Una calda prigione

Faceva un po’ freddino perché l’estate era finita e forse, chissà, era addirittura già autunno! Serafino questo non lo sapeva, ma sentiva il bisogno di un luogo caldo, quasi di una tana, di un nido. Subito.
Intanto arrivò il nonno: era lui che si curava della sua alimentazione e della sua pulizia, quello anzi era uno dei primi pensieri tutte le mattine. Così Serafino, come al solito, si sentì sollevare delicatamente e poggiare su una seggiolina di paglia. Brrrr! Se avesse potuto, avrebbe chiesto al nonno addirittura la borsa dell’acqua calda.
In pochi minuti il bravo nonno lavò il fondo della gabbia, lo cosparse di sabbiolina (così il suo beniamino non avrebbe preso i reumatismi), cambiò la bambagia del lettino, infine rifornì la vaschetta del solito cibo. I bocconcini extra, quelli un po’ particolari, arrivavano all’ora di pranzo quando il nonno e la nonna, a tavola, si chiedevano: ‐ Piacerà a Serafino? ‐ e si preoccupavano per lui: ‐ …Non gli farà male? ‐ ma, alla fine, gli porgevano sempre qualche assaggino saporito.
A operazione compiuta, il piccolo Serafino fu rimesso nella sua comoda gabbietta. Mai aveva pensato che quella fosse una prigione! Ci stava proprio bene. Un criceto come lui, poi, non poteva essere trattato meglio, questo lo sapeva, e viveva volentieri con quei due vecchietti che gli volevano tanto bene e che lo ammiravano come si ammira un piccolo capolavoro. 
‐ Bellino! Musetto! Come sei simpatico! Che animaletto pulito… ‐ gli gridava con gioia la nonna quando lui si metteva in piedi sulle zampine e cominciava a lavarsi con cura. E come rideva quando faceva il giocherellone qua e là nella gabbia oppure girava nella ruota! Gli mandava perfino un tenero bacetto la nonna, quando lo vedeva uscire dalla bambagia ancora tutto sonnacchioso e barcollante.
Serafino aveva solo un po’ freddo in quel periodo. Questo è tutto. E per fortuna madre natura lo aveva dotato di quella folta e morbida pelliccetta! Ecco, non bisognava lamentarsi: quanti animali non avevano neppure quella? Lui era un essere favorito dalla sorte: aveva anche buoni occhietti per vedere, orecchiette per ascoltare, dentini per mangiare… e perfino, all’interno delle guance, due grosse tasche utilissime per trasportare le provviste. Oh, ma lui certo non aveva bisogno di far provviste!… Lui aveva sempre a disposizione tutto il cibo che voleva. Insomma si sentiva un criceto felice.
‐ A parte il freddo! ‐ concluse lui stesso ‐ Ma presto, quando i caloriferi saranno accesi, ‐ si consolò ‐ sarà tutta un’altra cosa!
Era così: bisognava avere solo un po’ di pazienza.
Il nonno guardò soddisfatto la sua opera. Serafino aveva la gabbia ordinata, stava bene e un altro lavoro era fatto! Così prese il giornale e si mise a leggere in poltrona.
Il criceto fece il solito giro in gabbia, assaggiò qualche boccone di cibo e stava per raggomitolarsi a letto, quando… si accorse che la porticina era semiaperta. Oh, il nonno! Era diventato davvero tanto distratto da qualche tempo. Sua moglie glielo diceva!
Serafino allora pensò di uscire a fare un giretto. Che male c’era? In fondo si sa che muoversi fa bene, riattiva la circolazione, potenzia i muscoli e forse… aiuta anche ad avere meno freddo.
Si fece più piccolo che poteva e sgusciò piano piano fuori. Scivolò dal tavolino a una sedia, tentò di scendere ancora più giù, ma fece un capitombolo. Si riprese immediatamente, sano e salvo, e percorse tutto il corridoio. Fortunatamente sfuggì alla vista della nonna che, occupata a stirare, andava e veniva dalla cucina alla camera con la biancheria. Se lo avesse scoperto, gli avrebbe detto certamente “Questo non è il tuo posto!” e la passeggiata sarebbe subito finita.
