Una Figona Così

Uffa che noia, che noia, che noia…così recitava una attrice i tv ed era quello che provava Alberto al mare. In pieno agosto, spiaggia affollatissima, gran casino  intorno a lui. Solita lettura del quotidiano , solite notizie spiacevoli: maschietti che per motivi più eterogenei fanno fuori mogli e conviventi, litigiosità di partiti che non interessa più nessun lettore ed altre notizie che facevano in modo che l’Albertone nella spiaggia di Lido di Camaiore antistante l’albergo dove alloggiava con moglie e cognata nubile. Messo da parte il giornale stava per farsi accarezzare dalle onde quando una visione celestiale…si non c’era altro aggettivo dinanzi alla visione di una  fi..na che più fi..na non si può: giudicate voi: castana con  mèches bionde, altezza circa 1,75, fronte intelligente, occhi verdissimi, naso all’insù,  labbra carnose non a canotto , seni  forza tre‐quattro, vita strettissima tipo quelle americane che si fanno togliere due costole, (si così aveva letto sul New York Time) gambe chilometriche e piedi lunghi e stretti, bellissimi (Alberto un po’ feticista lo era). La visione aveva fatto cadere dalle mani del succitato il chinotto Neri, quel famoso chinotto che non è chinotto se non c’è l’8. Una risata argentina dell’interessata seguita da quella delle due sorelle poco distanti, su di lui con  i segni della colata della bevanda. Dopo quella figura da Emilio Fede (si proprio quella) al povero quarantenne 1,80 gran bella figura maschile (in quel momento figura di c…zo) non restò altro che buttarsi fra le onde …Prima o poi dovette riprendere terra e avviarsi dentro la fida Jaguar in attesa di moglie e cognata.
Sdraiato sul sedile posteriore, aria condizionata in funzione attese pazientemente i rinforzi per ritornare in albergo. Nessun commento, i due coniugi si capivano bene anche senza parlare, Anna era abituato alle scappatelle del consorte, ormai le conosceva bene, le tollerava, la fine delle stesse era un regalo di pregio in gioielleria (il consorte era molto agiato di famiglia).  Anna non aveva voluto lasciare il lavoro in uno studio di avvocato, voleva soldi suoi.
Ritorno sulla spiaggia per ora non se parlava proprio e allora come passare il tempo? Alberto vide un cartellone che reclamizzava un circolo del golf; detto fatto, iscrizione allo stesso ed acquisto del materiale interessato. Grandi ossequi da parte del direttore, consegna di una auto elettrica e via nel green. Un caddy a lui assegnato lo consigliava con aria di sufficienza ed Albertone lo cambiò con altro, di colore, meno spocchioso. Aveva trovato il modo di passare la mattinata, pomeriggio pisolino d’uopo e poi andata al circolo del Golf  da spettatore ai giocatori del bridge (gioco da lui mai amato) con cui aveva stretto amicizia,tra ricconi ci si intende subito! Dopo cena passeggiata con gelato e poi tra le lenzuola e, piuttosto spesso, code sessuali nelle quali era piuttosto bravo con moderata gioia della consorte. Quest’ultima lo mise al corrente delle cose personali della fi…na. Padre siciliano, madre svedese, classico nome, Ingrid, due figlie gemelle sedicenni,  nessun amante ufficiale.
Finalmente ritorno sulla spiaggia un po’ imbarazzato lui, allegra e sorridente la siculo‐svedese che nel frattempo aveva fatto amicizia con consorte e cognata la quale non dimostrava molta gioia di quella villeggiatura il perché lo aveva confessato a sua sorella: era diventata l’amante della sua compagna di stanza al college e se ne era innamorata (una lesbica in famiglia!) Parlando, parlando Ingrid aveva confidato ad Anna di avere come amante il toy‐boy ventitreenne suo istruttore di palestra, ragazzo fine ed educato a detta dell’amica. Anna aveva i suoi dubbi quando Ingrid propose di passare una serata in cinque, toy boy compreso, non ebbe il coraggio di rifiutare e comunicò la cosa ad Alberto il quale non rispose ne si ne no, non gliene importava gran che dell’amante di Ingrid.
