su "Mondo parallelo"

La poesia non morirà mai. Ed è vero! Perchè Dante, Petrarca, Leopardi, D'Annunzio e molti altri scrivevano anche in versi?  Perché stavano male.
Il loro disagio, come il nostro, è inconsciamente l'arrivo e il punto di partenza della più bella letteratura italiana che si conosca.
Solo un uomo in pace con se stesso, non sentirebbe il bisogno di gridare in versi e rime il proprio malessere o la propria temporanea e apparente serenità.
L’uomo non potrebbe più essere definito tale senza la poesia.
E quella di Annunziata, di ungarettiana memoria, è testimone di questa sofferenza.
Le liriche "Auschwitz", "Il soldato sul fiume", "Alberi d'inverno", "Spot", sono punti cardinali per mostrare l'orrore che ogni giorno la tv e la storia costantemente ci ricordano. La vita, a volte,  è percepita come tragedia, ma nelle cose intorno a noi c'è sempre un mistero da decifrare che va ricercato solo nella misura e nell'ordine delle cose stesse.
E la risposta a tutto ciò la danno le strofe di "Rose" e di "Piove", così come "Primo pomeriggio" e "Aprile". Il tempo, si sa, passa e la nostra fragilità avanza ma lo sforzo di cogliere il mistero di bellezza nel mondo, per fortuna, resta.
Ecco perchè la poesia non morirà mai.

Mondo parallelo

di Salvatore Annunziata

Libro "Mondo parallelo" di Salvatore Annunziata
  • Casa Editrice
    Graus Editore
  • Dettagli
    64 pagine
  • ISBN
    8883463137