su "Niente da nascondere"

Un libro che è riuscito a scavare dentro il dolore, ineludibile dell'umana esistenza. Un dolore guardato in faccia con ardimento, accettazione, sfida. Dura è parlare del dolore, in un secolo "superbo e sciocco" come il nostro, nel quale più che mai si evita l'argomento, emarginando le persone, molte, che sono coinvolte in questo destino tutto umano.
Il dolore c'è, esiste, l'ontologia del dolore è l'esistenza stessa, la peggiore delle malattie, perché sicuramente mortale; il dolore ci attraversa dalla nascita alla morte; eppure la difesa dell'uomo medio è quello di costruire una barriera tra sé e il suo dolore e soprattutto tra sé e il dolore degli altri, e, così, come si desume dal testo di Francesco, tutti fingono di essere felici, glissando il problema che più ci riguarda: il dolore del vivere, condizione cui nessuno può sottrarsi, perché tutti mortali.
Francesco si ribella a questo atteggiamento comune e parla "apertis verbis" dell'argomento più scomodo, sottolineando come sia nocivo non riconoscere il dolore: il che porta alla follia, all'annientamento dell'intelligenza emotiva, alla morte interiore,ad una sorta di anestesia emozionale. Il dolore va vissuto, introiettato, capito, elaborato, integrato; tante sono le operazioni di fronte ad esso; tutte queste operazioni sono valide e possono sortire risultati, soprattutto nella condivisione umana. Un solo atteggiamento porta dritti alla sconfitta dell'uomo: il rifuggire e il nasconderlo. Solo la condivisione, la rielaborazione partecipata, la riappropriazione di un ruolo, di un senso può aiutare a riprendere in mano la propria vita. Le terapie, le parole, i farmaci non sono sufficienti a colmare il disagio esistenziale; c'è bisogno di altro: di umanità che si faccia carico dell'umanità dolente.
Tutti i capitoli, in uno stile piano, scorrevole, degnamente umano, affrontano l'argomento con presentazione di situazioni e di personaggi profondamente toccanti, trattati con una maestria commuovente, trattati come solo Francesco sa fare, abituato per lavoro a maneggiare il dolore altrui e ad amministrare privatamente il proprio.
I personaggi sono presentati con acribia analitica e profonda compartecipazione: tutti i casi presi in analisi sono spaccati della dolente umanità, abbracciata col cuore oltre che con una penna felicissima. Sofia, Angelo, Andrea, Giovanni si impongono al nostro sguardo partecipe e si imprimono nel cuore con la loro verità: la verità più vera, il dolore umano.
La capacità analitico-descrittiva di Francesco è notevole, come dimostrano anche i bellissimi capitoli in cui si avventura nel carcere di Mantova o nei Castelli valdostani, dove tutto assume la forma del mistero in uno stile denso e appassionato.
Come non essere d'accordo su tutto quanto viene espresso a proposito dei funerali anonimi che non rendono merito alla vita del defunto e al dolore reale dei parenti? L'indagine si fa serrata e la denuncia assolutamente da condividere; anche il funerale non è un momento in cui il dolore viene rispettato come si dovrebbe, ma diventa convenzionale rito nelle mani di chi magari il defunto non l'ha mai conosciuto. Anche io vorrei un funerale come quello che Francesco prefigura per sé e preferirei che la mia bara fosse portata dai miei amici piuttosto che da anonimi professionisti del rito, col rischio certo di cadere, ma tra mani amiche.

Niente da nascondere

di Francesco Casali

Libro "Niente da nascondere" di Francesco Casali
  • Casa Editrice
    Koi Press
  • Dettagli
    300 pagine
  • ISBN
    8890757477