Zia Angelina la rossa (V.M.18)

Una rivelazione la mia zia Angelina.
Rossa di capelli e di cuore e fino all'osso oserei affermare.
Mi disse cominciò il rodaggio fin da giovane e.
E che la sua vocazione, di sollevare da alcuni problemi personali il prossimo, si palesò limpida e fatale, verso i dodici anni e.
E fu con Pino il pastorello quasi diciottenne.
Lui infatti il pomeriggio, dopo mangiato, usava stendersi sotto il grande ulivo, lassù fuori da sguardi indiscreti, abbassare i pantaloni e con sapienti tocchi farselo indurire, indurire indurire, per in seguito con decise mosse portarlo all'orgasmo.
E lo faceva ogni santo giorno e lei non capiva.
E vederlo lì a menarselo tremebondo e sudato e rosso come un peperone, con la faccia da pesce lesso e sentirlo gemere nello sforzo, le dava un minimo di apprensione «tu.
Tu hai un guaio» lo apostrofò un giorno.
«Ed uno di quelli grossi a quanto vedo.
Non è meglio se lasci a me la fatica di scuoterlo, che ti risparmi tutte quelle conseguenze fastidiose?» e.
E lui accettò di buon grado e lei ne fu felice assai ed in seguito si applicò dunque lungamente e con grande gioia.
Che si sentiva utile cavolo e le pecore con un guardiano riposato e rilassato, erano sicuramente custodite in maniera appropriata poi.
Poi però purtroppo le situazioni cambiarono.
Il pascolo fu lottizzato ed il padre di Pino vendette il gregge e lei lo perse di vista al che, essendo rimasta sfaccendata, pensò di trovarsi un lavoro e.
E finì aiuto generico nell'ufficio d'una fabbrica.
Una pena.
Una pena vedere quella povera segretaria vergognarsi e piangere ed a volte perfino vomitare, allorché il padrone veniva, nella sua bocca, alla fine dell'obbligatorio rapporto orale mattutino.
Lei è anche brava pensava, che altrimenti la licenzia ed ha i fratelli piccoli da mantenere, bensì vederla così è un tormento io.
Io non resisto.
Non resisto e le chiedo se posso pompare io al suo posto, pertanto concluse.
«Sicura di considerare bene quello a cui vai incontro?» le rispose lei stupita.
«Sì sì non ti preoccupare, da domani ci penso io e finiranno i tuoi disguidi» e.
E le cose andarono a gonfie vele.
Padrone contento ed addirittura un aumento bensì.
Bensì piombò inattesa un'orribile crisi economica.
La fabbrica chiuse e la mia zia Angelina si ritrovò con tantissimo tempo libero che, nelle ore buie, usava impegnare per fare delle lunghe passeggiate lungo la tangenziale e.
E fu lì che una notte assistette ad un pestaggio, furioso e cruento, da parte di un energumeno ai danni d'una giovane ragazza.
All'inizio si nascose, ma quando il violento se ne andò corse a soccorrere la poverella.
«Cosa voleva da te quel bruto?» le domandò.
«I soldi dei clienti ovviamente.
Non mi va di fare la puttana e lui lo sa e mi nascondo e guadagno poco e si incavola nero e mi mena ogni santo giorno».
«E dai non ti preoccupare» rimpallò la mia zia «o. Ora ci sono io.
Vedrai da domani prendo il tuo posto ed accontento più clienti possibile ed in seguito ti consegno i soldi guadagnati, che tu girerai a lui ed inconveniente risolto» e.
E ciò avvenne puntuale e con ottimi riscontri, se non che nel giro di poco tempo arrivò la polizia ed il protettore fu arrestato e la puttana fuggì e la mia zia, non avendo in loco una motivazione specifica, riprese con le sue passeggiate sta.
Stavolta scegliendo il parco, cosicché una sera osservò, dietro ad una siepe, quattro giovanotti corpulenti ed armati di coltello e bastoni, che stavano tentando di violentare una donna e «che.
Che fate ragazzi?» chiese tranquilla.
«Vattene altrimenti dopo toccherà a te» le risposero.
«Ah ho capito» ribadì lei.
«E calmi calmi, non serve strafare.
Venite qua.
Lasciate perdere lei, provvedo io a voi» e.
E non si sono mai visti degli stupratori in tale maniera sfamati senza avere nemmeno violentato.
Che difatti li tenne occupati tutti e quattro contemporaneamente, ovviamente di sapienti mosse e varie aperture, fino a soddisfarli allo zenit tanto. Tanto che riuscì perfino a farsi promettere avrebbero cercato lei in futuro, prima di cadere ancora in tentazioni stupide e brutali che.
Che soddisfazione!
Aveva risolto a degli individui una grana sostanziosa.
Una di quelle che avrebbe potuto recare loro disagi considerevoli.
E si sentiva proprio bene dunque tornando a casa la mia zia Angelina ed aveva il morale a mille lanciato bensì, da dietro un vetro di finestra semi aperta, sentì piangere e disperare e.
E naturalmente non resistette e sbirciò dentro, ove vide un signore seduto sul divano e chino con le mani fra i capelli a.
Aveva davanti quattordici bottiglie di vino vuote ed un'aria personale che dire dimessa è diminutivo al cubo e.
E chiaramente non resistette la.
«La posso aiutare signore?».
«E lei chi è?».
«Sono Angelina la rossa e passando l'ho udita ed immediatamente mi sono detta vediamo se posso fare qualcosa».
«Be' sa, mia moglie m'ha lasciato ed è scappata con un eunuco ed i suoi sette fratelli cubani e non trovo consolazione alcuna e continuo solamente a piangere».
«Ma no dai su, via.
Guardi se mi fa entrare a consolarla ci provo io».
«Eh non sarà facile, le apro la porta» e.
Ed in breve, il prostrato, ricevette un pompino che manco aveva sognato fatto dalla sua precedente compagna ed ancora in breve divenne partecipe d'un ripasso d'attività sessuali complete ed antecedentemente mai praticate con simile dovizia di particolari e nuovamente in breve s'innamorò perdutamente e. E diventò il mio caro zio Beppino colui che.
Colui che, prima d'uscire per la classica briscola serale, ha comprensivamente ed immancabilmente saputo accogliere, sopportare e compatire, il qui presente nipote che. Che spessissimo si presenta alla loro porta sovrastato e depresso da pesanti problemi seri.
Molto, molto, molto seri.