nuovo.”  “Gentile signora il problema di suo figlio è da quello che ho capito di facile soluzione, inviti qualche prostituta, lo accontenterà e non farà più storie.” “Questa è una casa onorata, mai una puttana vi metterà piede, il mio povero marito di rivolterebbe nella tomba…sto pensando ad una soluzione, voi dove abitate?” “Abbiamo una stanza all’interno della clinica.” “Ve ne offro una al secondo piano, quando siete fuori servizio potrete frequentare la mia abitazione come foste a casa vostra così Peppe finirà di urlare tutto il giorno, pare che la signora abbia trovato il modo…” “Mi ci faccia pensare, è per me un impegno molto particolare, sinceramente non so se me la sento…” “Oltre all’alloggio vi darò uno stipendio consistente, la mia vita è un calvario giorno e notte, datemi una mano per favore.”  Nicola e Sofia si recarono da Lara e riferirono che era loro intenzione seguitare a prestare servizio nella clinica ma avrebbero dormito in casa della signora Eloisa per curare suo figlio. Lara da vecchia ‘sun of a bitch’ capì subito la situazione, non fece una grinza anche se aveva fatto un pensierino su Sofia…”Insediatisi nella stanza loro assegnata, Nicola e Sofia portarono la buona notizia a Peppe che cominciò a saltare sul letto pieno di gioia. “M’ha detto Eloisa che non vuoi mangiare mai a tavola con lei, noi siamo a pranzo con tua madre che ne dici di venire anche tu, Nicola ti metterà sulla carrozzella.” Peppe  era tutta una gioia, si fece anche lavare tutto da Nicola, per lui quasi una novità, si fece anche pettinare, radere la barba e vestire, sorrideva sempre, Eloisa era stupefatta come pure Angelo ed Ersilia, in casa regnava un’aria di allegria come mai  prima. Alla fine del pasto Nicola e Sofia portarono Peppe in carrozzella nel parco, Nicola preferì dileguarsi e Peppe che handicappato era ma non scemo fece capire a Sofia che il suo ‘ciccio’ avrebbe gradito… Ormai Sofia si era resa conto che lei era il perno della situazione, si mise l’anima in pace, prese in bocca il ‘marruggio’ di Peppe e poco dopo dovette ingoiare tante vitamine…poi si sedette su una panchina  pensando che prima o poi avrebbe dovuto usare la sua gatta non abituata a quel  grosso calibro. Angelo ed Ersilia finiti i lavori di casa erano andati via, Eloisa anche lei era rinata, truccata, pettinata, profumata vestita sexy era rientrata in salotto dove Nicola stava fumando la pipa. “Signora mi scusi non  le ho chiesto il permesso…” “A me piace l’odore del suo tabacco, anche il suo odore…, di che tabacco si tratta?” “È un misto di Latakia siriano,  Virginia americano e Maryland pure americano.” “Vedo che la sua pipa è un po’ vecchiotta…” “Mi contento, le nuove di buona marca hanno prezzi elevati.” “Anche io sono fumatrice, le mie sigarette preferite sono le Turmac bianche svizzere.”  La vita dei due infermieri non poteva dirsi monotona, la loro presenza era ben accetta da tutti i componenti la casa, la più sacrificata era naturalmente Sofia anche per una situazione nuova in clinica: “Cara stanotte sei di guardia, non posso fare a meno di inserirti nel turno per non far protestare le tue colleghe che già affermano che faccio delle parzialità per te e per Nicola.” I pazienti quella notte erano particolarmente silenziosi e non suonavano il campanello per chiamare l’infermiera di turno, Sofia però ebbe ‘da fare’ lo stesso: Lara si presentò nella sua cameretta, chiuse a chiave la porta e messasi a nudo: “Che ne dici di un cunnilingus e cosette varie (le cosette varie consistevano in  vibratori). Come dire di no, Sofia provò e gustò sino in fondo, per la prima volta, i piaceri saffici, Lara era molto brava, dopo vari orgasmi: “Cara sono rimasta senza forze, che ne dici di…””Va bene, ti ringrazio, sei dolce, deliziosa e profumata spero di rivederci, per ricordo prendi questo anello.” La mattina al rientro in villa Sofia non trovò la padrona di casa, con Angelo in veste di autista era andata in centro a far le spese, ritornò all’ora di pranzo e dopo il caffè una sorpresa: “Caro Nicola, sono andata da un tabaccaio gli ho chiesto di mostrarmi la migliore pipa, mi ha consigliata questa: è fabbricata da Baldo Baldi io non me ne intendo…” A Nicola uscirono gli occhi dalle orbite, quella era una delle pipe migliori al mondo, costosissima, sicuramente la signora gli avrebbe chiesto una ricompensa. In camera dovette subire lo sfottò di Sofia: “Ti sei messo a fare il marchettaro per dirla alla romana!” “Senti chi parla, chi ti ha dato quell’anello?” Si misero a ridere e presero a baciarsi con finale scontato, ormai il sesso era entrato prepotentemente nella loro vita ma non potevano lamentarsi, ci sono uomini e donne che per molto meno… Un pomeriggio Giuseppe era nervoso, aveva ripreso a lamentarsi e Sofia capì che era scoccata l’ora dell’impiego della ‘topa’, prudentemente aveva preso in clinica un tubetto di vasellina che le fu molto utile, il ‘ciccio’ di Peppe era fuori del nomale ed il signorino anche dopo un orgasmo non intendeva lasciare ‘la preda’ e dai dai anche Sofia ebbe il suo orgasmo per un forte spruzzo di sperma sul collo del suo utero. Eloisa era entrata anche lei nell’atmosfera erotica che regnava in casa, una sera abbordò Nicola che ben volentieri si fece condurre nella sua camera dalla padrona di casa che si rifece  di tutto il tempo perduto. Solita storia degli dei invidiosi che pensarono  che gli umani non debbono essere troppo felici, Eloisa sempre più frequentemente tossiva a lungo finché i due infermieri decisero per un controllo approfondito e la fecero ricoverare in clinica. Dopo due giorni di esami esito tremendo: ‘Neoplasia al polmone destro allo stadio finale.’ Ersilia ed Angelo furono informati dello stato di salute della signora, anche Peppe capì che sua madre che non vedeva più in casa era ammalata, Eloisa era stata ricoverata in una stanza singola, Sofia e Nicola a turno passavano la notte con lei somministrandole degli analgesici quando i dolori divenivano insopportabili. In un momento di lucidità Eloisa chiese l’intervento di un notaio cui dettò le sue ultime volontà: Nicola alla sua morte sarebbe diventato il tutore di Giuseppe, la morte giunse due giorni dopo. Funerali in forma privata, tumulazione nella tomba di famiglia. In casa anche Peppe era diventato silenzioso: “Tua madre è in cielo da lassù ti benedice e ti dice di comportarti bene con tutti.” Il patrimonio di Eloisa era veramente consistente: un lascito per Ersilia e per Angelo il grosso dell’eredità a Nicola ed a Sofia con l’obbligo di accudire Giuseppe. In casa regnava il silenzio, Giuseppe veniva ‘accontentato’ saltuariamente, talvolta usciva di casa con la carrozzella o con la Volvo  guidata da Angelo. Un ictus pose fine alla vita di Giuseppe che da, morto, sembrava sorridere, un sorriso d’amore oltre la vita…