su "L'uomo sentimentale"

La storia che Javier Marías racconta è impalpabile e aleatoria, così come impalpabile è l’amore prima e dopo il suo compimento. Il protagonista è un tenore abituato a viaggiare, che in uno dei non luoghi in cui si ferma instaura una speciale amicizia con una donna sposata. Un’amicizia che scivola nel desiderio e nella voglia di conoscerla. La situazione però è molto singolare: i due non vengono mai lasciati soli dall’accompagnatore della donna, che le fa da cane da guardia per tutto il tempo e che però, alla fine, confessa che «è difficile sapere chi si favorisce con un’azione o con una omissione, ma ci si può anche stancare di non avere preferenze».
Il confronto con una situazione non comune attira l’attenzione del lettore e accompagna pacatamente nel proseguimento della storia, che è fatta di poche azioni, poco romanticismo, diversi assiomi alla Marías e molte riflessioni. I suoi estimatori considerano “L’uomo sentimentale” un romanzo poco vibrante, io so che è un acquerello dell’amore, dai contorni tenui e con sorpresa finale.
Il vero uomo sentimentale, infatti, non è colui che vive l’amore fino in fondo bensì chi non se ne riesce a privare, e di fronte alla realtà si trova senza difese. Quando l’illuminazione arriva, e se non arriva da sola viene spiegata bene nella postfazione, il riflettore si sposta e si riconsidera da capo l’intero romanzo.
Vale la pena leggerlo fino in fondo e lasciarsi trasportare dalla scrittura.

“E che cosa sono i pensieri? Nulla, signore, qualcosa di così semplice che si può perfino indovinare, qualcosa di così passeggero che, a seconda di come arrivano, si può addirittura raccontare” (Javier Marías)

L'uomo sentimentale

di Javier Marias

Libro "L'uomo sentimentale" di Javier Marias
  • Casa Editrice
    Einaudi
  • Dettagli
    158 pagine
  • ISBN
    8806184490