Viaggio

Aveva sentito dire, o forse letto da qualche parte, non ricordava, che il bello di un viaggio è il viaggio stesso. Prendere la macchina e dirigersi verso una destinazione nota o improvvisata, dava modo di intraprendere un'avventura. Baggianate! Trovarsi nelle ore di punta nelle tangenziali di Milano o nel grande raccordo anulare di Roma, non aveva niente di avventuroso.
Era della stessa idea quel caldo pomeriggio di fine giugno. Avrebbe  fatto il viaggio, insieme alla moglie, con il preciso intento di arrivare il più presto possibile alla metà, in ferie.
Faceva molto caldo e l'aria condizionata della piccola utilitaria riusciva a stento a rinfrescare l'abitacolo. La moglie, previdente come sempre, aveva preparato una borsa termica con frutta e acqua fresca, preferivano spiluccare qualcosa in macchina piuttosto che fermarsi nei caotici autogrill.
Imboccarono l'autostrada A4, direzione Venezia. Alla sinistra si vedevano sfilare le Prealpi, confine naturale che divide le Alpi dalla pianura Padana che si estendeva alla destra a perdita d'occhio.
"Non è male come paesaggio, tanti capannoni ma anche tante cascine, campi coltivati e montagne"
"Già" Rispose lei sovrappensiero.
"Guarda, adesso ci avviciniamo al lago di Garda, che belle colline, che bei vigneti, mmhh"
"Pensa che buon vinello ah?" La donna conosceva i gusti del marito.
"Se facciamo sei al superenalotto compriamo una piccola cascina e ci mettiamo a fare il vino" Confermò lui.
"Si, si. Sei al superenalotto, è subito fatto. Bella zona comunque, davvero"
Il Sole arroventava la macchina e nonostante l'aria condizionata lui stava cominciando a sudare.
"Vuoi da bere?" Chiese lei.
"No grazie. Cerco di resistere altrimenti continuo a sudare"
"Un po' di frutta?" Insistè la moglie.
"Si ok, quella volentieri" E' mentre lei lo imboccava amorevolmente arrivarono a Verona, allo svincolo per Modena.
"Adesso comincia il pezzo noioso" Osservò lei mentre addentava un pezzo di melone.
"Piattume, campi a perdita d'occhio e zanzare" Confermò lui.
Lei gli prese la mano poggiata sulla leva del cambio e lui la strinse forte, un gesto affettuoso che i due condividevano spesso.
"In effetti anche questo paesaggio ha un suo fascino" Disse cauto lui mentre lei stava cercando di infilare un cd nell'apposito spazio e poi lo guardò come a dire <Sei impazzito!>
"Non ho detto che sia bello, però guarda che belle cascine e i campi come sono tenuti bene" Poi con la coda dell'occhio intravide che dischetto stava per mettere lei ed esclamò:
"Nooo, che lagna. Metti qualcos'altro dai, lo sai che non sopporto quella musica" E infatti lei non cambiò dischetto e inserì ciò che aveva scelto. Musica che a lei piaceva parecchio ma a lui un po' meno.
"Dicevi? Un bel paesaggio?" Parlò lei distrattamente.
"Si, come le canzoni del tuo cd" Grugnì lui.
"Allora è uno splendido paesaggio" Sorrise lei.
Il cartellone indicava l'uscita di Mantova.
"E' una bellissima città Mantova, ricca di storia e a misura d'uomo"
"Non so, non l'ho mai vista" Rispose lei.
"Un giorno ci veniamo, con calma"
"Hai fame?" Chiese lei.
"No grazie. Ho sete ma non bevo se no mi devo fermare venti volte a pisciare"
Stavano attraversando il Po, erano in piena pianura.
"Chissà che nebbia in inverno" Disse lei.
"E che freddo" Confermò lui.
La macchinina macinava chilometri alla velocità di crociera di 110, 120 km all'ora; una buona media. Lei guardava fuori dal finestrino e canticchiava sulle note del cd, mentre lui cominciava a soffrire il caldo. Non aumentava l'intensità del freddo perchè sapeva che a lei dava fastidio ma il sudore cominciava ad imperlargli le tempie.
