Vita in paese. III° episodio Il battesimo dell’aria

                                       Vita in paese.  III°  episodio
Il battesimo dell’aria

Mario, il camionista battezzato col nomignolo “il Marziano”da i suoi nuovi amici: il Professore, il Cancelliere, il Nobile e Occhio Fino, passava con loro gran parte del suo tempo libero. Era stato invitato a Londra, dal  suo carissimo amico, Jonn, per passare una settimana a casa sua ed aveva esteso l’invito anche ai suoi amici, di cui aveva fatto la loro conoscenza nel breve quanto movimentato soggiorno al paese durante l’estate.
Era ormai giunto il giorno della partenza …
I cinque, avevano preso un taxi per andare all'aeroporto in cui erano giunti per fare il check‐in. 
Il Professore, fu il primo ad arrivare col suo bagaglio allo sportello… gli amici lo seguivano. Registrarono i loro bagagli e si apprestarono a passare l’ultimo controllo al metal detector.
Il Professore osservava chi lo precedeva e vide che, il metal detector suonava ogni volta che  il signore passava la porta. La scena si ripeté per ben tre volte, fino a che non gli venne chiesto di togliersi le scarpe.  La cosa stupì il Professore e precipitosamente chiese al Cancelliere di prendere il suo posto, poi a tutto il seguito della comitiva. Si fermò dietro di loro, quando, si accorse che una bella signora, elegantemente vestita, lo fissava incuriosita dal fatto che lui fosse retrocesso di cinque posti. Il Professore, sentiva il suo sguardo indagatore e chiese alla bella sconosciuta se le faceva piacere avanzare, anche lei, di un posto. La signora ancora più incuriosita e  diffidente, rispose che non era il caso. Intanto  Occhio Fino che stava davanti a lui avanzò e passò sotto il metal detector tranquillamente, senza alcun problema, lo seguirono il Nobile e gli altri, che si fermarono oltre il metal detector  per aspettarlo.
Il Professore, con una certa reticenza si avvicinò al passaggio tanto temuto, dopo aver riposto il suo orologio e oggetti metallici nell'apposita cassetta. Purtroppo, quel che temeva accadde: il metal detector suonò. Rivolse il suo sguardo alla guardia e gli sorrise, poi cercò di guardarsi addosso, per vedere cosa faceva suonare l’allarme, si tastò la giacca poi le tasche dei pantaloni, non aveva nulla di metallico, la signora dietro lo guardava con sospetto, era sotto gli occhi di tutti, egli fece cenno agli amici di proseguire, ma loro col capo fecero un gesto di dissenso,  Franco il Nobile gli disse che l’aspettavano.
La guardia chiese  al Professore di ripassare sotto la porta elettrica e di nuovo suonò, al che, gli chiese di togliersi le scarpe, cosa che non avrebbe mai voluto fare, purtroppo, anche se a malincuore, si tolse le scarpe che  consegnò alla guardia il quale a sua volta le mise nella cassetta, per passarle ai raggi x. Infatti, erano proprio le scarpe che facevano suonare l’apparecchio, avevano un tacco interno di metallo che serviva ad aumentare la statura, di almeno 5 centimetri. Il Professore, guardò i suoi amici, che con una certa incredulità, constatarono la sua vera statura della quale si era sempre vantato dicendo che era pari a quella di un modello. Scalzo e imbarazzato, guardò il suo piede destro, aveva l’alluce che fuoriusciva dal calzino liso all'estremità.