L’incontro avvenne una sera al momento della cena: Alberto, sempre grandioso in tutto, aveva convinto lo chef di preparargli oltre ai soliti antipasti e contorni una ‘cofana’ di brodetto di pesce su un letto di pane abbrustolito consistente in: seppie, crostacei, pesciolini dislicati cucinati con erbe aromatiche e con peperoncini calabresi aperti ma non tagliati per non dare troppo di piccante al piatto. Un ovazione: “Ma tu hai un mestiere in mano, sei fantasioso” Ingrid era entusiasta. Alberto, dietro lauta mancia, aveva chiesto al direttore di sala di preparare un tavolo in fondo alla piscina lontano da tutti, duecento euro erano bastati e così il quintetto poteva far la caciara che voleva senza disturbare i vicini. Di particolare l’incontro tra Anna e Adamo l’amante di Ingrid. Il cotale non era il grezzo che Anna credeva anzi: biondo, occhi azzurri (gli svedesi avevano lasciato i segni in Sicilia) sorriso accattivante, stretta di mano robusta, altezza superava di un palmo Anna. Dietro richiesta della moglie di Alberto aveva messo al corrente i presenti di essere di S.Giuseppe Jato paesino in provincia di Palermo, di essere di famiglia modesta ma che con sacrifici era riuscita a farlo inscrivere alla facoltà di ingegneria a Palermo. Inoltre aveva raccontato delle cose proprie del suo paese: due famiglie mafiose che, intelligentemente, alla guerra avevano preferito un armistizio coronato dalla scambio delle relative femminucce di cui una sedicenne che non aveva apprezzato il marito di vent’anni più anziano e subito, il mese dopo era rimasta incinta con grandi festeggiamenti oscurati dal fatto che invece l’altra ancora aspettava di far contenti i parenti ansiosi di diventare padre, zii e nonni.. Per un mafioso le donne sono solo un mezzo per proseguire la specie, tranne rari casi in cui, maschietti in galera, le consorti avevano preso il loro posto. L’eloquio brillante e trascinatore aveva molto colpito Anna; mai aveva provato delle sensazioni per altri uomini oltre che per Alberto, era un po’ frastornata, non se ne rendeva conto che il bell’Adamo la stava conquistando. A metà serata sua sorella Elvira si era ritirata in camera sua, Alberto diceva che era stata punta dalla mosca tse tse portatrice di sonno. Il direttore di sala, vista la ‘compattezza’ della compagnia, da vecchio sun of de bitch, portò un gira‐dischi per allietare i quattro. Ingrid senza chiedere nessuna ‘posso?’ si appropriò di Alberto mentre più educatamente Adamo chiese il lasciapassare ad Anna che di buon grado, anche se sorpresa di se stessa, disse di si con entusiasmo. Ingrid ed Alberto si erano allontanati, Adamo prese a fissare in viso Anna per vedere le sue reazioni, quando la vide ad occhi chiusi capì che la cotale era pronta alla ‘pugna’. Iniziò col baciarle il collo facendole provare un immenso piacere in quella regione del collo chiamata 'nucleo acumbens' che lei non sapeva di avere ed anche questa volta Anna si abbracciò a lui e si ritrovò baciata anche  in bocca a lungo. La storia durò sino al ritorno di Ingrid e di Alberto che decisero che era troppo tardi e quindi di restar in quell’albergo.
“La nostra stanza ha un letto matrimoniale ed un lettino, qualcuno starà un po’ stretto” sentenziò Alberto riuscendo a capire troppo tardi di aver sfornato una fesseria, nel loro caso…
L’iniziativa, more solito, fu presa da Ingrid: “Anna ti dispiace se…” non finì la frase che si era accaparrata per mano Alberto trascinandolo nel lettino e buttandosi sopra di lui.
“La tua amica è stata generosa a lasciarci il matrimoniale, che ne dici di un riposino…” Il riposino cominciò per Anna con un bacio sul collo, poi sulle labbra e dopo un rapido passaggio sulle tettine sul fiorellino che era subito entrato in carburazione come mai le era successo, era turbata e nello stesso tempo…ma quello che più la meravigliò fu il coso di Adamo che non assomigliava affatto a quello del legittimo consorte: era di calibro inferiore ma molto più lungo, mostruosamente più lungo. Non finiva mai di entrare sin quando sentì la punta contattare il collo del suo utero, una sensazione sconvolgente soprattutto quando il ‘lungo’ decise si schizzarle dentro tutto il suo potenziale sperma con getto violento…tutto il suo corpo cominciò a vibrare a lungo fino alla spossatezza. Rimase francabollata sul suo amante fin quando due risate argentine. “Questa sta volta ci resta!” Ingrid faceva la spiritosa ma qualcosa di vero c’era. “No, mi sono addormentata’ cercò di rimediare Anna ma nessuno le credette infatti i giorni seguenti…Anna prese a frequentare la palestra in cui Adamo era istruttore, Alberto cominciò a preoccuparsi, lui di scappatelle se ne intendeva ma qui le cose avevano preso una piega di serietà: Adamo non scopava più con Ingrid ma in compenso… Consiglio di guerra fra Alberto e Ingrid: “Dobbiamo fare in modo che Anna ritorni su questa terra, Ingrid capiva cosa provava  l’amica ma non intendeva comunicarlo ad Alberto e così decisero una misura drastica: dovevano far vedere Adamo spassarsela a lungo con Ingrid, anche Adamo era d’accordo e così un pomeriggio in camera: “Esibizione mia con Adamo, voi spettatori darete un voto: cominciamo col sessantanove, certo solo la punta altrimenti mi fa una gastroscopia.” ”Ora un lecca lecca dai piedi alla fronte…adesso il più affascinante spettacolo: due maschietti ed una sola donna io, Alberto sotto in fica ed Adamo sopra nel culino, maschietti all’opera!” Anna non resistette a quello spettacolo, scappò dalla stanza, era quello che i tre avevano voluto e previsto.
Due giorni dopo fine della villeggiatura per Alberto, per Elvira e per Anna…difficile mettere in parole quello che quest’ultima aveva provato ed i sentimenti del momento, era in crisi ma con l’aiuto dell’affettuoso marito…col tempo…
Amici lettori, vi sarete domandati cosa sia il 'nucleo acumbens'? Andatevelo a cercare, certo a cultura non siete messi bene!