"Tesoro, aumenta un po' l'aria fresca" Lo invitò lei.
"Ma a te da fastidio"
"Non ti preoccupare, oggi fa veramente caldo"
Lui approfittò di quell'eccezione e abbassò immediatamente la temperatura. Nel frattempo erano giunti all'altezza di Modena, in perfetto orario con la tabella di marcia ed imboccarono la A1, che non sembrava troppo trafficata.
"Forse oggi ci va di culo" Pregò lui.
"Dobbiamo ancora passare Bologna" Osservò lei.
Bologna. Spauracchio per milioni di automobilisti che devono attraversarla in qualsiasi periodo dell'anno, si rischia spesso di trascorrere alcune oer fermi in colonna, ad osservare fabbriche, palazzoni e colline in lontananza. Il paesaggio stava cambiando, ora ai lati dell'autostrada si vedevano frutteti e stabilimenti di vario tipo.
"Quaggiu si vede un'altra campagna rispetto alla nostra e adesso si cominciano a vedere le colline bolognesi"
Erano arrivati allo svincolo:a destra si andava per Ancona, Pescara; a sinistra per Firenze, Roma. Imboccarono la destra e pregarono di non trovare colonna o San Lazzaro sarebbe arrivata tardi.
"Sembra poco trafficata oggi l'autostrada" Affermò la moglie convinta.
"Lo dicevo io. E' un giorno feriale ed è abbastanza presto e poi la crisi colpisce duro. Ma lo sai che anche l'autostrada da noi è mezza vuota?" L'autostrada da noi era la famigerata A4 nel tratto tra Brescia e Milano andata e ritorno.
"Mi ricordo i tempi in cui ci volevano anche tre ore per arrivare a Milano. Bisognava partire prima delle 5 alla mattina o eri fregato" Lei lo sapeva, ma non aveva voglia di pensarci. Disse invece:
"Certo che senza traffico si può ammirare anche questa zona con un altro punto di vista, non è male"
"Colline e campagna, un po' il sogno di tanta gente e poi sono piuttosto vicini al mare" Lei si stava addormentando, il classico colpo di sonno da viaggio. Lui la aiutò a reclinare leggermente il sedile e le strinse la mano"
"Riposa tesoro, Bologna è superata" Lei non sentì quelle parole, stava già dormendo. Lui allora approfittò per cambiare cd e inserì un dischetto degli Eurythmics; la musica e la voce di Annie Lennox lo tranquillizzavano molto. Non c'era traffico e la media dei 120 non era pesante da tenere. Mentre osservava il paesaggio fortemente agricolo intervallato da grossi stabilimenti, stava ripensando alla sua vita. I problemi legati al lavoro che non c'era, la consapevolezza di essere di passaggio su questa terra ma di non poter fare a meno di preoccuparsi per il suo futuro e quello della sua famiglia, ma anche la gioa di avere degli splendidi figli e una moglie insostituibile. Da giovane gli avevano detto che con il tempo l'amore va spegnendosi; probabilmente era così, ma lui dopo vent'anni sentiva di voler bene alla moglie più che all'inizio, chissà, il tempo avrebbe dato il suo responso. Immerso in questi pensieri si ritrovò senza accorgersene all'altezza di Cesena, quando lei aprì gli occhi.
"Siamo a Rimini?" Domandò con voce impastata.
"Quasi, siamo a Cesena. Dormi ancora se vuoi, io non sono stanco"
"Sicuro? Hai lavorato tanto questi giorni, vuoi il cambio?"
"No, no, tranquilla, riposati ancora"
"No, altrimenti mi viene il mal di testa. Vuoi un po' di frutta?"
"Volentieri e anche l'acqua. Dopo Pesaro o Fano ci fermiamo al primo autogrill a farci un caffè, e per andare al bagno"
Mangiarono in silenzio. Adesso il paesaggio stava cambiando completamente. Le colline coltivate a grano, orzo e girasoli avevano preso il posto dei campi coltivati ad ortaggi e frutta.