Le risate trattenute a stento dai suoi amici, lo fecero arrossire, guardandosi ancora una volta il piede, disse al Nobile che era un difetto dell’alluce che toccava sotto la tomaia delle scarpe e che sicuramente il calzino non era così quando l’aveva indossato. La guardia gli consegnò le scarpe che subito infilò, sotto lo sguardo divertito degli amici e quello snob dell’elegante signora. 
Saliti sull'aereo, i cinque si sedettero gli uni accanto agli altri. 
Per tre di loro era la prima volta che prendevano l’aereo: il Cancelliere, Occhio Fino e il Professore.  Il Nobile fu il primo a salire chiamò l’hostess e le diede un bigliettino da visita, parlando sottovoce scambiò alcune parole,  l’hostess sorrise ed andò a riferire al comandate la richiesta da lui sollecitata che consisteva nel fare vistare ai suoi amici la cabina del comandante in onore del loro primo volo. Era una richiesta che per ragioni di sicurezza, non si poteva accettare, ma  il cugino del Nobile, anche lui pilota e amico del comandante, gli aveva chiesto la gentilezza e l’aveva avvertito del viaggio di suo cugino ed i suoi amici per cui, accettò la richiesta e fece accomodare i tre amici dopo il decollo che appena poterono slacciare la cintura, entrarono nella cabina. Fu loro offerto una flute di champagne, il comandante chiese loro quale fosse stata la sensazione al decollo, Occhio Fino, rispose: 
‐ Non ho visto nulla ma ho avuto la sensazione che il cervello si staccasse e toccasse il cranio, mentre il Cancelliere un po’ timido e confuso disse: 
‐ Io ho avuto, mal di pancia e devo dire che ancora adesso ce l’ho…
Tutto divertito il Professore, con la sua innata spavalderia, aggiunse ridendo:
‐ Non è possibile ragazzi avere paura, abbiamo qui un gran pilota, io mi sono divertito, sembrava d’essere sulle montagne russe e non ho paura …
Nel preciso istante ci fu un vuoto d’aria improvviso che sorprese anche il comandante, il professore con un grido da far risuscitare i morti, gridò:
‐ Aiiuutooo!
E si aggrappò al braccio del Cancelliere che per lo spavento si era irrigidito, in modo tale, da sembrare una statua; Occhio Fino aveva giunto le mani, quasi pronto per la preghiera, l’hostess li invitò a seguirla, ma nessuno dei tre riusciva a dare un passo, e come l’aereo si ristabilì, il pilota ridendo si rivolse al Professore:
‐ Allora, e le montagne russe?
‐ Beh! Queste però non lo sono, ma a quanti metri siamo da terra?
‐ Siamo saliti, in questo momento il tachimetro segna quota ottomila.
Un glup, s’udì provenire dalla gola del Professore, che non volendo mostrare la sua paura l’aveva inghiottita insieme alla parola. L’hostess si avvicinò a loro li pregò di riprendere posto, Occhio Fino ancora pallido per lo spavento, la seguì senza aspettare, quando si voltò per rivolgere la parola ai suoi amici, vide che due sagome erano rimaste, immobili, davanti alla porta della cabina di pilotaggio. Tornò indietro per domandare cosa stesse succedendo, e vide che il Cancelliere era rimasto con la stessa rigidità al momento dello spavento, mentre il professore l’incoraggiava:
‐ Dai tieni duro, non facciamo scherzi, sai che figura che facciamo? Occhio Fino capì subito che non si trattava di paralisi, ma di una forma di paura con i dovuti effetti collaterali.
Così, propose di prenderlo lui da un lato e il Professore dall’altro e di soppiatto lo trasportarono in direzione del wc. L’hostess vedendo lo stato rigido del Cancelliere si preoccupò e chiese cosa fosse successo, il professore superficialmente rispose:
‐ No, nulla signorina è semplicemente una paralisi momentanea. Ha solo bisogno di bagnarsi
il viso è soggetto a questi attacchi, vedrà, starà subito meglio.
L’hostess non proprio convinta si fece da parte per farli passare, così sotto lo sguardo incuriosito dei passeggeri, compresi il Nobile e il Marziano, deposero nell’esiguo wc il Cancelliere che nel frattempo era sbiancato. Richiusero la porta e vi sostarono davanti,  in attesa che terminasse...

Il Nobile e il Marziano, inquieti andarono a domandare cosa stesse accadendo, il professore rispose che un vuoto d’aria aveva imbarazzato il loro amico, al che capirono ed andarono a sedersi non senza voglia di ridere.
Dopo dieci minuti, la porta si aprì e ne uscì, tutto risollevato, il Cancelliere, che si scusò con i due amici e pregò loro di non dire la verità agli altri. I due si guardarono e poi come se nulla fosse, il Professore disse:
‐ Non preoccuparti terremo il segreto, sai, sarà difficile perché bisognerà dare loro un motivo valido, per quello che tutti hanno visto.
‐ Ma tu sei bravo, hai saputo dire che era una paralisi momentanea, dai, fallo per la nostra amicizia!
‐ Va bene, a condizione che tu non ricominci se dovesse esserci un nuovo vuoto d’aria, anche perché pesi e non ce la faremmo a trasportarti così come l’abbiamo fatto.
Sorrisero e si avviarono verso i loro posti, il Professore corse per primo per avvertire i due amici di non dire nulla, ci riuscì solo in parte perché subito sopraggiunse il Cancelliere e dovette riprendere posto.
Il Nobile ed il Marziano che visibilmente erano ancora sorridenti, come videro il Cancelliere scoppiarono in una risata quasi isterica che non riuscivano a frenare, il Professore domandò loro:
‐ Raccontate anche a noi la vostra barzelletta?
Il Nobile lo guardò e senza arrestare la sua risata, con la sua flemma rispose:

‐ Sì, è una stoviella che mi ha vaccontato  Mario pochi minuti fa, voi non c’evavate, vi vaccontevemo tutto dopo, adesso lasciateci videve, no ne possiamo più.

Il Professore almeno in parte aveva salvato la sua faccia, poiché il Nobile aveva capito, dalla sua domanda, che il Cancelliere non doveva sapere che loro sapevano.
Nel frattempo
il comandante  annunciò ai passeggeri che, erano giunti su Londra e che dovevano allacciare le cinture di sicurezza, augurando a tutti una buona permanenza … Gli amici si guardarono sorpresi per la rapidità del loro viaggio e con battute scherzose già si preparavano ad affrontare l’avventura metropolitana tutta da scoprire.

 Anna Giordano