su "L'incerta specie"

Un poeta fine, che entra nella realtà cercando di uscirne subito. La sua delicatezza - stilistica e di significati - porta il lettore a sfogliare con delicatezza le pagine del suo libro. È un uomo pellegrino, il personaggio che abita i testi e i luoghi poetici di Pagelli.
La mitologia classica, a volte viene ridisegnata in arcani suoni più vicini al nostro autore. Manrico Murzi - recensore del libro - parla di “pellegrini sempre in arrivo per subito ripartire ancora”.
Sì, perché in questo viaggio c’è una ricchezza di sensibilità che si tende sempre ad una nuova ricerca, a nuove scoperte che mai sazieranno lo spirito dell’autore. Un paroliere raffinato che coglie lampi poetici che implicano immagini dense: “e il poeta/ un’aragosta nella gola della nassa”. Nella poesia “Il viaggio dei gigli” si pone l’accento su una ricerca univoca dalla quale trapelano ampie e infinite soluzioni. Sono gli intenti della nostra vita, quel qualcosa che ci spinge alla ricerca di noi stessi nel mondo che ci gira attorno. La destrezza artistica intrisa da una dolcezza acuta e cadenzata, è uno dei grandi pregi del nostro. I versi finali della poesia “Il falò”, sono emblematici per per dimostrare e confermare l’acume poetico di Claudio Pagelli:
“ridono i poeti fra visioni di porpora
stretti al fuoco del vino cotto e di qualche
verso distratto, odore di stelle e di garofano
in mezzo alla bufera di scintille.
dal polpo di buio due graffi di luce -
i lupi ci attendono non lontano dalla brace…”

L'incerta specie

di Claudio Pagelli

Libro "L'incerta specie" di Claudio Pagelli
  • Casa Editrice
    LietoColle
  • Dettagli
    29 pagine