"Questo è il paesaggio che piace a me" Sospirò lui sognante. Lei cambiò cd ed inserì una raccolta di musica degli anni ottanta, un buon compromesso per entrambi. Dopo circa quindici minuti si fermarono a prendere un caffè. A lui non piaceva fermarsi in quei posti, troppa ressa, la paura costante di essere derubati, anche se poi si era circondati da gente che, come loro, era in viaggio e non vedeva l'ora di arrivare alla metà.
Andarono in bagno e una volta fuori ripartirono velocemente senza fare carburante.
"Costa di più in autostrada e con questa velocità penso che arriveremo a destinazione senza dover fare benzina"
"Speriamo" Affermò lei "Comunque un buon caffè ci voleva proprio"
"Si. Hai visto come erano puliti e ordinati i bagni? E poi sempre a parlar male dell'Italia. C'è ancora della frutta?"
"Prendi queste albicocche, sono buonissime" Mangiarono ancora frutta, con quel caldo era un vero toccasana. Avevano superato Senigallia e più a sud si vedevano chiari il promontorio di Ancona e il suo porto. Adesso l'autostrada entrava nell'entroterra per qualche chilometro, una volta superato l'aeroporto avrebbero costeggiato le alture di Ancona e il monte Conero per poi riavvicinarsi al mare più o meno all'altezza di Loreto, che con il suo imponente santuario svettava sulle colline marchigiane.
"Guarda amore, Loreto. Ti ricordi anni fa quando ci siamo venuti?" Lei era innamorata di quel posto.
"Si tesoro e tutti gli anni ci ripetiamo che dovremmo tornarci e ora che i bambini sono cresciuti potremmo portarci anche loro, gli piacerebbe"
"Sono sicura che resterebbe anche nel loro cuore"
In breve sorpassarono anche l'uscita di Macerata.
"Ti ricordi quell'anno che siamo scesi a Macerata al matrimonio di mia cugina?" Esclamò lui.
"Si, che avventura. E poi che bel posto dove siamo andati a mangiare e dormire, stupendo. In mezzo alle montagna, al verde e alla tranquillità, come si chiamava?"
"Tolentino? Camerino? Bha, non ricordo, però era proprio bello, anche lì sarebbe da tornarci"
"Amore, con tutti i posti belli che ci sono da vedere e rivedere non basterebbe tutta la vita per visitarli"
"Hai ragione, però è bello avere dei ricordi. Guarda le colline che piacciono a noi, qui in primavera ed estate è uno spettacolo"
"Quando stai bene vedi tutto bello" Confermò lei mentre gli stringeva la mano poggiata sul sedile. Restarono così per qualche minuto, in silenzio, beandosi della presenza reciproca. Un cartello indicava la fine delle Marche e l'inizio dell'Abruzzo.
"Siamo quasi arrivati. Sei stanca?"
"Io no. Tu piuttosto, ti fa male la schiena??"
"Un po'. Con questo caldo si suda comunque e sono tutto appiccicoso"
"Dai, ancora poco e ti farai una bella doccia. Hai fame?"
"Adesso si, ma aspettiamo di arrivare, mengeremo a casa" Il viaggio stava per terminare, mancavano sette chilometri all'uscita di Roseto degli Abruzzi. Da lì ancora qualche chilometro di strade interne e sarebbero arrivati a destinazione, dove parenti e amici li stavano aspettando. Uscirono dall'autostrada senza problemi, erano quasi le nove di sera e non c'era traffico. Lui ci mise pochi secondi a prendere il passo urbano, il rischio dopo tante ore di autostrada è di andare troppo forte nelle strade di paese. Adesso respiravano aria di casa, quei posti vacanzieri evocavano in loro gioia e pace, la strada tortuosa che si arrampicava sulle colline scoscese era un segnale di riconoscimento come per dire: ecco, siete arrivati. Entrarono nel paesello a passo d'uomo e videro corrergli incontro i loro ragazzi e la gente del posto sorridente, erano arrivati.
"Amo, siamo arrivati!" Disse lei sorridente.
"Si tesoro, siamo arrivati. E' stato veramente un bel viaggio" E mentre finiva di parlare i figli avevano già aperto le portiere della macchina e li stavano investendo con una raffica di baci e abbracci.