su "RisBocci"

Leggendo la raccolta poetica di Roberta Borgianni e Alessandro Moschini, dal vivissimo titolo "RisBocci", non si può non constatare già da subito, quella struttura interna e coinvolgente che divide l'intero testo in tre parti, di cui la centrale, poesie a quattro mani dei due autori, ne sembra assumere delicatamente il pistillo di un fiore aperto in una duplicità di tempi: quello che definisce la visione di Roberta da un lato, e quello che caratterizza il punto di vista di Alessandro, dall'altro. Le due visioni poetiche si scontrano e allo stesso tempo, si intrecciano, completandosi, proprio nelle loro contrapposizioni e conseguentemente, nel loro relazionarsi.
La sezione centrale dal titolo "Quattro mani e una penna", è l'inizio di un armonico a due in cui, là dove per Roberta è il 'senso dell'amore', lo sprone ad attraversare il limite, che è ricerca 'per accendere nuove candele', per Alessandro Moschini, lo stesso limite è già 'riconosciuto e superato', tanto in un mare, quanto nelle fragranze della presenza umana, anche quando riconosce di sentirsi quel 'condannato a morte', che poi è condanna di tutti gli uomini: sentendo dentro di sé quel limite, Moschini non può che richiedere che il tempo, si fermi proprio dov'era avvenuta la 'rinascita', rendendosi conto serenamente, ciò che resta alla fine del percorso della vita, mentre per Roberta la rinascita, che è 'rinascita e morte all'infinito', diventa anche un 'non sentire più rendere quella vita già stata' e dunque, assunta a diventare sapore di 'nostalgia futura'. Un bellissimo e accorato ragionamento sul tempo e sul luogo, elementi salvifici, una ricerca che accomuna entrambi, in cui la salvezza si denota proprio quando riusciamo a uscire 'dal caos', dal disordine fluente del quotidiano, in cui Alessandro riesce a liberarsi di tutto l'esubero che lui stesso definisce 'spazzatura' per poi 'farsi pace', che altro non è che la base su cui seminare la Poiesis. Ma, mentre per il poeta, tale ricerca è diretta, lineare, che quasi balza agli occhi naturalmente, per Roberta, la stessa ricerca passa attraverso lo strumento, meno diretto, che internamente risiede nel tempo, quasi fosse musica respirata 'che non conosce stagione', nello svuotare la soffitta dei ricordi: così facendo raggiunge quella stessa leggerezza moschiniana che il poeta trova nel 'sopperire vuoti e palliativi sterili' (ho troppi chilometri/ammucchiati sul groppone/ e scorie da scacciare/ dalla pelle). Dove l'uno giunge al risultato della ricerca poetica nell'immediato scarto dei superlui, l'altra vi giunge passando per lo scorrere evolutivo del tempo: due vie che si intersecano creando una poesia provvista di triplice aspetto del tempo: Tempo-Memoria, Tempo-Essenza, Tempo-Ri-nascita. Rinnovarsi è un ributtare vita di foglie nuove', ma soprattutto è 'rivoluzione', risveglio oltre la cenere dopo il fuoco lacerante, di cui Alessandro ne sente 'lo strappo liberatorio', proprio come quando ci vogliamo togliere un abito troppo stretto, mentre Roberta ne incalza la ribalta delle illusioni, rinascendo 'al bacio della luce', riflesso dello specchio, metafora di verità restituita, che sta in tutte le cose del mondo. Alessandro Moschini e Roberta Borgianni, iniziano il percorso poetico con la poesia "Bocci" e terminano, se di un termine possiamo parlare, con i "RisBocci", in un cammino che è ritrovo di luce riparante e rigenerante, evoluzione vitale condivisa.

RisBocci

di Alessandro Moschini

Libro "RisBocci" di Alessandro  Moschini
  • Casa Editrice
    Luna Nera
  • Dettagli
    100 pagine
  • ISBN
    8898052626