Il criceto invece esplorò con comodo quel mondo sconosciuto. Curiosò in ogni angolino con i suoi occhietti vispi e annusò qua e là facendo vibrare i baffi. Fatto sta che, in questo modo, la passeggiatina diventò più lunga del previsto.
Un raggio di sole illuminava il pavimento della camera da letto. Lì Serafino avvertiva finalmente un bel tepore sotto le zampine. Continuò a trotterellare. Un buon profumino di pulito proveniva dall’armadio…
Intanto il nonno si alzò un po’ a fatica e si avvicinò alla gabbietta. Come al solito si mise a tamburellare. Gli piaceva molto quando Serafino gli andava incontro regolarmente con un filo di cotone impigliato nelle zampine e lo salutava con uno sbadiglio più grande di lui.
Ma… accorgersi che la porticina era aperta e rendersi conto che Serafino non c’era più, fu tutt’uno.
I nonni cominciarono a disperarsi. Cercatolo qua e là, non  trovarono la minima traccia del loro animaletto. Per giunta il balcone era socchiuso, e… se fosse scappato fuori? Se fosse caduto dal secondo piano? Si affacciarono. Ahimè, il cortile come al solito era anche pieno di gatti!
La nonna sistemò di corsa gli ultimi capi stirati, chiuse in fretta l’armadio, e via… giù a tentare la ricerca di Serafino.
Interpellarono mezzo vicinato: ‐ Era la nostra compagnia! ‐ si lamentavano ‐ Quel criceto… non sapete quanta compagnia era capace di farci!… 
‐ Un animaletto tanto piccolo, fuori dalla gabbia… ‐ rispondevano tutti ‐ sfugge facilmente. Sarà difficile ritrovarlo, meglio rassegnarsi! Beh, ne comprerete un altro, i negozi di animali… ne sono pieni.
‐ Sì, ma come il nostro Serafino…
Il nonno, si capisce, si sentiva responsabile per quella scomparsa ed era molto dispiaciuto.
Marito e moglie acquistarono lo stretto necessario e, senza neppure fare quattro passi come al solito, se ne tornarono a casa di pessimo umore.
A un certo punto, dopo pranzo, la nonna riaprì l’armadio. Serafino fu investito da un cono di luce. Altro che la solita aria pacifica e “sbadigliosa”, come diceva lei scherzando! Aveva gli occhi sgranati come una bestiola tradita o punita senza motivo, e stava lì, in piedi, immobile, davanti alla porta. La sua faccina, giustamente, aveva un’aria seccata e le guance poi… erano gonfie da scoppiare.
In fondo non era un principio di saggezza quello di fare provviste? Pensare al futuro, adattarsi come si può? Essere capaci perfino… di cambiare alimentazione in caso di estrema necessità? Lui, in quelle ore, da solo, mentre aspettava la libertà in tutto quell’orribile spazio buio, a questo aveva pensato! E per fortuna, lì dentro era bello caldo…
La nonna aveva l’espressione della meraviglia mentre gridava: ‐ Oh, Serafino! Guarda… oh, meno male! Ma come ha fatto ad arrivare nell’armadio?
Il nonno accorse incredulo.
‐ Tutto è bene quel che finisce bene! ‐ disse, e sospirò contento.
Anche Serafino tornò nella gabbia tutto contento. Lui era un “signor” criceto, quindi cominciò a svuotare le guance da quelle inutili, ingombranti provviste, ma presto scoprì quanto fossero soffici e calde. Allora le trasportò in un angolino e con le zampette anteriori prese a sprimacciarle come una brava massaia che rifà con arte il letto.
La nonna, all’improvviso, aguzzò gli occhi: ‐ Ma quello… non ti sembra un pezzettino del mio cappotto?… ‐ mormorò inorridita vedendo comparire minuscoli brandelli di un colore azzurro polvere.
‐ …E questi… Oh, ha mangiato anche la mia vestaglia! ‐ interruppe il nonno osservando Serafino che trasportava qualche piccolo frammento di tessuto bordeau. Poi allargò le braccia rassegnato.
‐ Caldi sì, ma non chiusi in prigione! ‐ pensava intanto Serafino mentre si accomodava nel suo nuovo lettuccio più soffice e più colorato che mai.
Del resto, era stato lui ad avventurarsi così! Si sa, il mondo, fuori dalle gabbie, può riservare sorprese.